Requiem

Requiem di Antonio Tabucchi è un romanzo in cui il protagonista è l'”io” immaginato dall’autore che, in una strana e torrida giornata portoghese, si trova ad affrontare un viaggio a metà tra sogno e realtà, incontrando personaggi di ogni genere e cercando di risolvere dubbi del passato.

Il libro

Requiem è un romanzo molto particolare sopratutto per la struttura della trama: non si capisce mai se il protagonista sia sveglio o se stia ancora sognando.

Inoltre in ogni capitolo il protagonista incontra un personaggio diverso che, a suo modo, lo aiuta a comprendere dubbi e fatti irrisolti della sua vita e del suo passato.

Ogni incontro è singolare e ha qualcosa di assurdo: il luogo o il tempo in cui si svolge, la natura della conversazione o addirittura il fatto che l’interlocutore sia defunto!

Tuttavia, il protagonista giunge al termine della sua giornata riuscendo a far luce su ciò che lo assillava ed in questo modo si giunge anche all’epilogo del libro.

Oltre la trama

Al di là della particolarità e della trama, questo libro è sicuramente da valutare più che positivamente per lo stile dell’autore, che narra fatti assurdi con una naturalezza incredibile.

Inoltre il ritmo di narrazione è sempre medio e costante, nonostante i repentini cambi di scena e personaggi. Un capitolo dopo l’altro il lettore segue il viaggio del protagonista “visivamente” e attraverso i suoi pensieri.

I temi principali sono il sogno, l’inconscio, lo stato di semi-coscienza. Ed è proprio in questo stato che il protagonista compie il suo viaggio: andare alla ricerca di soluzioni e spiegazioni nel passato, guidato dall’Inconscio, da una voce interiore o da più personaggi inventati che hanno l’esatto scopo di aiutarlo e indirizzarlo verso una scelta piuttosto che un’altra.

In conclusione

Consiglio questo libro a lettori di ogni genere: penso si possa adattare al gusto di ognuno perché racchiude diversi significati e generi senza prediligerne uno specifico. Si legge velocemente e senza difficoltà.

Requiem è stato il mio primo libro di Antonio Tabucchi ma sono certa di leggerne altri in futuro: lo stile e il ritmo sono veramente ottimi, la trama originale e ben costruita. Credo che il prossimo libro sarà Sostiene Pereira, il più celebre dell’autore!


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La musa degli incubi

La musa degli incubi Book Cover La musa degli incubi
Laini Taylor
Fantasy
2019
523

La musa degli incubi, secondo capitolo della serie iniziata con Il sognatore, si è rivelato un ottimo epilogo della puntata precedente.

Ma prima di arrivare all’epilogo vero e proprio i nostri amati personaggi affronteranno l’impossibile attraverso mille sfide e imprevisti che li metteranno a dura prova.

Il libro

Per quanto riguarda lo stile dell’autrice vi rimando alla recensione de Il sognatore, in quanto a mio parere le caratteristiche tecniche dei due testi sono pressoché identiche.

Il ritmo è medio, “rallentato” solamente da qualche descrizione un po’ prolissa e da alcune scene volutamente più lente rispetto al resto del libro.

Come per il primo volume, anche per questo il punto di forza è l’originalità della componente fantasy: luoghi, persone, poteri magici ed eventi sovrannaturali si distinguono senza dubbio nel marasma dei fantasy recenti.

Personalmente questo è proprio l’aspetto che ho apprezzato di più perché rende la trama non scontata. Inoltre, a migliorare ulteriormente la trama ci sono continui colpi di scena e mutamenti nella percezione dei personaggi.

Almeno quattro dei personaggi dipinti come ” i cattivi” antagonisti nel primo romanzo, si riscoprono buoni in questo volume e viceversa. Anche se in realtà questa affermazione minimizza il districarsi della trama: i protagonisti stessi vengono messi alla prova e costretti a sfidare sé stessi in lotte interiori tra la realtà e l’inconscio.

La musa degli Incubi, o Sarai, è la vera protagonista di questo volume, ovviamente affiancata da Lazlo e Minya, che non perdono importanza.

Oltre la trama

Se nel primo volume l’elemento chiave era il Sogno, in questo secondo volume il tema portante è l’Incubo: non inteso solamente come “brutto sogno” ma anche come “il proprio incubo personale”, la paura più nascosta e terrificante che ognuno ha dentro di sé.

Di conseguenza ogni passo nell’evolversi della trama è scandito dalla paura di uno o più personaggi. Per Lazlo è la perdita di Sarai, per Sarai perdere Lazlo e incontrare il padre, per Minya rivivere il passato in cui è rimasta mentalmente intrappolata per quindici anni, e così via.

In conclusione

Consiglio questa serie a tutti gli amanti del fantasy e a chi volesse sperimentare una lettura diversa per ambientazione e protagonisti.

Personalmente l’ho trovata molto originale e ben strutturata (avrei evitato la prolissità e la lentezza delle scene sdolcinate tra Lazlo e Sarai, ma è un parere estremamente soggettivo, unico motivo per cui ho evitato le 5 stelle XD).

Sicuramente leggerò la serie precedente pubblicata da Laini Taylor, su cui a questo punto ho grandi aspettative!

Se vi va, commentate qui sotto o su instagram dandomi il vostro parere su questo libro.

Vi lascio il link per l’acquisto: la musa degli incubi.


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Eden, il paradiso può uccidere

Eden, il paradiso può uccidere è un libro molto particolare, che unisce passato e presente, realtà e fantascienza.

Il libro

Eden, il paradiso può uccidere racconta di una spedizione scientifica che si trasforma in un viaggio tra passato e futuro. Attraverso questo racconto, però, ripercorre la storia e l’essenza dell’essere umano: spirito di sopravvivenza, istinto al conflitto, istinto al superarsi continuamente.

