H.P Lovecraft

Howard Phillips Lovecraft, nato nel 1890 a Providence negli Stati Uniti e morto nel 1937, è stato uno scrittore, poeta e critico letterario; insieme ad Allan Poe è considerato uno dei maggiori scrittori horror e inventore della fantascienza moderna.

Lovecraft e l’Horror cosmico.

Lovecraft è noto come il maestro dell’horror cosmico: quella tipologia di racconto che non crea angoscia sfruttando ciò che si può immaginare ma piuttosto ciò che non si riesce nemmeno a descrivere.

L’horror di Lovecraft non si basa sulla presenza di un maniaco armato o qualche spirito rancoroso; piuttosto sfrutta la piccolezza e precarietà della condizione umana di fronte alla grandezza del cosmo ed i misteri che esso cela. Molte volte, infatti, i guai iniziano nel momento in cui l’uomo crede di poter sfruttare il proprio intelletto e la propria scienza per comprendere il mistero che ha di fronte, il quale si rivelerà ben al di fuori della sua portata. 

Mythos.

Lovecraft è anche noto per la creazione del proprio, complesso, universo con le proprie divinità e mitologia (“mythos”, nei racconti). Le divinità lovecraftiane rappresentano al meglio il suo concetto di cosmo ed il modo in cui interagisce con il genere umano. Dal celeberrimo Cthulhu, che attende sognando in attesa del proprio risveglio, per portare pazzia e distruzione: proprio come una rivelazione insopportabile per la mente umana; al più oscuro Nyarlathotep che muta forma e tende i fili degli esseri umani, rappresentando le varie fedi in cui le persone possono credere.

Letture consigliate.

Per ogni “novizio” al genere la mole di contenuti scritta da Lovecraft e da tutti i suoi successori può creare confusione. Come introduzione al genere lovecraftiano è sicuramente consigliabile leggere “Dagon” di H.P. Lovecraft, una breve storia che proietta direttamente nel pensiero e nello stile dell’autore. Le novel di Lovecraft non hanno un ordine cronologico ma contengono numerosi riferimenti; fra i racconti “must read” raccomandiamo: Il colore venuto dallo spazio, The call of cthulhu, Alle montagne della follia, Ratti nei muri e L’orrore di Dunwitch.

 

“The most merciful thing in the world, I think, is the inability of the human mind to correlate all its contents. We live on a placid island of ignorance in the midst of black seas of infinity, and it was not meant that we should voyage far. The sciences, each straining in its own direction, have hitherto harmed us little; but some day the piecing together of dissociated knowledge will open up such terrifying vistas of reality, and of our frightful position therein, that we shall either go mad from the revelation or flee from the light into the peace and safety of a new dark age.”


Recensioni libri Lovecraft

I maestri dell’horror

Ottobre è il mese dell’horror, dello stupore e della paura. Per questo motivo, sul blog, pubblicheremo una serie di articoli dedicati ai maestri dell’horror nella letteratura mondiale.

Il terrore può nascere nelle menti dei lettori in diversi modi, ed ognuno dei maestri che approfondiremo nelle prossime settimane ha contribuito alla creazione di una particolare tipologia di horror.

I maestri dell’horror: gotico.

Dracula: non occorrono altre parole per descrivere il mistero, il carisma e il terrore che Bram Stoker ha instillato nei suoi personaggi e nelle sue storie; tra tutte la più famosa, appunto, Dracula.

L’horror gotico è ormai parte della cultura moderna, i vampiri hanno subito centinaia di mutazioni nel tempo, così come i lupi mannari. Ma il concetto fondamentale è sempre lo stesso: mescolare una belva feroce o inquietante con la malvagità e l’ingegno tipici dell’essere umano.

I maestri dell’horror: “classico”.

Quante volte, leggendo un libro o guardando un film horror, vi è capitato di avere un’immagine impressa nella retina o nella mente: la luna piena illumina, un cimitero, corvi volano verso l’orizzonte staccandosi da un ramo di un albero morente; albero sul quale riposa, in eterno, quello che era il protagonista del racconto, impiccato? Se queste immagini vi hanno suscitato dei ricordi, molto probabilmente vi siete imbattuti nell’horror che prende ispirazione dal maestro Edgar Allan Poe: poeta e scrittore.

I maestri dell’horror: cosmico.

