Il guardiano degli innocenti – The Withcer 1

Il guardiano degli innocenti. The Witcher Book Cover Il guardiano degli innocenti. The Witcher
The Witcher
Andrzej Sapkowski
Fantasy
Editrice Nord
2019
Copertina flessibile
372

Geralt è uno 'strigo', un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, che si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte. Per questo lui ha chiesto asilo a Nenneke, sacerdotessa del tempio della dea Melitele e guaritrice eccezionale, nonché l'unica persona che può aiutarlo a ritrovare Yennefer, la bellissima e misteriosa maga che gli ha rubato il cuore...

Il guardiano degli innocenti è il primo volume della saga The Witcher: un gran bel fantasy.

Il guardiano degli innocenti

Il primo volume della saga The Witcher fa egregiamente il suo lavoro: catapultare il lettore in questo mondo fantastico sapientemente creato e raccontato, e invogliarlo a leggere l’intera saga.

Si comincia con una scena che presenta il protagonista, Geralt di Rivia, e da questo momento si inizia a seguirlo in tutte le sue avventura a caccia di mostri imbattibili e creatura di ogni genere.

Il guardiano degli innocenti si basa sulla perfetta unione di quattro elementi fondamentali:

  • lo stile;
  • i personaggi;
  • l’ambientazione;
  • l’atmosfera.

La prima cosa da analizzare è sicuramente l’insieme dei personaggi.

Come ogni fantasy che si rispetti, anche questo libro contiene una grande varietà di personaggi umani e non: ci sono molti personaggi dalle sembianze umane ma dai poteri sovrannaturali; e poi ci sono moltissime creature di ogni forma e genere, che riprendono in qualche modo le fattezze di quelle menzionate o descritte in testi del passato, o sono originate dall’unione di alcune di queste creature.

Il protagonista è, come accennato poco fa, Geralt di Rivia (lo strigo, o witcher): un uomo a tutti gli effetti, ma dotato di forza, capacità e conoscenze fuori dal comune. Subito dopo di lui, come importanza, ci sono Jennefer e Cirilla: due donne con poteri incredibili e con ruoli estremamente diversi all’interno della storia.

Dopodiché compaiono una serie infinita di personaggi secondari e creature mostruose: re e regine, elfi, fauni, strigi, maghe, e così via.

Ovviamente, essendo il primo volume di una saga composta da sette libri, alla fine si hanno le soluzioni ad alcuni dei fatti che hanno inizio in questa prima fase, ma non a tutti: ci sono alcuni punti che rimangono in sospeso e che, giustamente, invogliano il lettore a proseguire. Principalmente si tratta dei legami che uniscono i tre protagonisti e le vicende che riguardano il loro passato o futuro, mentre le vicende risolte nell’immediato sono quelle che danno un senso ai personaggi e, se vogliamo, spiegano anche il significato del titolo.

Il guardiano degli innocenti è, infatti, Geralt, lo strigo dalla fama indiscussa di uccisore, mercenario e spietato, che però si trova più di una volta a salvare vite innocenti e spiegare misteri incompresi da persone che altrimenti avrebbero continuato ad agire nell’ignoranza.

Ambientazione e atmosfera

Come anticipato, questi due elementi sono molto rilevanti e vanno avanti di pari passo: nel momento in cui una scena cambia, cambia l’ambientazione, e l’atmosfera di conseguenza. Questo avviene molto spesso e talvolta velocemente: le scene si susseguono repentinamente e si alternano momenti di tensione e di pace; ciò che si percepisce è sempre molto chiaro: al variare della scena, cambia nettamente anche l’atmosfera, passando da scene di battaglia a scene scherzose di dialogo e svago.

Ciò che non cambia per tutta la durata del testo, è la capacità dell’autore di far immaginare ogni dettaglio pur non essendo prolisso nella descrizione dei luoghi, dei personaggi e degli avvenimenti.

Infine, lo stile

Lo stile dell’autore ne Il guardiano degli innocenti, è assolutamente impeccabile: scorrevole, divertente e crudo al punto giusto, mai prolisso, mai eccessivo in alcun senso. Tant’è che ci si ritrova a leggere un libro di 500 pagine in tre giorni, e senza nemmeno avere tanto tempo a disposizione (o, almeno, questo è ciò che è successo a me!).

Il ritmo di lettura è quindi veloce, non tanto per la trama in sé (che è piuttosto articolata), quanto per lo stile dell’autore. Oltre tutto il libro è stato tradotto, su richiesta dell’autore, direttamente dalla lingua originale, senza passare per la traduzione intermedia in inglese!

 


Libro e Serie TV Netflix

Personalmente cerco sempre di non paragonare il libro alla sua trasposizione cinematografica, ma piuttosto cerco di vederli come due elementi ben distinti da valutare separatamente.

Ad ogni modo, ho pensato di riportare la mia opinione anche sulla serie TV.

Trattandosi appunto di una serie, è stata realizzata senza dubbio in modo strategico: senza aver letto il libro molti collegamenti rimangono irrisolti fino alla fine della stagione. Inoltre è strutturata con molteplici salti avanti e indietro nel tempo, a differenza del libro che è molto più lineare.

Ovviamente, come serie incuriosisce molto di più essendo strutturata in questo modo piuttosto che “in linea retta”, e invoglia gli spettatori a rimanere incollati allo schermo puntata dopo puntata.

Ci sono poi altre due differenze rispetto al libro: nella serie i tre protagonisti assumono importanza quasi equivalente sin dall’inizio, mentre nel libro Geralt rimane sempre un gradino più in alto; infine, sono state apportate alcune modifiche allo svolgimento della trama (il motivo per cui Geralt si trova a corte con la regina Calathe, per esempio).

 

In conclusione vi consiglio sia il libro che la serie, magari senza paragonarli troppo! La saga merita davvero… e la serie è ben fatta nonostante le incongruenze con il libro! Buona lettura e buona visione!


Recensioni: INDICE

Il libro di Gaia

Il libro di Gaia Book Cover Il libro di Gaia
Giorgio Tarditi Spagnoli
Fantasy
bookabook
2019
Copertina flessibile
464

Sofia, maestra alchemica, è finalmente riuscita nell'impresa che nessuno prima di lei ha portato a termine: creare il cristallo dell’Io. Attraverso esso, ora l’Ebdomade può compiere la Grande Opera e far discendere lo spirito nella materia, per liberare il mondo dalla sofferenza e dalla morte. Ma una voce sconosciuta svela a Sofia le vere intenzioni dell’Ebdomade, smascherando la realtà in cui la ragazza ha sempre creduto. Insieme al giovane Teleo, Sofia verrà guidata lungo un viaggio pericoloso e incredibile, alla ricerca della verità e della salvezza, fra incredibili scoperte e poteri sconfinati.

Il libro di Gaia: un bellissimo viaggio tra alchimia e magia.

La trama è piuttosto articolata. Racconta la storia di Sofia, maestra alchemica eccellente, che riesce a sintetizzare il cristallo dell’Io e ad iniziare un percorso alla scoperta di limiti inesplorati dell’alchimia.

Una voce misteriosa, però, la mette in guardia da coloro per cui lavora e di cui si è sempre fidata. Sofia capisce di essere sfruttata per scopi tutt’altro che buoni e decide di seguire la voce sconosciuta che l’ha avvertita di tutto ciò.

Sempre grazie alla voce, incontra Teleo, un giovane ragazzo esperto di erbe, piante medicinali e quant’altro. I due iniziano in questo modo un lungo viaggio che li porta a scoprire cosa c’è oltre il mondo che conoscono e, nonostante siano ormai considerati nemici pubblici, riusciranno a salvare il mondo e i loro cari.

La voce sconosciuta si rivela essere Gaia, la voce della Terra stessa, che guida i due ragazzi durante la loro impresa.

Il libro di Gaia: oltre la trama

In questo libro l’aspetto più rilevane, oltre la trama in sé, è il legame uomo-pianeta: davvero molto forte e toccante, contro avversità e “cattivi” – che spesso sono gli stessi umani nei confronti della Terra.

Un libro molto carino, con una trama intricata e un messaggio molto profondo.

I protagonisti sono ben definiti, soprattutto caratterialmente e per tutto ciò che riguarda i loro ideali.

Lo stile è semplice ma molto curato, così come i dettagli: trattandosi si un libro basato sull’alchimia, riporta molte informazioni a riguardo ed è sempre molto preciso e dettagliato. Il ritmo di lettura è medio e costante dall’inizio alla fine, benché ci siano delle scene più movimentate rispetto ad altre.

In conclusione:

Il libro di Gaia è stato uno dei libri migliori del 2019 tra le nuove scoperte, sicuramente per l’originalità e il messaggio. Consigliatissimo!