Questo è essenzialmente ciò che porta l’essere umano a fare nuove scoperte, a cimentarsi con tecnologie sempre più avanzate e, talvolta, ad essere superato da esse. Ma cosa succederebbe se, invece, tutto ciò dovesse venire a mancare?

Sotto molti aspetti, questo libro ripercorre la storia dell’uomo, che si ripete in un circolo vizioso, senza trarne insegnamenti.

Oltre la trama

Il punto di forza di Eden, il paradiso può uccidere è sicuramente lo stile: è evidente come ogni parola sia stata accuratamente selezionata per rendere l’effetto desiderato.

Il ritmo di lettura è medio (il giusto bilanciamento tra l’andamento della trama e le descrizioni che rallentano leggermente la lettura ma sono necessarie alla resa dell’ambientazione e dell’atmosfera).

Atmosfera e ambientazione, infatti, si sviluppano e cambiano parallelamente: sicuramente la scelta della spedizione scientifica come base di tutta la struttura del libro è perfetta per creare il giusto “ambiente” per la storia e per il lettore.

In conclusione

Eden, il paradiso può uccidere è un bel libro. Ben scritto e ben strutturato. Sicuramente adatto a tutti gli amanti del genere fantascientifico moderno e futuristico. Consigliato!

 

L’autore

@lucaleone

Giornalista e scrittore, ha collaborato con Liberazione, Avvenimenti, Internazionale, Modus Vivendi, Medici Senza Frontiere, Misna, Popoli e Missione. È cofondatore e direttore editoriale della casa editrice Infinito edizioni. Tra i suoi libri: Infanzia negata (Prospettiva edizioni, 2003);
Il fantasma in Europa. La Bosnia del dopo Dayton tra decadenza e ipotesi di sviluppo con Stefania Divertito (Il Segno dei Gabrielli, 2004); Anatomia di un fallimento. Centri di permanenza temporanea e assistenza (Sinnos editore, 2004); Srebrenica. I giorni della vergogna (Infinito edizioni, 2005);
Il prode Ildebrando e la bella Beotonta (Infinito edizioni, 2005);
Sotto il Mattone. L’avventura di cercare casa (Infinito edizioni, 2007);
Uomini e belve. Storie dai Sud del mondo (Infinito edizioni, 2008).


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La persona giusta

La persona giusta fa parte della collana ARYA edita da Giunti Editore, che raccoglie romanzi scritti dalla generazione Z e rivolti alla generazione Z.

Il libro

La persona giusta racconta la storia di due ragazzi di 16 e 18 anni, India e Michel, che si incontrano e si innamorano, contro ogni aspettativa.

India e Michel sono infatti molto diversi tra loro e le loro famiglie lo sono ancora di più: India è italiana, figlia di due appassionati d’Oriente che però hanno divorziato; Michel è nato ad Algeri ed è stato adottato da una famiglia borghese italiana.

La trama, di per sé, è abbastanza prevedibile: l’incontro tra i due ragazzi, la fase dell’innamoramento, la ricerca del padre biologico di Michel e poi una serie di problemi che complicano la storia.

Ciò che rende piacevole il libro è lo stile dell’autrice, unito alla quantità di suoni, colori ed emozioni che riesce a trasmettere.

Oltre la trama

Come ho anticipato, l’originalità del libro sta nell’insieme di tutto ciò che racchiude.

Il titolo, racchiude il significato di tutto il romanzo: la persona giusta si può trovare, esiste, nonostante le diversità e i problemi.

L’autrice trasmette questo messaggio attraverso la storia di Michel e India, con le loro incomprensioni, le loro differenze e così via: lo fa mescolando i fatti che compongono la trama alle poesie di India, alle canzoni che accompagnano i due ragazzi, ai colori dell’estate romana, ai profumi e alle emozioni.

Questo è ciò che crea l’atmosfera. Questo è ciò che rende il libro piacevole ed è anche ciò che veicola il messaggio più importante: trovare la persona giusta è una cosa fantastica.

Il ritmo di lettura è medio, lo stile è fresco e giovanile: il risultato è un libro piacevole nella sua semplicità.

In conclusione

Lo consiglio a lettori in età adolescenziale e a chi avesse voglia di fare un salto nei 18 anni, agli appassionati di romanzi rosa e del genere fiction/young adult.

In più

Giunti Editore, nel pubblicare questo libro, ha posto una domanda ai suoi lettori: “Capisci che è la persona giusta se ha letto e amato…?”

Io ho replicato la stessa domanda sul mio profilo Instagram  e il risultato è stato questo:

  • il 90% dei votanti ha detto “l’importante è che legga” e qualcuno ha aggiunto “perché sicuramente significa che è una persona sensibile / colta / premurosa”
  • alcuni hanno risposto “la mia persona non legge affatto, ma è giusta lo stesso”
  • altri sono andati sullo specifico citando principalmente classici e pilastri della letteratura: Dante, Jane Austen, Pirandello, ecc.

Cosa ne pensate? Potete rispondere anche nei commenti qui sotto!

 

Ringrazio Giunti Editore per avermi dato la possibilità di leggerlo.

 


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Alle tre del mattino, ora italiana

Alle tre del mattino, ora italiana Book Cover Alle tre del mattino, ora italiana
Diego Finelli
Distopico
bookabook
2019
Copetina flessibile
144

Una mattina il mondo si sveglia senza parole. Nessuno è più in grado di articolare qualcosa di sensato, eppure tutto sembra procedere come al solito, senza caos, senza disordine. Il protagonista, un impiegato di banca che non riesce a smettere di stupirsi per le piccole cose, non si dà pace: vuole capire perché è avvenuto questo blocco della parola, che cosa lo ha scatenato. In una sorta di pellegrinaggio per le vie di Torino, andiamo insieme a lui alla ricerca di qualcuno che si sia accorto del momento esatto in cui la parola è sparita, per trovare una verità forse irraggiungibile e riscoprire i gesti minimi e le piccole cose che ci circondano ma di cui, circondati dal rumore, non ci accorgiamo.

