Tutto questo non cambia niente

Tutto questo non cambia niente è un romanzo molto carino, che racconta una storia particolare, ricorda vagamente Dracula e il Patto di San Venganza.

Questa è una storia rumorosa, nonostante essa non ami il rumore; è una storia in cui innocenti saranno perseguitati dalla fortuna, nonostante nessuno di essi sia davvero privo di colpe; è la storia di un viaggio non corrisposto che, tuttavia, corrisponde. 

Il libro

Roger è un ragazzo cinico e abitudinario, non ha alcun tipo di fede, né religione, né superstizione o credenza di alcun tipo.

Ha un amico fidato con cui passa la maggior parte del suo tempo, a cui si rivolge per consigli e confessioni. Ha anche una smisurata infatuazione per una ragazza misteriosa e sfuggente, erede dell’alta borghesia francese, nota per il suo ruolo di spicco tra salotti e ricevimenti.

Questa ragazza sembra portare con sé un alone di mistero e fascino inspiegabile, che attira Roger senza pietà, spingendolo a seguirla in giro per il mondo nonostante gli avvertimenti dell’amico Paul.

Con queste premesse, il personaggio cinico e razionale si trova a fare un incontro inaspettato: il conte Nikolai Vsevolodovich Rask’olnikov, che promette gli promette di esaudire i suoi desideri… sembra una cosa semplice, no?

Oltre la trama

Come anticipato nell’introduzione Tutto questo non cambia niente è un romanzo piacevole, dall’atmosfera e ambientazione molto suggestive.

Ambientato tra Versailles e Parigi, sfondo perfetto per una storia d’amore (difficile e prevalentemente non corrisposto) dall’animo dark.

A metà tra il reale e il surreale, narra la storia di un protagonista che viene stravolto e un antagonista ambiguo.

Lo stile dell’autore è scorrevole, bilanciato. Dal lessico semplice, alterna descrizioni, dialoghi e pensieri del protagonista – che spesso anticipano e determinano la scena successiva.

Il ritmo è medio e costante ma il libro si legge comunque velocemente poiché è abbastanza breve.

In conclusione

Si tratta di un libro piacevole, che trova i suoi punti di forza nell’ambientazione e nei personaggi.

Lo consiglio a lettori di ogni genere, è un libro che si legge velocemente e senza difficoltà ma racconta una bella storia!

L’autore

Francesco Scatigna
FRANCESCO SCATIGNA, nato nel 1988, ha vissuto in diversi Paesi europei prima di stabilirsi a Bruxelles, dove vive tuttora con moglie e figlia. È con- sulente in Affari Europei e Capo Ricerca in un’agenzia di consulenza e Tutto questo non cambia niente è il suo primo romanzo.
Francesco Scatigna on sabfacebook

 

Requiem

Requiem di Antonio Tabucchi è un romanzo in cui il protagonista è l'”io” immaginato dall’autore che, in una strana e torrida giornata portoghese, si trova ad affrontare un viaggio a metà tra sogno e realtà, incontrando personaggi di ogni genere e cercando di risolvere dubbi del passato.

Il libro

Requiem è un romanzo molto particolare sopratutto per la struttura della trama: non si capisce mai se il protagonista sia sveglio o se stia ancora sognando.

Inoltre in ogni capitolo il protagonista incontra un personaggio diverso che, a suo modo, lo aiuta a comprendere dubbi e fatti irrisolti della sua vita e del suo passato.

Ogni incontro è singolare e ha qualcosa di assurdo: il luogo o il tempo in cui si svolge, la natura della conversazione o addirittura il fatto che l’interlocutore sia defunto!

Tuttavia, il protagonista giunge al termine della sua giornata riuscendo a far luce su ciò che lo assillava ed in questo modo si giunge anche all’epilogo del libro.

Oltre la trama

Al di là della particolarità e della trama, questo libro è sicuramente da valutare più che positivamente per lo stile dell’autore, che narra fatti assurdi con una naturalezza incredibile.

Inoltre il ritmo di narrazione è sempre medio e costante, nonostante i repentini cambi di scena e personaggi. Un capitolo dopo l’altro il lettore segue il viaggio del protagonista “visivamente” e attraverso i suoi pensieri.

I temi principali sono il sogno, l’inconscio, lo stato di semi-coscienza. Ed è proprio in questo stato che il protagonista compie il suo viaggio: andare alla ricerca di soluzioni e spiegazioni nel passato, guidato dall’Inconscio, da una voce interiore o da più personaggi inventati che hanno l’esatto scopo di aiutarlo e indirizzarlo verso una scelta piuttosto che un’altra.

In conclusione

Consiglio questo libro a lettori di ogni genere: penso si possa adattare al gusto di ognuno perché racchiude diversi significati e generi senza prediligerne uno specifico. Si legge velocemente e senza difficoltà.

Requiem è stato il mio primo libro di Antonio Tabucchi ma sono certa di leggerne altri in futuro: lo stile e il ritmo sono veramente ottimi, la trama originale e ben costruita. Credo che il prossimo libro sarà Sostiene Pereira, il più celebre dell’autore!


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La musa degli incubi

La musa degli incubi Book Cover La musa degli incubi
Laini Taylor
Fantasy
2019
523

La musa degli incubi, secondo capitolo della serie iniziata con Il sognatore, si è rivelato un ottimo epilogo della puntata precedente.

Ma prima di arrivare all’epilogo vero e proprio i nostri amati personaggi affronteranno l’impossibile attraverso mille sfide e imprevisti che li metteranno a dura prova.

Il libro

Per quanto riguarda lo stile dell’autrice vi rimando alla recensione de Il sognatore, in quanto a mio parere le caratteristiche tecniche dei due testi sono pressoché identiche.

Il ritmo è medio, “rallentato” solamente da qualche descrizione un po’ prolissa e da alcune scene volutamente più lente rispetto al resto del libro.

Come per il primo volume, anche per questo il punto di forza è l’originalità della componente fantasy: luoghi, persone, poteri magici ed eventi sovrannaturali si distinguono senza dubbio nel marasma dei fantasy recenti.

Personalmente questo è proprio l’aspetto che ho apprezzato di più perché rende la trama non scontata. Inoltre, a migliorare ulteriormente la trama ci sono continui colpi di scena e mutamenti nella percezione dei personaggi.