Ed eccoci finalmente all’inventore della fantascienza, dell’horror cosmico: Howard Philips Lovecraft. L’horror cosmico non usa sangue, fantasmi o assassini ma usa la paura che è instillata da sempre nel genere umano: la paura dell’ignoto.

Le storie di Lovecraft spingono la mente dei protagonisti, e del lettore, in luoghi nei quali non sarebbe mai dovuta stare e sfruttano ciò che non si può conoscere, ciò che non si può descrivere per far sentire indifeso il lettore.

I maestri dell’horror: simbolico.

L’horror migliore è quello che usa le forti immagini caratteristiche del genere per inviare un messaggio, una critica o raccontare una storia molto più complessa di quella che appare in superficie.

E’ molto più semplice da spiegare con un esempio.
Un uomo decide di intraprendere un viaggio verso luoghi sconosciuti del globo, pur sapendo che Dio glielo vieta, nell’aldilà la sua punizione è quella di bruciare in eterno: come la sua insaziabile curiosità.

Il maestro dell’horror simbolico, oltre che della letteratura in generale, Dante ha creato il genere nell’Inferno della Divina Commedia; in seguito altri autori hanno preso spunto dalle allegorie del sommo poeta per creare opere del terrore più profonde e complesse. 

Nelle prossime settimane analizzeremo ognuno di questi autori, sottolineando la loro influenza nel genere horror e nella letteratura in generale. Non mancate!


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Regina di ossa

Regina di ossa Book Cover Regina di ossa
Alisa Kwitney
Retelling
Giunti
2019
Copertina rigida
336

Quando Elizabeth Lavenza si iscrive a Ingold, prima e unica studentessa di Medicina, capisce subito che dimostrare quanto vale a compagni e professori sarà cosa ardua. Così quando s'imbatte in un bio-meccanico difettoso – una delle creature che la scuola sta riportando in vita, usando cadaveri di giovani uomini allo scopo di addestrare un esercito di soldati-automi da spedire in guerra – si offre di ripararlo per farsi notare. Ma questo bio-meccanico sembra aver conservato ricordi, sentimenti... e una coscienza. Elizabeth scopre che si tratta di Victor Frankenstein, brillante studente di Ingold deceduto in circostanze misteriose, e ne è pericolosamente attratta. Si ritrova così invischiata in una rete di segreti, intrighi e oscuri esperimenti che paiono implicare la Regina Elisabetta.

Regina di ossa è un retelling in versione femminile di Frankenstein di Mary Shelley, edito da Giunti Editore.

Recensione: Regina di ossa

Regina di ossa racconta la storia di Elizabeth Lavenza, la giovane americana che, per seguire le orme del padre, si reca nello Yorkshire per frequentare la facoltà di medicina, pur essendo l’unica donna ad aver mai tentato fino a quel momento.

La facoltà di medicina, infatti, è aperta solo agli uomini, mentre le donne frequentano infermieristica, essendo ritenute adatte a questo ruolo e non all’altezza del mestiere di medico.

Proprio per questo motivo Lizzie incontra diverse difficoltà: una su tutte, l’astio di professori e compagni che cercano di metterle i bastoni tra le ruote.

Tuttavia Lizzie non si lascia sopraffare e continua le ricerche e gli esperimenti del padre.

Nella scuola si creano i biomeccanici, “persone” vive per metà che servono per l’esercito della regina d’Inghilterra.

Lizzie conosce per caso uno di questi pazienti, un certo Victor Frankenstein, con il quale porta avanti la terapia di suo padre fino ad ottenere risultati sorprendenti!

Ma questo è solo l’inizio perché Victor porta con se i misteri più macabri della scuola di Ingold e non solo…

Oltre la trama

Regina di ossa è un libro young adult, un libro per ragazzi, e bisogna leggerlo essendone consapevoli; vale a dire che non ci si può immaginare di avere tra le mani il grande classico che è Frankenstein di Mary Shelley.

Ad ogni modo come libro funziona e, considerandolo per quello che è, lo si può apprezzare sicuramente: la trama è ben costruita, non mancano i colpi di scena, le difficoltà da superare e un pizzico d’amore complicato che rende la lettura ancora più coinvolgente.

“Young adult” è semplicemente un modo per definirne il target ma definirne il genere non è semplice: ha elementi dell’horror, del giallo e del romanzo rosa.