Alle tre del mattino, ora italiana è un distopico, che “riassume la sua distopia” nel giro di pochi giorni.

Il libro

Il narratore è un uomo qualsiasi, che vive a Torino con la moglie, i figli, cani e gatti. Lavora in banca, ha una vita ordinaria ma riesce a stupirsi per le piccole cose, quotidianamente.

Una mattina come tante, il mondo intero si sveglia senza parole. Ogni essere umano è semplicemente in grado di emettere versi, ma non di formulare frasi e nemmeno di pronunciare le parole più semplici come “si” o “no”.

Il fatto strano è che nessuno sembra essere in alcun modo disturbato da quanto è successo: la vita di ognuno continua come sempre, soltanto senza parole.

Il protagonista sembra essere l’unico a non arrendersi all’assurdità del fatto e inizia la sua personale indagine sulla causa e sul meccanismo di quanto è successo.

A quanto pare, l’inizio di tutto è stato proprio alle tre del mattino, ora italiana.

Il protagonista inizialmente riscontra problemi anche nella lettura, non solo nella comunicazione, ma poco dopo questa capacità sembra ristabilirsi e ha così la possibilità di comunicare e “intervistare” colleghi, amici e conoscenti su tutto ciò che ricordano dalla sera precedente, scrivendo su carta, lavagna o qualsiasi altro supporto utile.

Riuscirà a scoprire la causa scatenante della perdita della parola generale?

Oltre la trama

Alle tre del mattino, ora italiana è un flusso di pensieri che scorre senza freno dall’inizio alla fine.

Sembra realmente di essere nella testa del protagonista e sentire tutti i suoi pensieri, le sue supposizioni, anche le cose più assurde!

L’unico limite allo scorrere di questo flusso è l’alternarsi dei capitoli a “cose che stupiscono l’autore”: un elenco di piccole cose di cui continua ad essere sorpreso nonostante il passare del tempo (grazie a questo ho scoperto che “solo più” è un modo di dire piemontese, a me sembrava una cosa normale XD).

La chiave di lettura di tutto il romanzo è infatti la ricerca delle piccole cose: il protagonista non si arrende alla realtà piatta (in qualsiasi forma – ordinaria o assurda – si possa presentare) e cerca nelle piccole cose una via di fuga e, in un certo senso, una soluzione.

Alle tre del mattino, ora italiana è un libro piuttosto breve, ma sicuramente originale nell’idea e nello stile. Ha un ritmo di lettura veloce, rallentato leggermente solo dalla presenza dell’elenco di cose sorprendenti. Il lessico è semplice e colloquiale, mai troppo ricercato.

In conclusione

Lo consiglio a chi volesse avvicinarsi al genere distopico, iniziando da qualcosa di leggero e, ovviamente, ai torinesi che sicuramente si sentiranno a casa tra le vie e i luoghi citati nel testo!

Ringrazio bookabook per avermi dato la possibilità di leggerlo.
Link per l’acquisto: qui.


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La notte del b(r)uco

Fuori il mondo dorme, il brusio della notte culla il moto ondoso dei sospiri. Anche gli incubi si fanno sentire, quelli che accompagnano i respiri affannosi o i passi furtivi che risuonano tra le vie deserte. Il buio mormora parole sconosciute che fanno rumore, insieme agli stivali chiodati sulle foglie secche, sui ramoscelli che si spezzano al passaggio delle ombre.

La notte del b(r)uco è un giallo dall’animo malinconico.

Il libro

La storia ha inizio con un’aggressione: un ragazzo nota la scena ma ha paura e non interviene; si rivolge alla polizia ma senza ottenere aiuto o consigli. Decide allora di contattare un programma radiofonico per raccontare ciò che ha visto ad un pubblico più ampio.

La conduttrice crede alla sua storia ma non può fare nulla per aiutarlo, anzi viene rimproverata per averlo ascoltato.

Inizia in questo modo una caccia al colpevole “alternativa” e decisamente non consueta.

– Questa notte nessuno mi fermerà, la morte vi verrà a cercare, ve lo volevo solo far sapere. Il Bruco non si è dimenticato di voi, ricordatevelo.

L’intera narrazione è accompagnata da un sottofondo musicale: una playlist strepitosa che include gruppi che hanno fatto la storia del rock.

Bury me softly in this womb
I give this part of me for you
Sand rains down and here I sit
Holding rare flowers
In a tomb, in bloom…

Down in a hole – Alice in chains

Questo è fondamentale per la resa dall’atmosfera: cupa, malinconica. Ed è così che il protagonista assume la sua veste di “pierrot” come descritto nella sinossi.

Un pierrot che non smetterà di stupire fino alla fine, quando verranno rivelate le cause dei suoi gesti, una sorta di giustificazione magari non condivisibile ma in qualche modo comprensibile.

Oltre la trama

Un thriller dal ritmo medio ma dalle tante sorprese: a cominciare dal Bruco stesso, il pierrot che vaga per le vie della città sembrando pazzo all’inizio e diventando un vendicatore alla fine.

La notte del b(r)uco non è semplicemente un thriller, è un romanzo che narra di droga, di spacciatori, di giovani e cattive compagnie, di morte.

Il risultato è quindi un romanzo che unisce thriller e formazione. Scritto in modo fluido, unisce descrizioni, dialoghi e stralci di canzoni in un flusso costante, dall’inizio alla fine.

In conclusione

Lo consiglio a tutti gli appassionati di giallo/thriller.

Non ho voluto descriverlo in modo troppo dettagliato per evitare di rovinare la lettura, perché ogni dettaglio aggiuntivo avrebbe rovinato la “sorpresa” della trama. Ad ogni modo è un gran bel thriller, con una colonna sonora pazzesca!

Ringrazio gli autori, nonché fondatori di Eretica Edizioni, per avermi dato la possibilità di leggerlo. Vi lascio il link per l’acquisto qui.


