Social Science
2021
304
Se un mostro è un corpo spaventoso perché fuori controllo, una donna mostruosa è una donna libera dal controllo dell'uomo. "Il mostruoso femminile" è un saggio sulla natura selvaggia della femminilità, che viaggia tra mito e letteratura, cronaca nera e cinema horror, mostrando la primordiale paura che il patriarcato nutre da sempre nei confronti delle donne. Da "L'esorcista" alla dea babilonese Tiamat, dalla biblica Lilith a "Giovani streghe", attraversano leggende e vite dimenticate, Jude Ellison S. Doyle compie un viaggio alla scoperta dell'oscura potenza delle donne, rivendicando l'orrore come forza creatrice, capace di rompere le catene millenarie dell'oppressione patriarcale.
Il mostruoso femminile è un saggio sulla figura della donna e il ruolo che ha avuto nei secoli, nonché su come è stata demonizzata a più riprese da parte della cultura di massa.
Un saggio corposo e pieno di spunti di riflessione, è un libro delicato e feroce. È un libro che fa male, perché mette insieme tutto ciò che ogni donna sa e sente dentro di sé come retaggio di generazioni su generazioni di madri e figlie che lottano nell’ombra contro un patriarcato e una misoginia che hanno impregnato ogni ambito della loro quotidianità.
Si può analizzare questo saggio in molti modi perché contiene moltissimi riferimenti diversi: dall’antichità ai giorni nostri, dalla mitologia alla religione, fino alla letteratura e alla cinematografia.
Ma in ogni caso è la figura della donna a far paura, più dell’individuo in sé: una figura che fa paura in qualsiasi modo la si metta. Una volta è strega, una volta è madre o non lo è, una volta è troppo potente, un’altra volta è semplicemente troppo.
È la vita di tutti i giorni che riecheggia nei secoli passati: cambia il contesto, non cambiano i fatti.
Le donne sono state uccise, umiliate, sterminate, alienate, rinchiuse, bruciare, derise, sfruttate, venerate ma quasi sempre con timore.
Eppure non è stato sempre così, o quantomeno non dappertutto. Se si cercasse di avere una visione globale e distaccata (per quanto possibile) di questo argomento, si scoprirebbe se non altro che in ogni epoca (pre-cristiana, medievale, ad esempio), la donna non è stata annientata. Anzi, analizzando la storia con una lente di ingrandimento si vedrà che in ogni epoca la donna ha fatto la differenza, nell’ombra e il più delle volte senza riconoscimento ma l’ha fatto. Uno dei problemi fondamentali della differenza di genere è proprio la tendenza a modificare il passato (un esempio su tutti: il Medioevo) fino a ricordare sporadici eventi che hanno visto le donne protagoniste.
Detto ciò, tengo a precisare che non sto in alcun modo minimizzando la situazione attuale, la disparità di genere o la misoginia che imperversa sul mondo “civilizzato”, sto solo cercando di avere una visione generale dell’argomento ed evidenziare il fatto che dipenda quasi esclusivamente dell’educazione e dalla “cultura” che viene messa a disposizione.
E qui torniamo al saggio Il mostruoso femminile:
un saggio di portata epica ma che, per mio gusto personale, avrei preferito meno polemico.
Mi spiego meglio: un saggio (o qualsiasi mezzo) che porti a conoscenza di fatti reali (riguardo le donne, per esempio: stragi, ingiurie, ecc), porta automaticamente il lettore a riflettere, ad arrabbiarsi, ad agire di conseguenza.
In questo saggio la posizione dell’autrice è chiara dalle prime righe. Posizione di opposizione al patriarcato e alla misoginia che non si può non condividere al 100% e sulla quale mi trovo assolutamente d’accordo.
Ma, appunto, avrei preferito leggere un saggio che mettesse in evidenza i fatti in modo oggettivo, non polemico. La polemica e la ribellione sono una conseguenza. Qui, invece, si ha una polemica costante sullo stereotipo del maschio bianco cisgender contemporaneo e non credo che sia ciò di cui abbiamo bisogno. La “polemica” è ormai all’ordine del giorno e sta addirittura portando la donna a privarsi di ciò che la caratterizza, piuttosto che ad ottenere dei benefici.
Entrambe le parti (donna libera vs uomo misogino) hanno bisogno di conoscere i fatti, comprendere che la realtà “naturale/spontanea” non concepisce nemmeno il problema delle due posizioni opposte e agire di conseguenza.
Si tratta di un discorso delicato e feroce, proprio come questo saggio che, in ogni caso reputo estremamente ricco e ben fatto. Il mio pensiero personale non vuole togliere nulla alla grandezza di questo testo, vuole semplicemente essere una riflessione aggiuntiva e costruttiva per evitare che si faccia confusione.
Mi spiego con un esempio: trovo ingiusto che pietre miliari come Lucy di Bram Stoker, in Dracula, vengano connotate come negative perché fanno paura. O che Bram Stoker stesso sia definito misogino per quel personaggio. Che Lucy faccia paura perché insaziabile di amore e passione è un dato di fatto. Ma se così non fosse cosa otterremmo? Una storia inutile. La paura è un’emozione, al pari di tutte le altre, e fa parte dell’essere umano. Ciò che è sbagliato è la conseguenza: l’uomo ottuso che non la affronta, non la comprende, ma la reprime.
In ogni caso: consiglio questo libro a TUTTI. Leggetelo, leggetene altri e cercate di avere una visione globale di tutto ciò.