Almeno quattro dei personaggi dipinti come ” i cattivi” antagonisti nel primo romanzo, si riscoprono buoni in questo volume e viceversa. Anche se in realtà questa affermazione minimizza il districarsi della trama: i protagonisti stessi vengono messi alla prova e costretti a sfidare sé stessi in lotte interiori tra la realtà e l’inconscio.

La musa degli Incubi, o Sarai, è la vera protagonista di questo volume, ovviamente affiancata da Lazlo e Minya, che non perdono importanza.

Oltre la trama

Se nel primo volume l’elemento chiave era il Sogno, in questo secondo volume il tema portante è l’Incubo: non inteso solamente come “brutto sogno” ma anche come “il proprio incubo personale”, la paura più nascosta e terrificante che ognuno ha dentro di sé.

Di conseguenza ogni passo nell’evolversi della trama è scandito dalla paura di uno o più personaggi. Per Lazlo è la perdita di Sarai, per Sarai perdere Lazlo e incontrare il padre, per Minya rivivere il passato in cui è rimasta mentalmente intrappolata per quindici anni, e così via.

In conclusione

Consiglio questa serie a tutti gli amanti del fantasy e a chi volesse sperimentare una lettura diversa per ambientazione e protagonisti.

Personalmente l’ho trovata molto originale e ben strutturata (avrei evitato la prolissità e la lentezza delle scene sdolcinate tra Lazlo e Sarai, ma è un parere estremamente soggettivo, unico motivo per cui ho evitato le 5 stelle XD).

Sicuramente leggerò la serie precedente pubblicata da Laini Taylor, su cui a questo punto ho grandi aspettative!

Se vi va, commentate qui sotto o su instagram dandomi il vostro parere su questo libro.

Vi lascio il link per l’acquisto: la musa degli incubi.


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La persona giusta

La persona giusta fa parte della collana ARYA edita da Giunti Editore, che raccoglie romanzi scritti dalla generazione Z e rivolti alla generazione Z.

Il libro

La persona giusta racconta la storia di due ragazzi di 16 e 18 anni, India e Michel, che si incontrano e si innamorano, contro ogni aspettativa.

India e Michel sono infatti molto diversi tra loro e le loro famiglie lo sono ancora di più: India è italiana, figlia di due appassionati d’Oriente che però hanno divorziato; Michel è nato ad Algeri ed è stato adottato da una famiglia borghese italiana.

La trama, di per sé, è abbastanza prevedibile: l’incontro tra i due ragazzi, la fase dell’innamoramento, la ricerca del padre biologico di Michel e poi una serie di problemi che complicano la storia.

Ciò che rende piacevole il libro è lo stile dell’autrice, unito alla quantità di suoni, colori ed emozioni che riesce a trasmettere.

Oltre la trama

Come ho anticipato, l’originalità del libro sta nell’insieme di tutto ciò che racchiude.

Il titolo, racchiude il significato di tutto il romanzo: la persona giusta si può trovare, esiste, nonostante le diversità e i problemi.

L’autrice trasmette questo messaggio attraverso la storia di Michel e India, con le loro incomprensioni, le loro differenze e così via: lo fa mescolando i fatti che compongono la trama alle poesie di India, alle canzoni che accompagnano i due ragazzi, ai colori dell’estate romana, ai profumi e alle emozioni.

Questo è ciò che crea l’atmosfera. Questo è ciò che rende il libro piacevole ed è anche ciò che veicola il messaggio più importante: trovare la persona giusta è una cosa fantastica.

Il ritmo di lettura è medio, lo stile è fresco e giovanile: il risultato è un libro piacevole nella sua semplicità.

In conclusione

Lo consiglio a lettori in età adolescenziale e a chi avesse voglia di fare un salto nei 18 anni, agli appassionati di romanzi rosa e del genere fiction/young adult.

In più

Giunti Editore, nel pubblicare questo libro, ha posto una domanda ai suoi lettori: “Capisci che è la persona giusta se ha letto e amato…?”

Io ho replicato la stessa domanda sul mio profilo Instagram  e il risultato è stato questo:

  • il 90% dei votanti ha detto “l’importante è che legga” e qualcuno ha aggiunto “perché sicuramente significa che è una persona sensibile / colta / premurosa”
  • alcuni hanno risposto “la mia persona non legge affatto, ma è giusta lo stesso”
  • altri sono andati sullo specifico citando principalmente classici e pilastri della letteratura: Dante, Jane Austen, Pirandello, ecc.

Cosa ne pensate? Potete rispondere anche nei commenti qui sotto!

 

Ringrazio Giunti Editore per avermi dato la possibilità di leggerlo.

 


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La notte del b(r)uco

Fuori il mondo dorme, il brusio della notte culla il moto ondoso dei sospiri. Anche gli incubi si fanno sentire, quelli che accompagnano i respiri affannosi o i passi furtivi che risuonano tra le vie deserte. Il buio mormora parole sconosciute che fanno rumore, insieme agli stivali chiodati sulle foglie secche, sui ramoscelli che si spezzano al passaggio delle ombre.

La notte del b(r)uco è un giallo dall’animo malinconico.

Il libro

La storia ha inizio con un’aggressione: un ragazzo nota la scena ma ha paura e non interviene; si rivolge alla polizia ma senza ottenere aiuto o consigli. Decide allora di contattare un programma radiofonico per raccontare ciò che ha visto ad un pubblico più ampio.

La conduttrice crede alla sua storia ma non può fare nulla per aiutarlo, anzi viene rimproverata per averlo ascoltato.

Inizia in questo modo una caccia al colpevole “alternativa” e decisamente non consueta.

– Questa notte nessuno mi fermerà, la morte vi verrà a cercare, ve lo volevo solo far sapere. Il Bruco non si è dimenticato di voi, ricordatevelo.

L’intera narrazione è accompagnata da un sottofondo musicale: una playlist strepitosa che include gruppi che hanno fatto la storia del rock.

Bury me softly in this womb
I give this part of me for you
Sand rains down and here I sit
Holding rare flowers
In a tomb, in bloom…

Down in a hole – Alice in chains

Questo è fondamentale per la resa dall’atmosfera: cupa, malinconica. Ed è così che il protagonista assume la sua veste di “pierrot” come descritto nella sinossi.

Un pierrot che non smetterà di stupire fino alla fine, quando verranno rivelate le cause dei suoi gesti, una sorta di giustificazione magari non condivisibile ma in qualche modo comprensibile.

Oltre la trama

Un thriller dal ritmo medio ma dalle tante sorprese: a cominciare dal Bruco stesso, il pierrot che vaga per le vie della città sembrando pazzo all’inizio e diventando un vendicatore alla fine.