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Trilogia di New York

Trilogia di New York Book Cover Trilogia di New York
Paul Auster
Racconti
Einaudi
2014
Copetina flessibile
314

Pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa "Trilogia" sono raffinate detective stories in cui le strade di New York fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. "Città di vetro" è la storia di uno scrittore di gialli che "accetta" l'errore del caso e fingendosi un'altra persona cerca di risolvere un mistero. "Fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. "La stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera.

Piccola premessa prima di partire con la recensione vera e propria: come ben sapete, Auster è uno dei miei autori preferiti in assoluto MA , a mio  parere, Trilogia di New York non uno dei suoi BEST. Ovviamente, si tratta di un parere personale quindi cercherò di essere oggettiva e raccontarvi tutto ciò che c’è da sapere questo libro!

Trilogia di New York

New York era un luogo inesauribile, un labirinto di passi senza fine: e per quanto la esplorasse, arrivando a conoscerne a fondo strade e quartieri, la città lo lasciava sempre con la sensazione di essersi perduto. Perduto non solo nella città, ma anche dentro di sé.

Trilogia di New York è una serie di tre romanzi, proposti appunto come trilogia perché collegati tra loro: Città di vetro, Fantasmi e La stanza chiusa.

Alla base dei tre racconti ci sono essenzialmente fatti “assurdi”; sono inoltre accomunati dal fatto di essere tutti ambientati a New York e dal fatto di avere personaggi che possono rivelarsi quantomeno sorprendenti… o inaspettati!

Ho riflettuto parecchio prima di scrivere questa recensione e, nonostante tutto, non sono riuscita a dare una definizione chiara e netta di questa trilogia: l’unica cosa certa è che alla base c’è il giallo.

Questo perché emergono i tratti distintivi di questo genere letterario: un evento inaspettato, un mistero e un personaggio incaricato di risolverlo.

Non si tratta comunque del “classico giallo”. Paranormale? No. Violento? No. Direi piuttosto originale.

Ciò che contraddistingue questa trilogia è, infatti, l’originalità delle idee. Tant’è che l’autore si trova faccia a faccia con un suo omonimo…leggendolo capita quasi di avere crisi d’identità!

Benché si tratti di idee assurde, alla fine si trova sempre una conclusione “credibile” e, dopo aver letto tutti tre i racconti, si riesce finalmente a collegarli tra loro.

Come ho già detto nelle recensioni precedenti (Mr. Vertigo e Nel paese delle ultime cose), lo stile di Paul Auster è sicuramente il uso punto di forza: semplice se rapportato alla complessità della struttura delle sue opere, ma sempre estremamente curato.

Leggendo questo libro (o qualsiasi altro di Auster), si nota come non sia soltanto la struttura ad essere complessa, ma anche i personaggi. Più ce ne sono e più sono particolareggiati.

Ogni singolo personaggio viene definito nell’aspetto, nel carattere, nella mentalità e in ogni suo tratto determinante: i dialoghi sono  il punto in cui si percepisce di più questa capacità dell’autore.

In questo libro, in particolare, i personaggi sono molti quindi si ha modo di notare questo aspetto in diversi punti dei racconti.

L’ambientazione, come si può intuire è la Grande Mela: in realtà New York fa da sfondo “sfocato” alle ambientazioni più specifiche (il locale, la stanza dell’appartamento e così via). Questi ambienti vengono descritti in modo molto più particolareggiato rispetto alla città, anche per ricreare l’atmosfera giusta.

L’atmosfera trasmette una sensazione di “chiuso”, una via di mezzo tra l’oppressione e l’allerta, uno stato di inquietudine.

Il ritmo è forse la causa per cui non ho apprezzato questo libro quanto gli altri che ho letto di Auster. Ovviamente si tratta si un parere personale, ma ho trovato questo libro più lento se paragonato a quelli che ho citato poco fa.

Se dovessi giudicarlo senza paragonarlo a quelli letti in precedenza, direi comunque che ha un ritmo medio, tendente al lento in alcuni punti.

 

In conclusione

Sicuramente Trilogia di New York è un bel libro, non si può dire altrimenti. Tuttavia, se non avete ancora letto nulla di Auster vi consiglio di non partire da questo ma piuttosto da uno dei suoi romanzi brevi, in modo da poterlo apprezzare appieno.

Se invece conoscete già l’autore ve lo consiglio assolutamente, soprattutto per l’originalità e l’assurdità delle idee che sono alla base dei tre romanzi! Buona lettura!

Curiosità (fonte:Wikipedia):
Città di vetro venne adattato nel 1994 nella trasposizione sperimentale in romanzo grafico degli illustratori e fumettisti David Mazzucchelli e Paul Karasik, acclamata dalla critica. Venne pubblicato come City of Glass: The Graphic Novel nel 2004. Nel 2009, Audible.com ha prodotto una versione audio della Trilogia di New York, narrato da Joe Barrett, come parte della sua linea Modern Vanguard di audiolibri.

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Nomen Omen

Nomen omen Book Cover Nomen omen
Claudia Marras
Romanzo
Effetto
2018
Copetina flessibile

Nomen Omen è una locuzione latina che significa “il nome è un presagio”.

Il libro Nomen Omen di Claudia Marras, infatti, è interamente strutturato intorno a presagi di vario genere (palindromi, date, e così via), che si mescolano ad antiche leggende e credenze popolari.

Il libro

Una notte di un giorno qualsiasi, il vento soffiava talmente forte che mi impediva di dormire, così, non riuscendo a prendere sonno, iniziai ad ascoltarlo. Mi narrò una storia, ma prima di acquietarsi mi disse che non potevo tenerla per me; e poiché da allora sono passati diversi anni, è giunto il momento di raccontarla.

Nomen Omen inizia con una data, l’11 11 1991. La nascita di una bambina di nome ANNA. Il nome e la data di nascita sono due palindromi.