 

 

L’autore:
Giorgio Tarditi Spagnoli
GIORGIO TARDITI SPAGNOLI è nato nel 1982 a Sestri Levante. Dopo la
laurea triennale in Scienze Naturali all’università di Genova e ha conseguito
quella magistrale in Paleobiologia all’Università degli Studi di Milano e in Biologia Evoluzionistica all’Imperial College di Londra. Ha conseguito il dottorato di Scienze della Formazione all’Università di Milano-Bicocca ed è diplomato in Naturopatia e Counseling presso l’Associazione Europea Medicine Tradizionali di Torino. Lavora come naturopata, fioriterapeuta e counselor biografico e tiene incontri sull’antroposofia e l’esoterismo occidentale. Nel 2018 ha pubblicato Cabala e Antroposofia.
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Vampiri – Il mondo delle ombre

Vampiri. Il mondo delle ombre Book Cover Vampiri. Il mondo delle ombre
Jessica Pires
Design
Rizzoli
2010
Copertina rigida
64

È stato Bram Stoker a superare l'idea dei vampiri sanguinari introducendo, nel suo famoso romanzo Dracula, l'elemento dell'amore. E questa è l'immagine che di queste affascinanti creature è sopravvissuta fino a oggi, rendendoci testimoni di un mito ineguagliato, che si rinnova continuamente. Perché il vampiro del XXI secolo vuole uscire dalle tenebre e ritornare umano, vuole, ricominciare ad amare. E la sua, venendo da un immortale, è una promessa di amore eterno. Per mano di grandi creatori, il volume ci immerge in questa rinnovata mitologia vampiresca, e ci cattura con la sua magia. Tra gli illustratori: Bibian Blue, Victoria Francés, Diego Latorre, Nekro, Chris Ortega.

Vampiri – Il mondo delle ombre è un libro illustrato che contiene tavole di dieci grandi artisti contemporanei, illustratori e non.

Il tema predominante è ovviamente quello dei vampiri, come si può intuire dal titolo, unito al “mondo delle ombre” inteso come mondo misterioso, dark, popolato da spettri e anime in pena.

Gli artisti…

Bibian Blue

Artista eccentrica e particolare, è una delle maggiori rappresentanti della moda goth-underground contemporanea: possiede laboratori come stilista e partecipa a spettacoli di moda in tutto il mondo.

Melanie Delon

Melanie Delon è un’illustratrice freelance e una istruttrice di disegno digitale. I suoi personaggi, spesso donne, sono immersi in ambientazioni ampie e dettagliate che raccontano la storia del personaggio stesso. I colori freddi sono predominanti e conferiscono ai lavori della Delon un aspetto cupo e freddo.

Victoria Frances

Victoria Frances è una disegnatrice e illustratrice spagnola. I lavori della Francés alternano colori freddi come grigi, azzurri e carboncini a colori caldi; questo perchè in base al tipo di sensazione che il personaggio deve comunicare Victoria Francés sceglie diversi approcci al disegno, pur mantenendo il suo stile gotico e cupo.

Suzanne Gildert

Suzanne Gildert è un’illustratrice digitale, i suoi lavori sono raccolti nel progetto Gothicfall, il quale viene descritto dall’autrice stessa come un’esplorazione dei confini che esistono tra opposti come bene e male, luce e oscurità.

Diego Latorre

Diego Latorre è un illustratore, regista e videomaker. Noto anche per i suoi lavori nel mondo dei fumetti e della musica, Latorre ha uno stile molto particolare che l’ha reso ricercato per la produzione di opere che dessero un taglio distintivo ad un progetto.

Nekro

Nekro è un’illustratrice digitale che predilige creare composizioni complesse e molto dettagliate, solitamente in bianco e nero con qualche tocco di colore identificativo del personaggio.

Rebeca saray

Rebecca Saray è un’illustratrice, disegnatrice e fotografa spagnola. I soggetti della Saray sono quasi tutte donne, il cui viso è la parte centrale dell’opera.

Arantza sestayo

Arantza  Sesatyo è un’illustratrice Spagnola, il cui lavoro viene descritto da sé stessa come “fantasy puro con un tocco di erotismo“.

Katarina Sokolova

Katarina Sokolova è una disegnatrice in digitale e non, i suoi lavori sono esplosioni di colori e dettagli, spesso però con un tocco gotico.

Cris Ortega

Cris Ortega è un’illustratrice digitale, i suoi lavori mescolano romantico e gotico, talvolta con uno stile da fumetto.

La raccolta: Vampiri – Il mondo delle ombre

La raccolta è davvero incredibile: tanti stili, tante tecniche, tante opere uniche! La consiglio a tutti gli amanti del dark-gotico e dei libri illustrati!

I testi sono pochi e sono perlopiù citazioni abbinate alla tavola su cui sono riportate.

Nelle ultime pagine si trovano anche alcune informazioni sugli artisti e sulle loro opere pubblicate!

Buona lettura o… buona visione!


Altre recensioni: INDICE

 

Favole, Victoria Francés

Victoria Francés

Victoria Francés è un’illustratrice spagnola. La sua carriera nel fantasy inizia con “Favole”, inizialmente pubblicato come singolo libro e poi diventato una trilogia edita da Rizzoli.
In questa trilogia di libri le illustrazioni sono accompagnate da storie con protagoniste giovani donne. Una serie di libri in cui le storie romantiche di giovani fanciulle si intrecciano con le favole e l’ispirazione gotica della Francés.
I lavori di  Victoria vengono anche usati per poster, magliette, calendari ecc ecc…
Le ispirazioni di Victoria Francés sono da ricercare nell’horror gotico del primo ‘900: trae ispirazione da Edgar Allan Poe, Anne Rice e Howard Phillips Lovecraft, e da Brian Froud e Arthur Rackham per quanto riguarda le illustrazioni. Per questo motivo sono spesso presenti vampiri, donne dai lunghi abiti e fantasmi.


Victoria Francés: opere

  • Favole 1. Lacrime di Pietra (Favole 1. Làgrimas de piedra)
  • Favole 2. Liberami (Favole 2. Libérame)
  • Favole 3. Gelida luce (Favole 3. Gélida luz)
  • Angel Wings
  • Portafolio
  • El corazón de Arlene
  • Misty Circus: 1. Sasha, il piccolo Pierrot
  • Misty Circus: 2. La notte delle streghe
  • Favole ed. integrale (Favole), Spagna: Norma Editorial // Italia: Rizzoli Lizard
  • Il lamento dell’oceano (El lamento del océano), Spagna: Norma Editorial // Italia: Rizzoli Lizard
  • Mater Luna, Spagna: Norma Editorial // Italia: Rizzoli Lizar

Favole: la trilogia

Favole è la trilogia illustrata più celebre dell’autrice. Essenzialmente si tratta di una raccolta di illustrazioni legate da una trama.

L’edizione integrale Rizzoli comprende i tre volumi pubblicati tra il 2003 e il 2007, con l’aggiunta di illustrazioni, schizzi e testi.

Ovviamente, a rendere la trilogia incredibile sono le illustrazioni prima del racconto: luci e – soprattutto – ombre, creature magiche e fantastiche, il tetro e il dolce insieme.

Tra i personaggi ci sono spettri, vampiri, ninfe, streghe e angeli di pietra, fanciulle malinconiche e romantiche.

I protagonisti sono Favole, una fanciulla veneziana, ed Ezequiel, un vampiro dei Carpazi: il vampiro si innamora perdutamente della fanciulla e la porta a vivere nel suo castello.
Con il passare del tempo, il legame tra i due diventa sempre più forte ma il vampiro non viole dannare per l’eternità la sua amata e così la manda altrove per salvarla da questo destino crudele, pur soffrendo per questa decisione.

Ecco che l’intensità delle emozioni trasmesse dalle illustrazioni si fa sempre più forte: un amore puro e indissolubile che non può essere vissuto.

Nel ricercare il suo amato vampiro, Favole si imbatte in diversi personaggi fantastici, tra cui la Vergine del Lago, altri vampiri e così via, girando il mondo intero sulle tracce di Ezequiel.

Tutti i personaggi, umani e non, hanno qualcosa in comune: sono anime dannate, tormentate e costretta ad un destino non desiderato.

Favole è anche un omaggio ai grandi classici della letteratura, tra cui Dracula, I fiori del male e Clarimonde, di cui troviamo citazioni all’inizio e alla fine di ogni volume.

Lo stile dell’autrice è iper-dettagliato; le opere sono realizzate principalmente a matita e china per poi essere colorate. Alla fine della trilogia, troviamo anche una raccolta di schizzi e bozze che raccontano come è nata la trama di Favole e come hanno preso vita i suoi personaggi.

Favole è un autoritratto dell’autrice: le tavole raffiguranti la protagonista sono infatti tratte da fotografie raffiguranti l’autrice stessa!

In conclusione:

Questo libro è adatto ad un pubblico molto variegato: amanti dei libri illustrati, del gotico e del barocco, della letteratura fantasy/dark e così via.

Piccola nota personale: 

Victoria Francés è uno dei miei miti più grandi sin da quando ha pubblicato le sue prime opere: uno dei miei primi disegni, anni fa, si ispirava proprio a Favole ed Ezequiel… è rimasto appeso sopra il mio letto per anni!

Le opere di questa autrice mi ricordano sempre un periodo molto bello per me e, soprattutto, le collego al percorso che ho fatto per trasformare la mia passione nella mia professione… insomma,  Favole è uno dei libri che conservo con più affetto!

Quindi non posso fare altro che consigliarvi questo fantastico libro, sono sicura che vi piacerà!


Altri articoli: Blog

Il priorato dell’albero delle arance

Il priorato dell'albero delle arance Book Cover Il priorato dell'albero delle arance
Samantha Shannon
Fiction
2019
800

La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.

Il priorato dell’albero delle arance di Samantha Shannon si è preannunciato come IL fantasy dell’anno e, in effetti, non ha deluso le aspettative.