La notte del b(r)uco non è semplicemente un thriller, è un romanzo che narra di droga, di spacciatori, di giovani e cattive compagnie, di morte.

Il risultato è quindi un romanzo che unisce thriller e formazione. Scritto in modo fluido, unisce descrizioni, dialoghi e stralci di canzoni in un flusso costante, dall’inizio alla fine.

In conclusione

Lo consiglio a tutti gli appassionati di giallo/thriller.

Non ho voluto descriverlo in modo troppo dettagliato per evitare di rovinare la lettura, perché ogni dettaglio aggiuntivo avrebbe rovinato la “sorpresa” della trama. Ad ogni modo è un gran bel thriller, con una colonna sonora pazzesca!

Ringrazio gli autori, nonché fondatori di Eretica Edizioni, per avermi dato la possibilità di leggerlo. Vi lascio il link per l’acquisto qui.


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Trilogia di New York

Trilogia di New York Book Cover Trilogia di New York
Paul Auster
Racconti
Einaudi
2014
Copetina flessibile
314

Pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa "Trilogia" sono raffinate detective stories in cui le strade di New York fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. "Città di vetro" è la storia di uno scrittore di gialli che "accetta" l'errore del caso e fingendosi un'altra persona cerca di risolvere un mistero. "Fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. "La stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera.

Piccola premessa prima di partire con la recensione vera e propria: come ben sapete, Auster è uno dei miei autori preferiti in assoluto MA , a mio  parere, Trilogia di New York non uno dei suoi BEST. Ovviamente, si tratta di un parere personale quindi cercherò di essere oggettiva e raccontarvi tutto ciò che c’è da sapere questo libro!

Trilogia di New York

New York era un luogo inesauribile, un labirinto di passi senza fine: e per quanto la esplorasse, arrivando a conoscerne a fondo strade e quartieri, la città lo lasciava sempre con la sensazione di essersi perduto. Perduto non solo nella città, ma anche dentro di sé.

Trilogia di New York è una serie di tre romanzi, proposti appunto come trilogia perché collegati tra loro: Città di vetro, Fantasmi e La stanza chiusa.

Alla base dei tre racconti ci sono essenzialmente fatti “assurdi”; sono inoltre accomunati dal fatto di essere tutti ambientati a New York e dal fatto di avere personaggi che possono rivelarsi quantomeno sorprendenti… o inaspettati!

Ho riflettuto parecchio prima di scrivere questa recensione e, nonostante tutto, non sono riuscita a dare una definizione chiara e netta di questa trilogia: l’unica cosa certa è che alla base c’è il giallo.

Questo perché emergono i tratti distintivi di questo genere letterario: un evento inaspettato, un mistero e un personaggio incaricato di risolverlo.

Non si tratta comunque del “classico giallo”. Paranormale? No. Violento? No. Direi piuttosto originale.

Ciò che contraddistingue questa trilogia è, infatti, l’originalità delle idee. Tant’è che l’autore si trova faccia a faccia con un suo omonimo…leggendolo capita quasi di avere crisi d’identità!

Benché si tratti di idee assurde, alla fine si trova sempre una conclusione “credibile” e, dopo aver letto tutti tre i racconti, si riesce finalmente a collegarli tra loro.

Come ho già detto nelle recensioni precedenti (Mr. Vertigo e Nel paese delle ultime cose), lo stile di Paul Auster è sicuramente il uso punto di forza: semplice se rapportato alla complessità della struttura delle sue opere, ma sempre estremamente curato.

Leggendo questo libro (o qualsiasi altro di Auster), si nota come non sia soltanto la struttura ad essere complessa, ma anche i personaggi. Più ce ne sono e più sono particolareggiati.

Ogni singolo personaggio viene definito nell’aspetto, nel carattere, nella mentalità e in ogni suo tratto determinante: i dialoghi sono  il punto in cui si percepisce di più questa capacità dell’autore.

In questo libro, in particolare, i personaggi sono molti quindi si ha modo di notare questo aspetto in diversi punti dei racconti.

L’ambientazione, come si può intuire è la Grande Mela: in realtà New York fa da sfondo “sfocato” alle ambientazioni più specifiche (il locale, la stanza dell’appartamento e così via). Questi ambienti vengono descritti in modo molto più particolareggiato rispetto alla città, anche per ricreare l’atmosfera giusta.

L’atmosfera trasmette una sensazione di “chiuso”, una via di mezzo tra l’oppressione e l’allerta, uno stato di inquietudine.

Il ritmo è forse la causa per cui non ho apprezzato questo libro quanto gli altri che ho letto di Auster. Ovviamente si tratta si un parere personale, ma ho trovato questo libro più lento se paragonato a quelli che ho citato poco fa.

Se dovessi giudicarlo senza paragonarlo a quelli letti in precedenza, direi comunque che ha un ritmo medio, tendente al lento in alcuni punti.

 

In conclusione

Sicuramente Trilogia di New York è un bel libro, non si può dire altrimenti. Tuttavia, se non avete ancora letto nulla di Auster vi consiglio di non partire da questo ma piuttosto da uno dei suoi romanzi brevi, in modo da poterlo apprezzare appieno.

Se invece conoscete già l’autore ve lo consiglio assolutamente, soprattutto per l’originalità e l’assurdità delle idee che sono alla base dei tre romanzi! Buona lettura!

Curiosità (fonte:Wikipedia):
Città di vetro venne adattato nel 1994 nella trasposizione sperimentale in romanzo grafico degli illustratori e fumettisti David Mazzucchelli e Paul Karasik, acclamata dalla critica. Venne pubblicato come City of Glass: The Graphic Novel nel 2004. Nel 2009, Audible.com ha prodotto una versione audio della Trilogia di New York, narrato da Joe Barrett, come parte della sua linea Modern Vanguard di audiolibri.

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Nomen Omen

Nomen omen Book Cover Nomen omen
Claudia Marras
Romanzo
Effetto
2018
Copetina flessibile

Nomen Omen è una locuzione latina che significa “il nome è un presagio”.

Il libro Nomen Omen di Claudia Marras, infatti, è interamente strutturato intorno a presagi di vario genere (palindromi, date, e così via), che si mescolano ad antiche leggende e credenze popolari.

Il libro

Una notte di un giorno qualsiasi, il vento soffiava talmente forte che mi impediva di dormire, così, non riuscendo a prendere sonno, iniziai ad ascoltarlo. Mi narrò una storia, ma prima di acquietarsi mi disse che non potevo tenerla per me; e poiché da allora sono passati diversi anni, è giunto il momento di raccontarla.