Ambientato in un’Inghilterra d’epoca vittoriana, lascia trasparire un’atmosfera cupa e vagamente dar, tra corridoi bui e laboratori di medicina. L’atmosfera cambia completamente (come anche l’ambientazione) sul finale, quando si ha una svolta decisiva per i due protagonisti.

Lo stile dell’autrice è molto semplice, adatto al pubblico di riferimento ma capace di catturare l’attenzione anche dei lettori “più adulti” in cerca di una lettura piacevole e  non eccessivamente complicata.

Fatta eccezione per alcuni termini medici legati alla strumentazione in voga all’epoca, il lessico utilizzato è moderno ma non fuori luogo o contrastante con la storia narrata.

I protagonisti sono essenzialmente due: Lizzie e Victor. Entrambi ben descritti e caratterizzati, soprattutto dal punto di vista caratteriale.

Gli antagonisti, invece, cambiano con il susseguirsi delle vicende: le persone su cui ricade l’odio inizialmente cambiano veste verso la fine, e viceversa.

Il personaggio di Lizzie è volutamente caratterizzato per sottolineare la sua determinazione e la sua volontà di emanciparsi nonostante l’epoca… A mio parere, questo è anche il messaggio principale contenuto nel libro: mai arrendersi e inseguire i propri desideri nonostante pregiudizi e convenzioni.

In conclusione

Consiglio la lettura di Regina di ossa agli amanti dei retelling e agli appassionati di Frankenstein, che potranno aggiungere un nuovo pezzetto alla collezione.

Ovviamente è un libro adatto a tutti: ragazzi ma anche adulti. Una lettura facile, veloce e piacevole.

Buona lettura!


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Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde

Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde Book Cover Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde
Robert Louis Stevenson
Fantascienza, Classici
Giunti
2012
Copetina flessibile
144

Nella Londra fuligginosa di fine Ottocento si aggira un essere dall'aspetto ripugnante che commette crimini terribili per poi scomparire nel nulla. La sua identità è un mistero per tutti, tranne che per l'insospettabile Dr. Jekyll...

Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde è un grande classico di Stevenson, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo in quanto primo romanzo nel suo genere.

Recensione | Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde

Una cosa è certa: quell’uomo ha un aspetto fuori dal comune, eppure non saprei indicare un solo dettaglio anormale. Non so che dire, mi arrendo, non sono in grado di descriverlo. E non per un vuoto di memoria, perché vi assicuro che lo vedo come se lo avessi di fronte a me in questo momento. .

Il libro

Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde è un grande classico di Stevenson, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo in quanto primo romanzo nel suo genere.

Si tratta un libro piuttosto breve ma intenso: lo stile di scrittura di Stevenson è particolarmente scorrevole e questo fa in modo che il lettore si concentri maggiormente sulla trama e sui personaggi, arrivando alla conclusione senza nemmeno accorgersene. La storia, conosciutissima, narra del buon Dr. Jekyll e dei suoi esperimenti sullo sdoppiamento della personalità. Già dalle prime pagine compaiono i primi fatti allarmanti e brutali: il primo tra tutti è quello della bambina che viene pestata e lasciata dolorante sul ciglio della strada.

Il lettore entra in questo modo in un vortice di eventi e spiegazioni o ipotesi fatte dai protagonisti – in particolare Utterson, il dottore – che coinvolgono sempre di più, fino ad arrivare a svelare il mistero che sta dietro a questi eventi.

Un enorme punto a favore dell’autore è dato dall’atmosfera: la resa di ciò che viene narrato è tale da rendere i luoghi e i fatti immaginabili nel minimo dettaglio. Questo si unisce alla descrizione dell’ambientazione: una Londra cupa e grigia, che cambia aspetto al cambiare delle scene.

Con la stessa cura con cui viene descritta l’ambientazione, vengono descritti i personaggi: sono pochi, ma minuziosamente curati sia nell’aspetto fisico che in quello psicologico. Ogni personaggio ha una doppia possibile interpretazione, oltre ovviamente al Dr. Jekyll, con momenti di dubbio e spesso tratti ironici.

Il ritmo di lettura è decisamente veloce, soprattutto grazie allo stile dell’autore. Si seguono i personaggi e le loro vicende fino alla fine, con curiosità, nonostante la storia sia più che conosciuta.