Già dalle prime righe catapulta il lettore in un mondo parallelo, fantastico e fuori dalla comune immaginazione.

Scalzo e segnato dalle cicatrici del viaggio, lo straniero uscì dal mare, simile a uno spettro d’acqua. Avanzava come ubriaco nella foschia lattiginosa che avvolgeva Seiiki in una tela di ragno.
Secondo le antiche leggende gli spettri d’acqua erano destinati a vivere nel silenzio. Le loro lingue si erano prosciugate, insieme alla pelle, e non erano rimaste che alghe a coprire le ossa. Appostati nelle secche, aspettavano gli incauti per trascinarli nel cuore dell’Abisso.

Si ha quindi, da subito, la percezione di entrare in un mondo vero e proprio, con la sua storia, il suo passato, le sue leggende, i suoi usi e costumi. La narrazione inizia nella sezione a “Oriente“, presentando questo luogo con le sue caratteristiche e iniziando a dar voce ad una serie di personaggi.

La narrazione avviene in terza persona: la prima protagonista che si incontra è Tané, alle prese con un forestiero indesiderato in un luogo attanagliato dall’incombenza del morbo rosso.

Il secondo capitolo è dedicato all’Occidente: qui cambiano i personaggi, ovviamente, e l’ambientazione.

I primi capitoli hanno una funzione di introduzione all’ambientazione e alla storia dei luoghi e dei personaggi; l’atmosfera non è ancora percepibile se non attraverso un senso di inquietudine e attesa di qualcosa che deve avvenire.

Si alterano per diversi capitoli gli avvenimenti ambientati in Oriente e in Occidente, fino ad arrivare alla scoperta del Meridione. Il Settentrione, invece, è descritto attraverso eventi che coinvolgono le altre tre aree ma non ci sono capitoli interamente dedicati a questa zona.

Man mano che si prosegue con la lettura, gli eventi si infittiscono, il ritmo si fa più veloce e la trama incalzante.

Il priorato dell’albero delle arance: stile e struttura.

I fattori che rendono questo libro piacevole e appassionante sono lo stile dell’autrice e la struttura del romanzo.

Il priorato dell’albero delle arance è un fantasy che cela la sua complessità sotto la veste di una scrittura scorrevole e intrigante, che fa scivolare via il racconto come se nulla fosse.

In realtà, nel corso del romanzo vengono descritti quattro mondi diversi tra loro: Occidente, Oriente, Settentrione e Meridione. Ognuno di questi ha una sua storia, un suo passato, usi e costumi, tradizioni e particolarità proprie che lo contraddistinguono dagli altri.

Durante la lettura si assimila la cultura di ogni area geografica descritta come se si stesse leggendo un libro di storia, nascosto tra le avventure dei protagonisti.

Questo è  un aspetto molto interessante, forse anche quello più affascinante (insieme alle creature fantastiche), perché le culture descritte si ispirano a quelle realmente esistite nel nostro mondo.

Si notano infatti riferimenti alla cultura orientale, a quella medio-orientale e nordica.

Questo intensifica ulteriormente la resa dell’ambientazione, rendendola impeccabile sia storicamente che morfologicamente.

Andando oltre la resa dell’ambientazione, si passa alla struttura della trama che, come anticipato, è molto fitta e ben organizzata, non annoia e – soprattutto – alla fine porta ad una conclusione coerente per tutto ciò che è stato accennato durante la narrazione.

I personaggi sono ben delineati, le loro storie si intrecciano senza mai diventare eccessive in nessun modo (troppo sdolcinate, troppo cruente, troppo banali… insomma sono equilibrate).

Tra i personaggi principali troviamo anche delle creature fantastiche: i draghi! Descritti meticolosamente e capaci di sorprendere il lettore in tutti i modi possibili!

Come se non bastasse tutto ciò, a rendere la trama ancora più coinvolgente, è il fatto di avere ben quattro punti di vista all’interno della narrazione. Spostandosi geograficamente,  infatti, il lettore si posta anche con i personaggi che occupando una determinata area geografica in cui sta avvenendo qualcosa di specifico. Di conseguenza si hanno opinioni diverse sui fatti che reggono la trama.

L’unione di tutti questi elementi, amalgamati alla perfezione, crea Il priorato dell’albero delle arance.

In più:

Infine va fatta una precisazione sull’edizione: è veramente perfetta!

Copertina rigida, bordo pagina arancione, illustrazioni bellissime, curata in tutti i dettagli: la mappa, la traduzione, l’appendice con i nomi dei personaggi…tutto molto molto bello!

 

In conclusione:

Se seguite il blog da tempo, sapete che ho letto molti fantasy e che questo è uno dei miei generi preferiti in assoluto. Quando si leggono tanti libri dello stesso genere si finisce per essere ipercritici: “sempre le stesse cose”, “già visto”, “che novità”. Il bello, però, sta nel trovare qualcosa di nuovo o, perlomeno, di raccontato in modo diverso.

Questo è proprio il caso de Il priorato dell’albero delle arance. La sua particolarità, come vi ho detto poco fa, è proprio quella di “raccontare popoli”.

Questo libro è stato annunciato come il fantasy dell’anno e, in effetti, lo è.

Buona lettura!


Recensioni: INDICE

 

Lo Hobbit

Lo Hobbit annotato Book Cover Lo Hobbit annotato
John R. R. Tolkien
Fantascienza, Classici
2012
422

Per i lettori di tutto il mondo, Lo Hobbit funge da introduzione al mondo incantevole della Terra di Mezzo, dimora di quell'esercito di creature fantastiche descritte nel Signore degli Anelli e nel Silmarillion. "Lo Hobbit annotato" da Douglas A. Anderson è la spiegazione definitiva delle fonti, dei personaggi, dei luoghi e delle cose del classico senza tempo di Tolkien, con più di 150 illustrazioni che mostrano interpretazioni dello Hobbit proprie di diverse culture che sono giunte ad amare la Terra di Mezzo, oltre ai disegni, le mappe e i dipinti originali dell'autore. Un'interessante panoramica della vita di Tolkien e della vicenda di pubblicazione dello Hobbit, che spiega come ogni caratteristica della storia si adatti al resto del mondo inventato dall'autore e svela connessioni spesso sorprendenti e ricche di significato con il nostro mondo e la storia della letteratura a noi più nota, da "Beowulf" a "The Marvellous Land of Snergs", dai fratelli Grimm a C. S. Lewis. Questa edizione dello Hobbit annotato vede la nuova traduzione a cura della Società Tolkieniana Italiana.


 

 

Lo Hobbit, seconda tappa della nostra alla scoperta di Tolkien, si è rivelato un romanzo fantasy molto piacevole.

Lo Hobbit: la riconquista del tesoro

Lo Hobbit (titolo originale: The Hobbit, sottotitolato There and Back Again, ossia “Andata e ritorno”), noto anche semplicemente come Lo Hobbit, è un romanzo fantasy scritto da J. R. R. Tolkien, pubblicato per la prima volta nel 1937.

Nel romanzo ci sono chiari riferimenti a Il Silmarillion, soprattutto in tutto ciò che riguarda il passato degli elfi e degli hobbit come popoli. Tuttavia, può essere letto tranquillamente anche senza aver letto Il Silmarillion in precedenza; piuttosto leggere Il Silmarillion può servire come base di partenza per lettori interessati a leggere Tolkien per intero o ad approfondire la genesi del mondo narrato ne Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.

Il Silmarillion infatti narra le vicende di Arda fino alla Terza Era (compresa), epoca in cui sono ambientati Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Questo è il momento effettivo in cui gli Hobbit fanno il loro ingresso trionfale tra popoli di maggior carisma o fama: elfi, uomini e nani.

Gli hobbit infatti vengono presentati come popolo tranquillo, isolato e pacifico, dedito ad una vita di abitudini, pasti abbondanti e momenti tra amici. Ad eccezione di alcuni casi sporadici, non si tratta nemmeno di un popolo avventuroso o particolarmente attratto dalle novità e dai cambiamenti.

Tuttavia, Bilbo – il protagonista del racconto, si trova a compiere imprese straordinarie, tanto più se si tratta di uno Hobbit! Ed è proprio in questo modo che gli Hobbit diventano fondamentali per eliminare il male dal mondo.

«Questa è la storia di come un Baggins ebbe un’avventura e si trovò a fare e dire cose del tutto imprevedibili»

La trama, quindi racconta la storia di Bilbo, “lo scassinatore”,  che viene reclutato da Gandalf insieme a 13 nani per affrontare un lungo viaggio fino alla Montagna Solitaria per recuperare il tesoro dei nani, saccheggiato e gelosamente custodito da Smaug, un potente drago.

Oltre la trama

Durante il viaggio, il gruppo di piccoli eroi si trova ad affrontare avversità di ogni genere: ragni giganti, elfi ostili, un drago enorme, troll e così via. In ogni passaggio, però vengono messi in risalto degli aspetti positivi o negativi dei personaggi e, in modo simbolico, del genere umano.

Per sintetizzare, si hanno tante piccole fiabe dentro una fiaba articolata. Ognuno di questi eventi, infatti, è strutturato come una fiaba e il libro stesso lo è: protagonisti e antagonisti, situazione iniziale, sfida, ostacoli, esito finale.