Nomen Omen inizia con una data, l’11 11 1991. La nascita di una bambina di nome ANNA. Il nome e la data di nascita sono due palindromi.

Anna nasce in un giorno di vento, o meglio, in un giorno in cui due venti opposti soffiano contemporaneamente: Anna ha dentro di se queste due forze opposte, il bene e il male, la magia bianca e quella nera.

Anna nasce proprio grazie alla magia di tia Ada, sciamana del paese a cui si rivolge sua madre, disperata per la sua infertilità. Tia Ada le offre la possibilità di avere tre bellissime bambine, ma la più giovane dovrà prendere il suo posto come sciamana.

La donna accetta e per alcuni anni vive la sua vita con le due bambine, ma il giorno della terza nascita arriva e l’inquietudine si impadronisce di lei.

Dal momento della sua nascita, Anna è segnata da questa duplice forza, questa lotta interiore che ancora non sa come gestire. Cresce come una bambina estremamente intelligente e dotata, sensibile ed emotiva. Ad aiutarla nella sua crescita ci sono la nonna e la sciamana buona del paese, che le insegneranno a gestire il proprio potere e a fare le sue scelte.

L’urgenza, l’urgenza… Stiamo sempre a correre dalla mattina alla sera e i pensieri corrono ancora più veloci, non gli dedichiamo mai il tempo di cui hanno bisogno, e allora diventano torrenti, fiumi, mari in tempesta nelle nostre menti. I pensieri vanno curati come le parole, occorre prendersi un po’ di tempo per loro. 

Oltre la trama

Grazie alla storia di Anna, della sua famiglia e delle due sciamane, il lettore ha modo di conoscere alcune leggende e credenze tipiche della Sardegna, nonché di entrare nel mondo fantastico della magia “reale”.

Ci sono persone che altro non sono che unità che si ripetono, a mano a mano che la loro vita su questa terra s’incarna in una nuova aumentano la loro potenza. Tu dentro hai la forza di chi ti ha preceduto, la cui energia ha viaggiato fino a te. 

Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole. Utilizza alcuni modi di dire o brevi frasi in dialetto sardo ma sono assolutamente comprensibili e aiutano a ricreare l’atmosfera tipica del paese rurale. L’ambientazione è, appunto, quella di un piccolo paesino che non viene descritto dettagliatamente. Piuttosto vengono descritti gli ambienti interni in cui si svolgono le vicende (la casa della nonna o della sciamana, la scuola, ecc..).

In conclusione

Ho apprezzato molto Nomen Omen, perciò lo consiglio sicuramente agli appassionati di storie mistiche e non solo: è ottimo sia per la storia di per sé e sia per gli aspetti “magici” che implica (simboli, erbe e così via). Inoltre è sempre bello scoprire leggende e tradizioni delle singole regioni.

Ringrazio Edizioni Effetto per avermi dato la possibilità di leggerlo.

L’autrice

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Claudia Marras ha vissuto fino a diciannove anni in un paese della provincia di Sassari: Bessude. La sua passione per la scrittura nasce dalla magia delle sue vie, dalle Domus de Janas, dagli imponenti nuraghi, dalla cultura e dalle tradizioni di una terra ventosa. Oggi vive con il marito e i suoi due figli a Quartu Sant’Elena, vicino ai colori e al profumo del mare. Lavora a Castiadas dove, con altri soci, gestisce la casa per ferie Villaggio Carovana, un luogo dove le barriere mentali e architettoniche crollano per lasciare spazio all’incontro e alla conoscenza. Nomen Omen è il suo romanzo d’esordio.

Vi lascio il link per l’acquisto: qui.


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La soffiatrice di vetro

La soffiatrice di vetro
Romanzo
Beat - Neri Pozza
Copetina flessibile

La soffiatrice di vetro è un romanzo storico dell’autrice tedesca Petra Durst-Benning che, attraverso la storia di tre sorelle coraggiose e determinate, racconta uno spaccato di storia della Germania e di una delle lavorazioni che all’epoca hanno reso famoso il Paese: la lavorazione del vetro.

Non solo: le tre sorelle sono la dimostrazione della capacità di alcune donne di emanciparsi nonostante l’epoca in cui sono vissute, i pregiudizi e le consuetudini.

Ora vi spiego meglio…

Il libro

Che cosa sarebbe la vita senza cambiamenti? Non possiamo impedire che succedano, questo è sicuro, ma qualche volta possiamo indirizzare il corso degli eventi.

La soffiatrice di vetro è ambientato in Germania, più precisamente nel paese di Laushca.

Si tratta di un piccolo paesino di campagna, ancora geograficamente e culturalmente abbastanza distante dalle città in via di sviluppo, con negozi e grandi commerci.

Tuttavia, è proprio nei piccoli paesi della Germania ottocentesca, però, che si produce ciò che manda avanti l’economia di buona parte delle attività del paese: il vetro soffiato.

Sono molti i mastri vetrai e i garzoni dediti a questa attività. Tra questi, il padre di Marie, Ruth e Johanna. Le tre sorelle si ritrovano precocemente orfane di madre e fanno del padre il fulcro della loro vita.

Questo, però, è reciproco: il padre infatti le tratta sempre con molto riguardo, insegna l’oro l’arte della decorazione del vetro e le fa lavorare nel suo laboratorio.

Questo si rivelerà indispensabile per la sopravvivenza delle tre ragazze dopo la morte del padre. Dopo un periodo di tristezza e smarrimento, infatti, si metteranno all’opera per affrontare le difficoltà quotidiane.

Siamo alla fine dell’800: la priorità per una donna dell’epoca era il matrimonio, la sistemazione definitiva. Per queste tre ragazze, invece, la priorità è guadagnarsi da vivere senza dover ripiegare su un matrimonio non desiderato.

Intraprenderanno tre percorsi lavorativi diversi: inizialmente tutte tre lavoreranno per un mastro vetraio molto esigente. Successivamente le strade si divideranno: Johanna si trasferirà in città, a lavorare in un famoso negozio che commercia con l’estero e lì scoprirà il suo lato più raffinato e delicato.

Ruth sarà la prima a sposarsi e mettere su famiglia, ma senza dimenticare le sorelle. Marie, infine, darà sfogo alla sua creatività sentendosi finalmente in pace dopo aver risistemato il laboratorio del padre e aver ripreso a disegnare.