Il finale è scontato semplicemente perché la storia è conosciuta ma credo che all’epoca in cui è stato pubblicato abbia fatto un bel po’ di scalpore e che abbia ancor oggi molto da insegnare.

Il Dr. Jekyll e Mr. Hyde rappresentano un intero filone letterario e, prima di tutto, un concetto molto profondo che risiede nei meandri della mente umana: i due lati di una persona, quello buono e quello cattivo; quando è giusto che prevalga uno piuttosto che l’altro? Quando si “dividono” nettamente generando a tutti gli effetti due persone? Fino a che punto è giusto indagare sui possibili effetti degli esperimenti sulla mente umana?

Più che la degenerazione di un mio difetto, fu quindi la natura troppo esigente delle mie aspirazioni a fare di me quello che sono stato e a scavare in me un solco – più profondo  che negli altri – fra il bene e il male, le due province che scindono l’uomo e ne compongono la duplice natura.

In conclusione

Consiglio questo libro per diversi motivi. Il primo luogo perché è un classico e fa sempre bene leggere un classico. In secondo luogo perché, contrariamente a quanto si possa pensare, si legge tutto d’un fiato appassionandosi all’atmosfera e ai personaggi e arrivando alla fine desiderando che il libro non finisca. Leggetelo!

Per tutte le altre recensioni vi rimando alla pagina INDICE

 

Le montagne della follia

Le montagne della follia Book Cover Le montagne della follia
H.P, Lovecraft
Horror
Copertina rigida

"Le montagne della follia" di Howard Phillips Lovecraft racconta il catastrofico esito di una spedizione nelle profondità inesplorate del continente antartico. Farnsworth Wright rifiutò di pubblicare l'opera su "Weird Tales" perché, a detta dell'editore, troppo lunga. L'orrore, per stereotipo, necessita di poche molecole di azoto, di respiri corti, mutili, di un sentimento di morte improvvisa accompagnato da brevi, fulminanti agonie: chi potrebbe sopportare uno spavento protratto oltremisura nel tempo? E invece tra le montagne della follia l'eco della paura si centuplica di grotta in grotta, e la resistenza dei personaggi e del lettore è spinta al limite della sopportazione. Il Saggiatore ripropone questo classico in una traduzione finalmente completa, che rifugge la tentazione di ricondurre a una mal compresa «piacevolezza» lo stile ossessivo, tassonomico, rituale di Lovecraft. Nella sua prosa l'orrore opera sempre nella stanza accanto, senza fare ostaggio di testimoni oculari; riempie le tubature e si riverbera fonicamente tra le pareti (Tekeli-li! Tekeli-li!), in un linguaggio nero che esisteva già prima del linguaggio umano e della parola, e che l'uomo non può decifrare; emana miasmi intollerabili e sconosciuti; lascia tagli ed escoriazioni ovunque. Ma non si vede. O almeno, non si vede mai del tutto: si cela nei cunicoli, dietro rocce cadute, al fondo di abissi glaciali. Così si compone il paesaggio delle "Montagne", dipinto da un pittore alieno: in un simile sacro bosco, sovrumano, dove catene montuose di ardesia precambriana si alzano fino all'orlo inimmaginabile del pianeta, l'uomo diventa cacciagione, preda, o addirittura campione scientifico da sezionare e notomizzare, crudamente, come un esemplare di animale raro appena scoperto. La geografia antartica descritta da Lovecraft, però, è anche e soprattutto una geografia interiore, di certe latenze oniriche castrate dal meccanismo di rimozione, in cui una potenza cosmica anteriore al Cretaceo o all'Eocene – e a qualsiasi categoria temporale postulabile dall'umana ragione – imperversa originando forme inaudite, abissi impercorribili, vette impossibili da scalare. E agguanta e annichila tutto ciò che le si para davanti.

✒ “Bisognava stare attenti alla propria immaginazione, all’ombra di quelle montagne della follia”.

✒ “Esso (si riferisce al viaggio) segnò per me la fine, all’età di cinquantaquattro anni, della pace e dell’equilibrio che le menti normali posseggono grazie alla loro abitudinaria concezione della Natura e delle leggi di Natura”.

✒ “Per farsi un’idea anche solo rudimentale dei nostri pensieri e delle nostre sensazioni nel penetrare in quel labirinto costruito da mani inumane, che da eoni non conosceva che silenzio, bisogna ricomporre un caos disperatamente sconcertante di umori effimeri, ricordi e impressioni”.