In realtà il libro, originariamente, è nato proprio con questo scopo: Lo Hobbit era una fiaba per bambini. Effettivamente lo si capisce dallo stile di scrittura, dal lessico e da tanti altri elementi:

  • Lo stile: molto scorrevole, soprattutto se paragonato a Il Silmarillion; discorsivo e colloquiale, a tratti simpatico e scherzoso nonostante alcune scene “negative”.
  • Le “interruzioni“: momenti in cui l’autore si rivolge al lettore invitandolo a proseguire o annunciandogli cosa succederà in seguito, o ancora perché alcuni fatti vengono raccontati in un secondo momento – proprio come si fa quando si racconta una fiaba ad un bambino.
  • Il lessico: più semplice rispetto a Il Silmarillion, contiene alcuni termini tipici di Tolkien (soprattutto nomi, specie fantastiche o oggetti/luoghi inventati dall’autore o che comunque mantengono un’origine inglese – es. erba pipa perché tabacco sarebbe stato troppo “americano”) ma nonostante questi rimane scorrevole e semplice da seguire.

Tra i personaggi sono menzionati gli elfi, ma non descritti accuratamente come ne Il Silmarillion; viene menzionato Sauron, così come i vari Re o eroi del passato ma anch’essi non vengono descritti in modo approfondito. I personaggi principali, invece, sono:

  • Bilbo Baggins è un perfetto esempio di hobbit: adora mangiare, fa due colazioni abbondanti, ha una sfilza esagerata di parenti, ama la compagnia, la sua casa e i suoi averi, non è particolarmente avventuroso ma ha ereditato quel pizzico di curiosità che lo spinge in questa avventura;
  • Thorin Scudodiquercia è il capo della compagnia dei 13 nani della spedizione, è il nipote del “Re Sotto la montagna”, cosiddetto perché regnò sulle terre comprese tra Dale e la Montagna Solitaria, fino all’arrivo del drago Smaug.
  • Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Óin, Glóin, Bifur, Bofur e Bombur sono i 12 nani che accompagnano Bilbo e Thorin alla Montagna Solitaria;  Fíli e Kíli sono nipoti di Thorin.
  • Gandalf  è uno stregone di nota fama che è solito recarsi nella Contea, dove allieta gli hobbit con degli spettacoli pirotecnici, nonché ideatore della spedizione verso la Montagna Solitaria.
  • Beorn è un uomo dei boschi, può trasformarsi in orso; è un aiuto fondamentale per la compagnia in viaggio verso la Montagna Solitaria, dopo una disavventura con gli orchi.
  • Smaug è un drago di notevole potenza, ha saccheggiato i tesori dei nani, che custodisce gelosamente ed è particolarmente aggressivo con chi si avvicina ai suoi territori.

In conclusione: Lo Hobbit è il fantasy per eccellenza, senza questo libro e Il Signore degli anelli non esisterebbe la maggior parte del fantasy moderno, motivo per cui lo consiglio ad appassionati del genere e non.

Una precisazione su Lo Hobbit Annotato: questa è l’edizione che ho letto e la consiglio per la quantità di approfondimenti e illustrazioni che contiene;

 


#FumiamoErbaPipa

Per chi non avesse seguito le vicende su Instagram, FumiamoErbaPipa è in nuovo nome del gruppo che abbiamo creato per scoprire Tolkien e le sue opere: il nome la dice lunga sull’andazzo del gruppo!

Ma, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, siamo riusciti a portare a termine la lettura con successo e siamo rimasti tutti soddisfatti da questa seconda opera di Tolkien letta in compagnia!

Siamo tutti d’accordo sul fatto che sia molto più leggero e scorrevole rispetto a Il Silamrillion, infatti lo abbiamo letto molto più in fretta e con meno difficoltà. C’è stato chi ha confrontato il libro e il film e su questo punto ognuno ha la propria idea: personalmente trovo che, come per tutte le altre trasposizioni, siano due opere magnifiche ma non paragonabili tra loro.

Possiamo quindi riassumere un mese di lettura così:

  • lettori soddisfatti: 100%
  • il 70% di noi ha preferito Lo Hobbit a Il Silmarillion
  • Il primo posto sulla scala d’importanza nella lettura va allo stile, il secondo posto  è a pari merito tra trama e messaggio, il terzo posto va ai personaggi
  • L’85% di noi si sente uno hobbit
  • I commenti veloci sono stati:

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L’artificio dell’illuminato – Seraphita

L'artificio dell'Illuminato. Seraphita Book Cover L'artificio dell'Illuminato. Seraphita
Sarah Helmuth
Fiction, Fantasy
bookabook
2019
Copetina flessibile
184

Nel Continente si annidano forze oscure. Gli alchimisti hanno occupato la Fortezza di Andria, al cui interno perpetrano macabri esperimenti su vittime innocenti. Seraphita, cavia che l’Illuminato considera il proprio capolavoro, riesce a evadere dalla prigione in cui ha trascorso la vita e a rifugiarsi nei boschi. Impaurita e stremata, si imbatte nel mercenario Gareth, che si offre di proteggerla e condurla al sicuro. La ragazza decide di seguirlo, nonostante non sia certa di potersi fidare di lui. Insieme affronteranno i chan-eil-marbh, i non-morti, aberrazioni in cerca di vendetta. Ma questo è solo l’inizio delle avventure che vedranno cinque giovani opporsi all’imperversare del male.

L’artificio dell’illuminato – Seraphita è un libro fantasy fuori dal comune e la sua particolarità sta nel fatto che la trama si basi su un’esperienza di gioco di ruolo dell’autrice con un gruppo di amici.

L’artificio dell’illuminato – Seraphita: il libro

Come anticipato, si tratta di un romanzo fantasy ispirato ai personaggi creati per un gioco di ruolo.

Prologo

Affondò i piedi nella sabbia bianca. Inevitabilmente, ebbe la tentazione di immergerci la mano. Ogni granello che scivolava tra le sue dita gli ricordava lo scorrere del tempo. Alzò lo sguardo oltre le dune e le rocce, e un bagliore attrasse la sua attenzione. Se il vecchio non mentiva, laggiù doveva trovarsi ciò che cercava da mesi.
Si incamminò, mentre l’uomo che gli aveva fatto da guida indietreggiava orripilato. Nessuno osava avvicinarsi a quel pinnacolo maledetto!
Osservò il cielo, aspettandosi chissà che cosa. Un intervento divino forse… e sorrise. Oltrepassò il pendio seguendo il profilo di alcune rocce in rilievo che spuntavano a malapena dalla sabbia, percependo le suole delle scarpe perdere aderenza con il terreno. Dalla cima il panorama mozzava il fiato, eppure nulla avrebbe potuto emozionarlo più di ciò che gli si era parato davanti agli occhi. L’aveva trovata…
Una raffica di vento che portava con sé il profumo della salsedine gli sfilò il cappuccio del mantello. Si ricompose e, tenendolo fermo sul viso con entrambe le mani, si apprestò a scendere.

La protagonista del racconto è Seraphita, cavia innocente e vittima di esperimenti da parte dell’Illuminato e dei suoi subordinati, secondo i quali sarebbe un esperimento particolarmente ben riuscito. Sarephita, infatti, ha la capacità di mutare il proprio aspetto e le proprie capacità fisiche, assumendo tutte quelle della creatura in cui si trasforma (vampiro, per esempio).

Dopo anni di prigionia, riesce a liberarsi e a fuggire nei boschi. Lì incontra un ragazzo di nome Gareth che si offre di accompagnarla nel lungo e tortuoso viaggio che la aspetta.

Effettivamente, essere in due non guasta trovandosi di fronte ai non-morti, creature mostruose e desiderose di vendetta. L’incontro con queste creature, però, è solo la prima di molte ostilità.

L’artificio dell’illuminato – Seraphita è ambientato perlopiù tra fortezza, boschi e villaggi circostanti. L’atmosfera che si percepisce è un misto tra magia e oscurità. Molto rilevanti sono le emozioni dei personaggi, che aiutano a immergersi nella lettura e anche a creare l’atmosfera giusta per ogni ambientazione e per ogni scena.

L’artificio dell’illuminato – Seraphita: oltre la trama

In questo libro si distinguono nettamente due caratteristiche dominanti all’interno della narrazione. La prima è quella della fiaba: protagonisti e antagonisti, situazione iniziale, prove da superare, aiuto esterno, epilogo.

La seconda è quella tipica della narrazione giapponese (seconda parte del libro), in cui troviamo un gruppo di cinque persone – tra cui una “dominante” e le altre, ognuna a suo modo, determinati per il buon esito della missione prestabilita, in questo caso la lotta contro il male voluto dall’Illuminato.

Il ritmo di lettura è abbastanza veloce, lo stile è semplice e come appendice del libro è stato inserito un elenco di nomi utili a non perdere il filo del racconto. Tutto ciò rende la lettura semplice e scorrevole ma non per questo meno “importante”: nel libro, infatti, troviamo molti elementi rilevanti, come l’amicizia, la fiducia, le prove da superare e la necessità, talvolta, di chiedere aiuto.

In conclusione credo che L’artificio dell’illuminato – Seraphita sia un libro adatto a ragazzi e adulti, soprattutto se appassionati di fantasy o gioco di ruolo. Su questo punto va fatta una precisazione: il gioco di ruolo, in realtà, non viene mai menzionato e, non sapendolo, il libro risulterebbe un racconto in cui si mescolano diversi tipi di creature fantastiche ma non necessariamente tratte da un gioco. Perciò è adatto anche a chi non è interessato ai giochi di ruolo, come qualsiasi altro libro del genere fantasy.