Ovviamente, essendo costrette a lavorare e a vivere in un mondo prevalentemente maschile, dovranno affrontare parecchie difficoltà, ma avranno anche incontri piacevoli, riconoscenza e ammirazione.

Oltre la trama…

La soffiatrice di vetro è quindi un romanzo storico coinvolgente, duro e delicato allo stesso tempo.

Ciò che racchiude veramente questo romanzo è “la vita delle donne”: i discorsi tipici (tra sorelle, per esempio), le paure, le preoccupazioni, i desideri, i pregiudizi e le consuetudini che da sempre accompagnano il sesso femminile.

In poche parole: la forza che ogni donna deve trovare per affrontare la quotidianità.

Il libro ha un ritmo di lettura medio: i fatti non sono mai troppo rapidi e le descrizioni (sia degli aspetti materiali e sia di quelli emotivi) rendono il racconto fluido e piacevole, sbalzi nell’andatura.

Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole e permette di percepire appieno l’atmosfera che vuole ricreare in ogni situazione: per esempio, il negozio in cui lavora Johanne e il laboratorio in cui lavora Ruth sono pressoché l’opposto, sia per come vengono descritti materialmente e sia per come le ragazze li percepiscono.

L’ambientazione, come anticipato è quella della Germania dell’800, molto affascinante.

In conclusione

Lo consiglio senza dubbio come buon romanzo storico. Inoltre contiene un bel messaggio sulle donne e per le donne.

Personalmente ho apprezzato praticamente tutto in questo romanzo: l’ambientazione, l’atmosfera, le protagoniste e lo stile!

Buona lettura!

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Rock Springs

Rock Springs è una raccolta di racconti brevi di Richard Ford, ambientati tra il Wyoming e il Montana. Ho comprato questo libro principalmente per due motivi: da parecchio tempo volevo avvicinarmi alla lettura di Ford e mi è sembrato opportuno farlo da una raccolta di racconti, e poi perché il titolo del libro è il nome della città in cui abita una cara amica e mi ha incuriosito molto.

In realtà sono stata piacevolmente sorpresa da questo libro perché, benché i temi siano ricorrenti, racconta momenti di vita di persone comuni che si adattano e si arrangiano per sopravvivere tra roulotte, macchine rubare e motel. Ora vi spiego tutto…

Il libro

Rock Springs è una raccolta di 10 racconti ambientati tra il Wyoming  e il Montana. I temi trattati, come anticipato poco fa, sono ricorrenti: divorzi, relazioni tormentate, vite al limite, rapporti tra genitori e figli, furti e vite on the road.

Fattori determinanti in questo libro sono lo stile dell’autore e l’atmosfera che riesce a ricreare: si ha la sensazione di essere seduti al bancone di un locale, davanti ad un bicchiere di whisky, con un signore barbuto e malinconico che racconta storie di vite parallele…

Pensavo che la differenza tra una vita fortunata e una meno, […] consisteva nella capacità che avevi di toglierti queste cose dalla mente e di non lasciarti impressionare da loro, e forse, anche, da tutte le grane come questa che dovevi affrontare in una vita. Per fortuna o di proposito avevano tutti avuto meno grane e, in virtù della loro indole, le avevano dimenticate più in fretta. E questo è quello che volevo per me. Meno grane, meno ricordi di seccature.

Il ritmo di lettura è medio e i racconti sono piuttosto brevi, quindi il libro si legge velocemente e senza fatica. L’atmosfera è sempre piuttosto malinconica e nostalgica, ma è proprio questo a dare il giusto peso alle trame dei racconti.

L’ambientazione è, appunto, tra questi due stati americani, anche se prevale il Montana, mentre il Wyoming viene menzionato solo in un paio di racconti (Rock Springs si trova appunto nel Wyoming ed è il titolo sia di uno dei racconti e sia della raccolta).

Trattandosi di vicende ambientate principalmente tra strade, macchine e motel, l’atmosfera e l’ambientazione cambiano simultaneamente, così come le emozioni e le sensazioni che i protagonisti trasmettono.

Le cose più importanti della vita possono cambiare così bruscamente, in un modo così irrecuperabile, che uno le può dimenticare, loro e il contesto in cui si sono svolte, tanto si è distratti dalla casualità dell’accaduto e da tutto ciò che potrebbe succedere ancora e ancora succederà.

In conclusione

Rock Springs è un libro nostalgico e un po’ malinconico ma molto bello e ben scritto! Lo consiglio a chi volesse conoscere l’autore, come ho fatto io, iniziando dai racconti! 🙂 Buona lettura!

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L’apprendista Bardo

L'apprendista Bardo Book Cover L'apprendista Bardo
Federico Leonardo Giampà
Fiction
2018
258

Conte per legame di sangue, bardo per istinto del cuore: il giovane Raymond affronta un viaggio dalla sua Provenza a Parigi attraverso una Francia devastata dalla carestia, scontrandosi con la necessità di scegliere tra responsabilità cavalleresche e passione musicale, tra razionalità e magia, tra il dovere e l'amore. Non sarà solo: il maestro bardo Luc, costretto da una maledizione nella forma di uccello, lo guiderà e lo inizierà alla musica magica e al potere delle parole. In un labirinto di sentieri, personaggi e leggende l'apprendista Raymond dovrà districarsi tra luci e ombre dentro e fuori di sé, per decidere infine se seguire il proprio destino, oppure riscriverlo.

 

 

L’apprendista bardo è un fantasy medievale molto bello e coinvolgente.

Ci sono sogni che non si ha il coraggio di sognare, ma che non di meno esistono.

Ha tutte le caratteristiche determinanti di questo genere letterario, infatti è strutturato secondo lo schema tipico della fiaba e contiene tutti i personaggi legati al fantasy: cavalieri e principesse, animali fantastici con poteri sovrannaturali, antagonisti malvagi e dall’aspetto inquietante, draghi e ippogrifi. Personalmente ho un solo appunto da fare, ora vi spiego tutto!

Alcuni trovano se stessi appena fuori casa, altri non lo trovano mai, ma la cosa sicura è che con questa premessa inizia ogni nuova storia.

Il libro.

L’apprendista bardo, come detto poco fa, è un libro molto piacevole e scorrevole.

Lo stile dell’autore è semplice e adatto ad un pubblico di tutte le età; il ritmo di lettura è piuttosto veloce, grazie sia alla quantità di eventi che effettivamente si svolgono abbastanza velocemente e sia al lessico scelto dall’autore.