?Incipit

Mi vedo costretto a parlare perché gli uomini di scienza si rifiutano di seguire il mio consiglio senza prima conoscerne le ragioni.

? Sinossi

Il basso sole antartico di mezzanotte rosseggiava sull’orizzonte meridionale tra le spaccature delle rovine frastagliate, e la terribile antichità e mancanza di vita della spaventevole città sembravano ancora più estreme. Il cielo sopra di noi era un’opalescente masse di tenui e turbolenti vapori di ghiaccio, e il freddo ci attanagliava le viscere.

[descrizione ufficiale dell’edizione Il Saggiatore] Ambientato in Antartide, racconta quanto accaduto a una spedizione scientifica alle prese con reperti antichi milioni di anni. In una terra di ghiaccio e di morte senza tempo, il gruppo s’imbatte in campioni zoologici che, apparentemente, non provengono da questo pianeta. Le difese della razionalità illuminista cadono, una a una, di fronte all’impossibilità di spiegare con la logica il quadro che inesorabilmente si prefigura. Una serie di colpi di scena da incubo spingono i protagonisti sull’orlo della pazzia e l’avventura finisce in tragedia, catapultando il lettore in un mondo visionario dominato dal terrore e dall’angoscia. La nuova traduzione resta il più possibile fedele al testo originale, senza semplificazioni né asciugature, conservando il ritmo glaciale e ipnotico della prosa lovecraftiana.

Trama

Un’esplorazione scientifica nell’Antartico, con l’intento di accumulare importati dati sulla conformazione geologica di quella zona, porta sedici individui – tra scienziati e tecnici – ad affrontare, invece, uno sconvolgente scenario, che nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare.

La vicenda è narrata dal geologo del gruppo, che narra la storia dopo esserne uscito sano (quantomeno fisicamente) e salvo: la sua intenzione è quella di far conoscere al mondo gli orrori di cui è stato testimone ed evitare che altre spedizioni possano verificarsi in futuro.

Per prima cosa, scoprono una catena montuosa imponente, più grande di tutte quelle conosciute fino a quel momento: montagne di dimensioni irreali, caratterizzate da un’atmosfera inquietante e capace di provocare allucinazioni – o forse no.

Tra queste montagne scoprono una caverna, che contiene degli essere viventi mai visti prima, rimasti intatti a causa del congelamento protrattosi per milioni di anni. Ne prelevano uno per analizzarlo: la prima ipotesi è che si tratti di un anfibio, benché abbia anche alcune caratteristiche di un mammifero, piuttosto che di un uccello e così via.

La spedizione viene, quindi, organizzata nel dettaglio: una base operativa con mezzi scientifici all’avanguardia e il supporto di diversi cani, sono la chiave per arrivare ad una spiegazione logica per questo misterioso ritrovamento.

Tuttavia, i cani sono come impazziti dopo aver percepito la presenza di questi strani esseri congelati. Per questo motivo, vengono rinchiusi in un recinto, realizzato con ghiaccio e neve, abbastanza lontano dalla base da garantire la tranquillità dei cani, che altrimenti avrebbero fatto a pezzi i resti degli esseri sconosciuti.

Ricerche più approfondite, portano a definire gli strani esseri “Antichi”, in quanto la loro presenza sulla Terra deve risalire a milioni e milioni di anni prima.

Fino a questo momento, le ricerche sono state possibili grazie alla suddivisione degli esploratori in due gruppi e alla comunicazione costante tra loro, per poi diffondere le notizie al resto del mondo – ovviamente limitando i dettagli.

Il gruppo del professor Lake, autore della scoperta, interrompe le comunicazioni col campo base il giorno dopo il ritrovamento. Il narratore e altri esploratori decidono di controllare cosa sia successo. Arrivati al campo di Lake tramite l’ultimo aereo rimasto, trovano solo cadaveri di uomini e cani e nessuna traccia delle strane creature.

Il gruppo capitanato dal professor Lake interrompe le comunicazioni dopo l’analisi dei resti degli esseri misteriosi: il narratore e il suo compagno di viaggio – Danforth – si recano, quindi, al campo base, ma trovano solo i corpi senza vita dei compagni e dei cani, mentre i resti degli animali misteriosi sono spariti.