Anna nasce in un giorno di vento, o meglio, in un giorno in cui due venti opposti soffiano contemporaneamente: Anna ha dentro di se queste due forze opposte, il bene e il male, la magia bianca e quella nera.

Anna nasce proprio grazie alla magia di tia Ada, sciamana del paese a cui si rivolge sua madre, disperata per la sua infertilità. Tia Ada le offre la possibilità di avere tre bellissime bambine, ma la più giovane dovrà prendere il suo posto come sciamana.

La donna accetta e per alcuni anni vive la sua vita con le due bambine, ma il giorno della terza nascita arriva e l’inquietudine si impadronisce di lei.

Dal momento della sua nascita, Anna è segnata da questa duplice forza, questa lotta interiore che ancora non sa come gestire. Cresce come una bambina estremamente intelligente e dotata, sensibile ed emotiva. Ad aiutarla nella sua crescita ci sono la nonna e la sciamana buona del paese, che le insegneranno a gestire il proprio potere e a fare le sue scelte.

L’urgenza, l’urgenza… Stiamo sempre a correre dalla mattina alla sera e i pensieri corrono ancora più veloci, non gli dedichiamo mai il tempo di cui hanno bisogno, e allora diventano torrenti, fiumi, mari in tempesta nelle nostre menti. I pensieri vanno curati come le parole, occorre prendersi un po’ di tempo per loro. 

Oltre la trama

Grazie alla storia di Anna, della sua famiglia e delle due sciamane, il lettore ha modo di conoscere alcune leggende e credenze tipiche della Sardegna, nonché di entrare nel mondo fantastico della magia “reale”.

Ci sono persone che altro non sono che unità che si ripetono, a mano a mano che la loro vita su questa terra s’incarna in una nuova aumentano la loro potenza. Tu dentro hai la forza di chi ti ha preceduto, la cui energia ha viaggiato fino a te. 

Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole. Utilizza alcuni modi di dire o brevi frasi in dialetto sardo ma sono assolutamente comprensibili e aiutano a ricreare l’atmosfera tipica del paese rurale. L’ambientazione è, appunto, quella di un piccolo paesino che non viene descritto dettagliatamente. Piuttosto vengono descritti gli ambienti interni in cui si svolgono le vicende (la casa della nonna o della sciamana, la scuola, ecc..).

In conclusione

Ho apprezzato molto Nomen Omen, perciò lo consiglio sicuramente agli appassionati di storie mistiche e non solo: è ottimo sia per la storia di per sé e sia per gli aspetti “magici” che implica (simboli, erbe e così via). Inoltre è sempre bello scoprire leggende e tradizioni delle singole regioni.

Ringrazio Edizioni Effetto per avermi dato la possibilità di leggerlo.

L’autrice

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Claudia Marras ha vissuto fino a diciannove anni in un paese della provincia di Sassari: Bessude. La sua passione per la scrittura nasce dalla magia delle sue vie, dalle Domus de Janas, dagli imponenti nuraghi, dalla cultura e dalle tradizioni di una terra ventosa. Oggi vive con il marito e i suoi due figli a Quartu Sant’Elena, vicino ai colori e al profumo del mare. Lavora a Castiadas dove, con altri soci, gestisce la casa per ferie Villaggio Carovana, un luogo dove le barriere mentali e architettoniche crollano per lasciare spazio all’incontro e alla conoscenza. Nomen Omen è il suo romanzo d’esordio.

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I senza cuore

 

I senza cuore è un romanzo storico, ambientato tra Genova e l’Inghilterra nella prima metà del 1100.

Racconta, attraverso due narratori diversi, due storie parallele che si mescolano e confluiscono nel finale.

Devo rassegnarmi. L’assassino è sulla galea, chiunque di noi può sospettare l’altro, ed essere a sua volta sospettato.
Una condizione terribile, se ci aggiungo i pirati che forse ci inseguono ancora, le provviste che diminuiscono, il mare tutt’intorno, animale senza pietà che come niente alza la cresta e gli artigli delle onde.

Il libro

Ne I senza cuore vengono raccontate due storie, con protagonisti e ambientazioni diverse.

La prima è quella della Grifona, nave salpata dal porto di Genova con 192 uomini a bordo, diretta in Cornovaglia. Sulla nave, poco dopo la partenza viene commesso un omicidio: un uomo, Astor Della Volta, viene trovato a terra, senza cuore.

Il comandante inizia la sua indagine per scovare l’assassino: interrogatori, incarcerazioni e punizioni. Tutti i marinai vengono passati in rassegna per avere informazioni sulla notte del delitto, invano.

Il viaggio si protrae per mesi, la Grifona fa tappa in vari porti e riparte ogni volta nonostante i continui problemi: epidemie, mancanza di cibo, inquietudine generale.

Molti, tra rematori e schiavi, muoiono sulla Grifona e vengono gettati in mare. Alcuni uomini perdono la ragione, altri si ammalano. Vengono commessi altri omicidi… ma il responsabile sembra non possa essere trovato!

Tutto ciò viene raccontato tramite l’abile scribacchino che, date le circostanze del viaggio, si trova ad avere un’occupazione molto più consistente rispetto al previsto. Non è dato sapere molto su di lui, se non una breve presentazione e qualche segreto svelato sul finale.

Parallelamente viene portata avanti la storia di Giannetta Centurione, figlia di una nobile famiglia genovese rimasta orfana di madre.

è lei stessa a raccontare la propria storia: è una donna forte, coraggiosa, un’arciera che sogna di diventare una combattente in difesa delle bambine e delle giovani donne di cui ha sentito storie di rapimenti e stupri.

La matrigna e il padre la obbligano ad un matrimonio che lei non desidera, si innamora di un uomo ma sarà messa alla prova e il destino la porterà in una direzione completamente diversa…

 

Oltre la trama…

I senza cuore è un libro ben costruito: ha una buona trama (o meglio due trame parallele), i personaggi principali sono ben costruiti e sono sostenuti da una quantità indefinita di personaggi secondari, molto utili a ricreare l’atmosfera giusta.