La storia viene raccontata tramite un narratore odierno, che riporta le vicende del passato unendo la storia dei protagonisti del racconto alla reale Storia di Francia.

Molte storie appartengono ai bambini perché gli adulti non hanno abbastanza forza per accettare una realtà diversa.

L’ambientazione comprende principalmente due luoghi: la Provenza, luogo da cui parte il viaggio, e Parigi, luogo in cui si svolge la maggior parte degli eventi. A questi due luoghi reali si aggiungono i luoghi fantastici in cui si dovranno avventurare i protagonisti.

Devi sapere, Raymond, che tutto è connesso: colori, suoni, il mondo vegetale con quello animale,” spiegò Luc “tocca le corde giuste e, smuovendo un filo d’erba, riuscirai a smuovere le stelle”.

L’atmosfera iniziale è cupa: la Francia sta vivendo un periodo di carestia e malattia, la popolazione è stremata e così anche la terra.

Successivamente, però, quando i protagonisti si avventurano nei luoghi più disparati e fantastici, l’atmosfera è magica: un misto di musica, colore, armonia, natura.

Il protagonista è Raymond (un nome che la dice lunga sul suo destino, come ci spiegherà in narratore), erede della Contea di Provenza che, però,  non ne vuole sapere di prendere le armi e diventare Conte, ma vuole diventare bardo e liberare la sua musica.

Questo lo porta ad intraprendere un lungo viaggio – dalla Provenza a Parigi e oltre – accompagnato da Luc, il suo maestro bardo condannato a vivere il un corpo di gazza, Ric, un troll ingenuo e infantile, e Ivano, che per Raymond rappresenta la vera essenza di cavaliere.

Il gruppo si troverà ad affrontare paure e sacrifici, quesiti e incontri inaspettati fino alla fine, quando si comprenderà che non tutto è come sembra.

In conclusione

«Conosci il significato del tuo nome? Raggio di purezza, luce che monda. È il tuo destino, Raymond, far risplendere di nuovo la purezza dei raggi del sole sul regno di Francia.» Il vescovo Fulcherio tacque, poi osservò: «Sarebbe un miracolo. Ma è il mio dovere, credere ai miracoli».

Credo sia un libro adatto sia ad adulti che a ragazzi, si legge velocemente e lascia un bel ricordo. L’unico appunto personale di cui ho accennato all’inizio della recensione è sul paragone che ogni tanto viene fatto dal narratore tra Medioevo e presente: personalmente l’avrei evitato (perlomeno durante tutto il testo, lasciando il salto temporale per il finale) perché mi dà l’impressione che distragga dalla lettura e tolga importanza all’atmosfera che si crea leggendo di tempi passati e luoghi magici.

Per tutto il resto è un libro che mi è piaciuto molto e che sicuramente consiglierò spesso.

Vi lascio il link a bookabook.it

Ringrazio Il Taccuino Ufficio Stampa per avermi dato la possibilità di leggerlo.


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Fahrenheit 451






Fahrenheit 451 Book Cover




Fahrenheit 451





Ray Bradbury





Romanzo, Classico contemporaneo




Feltrinelli




2016




Copetina flessibile



Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall'incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.

Fahrenheit 451  è un romanzo distopico di fantascienza del 1953, edito per la prima volta in Italia tre anni dopo la prima pubblicazione.

La trama è incentrata sulla caratteristica che contraddistingue l’epoca futura in cui è ambientato: leggere è un reato, possedere libri peggio ancora.

La soluzione per eliminare il problema è l’istituzione di un corpo dei Vigili del Fuoco, che ha il compito di bruciare ogni volume in circolazione.

Il protagonista è Guy Montag, discendente di una famiglia di Pompieri addetti ai roghi di libri che, grazie anche ad un incontro inaspettato, rivaluta la sua posizione.

«Bruciare sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende e il fuoco pulisce»

Il libro

Dai alla gente concorsi a premi in cui basta conoscere le parole delle canzoni più famose, le capitali degli stati o quanto granoturco si è prodotto l’anno scorso nello Iowa. Riempila di informazioni innocue, rimpinzala di tanti “fatti” e si sentirà intelligente solo perché sa le cose. Loro crederanno di pensare, avranno l’impressione del movimento anche se non si muovono affatto.

Attraverso Guy Montag, il lettore viene inizialmente proiettato in un mondo futuro e distopico le cui caratteristiche non si apprendono immediatamente.

Proseguendo con la lettura, però, si capisce come sia strutturata la società, quali siano i divieti, le punizioni e quale ruolo fondamentale abbiano i Pompieri in tutto ciò.

Montag si trova poi ad assistere ad un evento che lo sconvolge a tal punto da portarlo a riflettere su tutto ciò che per lui è stato normale e scontato fino a quel momento.

A questo fatto si aggiunge un incontro inaspettato con una ragazzina curiosa e intelligente che, con la sua spontaneità, fa riflettere Montag su cosa stia facendo e su cosa sia giusto o sbagliato.

Da questo momento in poi gli eventi si susseguono ad ritmo sorprendentemente veloce, cambiando Montag radicalmente e mettendolo alla prova fino alla fine, quando la sua vita diventerà l’opposto di quella che era all’inizio del libro.

E ho pensato ai libri. Per la prima volta mi sono reso conto che dietro ogni libro c’è un essere umano. Un essere che ha dovuto pensarlo e usare il suo tempo per metterlo sulla carta. Non ci avevo mai riflettuto prima.

In conclusione

Lo consiglio vivamente ai pochi che ancora non dovessero conoscerlo; nonostante le apparenti differenze (quasi “assurde”) con il mondo reale, fa riflettere su quante siano le analogie con la società moderna, le sue regole e i suoi divieti. Caratteristica, questa, che contraddistingue e definisce tutti i distopici di alto livello.

Personalmente l’ho apprezzato molto anche se piuttosto breve e poco descrittivo (lascia molte cose non dette). Ho anche trovato parecchie analogie con Orwell, fatta eccezione per il finale che si rivela relativamente positivo rispetto agli standard si Orwell.

L’autore

Ray Douglas Bradbury è stato narratore e sceneggiatore televisivo e cinematografico.
Nato nel 1920 in Illinois, si è diplomato a Los Angeles.
Ha fatto il venditore di giornali agli angoli delle strade di Los Angeles dal 1938 al 1942, trascorrendo le notti alla biblioteca pubblica e le giornate alla macchina da scrivere.