 

L’autrice

Sarah Helmuth
Sarah Helmuth (pseudonimo di Sara Raffo) è nata a Genova nel 1983. Cresciuta tra i vicoli della Superba, dove vive tuttora, è da sempre appassionata di narrativa classica e fantasy. L’Artificio dell’Illuminato – Seraphita è il suo romanzo d’esordio.
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Il Silmarillion. La compagnia di Tolkien

Il Silmarillion Book Cover Il Silmarillion
John Ronald Reuel Tolkien
Fantascienza, Classici
I grandi tascabili
2013
682

"Il Silmarillion", iniziato nel 1917 e la cui elaborazione è stata proseguita da Tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative. "Opera prima", dunque, essa costituisce il repertorio mitico di Tolkien, quello da cui è derivata la filiazione delle sue favole: "Lo Hobbit", "Il Signore degli Anelli", "Il cacciatore di Draghi". "Il Silmarillion", che comprende cinque racconti legati come i capitoli di un'unica storia sacra, narra la parabola di una caduta: dalla "musica degli inizi", il momento cosmogonico, alla guerra di Elfi e Uomini contro l'Avversario. L'ultimo dei racconti costituisce l'antecedente immediato del "Signore degli Anelli".

26 settembre 2019: esce oggi il film biografico su J.R.R.Tolkien e, come promesso, inizia l’avventura di questo blog alla scoperta del grande autore, a cominciare dal Silmarillion. (In realtà è già cominciato con il gruppo a tema su Instagram! Seguite l’hashtag #TolkienASrtatto e se, volete far parte della Compagnia di Tolkien, scrivetemi!)

Il Silmarillion, infatti, è quello che si può definire la genesi del mondo di Tolkien, benché sia stato pubblicato dopo la sua morte e, di conseguenza, dopo tutte le opere che si fondano proprio su di esso.

Il Silmarillion è stato pubblicato postumo, grazie al figlio – Christopher Tolkien. Il libro racchiude la genesi di Arda, dalla sua creazione fino alla Terza Era (da qui si ricongiungono le più conosciute opere dell’autore, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli).

La narrazione è suddivisa in più capitoli che corrispondono a momenti e luoghi diversi (o popoli diversi), all’interno dell’universo di Eä, a sua volta suddiviso in varie terre: Valinor, Nùmenor, Beleriand e, ovviamente, la conosciutissima Terra di Mezzo – la terra di Bilbo e Frodo!

Il Silmarillion è, senza dubbio, “l’opera fondamentale” per il suo autore, che ha lavorato ad essa per decenni, continuando ad elaborarla e a perfezionarla in ogni dettaglio. Attenzione però: non si tratta di un romanzo.

Si tratta, piuttosto, di uno schema descrittivo, di una “spiegazione” del mondo tolkieniano, che racchiude una quantità inimmaginabile di personaggi e luoghi. La caratteristica determinante di questi personaggi e di questi luoghi è il modo in cui sono descritti e particolareggiati. Ogni luogo ha caratteristiche differenti, ogni popolo ha dinastie, parentele, usi e costumi diversi…lingue diverse!

Tra i resoconti di dolore e rovina che ci sono giunti dalle tenebre di quei giorni, ve ne sono però alcuni in cui il pianto s’accompagna alla gioia e sono, all’ombra della morte, luce imperitura. E di tali storie, la più bella alle orecchie degli Elfi è pur sempre quella di Beren e Lùthien. Sulle loro vite fu composto il Lai di Lùthien, cioè Liberazione dal Selvaggio, il quale è. salvo un altro, la più lunga della cantiche riguardanti il mondo dell’antichità; […].

[…] e la sofferena era scolpita nel suo volto. Ma finalmente era stato richiamato in vita dall’amore di Lùthien, e si levò, e insieme tornarono a vagare per i boschi. 

Ogni capitolo de Il Silmarillion narra di uno di questi luoghi o uno di questi popoli o un personaggio in particolare, seguendo un ordine approssimativamente cronologico, a partire dalla genesi del mondo tolkieniano fino, appunto, alla Terza Era.

Il libro è suddiviso in cinque sezioni:

  1.  Ainulindalë (la Musica degli Ainur), narra la creazione dell’universo di Eä
  2.  Valaquenta, riporta la descrizione dei Valar e dei Maiar.
  3. Quenta Silmarillion.
    Qui termina il Silmarillion. Se in esso si è passati dall’eccellenza e dalla bellezza alla tenebra e alla rovina, è perché tale era, fin da tempi antichissimi, il destino di Arda Corrotta; e se un mutamento si verificherà, e la Corruzione sarà cancellata, lo possono sapere solo Manwe e Varda, i quali però non l’hanno rivelato, né se ne trova traccia nelle soriti di Mandos. 
  4. Akallabêth, Seconda Era, racconta la Caduta di Númenor e del suo popolo.
  5. Degli Anelli del Potere e della Terza Eracollegamento con Lo Hobbit Il Signore degli Anelli

Tutto ciò che avviene tra la prima e la quarta sezione avviene prima della Terza Era, quindi coinvolge personaggi meno conosciuti ai più, fatta eccezione per i primi elfi e, ovviamente, Sauron.

[…] Signore […] se hai potere su questi nuovi venuti, ingiungi loro di tornare per le strade donde sono venuti, oppure di procedere oltre. Noi infatti non desideriamo la presenza di stranieri in questa contrada, per tema che turbino la pace in cui viviamo. E coloro sono abbattitori di alberi e cacciatori di bestie, ragion per cui noi siamo loro ostili, e se non volessero andarsene li assilleremmo in tutti i modi possibili.”

Come è nato Il Simarillion

Stabilire una data esatta per l’inizio e la fine della stesura del Silmarillion non è semplice; tuttavia, si può ricondurre la sua nascita all’esperienza dell’autore nell’esercito britannico durante la Prima Guerra Mondiale.

Durante il suo impiego in guerra, infatti, l’autore è stato vittima della “febbre da trincea” e per questo motivo è stato rimpatriato. Dopo questa dolorosa esperienza, Tolkien ha deciso di lavorare su quelli che prima erano solo racconti sconnessi, per creare un vero e proprio universo.

Nel corso della sua storia, il Silmarillion, ha subito diversi rifiuti: il primo tra tutti è stato quello dell’editore di Tolkien, che si è rifiutato di pubblicare il testo, nonostante il successo de Lo Hobbit, perché non era un vero romanzo.

Anche dopo la pubblicazione a cura del figlio e dello scrittore fantasy Guy Gavriel Kay, nel 1977, Il Silmarillion non ha smesso di creare scompiglio tra il pubblico: è stato generato da un’insieme di bozze che, per quanto dettagliate e curate, non erano pronte per la pubblicazione definitiva. Inoltre, il testo è stato rivisitato, appunto, dal figlio e da una terza persona che, per quanto fedeli all’autore, hanno comunque apportato alcune modifiche per poterlo pubblicare.

Questo, inevitabilmente, ha creato pareri opposti: c’è chi sostiene che le opere postume e “rivisitate” non siano sufficientemente fedeli al volere dell’autore, e c’è chi sostiene che quest’opera meritasse di essere pubblicata in ogni caso.

Dentro Il Silmarillion

Si può analizzare questo libro prendendo in considerazione diversi fattori. Primo tra tutti, la creazione di un mondo fantastico mai visto prima e non “fine a sé stesso”, ma con una storia e un’evoluzione, come se si trattasse della storia della Via Lattea e della Terra.

“Tutto ha il proprio valore” disse Yavanna “e ogni cosa contribuisce al valore delle altre. Ma i kelvar possono fuggire o difendersi, laddove gli olvar che crescono non possono farlo. E tra questi, mi sono cari gli alberi. Lenti a crescere, saranno rapidi a cadere, e, a meno che non paghino tributo con frutti sui rami, poco rimpianti per il loro trapasso. Così io vedo nel mio pensiero. Potessero gli alberi parlare in favore di tutte le cose che hanno radici e punire chi fa loro del male!”

Ciò che, personalmente, escluderei dall’analisi (per il momento) è lo stile dell’autore, che credo sia più definibile e apprezzabile in uno qualsiasi dei suoi romanzi, piuttosto che in questo libro in un certo senso “tecnico”.

Tornando all’analisi del mondo tolkieniano, leggendo Il Silmarillion, si nota come la fantasia smisurata dell’autore si sia fusa alla perfezione con una quantità ancor più smisurata di nozioni che il professore ha appreso e utilizzato all’interno delle sue opere. Tra queste troviamo:

  • le caratteristiche del Medioevo (Tolkien, infatti, ha approfondito lo studio del Medioevo, su cui ha scritto anche dei saggi);
  • i miti nordici, da cui ha tratto ispirazione per alcuni dei suoi personaggi più rilevanti e, soprattutto, per le credenze e le ambientazioni di alcuni popoli;
  • la Bibbia, e “l’inizio” secondo altre religioni oltre quella cristiana, per la genesi di Arda; inoltre, c’è una somiglianza tra Melkor-Ilùvatar e Dio-Lucifero; infine, il libro racconta la genesi e la caduta degli elfi, come la Bibbia narra la genesi e la caduta degli uomini… elemento che si può riscontrare anche in altre leggende e religioni;
  • i miti greci, a cui sono ispirati i personaggi dei Valar che, però, hanno anche caratteristiche degli dèi norreni (Manwe-Odino, per esempio);
  • i celti: da questo incredibile popolo, Tolkien ha tratto ispirazione sia per quanto riguarda la definizione di alcuni personaggi e sia per la creazione delle lingue elfiche.