Gli aspetti positivi di questo romanzo sono sicuramente la trama, i personaggi e le descrizioni.

Sulle descrizioni, infatti, merita fare una nota: solitamente, per quanto un viaggio sia descritto come insidioso, l’atmosfera sulla nave ha sempre qualcosa di affascinante e magico (come se la nave fosse sempre splendente…in stile Priati dei Caraibi, per intenderci).

In questo libro non è così: l’atmosfera “magica” – ma tetra – viene ricreata a causa degli omicidi e delle superstizioni dei marinai, della possibile maledizione che imperversa sulla nave e così via.

Le descrizioni dell’ambiente, però, sono molto molto realistiche e crude: topi, escrementi, sporcizia di ogni genere e un tanfo insopportabile sono i veri abitanti della Grifona.

Il viaggio viene raccontato in maniera molto verosimile. Lo stesso le abitudini dei marinai, degli schiavi e di chiunque si trovasse nei porti o per mare.

Il ritmo di lettura è medio e costante: i racconti dello scribacchino e di Giannetta vengono spesso intervallati a descrizioni di eventi o luoghi.

L’ambientazione cambia spesso lungo il tragitto di viaggio ma la maggior parte delle scene si svolge sulla Grifona per lo scribacchino e l’equipaggio, e a Genova per Giannetta.

L’atmosfera resa è molto realistica, mai troppo “solare”.

 

In conclusione

Lo consiglio come buon romanzo storico, un thriller in viaggio e un buon racconto sulla tradizione navale tra il 1100 e il 1200.

L’unico appunto leggermente negativo è sullo stile dell’autore: l’ho trovato un po’ difficile da seguire. Non tanto per il lessico o per il ritmo, quanto per la struttura dei periodi. Ovviamente si tratta di un parere personale, per molti non sarà assolutamente così!

Per concludere ve lo consiglio senza pensarci due volte: vi innamorerete di Giannetta!

Per l’acquisto vi rimando a GIUNTIALOPUNTO.IT


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La soffiatrice di vetro

La soffiatrice di vetro
Romanzo
Beat - Neri Pozza
Copetina flessibile

La soffiatrice di vetro è un romanzo storico dell’autrice tedesca Petra Durst-Benning che, attraverso la storia di tre sorelle coraggiose e determinate, racconta uno spaccato di storia della Germania e di una delle lavorazioni che all’epoca hanno reso famoso il Paese: la lavorazione del vetro.

Non solo: le tre sorelle sono la dimostrazione della capacità di alcune donne di emanciparsi nonostante l’epoca in cui sono vissute, i pregiudizi e le consuetudini.

Ora vi spiego meglio…

Il libro

Che cosa sarebbe la vita senza cambiamenti? Non possiamo impedire che succedano, questo è sicuro, ma qualche volta possiamo indirizzare il corso degli eventi.

La soffiatrice di vetro è ambientato in Germania, più precisamente nel paese di Laushca.

Si tratta di un piccolo paesino di campagna, ancora geograficamente e culturalmente abbastanza distante dalle città in via di sviluppo, con negozi e grandi commerci.

Tuttavia, è proprio nei piccoli paesi della Germania ottocentesca, però, che si produce ciò che manda avanti l’economia di buona parte delle attività del paese: il vetro soffiato.

Sono molti i mastri vetrai e i garzoni dediti a questa attività. Tra questi, il padre di Marie, Ruth e Johanna. Le tre sorelle si ritrovano precocemente orfane di madre e fanno del padre il fulcro della loro vita.

Questo, però, è reciproco: il padre infatti le tratta sempre con molto riguardo, insegna l’oro l’arte della decorazione del vetro e le fa lavorare nel suo laboratorio.

Questo si rivelerà indispensabile per la sopravvivenza delle tre ragazze dopo la morte del padre. Dopo un periodo di tristezza e smarrimento, infatti, si metteranno all’opera per affrontare le difficoltà quotidiane.

Siamo alla fine dell’800: la priorità per una donna dell’epoca era il matrimonio, la sistemazione definitiva. Per queste tre ragazze, invece, la priorità è guadagnarsi da vivere senza dover ripiegare su un matrimonio non desiderato.

Intraprenderanno tre percorsi lavorativi diversi: inizialmente tutte tre lavoreranno per un mastro vetraio molto esigente. Successivamente le strade si divideranno: Johanna si trasferirà in città, a lavorare in un famoso negozio che commercia con l’estero e lì scoprirà il suo lato più raffinato e delicato.

Ruth sarà la prima a sposarsi e mettere su famiglia, ma senza dimenticare le sorelle. Marie, infine, darà sfogo alla sua creatività sentendosi finalmente in pace dopo aver risistemato il laboratorio del padre e aver ripreso a disegnare.

Ovviamente, essendo costrette a lavorare e a vivere in un mondo prevalentemente maschile, dovranno affrontare parecchie difficoltà, ma avranno anche incontri piacevoli, riconoscenza e ammirazione.

Oltre la trama…

La soffiatrice di vetro è quindi un romanzo storico coinvolgente, duro e delicato allo stesso tempo.

Ciò che racchiude veramente questo romanzo è “la vita delle donne”: i discorsi tipici (tra sorelle, per esempio), le paure, le preoccupazioni, i desideri, i pregiudizi e le consuetudini che da sempre accompagnano il sesso femminile.

In poche parole: la forza che ogni donna deve trovare per affrontare la quotidianità.

Il libro ha un ritmo di lettura medio: i fatti non sono mai troppo rapidi e le descrizioni (sia degli aspetti materiali e sia di quelli emotivi) rendono il racconto fluido e piacevole, sbalzi nell’andatura.

Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole e permette di percepire appieno l’atmosfera che vuole ricreare in ogni situazione: per esempio, il negozio in cui lavora Johanne e il laboratorio in cui lavora Ruth sono pressoché l’opposto, sia per come vengono descritti materialmente e sia per come le ragazze li percepiscono.

L’ambientazione, come anticipato è quella della Germania dell’800, molto affascinante.

In conclusione

Lo consiglio senza dubbio come buon romanzo storico. Inoltre contiene un bel messaggio sulle donne e per le donne.

Personalmente ho apprezzato praticamente tutto in questo romanzo: l’ambientazione, l’atmosfera, le protagoniste e lo stile!

Buona lettura!

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Fenix – La chiave di Thuta

Buongiorno lettori,

oggi vi parlo del libro Fenix – La chiave di Thuta.

Questa non sarà una vera e propria recensione, in quanto non vi parlerò di stile, lessico, ritmo, ma solo di trama e idee.

Fenix – La chiave di Thuta, infatti, è un libro ancora in fase di “elaborazione” ed è attualmente in prevendita su bookabook.it: come ben sapete, questa casa editrice pubblica tramite campagne di crowdfunding e questo libro si trova in campagna in questo momento… deve raggiungere le 200 copie per poter coronare il sogno dell’autrice e raggiungere il traguardo della pubblicazione!

Perciò, se vi va, date un’occhiata al sito della casa editrice e date una possibilità a questo libro!

Ora vi racconto qualcosa in più…

Il libro

Fenix è una ragazza di diciassette anni, vive a New York con la madre, non ha mai conosciuto il padre. Frequenta la Mendel High School, è piuttosto solitaria e non ha molti amici.

Il giorno del suo compleanno succedono alcuni fatti inaspettati: riceve un regalo da un ammiratore, la madre le promette la verità su suo padre… e in effetti verrà costretta a rivelarla!

La madre, Constantine, le fa anche un regalo: il suo Lapis Vitae…

Da questo momento la vita di Felix non sarà più la stessa, verrà proiettata in un mondo parallelo, fatto di Dormienti, Elfi, Mezz’elfi e creature fantastiche.

Un po’ per volta Felix dovrà abituarsi alla nuova vita, avrà modo di scoprire sé stessa e le sue origini (la parte più difficile di questo viaggio), scoprire la verità su suo padre e fare nuove amicizie.

 

L’idea

Benché l’inizio sia abbastanza consueto, questo libro contiene un’idea molto bella: quello di unire l’urban-fantasy al fantasy più tradizionale.

Troviamo, infatti, ambientazione e atmosfera moderne, soprattutto all’inizio  (tra vie caotiche di New York, scuola, partite, locali, ecc) e creature tipiche del fantasy classico, come per esempio gli elfi. Inoltre troviamo relazioni tra gli eventi e le gemme, i quattro elementi, la natura: questo dà al libro un ché di fiabesco e incantato.

 

In conclusione

Mi auguro che l’autrice possa realizzare il suo sogno e vedere pubblicato il suo libro 🙂 Mancano 83 giorni… Aiutiamola!!!

Questo è il link diretto al libro: Felix

Ah, quasi dimenticavo! Alla fine del libro c’è un questionario di 16 domande per scoprire a quale stirpe elfica si appartiene: io ho avuto un pareggio tra Fuoco e Aria, quindi sono per metà Amras e per metà Elwing… ora tocca a voi!

 

Vi riporto anche le informazioni date da bookabook e dall’autrice, in modo che possiate farvi un’idea più precisa:

Trama

Al compimento dei suoi diciassette anni, Fenix indossa per la prima volta il suo Lapis Vitae (gioiello elfico che racchiude l’anima di ogni figlio di Minhar), non sapendo che quella piccola gemma le cambierà la vita. Il suo custode, Redhmar figlio di Frya, riuscirà infatti così a trovarla e a consegnarle la Chiave di Thuta, piccola e dorata. La prima cosa che Redhmar le insegna è che anche la più piccola delle chiavi può aprire le porte di un mondo grandioso. La giovane scopre così di essere un’elfa, metà figlia di Minhar e metà figlia di Adham, con il diritto a frequentare i Giardini, scuola elfica per eccellenza, che si trova a Ethernity, la capitale di Miriël. Qui affronta la Porta del Vero Io, prova grazie alla quale i novelli, ogni anno, vengono divisi nelle quattro Stirpi: quella di Amras (Fuoco), la Stirpe di Elros (Terra), quella di Hidril (Acqua) e la Stirpe di Elwing (Aria). Ma ben presto Fenix capirà che quel mondo, apparentemente puro e incantato, nasconde in realtà molti segreti oscuri, finanche tremendi.

Perché ho scritto questo libro?

Ho sempre amato leggere e da qui è nato il bisogno di scrivere. Fu mia zia a insegnarmi l’amore per il fantasy e all’età di trentatré anni è morta, lasciandomi un grande vuoto dentro. Due anni fa ho subito un’aggressione, mi sono ritrovata in ospedale e lì ho immaginato Miriël, Ethernity, Fenix e la banda colorata. Credo sia stata una necessità, uno strano bisogno di evadere dalla realtà e devo dire che, grazie a questo racconto, la mia mente e la mia anima hanno ritrovato la pace.

Il paese degli addii

Il Paese degli addii è un libro contemporaneo e abbastanza tosto perché, nonostante la semplicità con cui affronta certi argomenti, rimangono comunque temi complicati.

Il libro

Se conoscervi è facile, comprendervi non lo è affatto, cari esseri umani.

Il Paese degli addii racconta, tramite un narratore decisamente inconsueto, la storia di Tareq e della sua famiglia.

Tareq è un ragazzino siriano, fa parte di una famiglia numerosa ed è il maggiore di 6 fratelli, vive con la madre, il padre, i fratelli e le sorelle in una zona che sta drasticamente cambiando a cause della guerra.

Un giorno come tanti, il palazzo di fronte alla casa di questa famiglia viene distrutto da un bombardamento; poco dopo, un altro bombardamento distrugge parte della casa in cui abitano.