È diventato uno scrittore a tempo pieno nel 1943.
Molti suoi racconti sono apparsi in periodici prima di essere raccolti in Dark Carnival nel 1947.

La sua fama nasce con la pubblicazione di The Martian Chronicles nel 1950 (pubblicato in Italia da Mondadori con il titolo Cronache marziane nel 1954 tradotto da Giorgio Monicelli, omonimo del regista e lontano parente di Arnoldo Mondadori).
Dal romanzo Fahrenheit 451, del 1953 (in Italia tradotto sempre da Giorgio Monicelli e pubblicato dall’editore Martello nel 1956 col titolo Gli anni della fenice) considerato il suo capolavoro, François Truffaut ha tratto un film che è diventato un culto.

In realtà l’opera era nata come racconto sul numero di febbraio del 1951 di Galaxy dal titolo The Fireman (“Il pompiere”). Un paio d’anni più tardi, Bradbury lo allungò trasformandola nel romanzo Fahrenheit 451.

Fra le altre sue opere: Il gioco dei pianeti (The illustrated Man, 1951), Paese d’ottobre (The October Country, 1955), La fine del principio (A Medicine For Melancholy, 1959), Le macchine della felicità (The Machineries Of Joy, 1964), Io canto il corpo elettrico! (I sing the body electric!,1969), Ritornati dalla polvere (From The Dust Returned, 2001), Il popolo dell’autunno (Something wicked this way comes, 1962), Constance contro tutti (Let’s All Kill Constance, 2002), Il cimitero dei folliTangerineTroppo lontani dalle stelle e Viaggiatore nel tempo (The Toynbee Convector, 1988), tutte edite da Mondadori.
Bradbury è considerato uno dei maggiori innovatori del genere fantascientifico.

I suoi romanzi hanno rinnovato il genere introducendovi elementi insieme lirici e di denuncia. Nei suoi pianeti e nelle sue galassie si riflettono, deformati da un occhio visionario, le memorie infantili di un’America perduta e gli incubi della civiltà tecnologica.
Dopo aver ricevuto una menzione d’onore dal Premio Pulitzer, Bradbury ha deciso di rendere noto, in un’intervista al Los Angeles Times, che il suo scopo nello scrivere Fahrenheit 451 non era affatto quello di condannare la censura governativa, né tantomeno il senatore McCarthy.

Il libro rappresentava invece una critica della televisione, colpevole di distruggere l’interesse nella lettura.
Bradbury negli ultimi anni aveva rallentato la sua attività, per motivi di salute, ma era comunque rimasto attivo, scrivendo nuovi racconti, commedie e un libro di poesie.

Fonti: ibs.it
Enciclopedia della Letteratura Garzanti; Catalogo storico Arnoldo Mondadori Editore; Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori; Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale; fantascienza.com

 

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Penitenziagite, Atti degli Apostoli






Penitenziagite - Atti Degli Apostoli Book Cover




Penitenziagite - Atti Degli Apostoli




Penitenziagite





Fabio Cosio





Romanzo Storico




Createspace Independent Publishing Platform




2018




Copetina flessibile




368



Dolcino, alla ricerca di fra Gherardino, si ritrova nella piana di Campaldino durante l'infuriare della battaglia tra guelfi fiorentini e ghibellini aretini e conosce un giovane soldato, Dante Alighieri.A Roma, morto papa Niccolò IV, inizia un interminabile conclave che tra epidemie di peste, conflitti familiari e ingerenze reali, porterà, dopo 27 mesi, all'elezione del papa eremita: Celestino V. Mentre a Milano Matteo Visconti gioca tutte le sue carte per mantenere il potere, la Sicilia si ribella alla decisione del re di Spagna di restituirla agli Angiò ed elegge un suo Re: Federico d'Aragona.Quando Gherardino e Dolcino finalmente si incontrano il movimento apostolico inizia a strutturarsi, attirando sempre più seguaci e l'inevitabile tentativo di repressione da parte della Santa Inquisizione. Penitenziagite - Atti degli apostoli è il secondo volume della storia di fra Dolcino.

Penitenziagite, Atti degli Apostoli

Dopo il primo volume della trilogia (Genesi), continua il viaggio di Fra Dolcino attraverso l’Italia –  questa volta alla ricerca di fra Gheraldino.

Il libro

Questo secondo volume catapulta il lettore non solo nella storia personale di Dolcino, ma anche nella storia d’Italia: questa parte del racconto, infatti, inizia nel 1289 e termina nel 1300. Siamo nel periodo della peste, della successione tra papa Nicolò IV e Celestino V, è il periodo del potere dei Visconti e delle rivolte in Sicilia, è il periodo dell’inquisizione.

Il racconto di questa parte della vita di Fra Dolcino, in realtà, può essere definita come una cornice ad una storia molto più complessa e articolata: la storia d’Italia che, ovviamente, all’epoca era ancora suddivisa e contesa.

Come per il primo volume, confermo l’accuratezza nella scelta del lessico e della forma: appropriato per l’epoca e mai in contrasto.

Il romanzo ha un ritmo di lettura medio e costante, adatto alla quantità di informazioni storiche, personaggi e scene che si susseguono.

In conclusione

Consiglio questa trilogia (il terzo volume è in elaborazione), come ho fatto quando ho letto il primo dei tre libri: come ho già detto, la ritengo molto accurata e fedele agli eventi storici, che sono stati rielaborati in modo da porre in evidenza le vicende di fra Dolcino.

Lascio il link per l’acquisto: qui. E ringrazio ancora una volta l’autore 🙂

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Riassunto del primo libro – Genesi

