Il colore ORO
…il colore oro che fa parte della storia dell’uomo sin dall’antichità, assumendo significati e utilizzi differenti nel corso del tempo, ma comunque sempre presente in ogni luogo e periodo storico. Questo perché non si tratta semplicemente di un colore ma di un materiale, un metallo prezioso.
- Antica Grecia: l’oro è nella mitologia come simbolo e nella realtà come ornamento.
- Antico Egitto: si può dire che l’oro sia l’Antico Egitto, e viceversa.
- Antica Roma: come in Grecia, l’oro è simbolo di sfarzo e benessere, è la moneta, è il simbolo di un Impero rigoglioso.
- Popolo vichingo: secondo alcuni ritrovamenti, questo popolo ha utilizzato le antiche monete d’oro romane per scambi commerciali.
- Sud America: Eldorado, ed è tutto detto.
L’elenco potrebbe essere interminabile, se si pensa che per ogni singola civiltà e luogo sul pianeta si può trovare un nesso con l’oro.
E, proprio per questo, da sempre utilizzato in diverse forme d’arte: dalla lavorazione del metallo stesso alla pittura, dalla scultura all’arte orafa, e così via (l’arte sacra è particolarmente caratterizzata dalla presenza di elementi in oro o di colore oro).
IL MEDIOEVO E L’ARTE ORAFA
L’oro viene utilizzato nell’arte con maggiore intensità nel Medioevo: periodo in cui questo colore assume il significato vero e proprio di ciò che non è reale. Ed ecco che si diffonde l’utilizzo dell’oro nell’arte sacra: dipinti, sculture, raffigurazioni religiose di ogni genere.
Proprio durante il Medioevo, il colore oro utilizzato nelle opere d’arte, viene realizzato da artigiani (chiamati Battiloro), che ricavano minuscole pagliuzze di metallo dalla battitura delle monete: è il primo colore a non essere ricavato da pigmenti naturali (pietre, vegetali o animali).
L’oreficeria diventa la vera e propria “arte guida” del Medioevo. Il periodo di transito tra la caduta dell’Impero Romano e la nascita dei regni barbarici, porta ad un mutamento dell’arte: dall’architettura e scultura si passa alla lavorazione del legno e dei metalli.
A partire dalla seconda metà del V secolo, inoltre, molte di queste popolazioni si convertono al cristianesimo, portando le loro arti nel mondo liturgico e nei temi iconografici tipicamente cristiani, diventa così la tecnica guida per tutto l’Alto Medioevo.
L’arte orafa è, poi, lo spunto per altre tecniche particolarmente utilizzate in questo periodo storico: bassorilievi in pietra, miniature e decorazione di libri (praticata per la maggior parte dai monaci irlandesi).
L’arte orafa trasforma la rappresentazione della realtà in simbolismo: i Celti, per esempio, mirano a creare dei simboli facilmente riconoscibili, piuttosto che a riprodurre la realtà tale e quale.
TAVOLE A FONDO ORO
Prima dello sviluppo della prospettiva, la tipologia di dipinto più diffuso – soprattutto nell’arte sacra – è la pittura su tavola a fondo oro: le figure “piatte” vengono rappresentate su un fondale dorato, su una o più assi di legno (con, solitamente, il perimetro rinforzato da ferro e chiodi).
Prima di realizzare il dipinto, è necessario far realizzare la cornice, la struttura in ferro e sagomare le tavole, in seguito si stende una sottilissima lamina creata battendo una goccia d’oro zecchino tra due pelli. Infine viene realizzato il dipinto con colori a tempera, fissato con vernici lucide.
CUPOLA DI SAN LORENZO – 4 luglio 1442
Dove cercare l’oro se non in un cielo stellato? La cupola della vecchia sagrestia di San Lorenzo a Firenze è una rappresentazione particolarmente significativa della volta celeste.
Forse non tutti sanno che la rappresentazione iconografica dello zodiaco ha attraversato più di tre millenni, mantenendo il proprio significato invariato: dalla Babilonia alla Grecia, dall’Antico Egitto al Cristianesimo.
La fascia che unisce Sole, Luna, e i pianeti visibili a occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) racchiude i dodici simboli dello zodiaco che, nonostante siano passati attraverso popolazioni e culture diverse, hanno mantenuto invariati il nome, la sequenza, la raffigurazione e le caratteristiche dei segni.
Tornando alla cupolina: si trova sopra l’altare della sagrestia vecchia in San Lorenzo, a Firenze, progettata da Brunelleschi, rappresenta una mappa del cielo estremamente fedele (Sole, meridiani, costellazioni zodiacali, ecc)… il cielo rappresentato è quello del 4 luglio 1442: il Sole è posizionato sulla costellazione del Cancro, posto tra Leone e Gemelli.
L’opera strabiliante è stata realizzata da Giuliano d’Arrigo con foglia d’oro e azzurrite, con la collaborazione dell’astronomo Paolo Dal Pozzo Toscanelli (amico di Brunelleschi e legato alla famiglia Medici).
Un’opera conservata perfettamente, che ci mostra esattamente come si presentava il cielo sopra Firenze il 4 luglio del 1442.
ORO-DENARO (1500/1600)
Nel mondo dell’arte sacra, l’oro è conosciuto – oltre che come simbolo di tutto ciò che è divino – anche come “vile denaro“: in molte opere vengono riportate scene in cui Cristo condanna l’uso peccaminoso della ricchezza.
Tuttavia, con il passare del tempo, il denaro assume un significato più legato all’ambito professionale che a quello religioso: un esempio su tutti è il dipinto di Quentin Massys Il cambiavalute e la moglie, realizzato nel 1514.
Più di un secolo dopo, nel 1627, Rembrandt, offre una nuova raffigurazione di un professionista all’opera con monete d’oro: Il cambiavalute (o Parabola del vecchio avaro), dando una propria interpretazione della pittura caravaggesca.
Ritrae un uomo, collocato in un interno disordinato e pieno di libro e fogli di carta, nell’atto di scrutare una moneta al lume di candela: l’opera ha avuto diverse interpretazioni – dalla parabola evangelica del vecchio avaro, al ritratto di un cambiavalute.
KLIMT (1900)
Il “periodo d’oro” di Klimt raffigura quello che, il realtà, è anche un periodo storico ben preciso: la Belle Epoque: le sue opere realizzate in questo periodo metto in evidenza, non solo le capacità dell’artista, ma anche il pregio dei materiali utilizzati nella realizzazione. Il bacio è forse l’opera più celebre e significativa sotto questo punto di vista: i protagonisti sono avvolti da un alone d’oro che li colloca in un mondo ultraterreno, distante dalla realtà. I motivi geometrici sugli abiti di ognuno permettono di distinguere la figura maschile da quella femminile, nonostante la loro posizione e vicinanza, così come lo sfondo si distingue dalle figure grazie ai motivi geometrici differenti: il tutto è immerso nell’oro, che crea un’atmosfera surreale e affascinante.
altri articoli sull’arte: Museo AStratto