La morte è il loro destino, il dono d’Iluvatar, che, con il consumarsi del tempo, persino le Potenze invidieranno. Ma Melkor ha gettato la propria ombra sulla morte e l’ha confusa con la tenebra, e dal bene ha tratto il male, e la paura dalla speranza. 

Guardando avanti…

Ora, avendo in programma la lettura de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, ricapitoliamo le ultime sezioni de IL SILMARILLION:

Akallabêth. Nel penultimo capitolo dell’opera si parla dell’ascesa e della caduta di Númenor: Akallabêth in adûnaico (la lingua di Númenor) significa “La caduta”. All’inizio del capitolo vengono enumerati gli uomini che facevano parte della razza dei Númenóreani e il motivo per cui essi, sotto consiglio di Sauron, sfidarono la collera dei Valar dai quali furono puniti con la distruzione della loro isola. L’autore prosegue con la narrazione della fondazione dei regni dei Nùmenòreani in esilio, Gondor e Arnor fondati da Elendil e dai suoi figli.

Degli Anelli del Potere e della Terza Era. In quest’ultimo capitolo, viene chiarita l’origine nonché la fine degli Anelli di Potere e dell’Unico Anello, forgiato in segreto da Sauron per governare gli anelli minori. Sono accennate le vicende Arwen e di suo padre Elron, di Gondor e di Aragorn. Vengono nominati Mithrandir e le vicende della Terra di Mezzo.

Ora, gli Elfi fabbricarono molti anelli; ma in segreto Sauron costruì un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, il potere dei quali era legato a quello con soggezione assoluta e destinato a durare solo quanto sarebbe durato il suo. Buona parte della forza e della volontà di Sauron fluì in quell’Unico Anello; il potere degli anelli elfici era infatti assai grande e così l’anello che avrebbe dovuto governarli doveva avere una potenza superiore; e Sauron lo forgiò nella Montagna di Fuoco della Terra d’Ombra. E, quando aveva l’Unico Anello su di sé, poteva percepire tutto ciò che si faceva per mezzo degli anelli minori, e così era in grado di vedere e di governare gli stessi pensieri di coloro che li portavano. 

In conclusione (…o meglio, per iniziare questo viaggio)

Parola alla Compagnia di Tolkien…
  • Sto sottolineando trilioni di frasi, di metafore, anche solo di parole (traduzione impeccabile, tra l’altro??). Grazie per aver organizzato il GdL ?
  • Letto anni fà, dopo Lo Hobbit che ho “mangiato” in una settimana (bellissimo?!)..e scoprendo che sarebbe stato meglio averlo letto prima… X poi dedicarmi al mattone del Signore degli Anelli che non vedevo l’ora di iniziare?…i film li so praticamente a memoria ??
  • Ke dire…be Tolkien mi affascina, nonostante la fatica iniziale nel destreggiarsi cn i nomi.. È come un libro “comfort zone”(=sn quei film/libri ke fanno parte della mia vita da anni e ke adoro rileggere o rivedere, nn stancano…legati a periodi della mia vita in cui ero sola e loro m facevano compagnia) fa parte della mia vita da quando uscì il primo film del signor degli anelli e amo averlo nella libreria, rileggerlo adesso cn calma, cm se leggersi una cosa di famiglia, m coccola mi fa star bene…. Poi lo associo allr giornate in salotto, sul divano con la coperta, te caldo e camino acceso…adoro!!
  • Della prosa di Tolkien amo la musicalità: riesce a raccontare storie musicali usando parole musicali. Almeno io lo percepisco così. Persino le scene cruente sono alta poesia, e la poesia è sempre musica. Ne Il Silmarillion, essendo una sorta di Vecchio Testamento de Il Signore degli Anelli, l’aura musicale delle parole di Tolkien è ancora più evidente. In chiusa:
    ho letto la nota del traduttore, e mi ha emozionata più della prefazione del figlio di T., per la passione che traspare dalle righe, e che emerge anche da un lavoro eccellente e immane. La scelta lessicale, per opere come queste, è tutto.
    Sarebbe interessante leggere qualcosa di T. in lingua, per sperimentare questa sua musicalità originaria. Io non l’ho mai fatto. @as.tratto quando non ci resta più niente da leggere di T. considera di proporre di rileggere qualche passaggio in eng ???

    … e poi c’è il commento che riassume tutto:

  • Tolkien potrebbe scrivere “salsiccia pomodoro e prezzemolo” e mi emozionerebbe
La mia opinione

Ho sempre ammirato Tolkien, la sua fantasia, la sua visione del mondo e le sue capacità come autore. Per me Tolkien è il fantasy. Il Silmarillion, come ho scritto all’inizio della recensione, non è un vero e proprio romanzo quindi, per poterne apprezzare lo stile, consiglio di leggere Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e così via.

Se, però, siete interessati a scoprire come si è generato il mondo che fa da sfondo a tutti i romanzi e a capirne i dettagli, vi consiglio di partire proprio da questo. Per quanto possa sembrare ostico a causa della quantità di nomi e nozioni da ricordare, merita di essere letto.

Inoltre, nell’edizione Bompiani, c’è una lunga introduzione che spiega la stesura e la pubblicazione del libro e un’appendice che contiene l’elenco dei nomi, dei luoghi e dei termini elfici citati nel testo. Infine, contiene anche le mappe dei luoghi menzionati e gli alberi genealogici dei popoli elfici e non solo.

Per concludere: LEGGETE TOLKIEN. ORA.

E, se volete farlo in compagnia, o se avete già letto le sue opere e volete discuterne, scrivetemi per email o su instagram e vi aggiungo alla chat!

 


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La scelta

La scelta

La Scelta di Morgane Mentil potrebbe essere definito un urban-fantasy, data l’ambientazione realistica (parte infatti da Milano) e le vicende sovrannaturali/di fantasia.

Si tratta di una storia mistica e misteriosa: i protagonisti affrontano avvenimenti e incontri inaspettati, ma soprattutto sono costretti ad affrontare sé stessi, scoprendo chi sono veramente e cosa vogliono diventare.

Un percorso di crescita personale e accettazione di sé stessi è alla base di tutta la narrazione: un percorso ad ostacoli che porta ogni protagonista ad affrontare i propri limiti e trovare soluzioni.

Non solo: alcuni si trovano davanti alla classica “seconda occasione”, il momento perfetto per riscattarsi da ciò che hanno fatto in passato.

La scelta: oltre la trama

La scelta è, oltre che il titolo, la chiave di lettura di tutto il libro: la possibilità di scegliere, di prendere decisioni, di cambiare le cose.

Ogni passo della trama è scandito, in effetti, da una scelta.

Senza dubbio è un libro pieno di vita e positività. In sostanza “tutto si affronta avendo come base amicizia, amore e famiglia”.

Era come se un’immensa dolcezza gli si fosse sciolta nel petto a ricordargli ciò che sapeva da tempo: proteggere, gli riusciva spontaneo.

Lo stile dell’autrice è molto curato e facilmente leggibile: questo permette una lettura scorrevole senza che lo stile sovrasti la trama o il messaggio.

A mio parere, infatti, la base della narrazione è il contrasto tra bene e male e come le scelte di ognuno (tra bene e male, appunto) possano ripercuotersi su ciò che c’è intorno.

La scelta è una storia d’amore, ma è anche un’avventura ai confini del mondo e del sovrannaturale; è una storia di amicizie e famiglia; è, come ho scritto all’inizio della recensione, un libro pieno di vita.

In conclusione

Consiglio questo libro agli amanti dell’urban-fantasy e non solo; è un libro che racchiude molti generi letterari e può essere apprezzato da un pubblico molto vasto e variegato!

Tra l’altro, secondo fonti decisamente attendibili (:P) l’autrice è attualmente al lavoro sul suo secondo romanzo, di genere diverso dal paranormal romance, e sta inoltre progettando la trama di un possibile seguito de La Scelta! (Anche perché il finale di questo lascia ben sperare, leggere per credere!)

Trovate tutte le informazioni sull’autrice e sul libro qui: www.morganementil.com e sul mio portfolio, uno dei lavori realizzati per lei!
Passate da lei, è gentilissima <3


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Regina di ossa

Regina di ossa Book Cover Regina di ossa
Alisa Kwitney
Retelling
Giunti
2019
Copertina rigida
336

Quando Elizabeth Lavenza si iscrive a Ingold, prima e unica studentessa di Medicina, capisce subito che dimostrare quanto vale a compagni e professori sarà cosa ardua. Così quando s'imbatte in un bio-meccanico difettoso – una delle creature che la scuola sta riportando in vita, usando cadaveri di giovani uomini allo scopo di addestrare un esercito di soldati-automi da spedire in guerra – si offre di ripararlo per farsi notare. Ma questo bio-meccanico sembra aver conservato ricordi, sentimenti... e una coscienza. Elizabeth scopre che si tratta di Victor Frankenstein, brillante studente di Ingold deceduto in circostanze misteriose, e ne è pericolosamente attratta. Si ritrova così invischiata in una rete di segreti, intrighi e oscuri esperimenti che paiono implicare la Regina Elisabetta.