Fra Dolcino è passato alla storia come uno degli eretici più feroci d’Italia.
Ma chi era realmente?
1272, Prato Sesia (NO): Dolcino vive serenamente con la sua famiglia. Il padre, Giulio, è un prete che ha rinunciato ai voti per amore.
Tra i monti le ingerenze della Chiesa sono ancora minime, ma l’arrivo di un nuovo sacerdote con fama di potere cambia tutto. Messo ai margini della comunità, escluso, isolato, Giulio deciderà di affrontare un viaggio che cambierà per sempre le sorti della sua famiglia e di suo figlio.
1278, Parma: Gherardino Segarelli, dopo aver tentato di diventare frate domenicano, regala tutti i suoi averi e inizia a predicare una vita sull’esempio dei primi apostoli: povertà, umiltà, fratellanza.
Per lui tutti gli uomini e le donne sono uguali davanti a Dio e non è necessaria una chiesa per pregare.
Gherardino attira a sé migliaia di seguaci. Predica l’amore libero ma anche il sacrificio. Non conosce il latino, così sbaglia la frase che ha sentito più volte pronunciare ai frati, “penitentiam agite”, fate penitenza, pronunciandola “penitenziagite”, che ben presto diventa il motto dei suoi seguaci, gli apostolici.
1286, Roma: Benedetto Caetani è un cardinale dalle grandi aspirazioni. La sua famiglia sta acquisendo sempre più potere, entrando in conflitto con la famiglia Colonna per il possesso della città di Palestrina.
Quando Sciarra, figlio di Giovanni Colonna, scompare, l’incarico di indagare viene affidato ad Alderico, il capo della guardia. Alderico è un fedele di Gherardino Segarelli e fa infiltrare una sorella apostolica tra le serve del cardinal Caetani, scoprendo un mondo di lussuria e superstizioni, manovre politiche e inganni.
Un romanzo potente, in cui fede, giochi di potere, amicizia e amore si intrecciano, per portare alla nascita dell’eretico che farà tremare la Chiesa.
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La geisha e il suonatore di banjo






La geisha e il suonatore di banjo Book Cover




La geisha e il suonatore di banjo





Jérôme Hallier





Romanzo




Giunti




Copertina rigida




368



Kyoto, 1900. In una delle più eleganti case da tè della città, vive Omiya, una giovane geisha che sogna di evadere dai confini ristretti del suo mondo. Un mondo dove fin da bambina le è stato insegnato come muoversi, parlare, vestirsi, in cui non c’è spazio per i propri desideri e nemmeno per l’amore, visto che è la sua padrona a scegliere per lei amanti e protettori. Ma un giorno un vecchio liutaio dona alla ragazza un misterioso shamisen, che ha il potere di commuovere chiunque lo ascolti. Così la fama di Omiya arriva fino all’imperatore, che le chiede di unirsi alla delegazione giapponese in partenza per l’Esposizione Universale di Parigi. Il gruppo di geishe risveglia la curiosità degli europei, che fanno la fila per vederle, ma è impossibile sfuggire alla rigida sorveglianza del capitano Yoshikawa, che le accompagna ovunque ed è segretamente innamorato della bella musicista. Finché l’inaspettato crollo di un’installazione non crea il panico tra la folla, e Omiya si ritrova fra le braccia di Tommy, un affascinante suonatore di banjo venuto dall’America...
Due mondi lontanissimi, l’antico Oriente e il moderno Occidente, si incontrano a Parigi attraverso i destini di Omiya e Tommy. E forse, per qualche istante magico, la musica e l’amore riusciranno ad annullare la distanza che li separa.

La geisha e il suonatore di banjo è un romanzo al limite tra il rosa, il fantasy e il fiabesco.

I maggiori bookstore online lo inseriscono nel genere rosa. In realtà, a mio parere, va fatta una precisazione:  il libro, è vero, racchiude delle storie d’amore complicare – impossibili, oserei dire.

Queste storie, però, fanno da sfondo ad una trama che può essere definita d’avventura, addirittura con caratteri di fantasia. Ora vi spiego meglio cosa intendo…

Il libro

O-miya suonò la prima corda con il plettro. Quello shamisen non era come gli altri.
Piangeva
.

La geisha e il suonatore di banjo narra la storia dei due protagonisti, come si può intuire dal titolo, che si intrecciano con una moltitudine di personaggi, luoghi ed eventi.

La storia ha inizio in Giappone per la geisha e in America per il suonatore di banjo; le due storie si intrecceranno Parigi, in occasione di un evento di fama mondiale che rappresenta i popoli di tutto il mondo, con le loro tradizioni e caratteristiche.

L’ambientazione è quindi molto varia ma, unita all’atmosfera che l’autore riesce a ricreare, è sempre molto suggestiva. Il lettore percorre miglia e miglia, attraversando il mondo intero e passando dai locali dei bassifondi americani con whisky e fumo alle sale da tè giapponesi, tra rigore, disciplina e cerimonie.

Se nello spazio ci si sposta molto, nel tempo si percorrono soltanto un paio di anni a cavallo del 1900, per poi fare un salto temporale nell’epilogo, fino ai giorni nostri.

Ciò che accomuna tutti i protagonisti del libro è la musica (e questo vale anche per i personaggi secondari come, per esempio, colui che ha raccolto i suoni del mondo su cilindri fonografici e ha permesso alla storia di arrivare fino ad oggi!).

Musica che rende liberi, musica che accomuna e che divide, musica gioiosa e musica straziante.

Pensi che il fiume si preoccupi di ciò che pensano i pesci? è uno dei misteri della muscica: se suoni per gli altri, la tua musica non piacerà a nessuno. Ma se ami la tua musica, l’ameranno anche gli altri.

Ed ecco che arriviamo ai tratti fantasy del libro: lo shamisen suonato dalla geisha, infatti, sembra avere qualcosa di magico, capace di commuovere chiunque ne senta il suono. Ciò che non ci si aspetta, però, è il motivo per cui questo strumento sia diventato così potente e magico.

Il ritmo di lettura è piuttosto veloce, ma lo stile dell’autore trasmette una sensazione di calma (nonostante la tragicità degli eventi), come se stesse raccontando una fiaba o un’antica leggenda.

La nostra memoria è un oceano nel quale accumuliamo migliaia di ricordi. La maggior parte sprofonda negli abissi. Solo i più importanti, felici o  tristi che siano, nuotano in superficie. Immergiti in quest’oceano e cerca un ricordo nascosto. Dev’essere dolce, caldo, delicato come il cotone. Raccoglilo adagio e conservalo in un piccolo cassetto nel tuo cuore. Non servirtene troppo spesso, non devi sciuparlo. Fallo solo se ne hai bisogno, apri il cassetto e lascia che la dolcezza di quel ricordo ti rassicuri.

 

In conclusione

La geisha e il suonatore di banjo è un libro molto piacevole, dall’ambientazione e dall’atmosfera estremamente suggestive. Lo consiglio proprio per questo motivo: un viaggio attorno al mondo sul nascere del XX secolo, tra tradizioni e popoli estremamente diversi tra loro.

Quindi, benché sia classificato come “romanzo rosa” non aspettatevi un libro sdolcinato, ma piuttosto una “fiaba” tragica ed emozionante.

Consigliatissimo!

Vi lascio il link per l’acquisto: Giunti

Buona lettura! 🙂

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