Tareq si salva, così come una delle sorelle più piccole, Susan. Per Farrah, Salim, i due piccoli gemelli, e la madre non c’è scampo.

Da un momento all’altro, Tareq si ritrova con una famiglia decimata, la casa distrutta e soltanto corpi su cui piangere (uno dei fratelli non viene nemmeno ritrovato).

[…] è il vostro mondo che controlla me, non il contrario.
Io sono il Destino.

…è il Destino in persona a raccontare la storia, un narratore spesso preso in causa che, però, non si capacita di quanto l’uomo possa essere crudele e questo lo porti a incontrare le persone innocenti prima del tempo.

Dopo i bombardamenti, il padre di Tareq decide di partire per l’Europa con i due figli rimasti. Viene arrestato, ma può pagare un “riscatto” per essere libero: quella parte di denaro sarebbe servita per il viaggio.

Inizia in questo modo il viaggio di Tareq e della sua sorellina verso un mondo nuovo, in fuga dalla guerra.

Tareq, la sorellina e il padre attraversano la Turchia. Durante il viaggio, Tareq incontra Jalima, una ragazzina afghana di cui si innamora.

Dopo peripezie e incontri di vario genere, Tareq e la sorellina giungono in Grecia, dove – ancora una volta – il Destino gioca la sua carta: un incontro inaspettato, una nuova speranza: Alexia.

Alexia è una ragazza americana in vacanza sulle isole greche che, dopo aver conosciuto la situazione dei profughi, decide di diventare volontaria e aiutarne il più possibile…

Un viaggio, vite che si incrociano, un Destino che spettatore e non sempre colpevole di ciò che accade: Il Paese degli addii.

Oltre la trama…

L’ambientazione cambia ripetutamente, seguendo il viaggio dei protagonisti. L’atmosfera cambia di conseguenza, passando dalla confusione iniziale alla pace finale.

Il ritmo di lettura è medio, nonostante la quantità di eventi narrati non è mai troppo veloce. Lo stile è semplice e diretto, utile per passare al lettore i messaggi desiderati.

La narrazione è sicuramente il punto di forza di questo libro: il Destino veste i panni del “saggio” spettatore che vede tutto e racconta il bene e il male di ogni cosa.

Ciò che conta il questo libro è, però, il messaggio che vuole trasmettere: benché quella raccontata non sia una storia vera, è la storia di molti; è la storia delle guerre e della crudeltà; è la storia di persone che vanno incontro ad un destino che non hanno cercato.

In conclusione

Lo consiglio ad ogni tipo di lettore, è una lettura adatta ad ogni età e gusto. Lo consiglio particolarmente a lettori in età adolescenziale, che può immedesimarsi nei protagonisti ed avere un’idea di situazioni critiche come quelle delle zone colpite dalle guerre.

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Ringrazio Giunti Editore per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima, vi lascio il link per l’acquisto su GiuntiAlPunto.

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Rock Springs

Rock Springs è una raccolta di racconti brevi di Richard Ford, ambientati tra il Wyoming e il Montana. Ho comprato questo libro principalmente per due motivi: da parecchio tempo volevo avvicinarmi alla lettura di Ford e mi è sembrato opportuno farlo da una raccolta di racconti, e poi perché il titolo del libro è il nome della città in cui abita una cara amica e mi ha incuriosito molto.

In realtà sono stata piacevolmente sorpresa da questo libro perché, benché i temi siano ricorrenti, racconta momenti di vita di persone comuni che si adattano e si arrangiano per sopravvivere tra roulotte, macchine rubare e motel. Ora vi spiego tutto…

Il libro

Rock Springs è una raccolta di 10 racconti ambientati tra il Wyoming  e il Montana. I temi trattati, come anticipato poco fa, sono ricorrenti: divorzi, relazioni tormentate, vite al limite, rapporti tra genitori e figli, furti e vite on the road.

Fattori determinanti in questo libro sono lo stile dell’autore e l’atmosfera che riesce a ricreare: si ha la sensazione di essere seduti al bancone di un locale, davanti ad un bicchiere di whisky, con un signore barbuto e malinconico che racconta storie di vite parallele…

Pensavo che la differenza tra una vita fortunata e una meno, […] consisteva nella capacità che avevi di toglierti queste cose dalla mente e di non lasciarti impressionare da loro, e forse, anche, da tutte le grane come questa che dovevi affrontare in una vita. Per fortuna o di proposito avevano tutti avuto meno grane e, in virtù della loro indole, le avevano dimenticate più in fretta. E questo è quello che volevo per me. Meno grane, meno ricordi di seccature.

Il ritmo di lettura è medio e i racconti sono piuttosto brevi, quindi il libro si legge velocemente e senza fatica. L’atmosfera è sempre piuttosto malinconica e nostalgica, ma è proprio questo a dare il giusto peso alle trame dei racconti.

L’ambientazione è, appunto, tra questi due stati americani, anche se prevale il Montana, mentre il Wyoming viene menzionato solo in un paio di racconti (Rock Springs si trova appunto nel Wyoming ed è il titolo sia di uno dei racconti e sia della raccolta).

Trattandosi di vicende ambientate principalmente tra strade, macchine e motel, l’atmosfera e l’ambientazione cambiano simultaneamente, così come le emozioni e le sensazioni che i protagonisti trasmettono.

Le cose più importanti della vita possono cambiare così bruscamente, in un modo così irrecuperabile, che uno le può dimenticare, loro e il contesto in cui si sono svolte, tanto si è distratti dalla casualità dell’accaduto e da tutto ciò che potrebbe succedere ancora e ancora succederà.

In conclusione

Rock Springs è un libro nostalgico e un po’ malinconico ma molto bello e ben scritto! Lo consiglio a chi volesse conoscere l’autore, come ho fatto io, iniziando dai racconti! 🙂 Buona lettura!

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