A questo punto i due superstiti non hanno alternative, se non tornare sul logo dell’esplorazione per trovare una spiegazione al terribile massacro. Dopo la prima escursione aerea, trovano un altopiano con i resti di una città dalle dimensioni indescrivibili, realizzata in arenaria e saponaria. Ipotizzano che possa trattarsi di una città degli Antichi, molto evoluta nonostante il periodo a cui risale.

Decidono di esplorare la città a piedi; sono, quindi, costretti ad atterrare all’interno della città immensa: qui trovano sculture e raffigurazioni, estremamente dettagliate nonostante le dimensioni ciclopiche, che consentono loro di ricostruire la storia degli antichi, attraverso i vari mutamenti che la Terra ha subito nel corso della storia.

Le sculture e le raffigurazioni narrano la storia degli Antichi, suddivisi tra popolo di mare e di terra, i discendenti di Cthulhu, i Mi-Go e gli Shoggoth: una descrizione molto accurata delle sembianze e delle vicissitudini di queste creature accompagna il lettore in un lungo viaggio attraverso la mitologia Lovecraftiana, fino al racconto degli scontri tra gli antichi e la stirpe di Cthulhu.

A questo punto il geologo e il suo compagno, scoprono un tunnel che conduce agli abissi e decidono di esplorarlo: durante questa fase, trovano il resti del compagno e del cane scomparsi dalla base, congelati.

La loro deduzione è, quindi, che gli Antichi non fossero morti ma solo ibernati e che siano stati risvegliati dalle loro ricerche: a questo punto, spaventati e confusi dalla presenza di questi strani esseri – gli umani – gli Antichi hanno reagito tentando di capire cosa fossero; pare, infatti, che gli Antichi abbiano eseguito una sorta di autopsia sull’uomo e sul cane.

I due proseguono ancora all’interno del tunnel, fino a trovare un gruppo di pinguini giganteschi, albini e ciechi. Successivamente trovano altri Antichi, mutilati e sanguinanti, e questo li porta a dedurre che le mutilazioni siano avvenute durante uno scontro recente. I corpi degli Antichi sono senza testa: gli è stata strappata, non tagliata e, dopo innumerevoli supposizioni, i due esploratori apprendono che uno Shoggoth è ancora in vita ed è capace di assumere qualsiasi forma voglia.

A questo punto Lovecraft narra la storia degli Shoggoth e di ciò che si cela ancora oltre la catena montuosa: pare che il suo compagno di viaggio abbia visto qualcosa di ancora più terribile rispetto a quanto raccontato finora…

 

? Il libro:

Lo stile con cui è scritto questo romanzo è, a dir poco, geniale: Lovecraft utilizza una narrazione in prima persona (attraverso la figura del geologo) per raccontare i fatti di cui questo individuo è venuta a conoscenza. Sembra che il narratore sia spaventato e timoroso nel rivelare al mondo ciò che ha visto ma, allo stesso tempo, si sente in obbligo a farlo, per evitare che altre persone possano perdere la vita nel tentativo di svelare cosa si cela sulle montagne della follia: questo rende il racconto ancora più misterioso e cupo ma, allo stesso tempo, tiene il lettore incollato alle pagine.

La narrazione è elegante e dettagliata, come se fosse una spiegazione, una lezione – con i lunghi periodi articolati che caratterizzano la prosa dell’autore – e rende questo testo una base solida per tutta la letteratura horror. Nonostante sia scritto in modo ipnotico e pacato, il ritmo del racconto non lascia un attimo di respiro al narratore e al lettore: anche quando vengono elencati dettagli sull’architettura degli Antichi, piuttosto che sulle autopsie e quant’altro, c’è sempre qualcosa di indispensabile per la storia.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. Lo stile, soprattutto per la narrazione elegante e pacata in contrasto con ciò che realmente viene narrato;
  2. l’ambientazione: il ghiaccio, il freddo, la neve, rendono la storia ancora più misteriosa;
  3. il personaggio del geologo: timoroso ma allo stesso tempo coraggioso, per sempre traumatizzato dalle sue scoperte.

?  Cosa ne penso?

Credo sia uno dei libri da leggere assolutamente, soprattutto per gli amanti dell’horror e del mistero. Ispiratosi ad Edgar Allan Poe, Lovecraft rimane una colonna portante di questo genere letterario.