Regina di ossa è un retelling in versione femminile di Frankenstein di Mary Shelley, edito da Giunti Editore.

Recensione: Regina di ossa

Regina di ossa racconta la storia di Elizabeth Lavenza, la giovane americana che, per seguire le orme del padre, si reca nello Yorkshire per frequentare la facoltà di medicina, pur essendo l’unica donna ad aver mai tentato fino a quel momento.

La facoltà di medicina, infatti, è aperta solo agli uomini, mentre le donne frequentano infermieristica, essendo ritenute adatte a questo ruolo e non all’altezza del mestiere di medico.

Proprio per questo motivo Lizzie incontra diverse difficoltà: una su tutte, l’astio di professori e compagni che cercano di metterle i bastoni tra le ruote.

Tuttavia Lizzie non si lascia sopraffare e continua le ricerche e gli esperimenti del padre.

Nella scuola si creano i biomeccanici, “persone” vive per metà che servono per l’esercito della regina d’Inghilterra.

Lizzie conosce per caso uno di questi pazienti, un certo Victor Frankenstein, con il quale porta avanti la terapia di suo padre fino ad ottenere risultati sorprendenti!

Ma questo è solo l’inizio perché Victor porta con se i misteri più macabri della scuola di Ingold e non solo…

Oltre la trama

Regina di ossa è un libro young adult, un libro per ragazzi, e bisogna leggerlo essendone consapevoli; vale a dire che non ci si può immaginare di avere tra le mani il grande classico che è Frankenstein di Mary Shelley.

Ad ogni modo come libro funziona e, considerandolo per quello che è, lo si può apprezzare sicuramente: la trama è ben costruita, non mancano i colpi di scena, le difficoltà da superare e un pizzico d’amore complicato che rende la lettura ancora più coinvolgente.

“Young adult” è semplicemente un modo per definirne il target ma definirne il genere non è semplice: ha elementi dell’horror, del giallo e del romanzo rosa.

Ambientato in un’Inghilterra d’epoca vittoriana, lascia trasparire un’atmosfera cupa e vagamente dar, tra corridoi bui e laboratori di medicina. L’atmosfera cambia completamente (come anche l’ambientazione) sul finale, quando si ha una svolta decisiva per i due protagonisti.

Lo stile dell’autrice è molto semplice, adatto al pubblico di riferimento ma capace di catturare l’attenzione anche dei lettori “più adulti” in cerca di una lettura piacevole e  non eccessivamente complicata.

Fatta eccezione per alcuni termini medici legati alla strumentazione in voga all’epoca, il lessico utilizzato è moderno ma non fuori luogo o contrastante con la storia narrata.

I protagonisti sono essenzialmente due: Lizzie e Victor. Entrambi ben descritti e caratterizzati, soprattutto dal punto di vista caratteriale.

Gli antagonisti, invece, cambiano con il susseguirsi delle vicende: le persone su cui ricade l’odio inizialmente cambiano veste verso la fine, e viceversa.

Il personaggio di Lizzie è volutamente caratterizzato per sottolineare la sua determinazione e la sua volontà di emanciparsi nonostante l’epoca… A mio parere, questo è anche il messaggio principale contenuto nel libro: mai arrendersi e inseguire i propri desideri nonostante pregiudizi e convenzioni.

In conclusione

Consiglio la lettura di Regina di ossa agli amanti dei retelling e agli appassionati di Frankenstein, che potranno aggiungere un nuovo pezzetto alla collezione.

Ovviamente è un libro adatto a tutti: ragazzi ma anche adulti. Una lettura facile, veloce e piacevole.

Buona lettura!


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La musa degli incubi

La musa degli incubi Book Cover La musa degli incubi
Laini Taylor
Fantasy
2019
523

La musa degli incubi, secondo capitolo della serie iniziata con Il sognatore, si è rivelato un ottimo epilogo della puntata precedente.

Ma prima di arrivare all’epilogo vero e proprio i nostri amati personaggi affronteranno l’impossibile attraverso mille sfide e imprevisti che li metteranno a dura prova.

Il libro

Per quanto riguarda lo stile dell’autrice vi rimando alla recensione de Il sognatore, in quanto a mio parere le caratteristiche tecniche dei due testi sono pressoché identiche.

Il ritmo è medio, “rallentato” solamente da qualche descrizione un po’ prolissa e da alcune scene volutamente più lente rispetto al resto del libro.

Come per il primo volume, anche per questo il punto di forza è l’originalità della componente fantasy: luoghi, persone, poteri magici ed eventi sovrannaturali si distinguono senza dubbio nel marasma dei fantasy recenti.

Personalmente questo è proprio l’aspetto che ho apprezzato di più perché rende la trama non scontata. Inoltre, a migliorare ulteriormente la trama ci sono continui colpi di scena e mutamenti nella percezione dei personaggi.

Almeno quattro dei personaggi dipinti come ” i cattivi” antagonisti nel primo romanzo, si riscoprono buoni in questo volume e viceversa. Anche se in realtà questa affermazione minimizza il districarsi della trama: i protagonisti stessi vengono messi alla prova e costretti a sfidare sé stessi in lotte interiori tra la realtà e l’inconscio.

La musa degli Incubi, o Sarai, è la vera protagonista di questo volume, ovviamente affiancata da Lazlo e Minya, che non perdono importanza.

Oltre la trama

Se nel primo volume l’elemento chiave era il Sogno, in questo secondo volume il tema portante è l’Incubo: non inteso solamente come “brutto sogno” ma anche come “il proprio incubo personale”, la paura più nascosta e terrificante che ognuno ha dentro di sé.

Di conseguenza ogni passo nell’evolversi della trama è scandito dalla paura di uno o più personaggi. Per Lazlo è la perdita di Sarai, per Sarai perdere Lazlo e incontrare il padre, per Minya rivivere il passato in cui è rimasta mentalmente intrappolata per quindici anni, e così via.

In conclusione

Consiglio questa serie a tutti gli amanti del fantasy e a chi volesse sperimentare una lettura diversa per ambientazione e protagonisti.

Personalmente l’ho trovata molto originale e ben strutturata (avrei evitato la prolissità e la lentezza delle scene sdolcinate tra Lazlo e Sarai, ma è un parere estremamente soggettivo, unico motivo per cui ho evitato le 5 stelle XD).

Sicuramente leggerò la serie precedente pubblicata da Laini Taylor, su cui a questo punto ho grandi aspettative!

Se vi va, commentate qui sotto o su instagram dandomi il vostro parere su questo libro.

Vi lascio il link per l’acquisto: la musa degli incubi.


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Per scoprire libri fantasy cliccate QUI.

L’apprendista Bardo

L'apprendista Bardo Book Cover L'apprendista Bardo
Federico Leonardo Giampà
Fiction
2018
258

Conte per legame di sangue, bardo per istinto del cuore: il giovane Raymond affronta un viaggio dalla sua Provenza a Parigi attraverso una Francia devastata dalla carestia, scontrandosi con la necessità di scegliere tra responsabilità cavalleresche e passione musicale, tra razionalità e magia, tra il dovere e l'amore. Non sarà solo: il maestro bardo Luc, costretto da una maledizione nella forma di uccello, lo guiderà e lo inizierà alla musica magica e al potere delle parole. In un labirinto di sentieri, personaggi e leggende l'apprendista Raymond dovrà districarsi tra luci e ombre dentro e fuori di sé, per decidere infine se seguire il proprio destino, oppure riscriverlo.

 

 

L’apprendista bardo è un fantasy medievale molto bello e coinvolgente.

Ci sono sogni che non si ha il coraggio di sognare, ma che non di meno esistono.

Ha tutte le caratteristiche determinanti di questo genere letterario, infatti è strutturato secondo lo schema tipico della fiaba e contiene tutti i personaggi legati al fantasy: cavalieri e principesse, animali fantastici con poteri sovrannaturali, antagonisti malvagi e dall’aspetto inquietante, draghi e ippogrifi. Personalmente ho un solo appunto da fare, ora vi spiego tutto!

Alcuni trovano se stessi appena fuori casa, altri non lo trovano mai, ma la cosa sicura è che con questa premessa inizia ogni nuova storia.

Il libro.

L’apprendista bardo, come detto poco fa, è un libro molto piacevole e scorrevole.

Lo stile dell’autore è semplice e adatto ad un pubblico di tutte le età; il ritmo di lettura è piuttosto veloce, grazie sia alla quantità di eventi che effettivamente si svolgono abbastanza velocemente e sia al lessico scelto dall’autore.

La storia viene raccontata tramite un narratore odierno, che riporta le vicende del passato unendo la storia dei protagonisti del racconto alla reale Storia di Francia.

Molte storie appartengono ai bambini perché gli adulti non hanno abbastanza forza per accettare una realtà diversa.

L’ambientazione comprende principalmente due luoghi: la Provenza, luogo da cui parte il viaggio, e Parigi, luogo in cui si svolge la maggior parte degli eventi. A questi due luoghi reali si aggiungono i luoghi fantastici in cui si dovranno avventurare i protagonisti.

Devi sapere, Raymond, che tutto è connesso: colori, suoni, il mondo vegetale con quello animale,” spiegò Luc “tocca le corde giuste e, smuovendo un filo d’erba, riuscirai a smuovere le stelle”.

L’atmosfera iniziale è cupa: la Francia sta vivendo un periodo di carestia e malattia, la popolazione è stremata e così anche la terra.

Successivamente, però, quando i protagonisti si avventurano nei luoghi più disparati e fantastici, l’atmosfera è magica: un misto di musica, colore, armonia, natura.

Il protagonista è Raymond (un nome che la dice lunga sul suo destino, come ci spiegherà in narratore), erede della Contea di Provenza che, però,  non ne vuole sapere di prendere le armi e diventare Conte, ma vuole diventare bardo e liberare la sua musica.

Questo lo porta ad intraprendere un lungo viaggio – dalla Provenza a Parigi e oltre – accompagnato da Luc, il suo maestro bardo condannato a vivere il un corpo di gazza, Ric, un troll ingenuo e infantile, e Ivano, che per Raymond rappresenta la vera essenza di cavaliere.

Il gruppo si troverà ad affrontare paure e sacrifici, quesiti e incontri inaspettati fino alla fine, quando si comprenderà che non tutto è come sembra.

In conclusione

«Conosci il significato del tuo nome? Raggio di purezza, luce che monda. È il tuo destino, Raymond, far risplendere di nuovo la purezza dei raggi del sole sul regno di Francia.» Il vescovo Fulcherio tacque, poi osservò: «Sarebbe un miracolo. Ma è il mio dovere, credere ai miracoli».

Credo sia un libro adatto sia ad adulti che a ragazzi, si legge velocemente e lascia un bel ricordo. L’unico appunto personale di cui ho accennato all’inizio della recensione è sul paragone che ogni tanto viene fatto dal narratore tra Medioevo e presente: personalmente l’avrei evitato (perlomeno durante tutto il testo, lasciando il salto temporale per il finale) perché mi dà l’impressione che distragga dalla lettura e tolga importanza all’atmosfera che si crea leggendo di tempi passati e luoghi magici.

Per tutto il resto è un libro che mi è piaciuto molto e che sicuramente consiglierò spesso.

Vi lascio il link a bookabook.it

Ringrazio Il Taccuino Ufficio Stampa per avermi dato la possibilità di leggerlo.


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Eleinda – Una leggenda dal futuro






Eleinda Book Cover




Eleinda





Valentina Bellettini





Fantasy




Self-published




29 June 2017




Copetina flessibile




280



Eleonora Giusti � sempre stata una ragazza sola fino al giorno in cui un drago geneticamente modificato � piombato nella sua vita. A lui basta guardarla per condurla in una dimensione parallela in cui entrambi percepiscono reciprocamente i pensieri pi� intimi; le basta sfiorarla perch� la pelle della ragazza assuma lo stesso colore della sua. Ma � un'invasione che fa sentire Eleonora come mai si era sentita prima: capita, speciale. Amata. Non le importa se il drago � stato creato in un laboratorio della European Technology o se si tratta di un esperimento segreto il cui vero obiettivo ancora le sfugge. Lei vuole proteggerlo, proprio come ha fatto il drago quando sono fuggiti dalla sede della E.T. a Milano. Vuole stare con lui, perch� da quando lo ha incontrato, la sua vita ha finalmente trovato un senso. Vuole amarlo, perch� superati i vent'anni non credeva pi� all'esistenza di un sentimento cos� puro e incondizionato. � disposta a viaggiare per ogni continente, inseguire leggende, fuggire da una realt� opprimente, vivere sogni e incubi sulla sua pelle in nome di questa passione travolgente, a dispetto di ogni logica razionale. Ma non ha fatto i conti con il dottor Brandi: il creatore del drago � deciso a riprenderselo con ogni mezzo pur di portare a compimento i suoi eccentrici piani. N� uomini n� draghi sono al sicuro. *** Recensioni *** "Perfetto connubio tra fantasy classico e fantascienza, Eleinda fonde favola e modernit�, avventura e impegno sociale, mito e realt�, lasciando correre la nostra immaginazione su un doppio binario." Il flauto di Pan "I libri della giovane autrice spaziano fra quei multi livelli di lettura che si trovano fra le righe dei grandi scrittori di fantasy. Eleinda � pi� magica di Harry Potter." L'isola del sapere "Eleinda sembra voler raccontare del delirio di onnipotenza umano, dell'avanzamento scientifico senza freni, senza scrupoli, senza valori. In verit�, Eleinda parla della solitudine." Le mele del silenzio *** L'autrice *** Valentina Bellettini � in eterno bilico tra sogno a occhi aperti e razionalit�, caratteristica che si ripercuote in tutte le sue opere. Dopo otto anni di pubblicazioni con case editrici ha deciso di passare al self-publishing per esprimere meglio s� stessa e per avere un contatto diretto con i lettori. Ama la vita, per lei mai noiosa e ordinaria, e lavora nei mercati in piazza dove cattura temi politici e sociali. Attenta ascoltatrice, spesso intreccia legami empatici con i suoi animali. � sposata e gestisce il blog Universi Incantati.

Eleinda – Una leggenda dal futuro

L’autrice

Valentina Bellettini è in eterno bilico tra sogno a occhi aperti e razionalità, caratteristica che si ripercuote in tutte le sue opere.
Dopo otto anni di pubblicazioni con case editrici ha deciso di passare al self-publishing per esprimere meglio sé stessa e per avere un contatto diretto con i lettori.

Ama la vita, per lei mai noiosa e ordinaria, e lavora nei mercati in piazza dove cattura temi politici e sociali. Attenta ascoltatrice, spesso intreccia legami empatici con i suoi animali.
È sposata e gestisce il blog Universi Incantati.

 

Il libro

Questa varietà di mezzi di comunicazione serve solo per esprimere in mille modi diversi lo stesso stato d’animo: la solitudine. 

Eleinda Una leggenda dal futuro è un libro magico, un libro pieno stracolmo di messaggi ed emozioni; è  un libro fantasy/fantascientifico ma anche distopico, è un libro piacevole ma profondo, è un libro da leggere assolutamente, ecco perché:

Ambientato in un futuro non troppo lontano, tratta argomenti come la clonazione, l’assenza di interazioni umane, l’eccesso di mezzi di comunicazione e tecnologie che – in realtà – portano a ridurre al minimo i rapporti umani, fino a trasformare i sentimenti.

La protagonista è Eleonora, una ragazza che non accetta e non condivide la mentalità della sua epoca e il modo in cui tutto intorno a lei si sta evolvendo. Non è favorevole, per esempio, alla clonazione degli animali e alla loro riproduzione in laboratorio, tanto meno agli esperimenti genetici.

Vive, però, con un coinquilino che lavoro proprio in questo settore e che le regala uno di questi animali – uno degli esperimenti, tra l’altro.

Ma lei era stufa di replicare. Sfinita. Pensò che forse avrebbe dovuto aprire la mente come i progressisti le suggerivano, ma ancor prima, chiudere la coscienza come nessun tradizionalista avrebbe osato. Solo così, la sua vita sarebbe diventata più semplice.

Da questo momento in poi, Eleonora inizia la sua personale battaglia contro un sistema sbagliato e dannoso, ovviamente con il suo nuovo fedelissimo amico (su cui non svelo altro perché è davvero magico!!).

Altro che misera. Sono sola. I ribelli sono sempre tristi, incompresi e soli. 

Nel corso dell’itera avventura, vengono messi in evidenza molti argomenti degni di riflessione: per esempio, su come si stiano effettivamente evolvendo le cose nel mondo, la tecnologia, il passaggio di informazioni non sempre corrette. E ancora: la necessità di fare tutto di fretta, che porta a innumerevoli conseguenze, come l’acquisto online, i cibi precotti, tutto preconfezionato e preparato da altri al posto tuo. Tutto ciò fa risparmiare tempo, è vero, ma con quali conseguenze? Questi cibi sono sani? No. Che impatto hanno sul mondo tutte le lavorazioni e i passaggi che vengono fatti dietro ad ogni singola cosa per permettere a ogni individuo di risparmiare tempo? Devastanti.

Ebbene, in Eleinda si trova questo e molto di più. Nonostante i temi affrontati e gli spunti di riflessione offerti, Eleinda è un libro che trasmette speranza, attraverso le imprese e le idee di Eleonora e di chi la aiuta a portare avanti la sua missione. Inoltre, è un libro che si legge facilmente e in modo estremamente scorrevole, il ritmo di lettura è costante e consente al lettore di focalizzarsi su ciò che effettivamente il racconto vuole trasmettere: emozioni, umanità, consapevolezza e uno stimolo a non perdere mai la curiosità e la voglia di imparare e lottare.

 

In conclusione

Se non si fosse ancora capito: consiglio questo libro al 100%!! Opera di una persona molto consapevole e sensibile, è davvero una lettura piacevole ma anche una buona fonte di riflessioni e speranza. Personalmente, sono molto vicina al pensiero di Eleonora perciò ho apprezzato particolarmente la trama ma credo che sia un ottimo libro per chiunque, bambini, ragazzi e adulti.

Vi lascio il link per l’acquisto: amazon.

E ringrazio infinitamente Valentina per avermi dato la possibilità di leggere questo bellissimo libro, non vedo l’ora di leggere il secondo!

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