Rinascimento: arte e non solo!

Il Rinascimento è un periodo artistico e culturale della storia d’Europa, che si è sviluppato in Italia, nello specifico da Firenze, tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, a partite dalla metà del XIV secolo.

Si tratta di un periodo di cambiamento nella percezione di sé e del mondo: si sviluppa l’Umanesimo in ambito letterario, soprattutto grazie a Petrarca.

Il Rinascimento e l’individuo

A partire dal periodo rinascimentale, si sviluppa il concetto dell’individualità, del soggetto al centro di tutto ciò che lo circonda.

L’uomo è libero e artefice della propria sorte. In questo modo si potrebbe sintetizzare il pensiero dell’epoca: la religione e la “presenza” divina in ogni cosa vengono, per la prima dopo secoli, messe in secondo piano e l’individuo diventa il fulcro di ogni cosa. Ogni individuo è unico e capace di plasmarsi a suo piacimento.

Poco alla volta cambia la percezione del mondo, delle abitudini e soprattutto del modo in cui viene vista ogni azione umana: la ricerca del piacere e della felicità non sono più una colpa ma un vanto.

Unico lato negativo di questa nuova versione dell’individuo è la possibilità d’errore, il fallimento dovuto alla propria persona e non ad una volontà esterna. Questo porta angoscia e senso di inquietudine.

Cambiano radicalmente le materie di studio, anche nelle scuole: scompaiono i testi medioevali e le nuove generazioni studiano i classici nelle lingue originali: latino, greco, ebraico. Le figure di spicco basano il loro potere sullo studio della retorica, delle ideologie più diffuse e sulla conoscenza della storia, dell’economia e dalla società.

 

Vita quotidiana

Tra il XV e XVI secolo il tempo libero è dedicato nelle corti d’Italia alle corse di cavalli e alle giostre che vedono impegnate le diverse compagnie cittadine, vere e proprie competizioni con le loro bandiere che servono da diversivi dalle cruente guerre civili. La corte del principe poi conquista il favore del popolino con eventi particolari, residui del resto delle feste pagane, come il Carnevale dove il popolo può lasciarsi andare agli eccessi e credere di potersi sostituire per un giorno al potere costituito.

Rientravano nelle attività dedicate al tempo libero per i cavalieri inglesi, francesi e tedeschi la caccia e l’agricoltura, giudicate invece come non appropriate per chi apparteneva alla nobiltà dal letterato umanista Niccolò Niccoli e da Pietro de’ Medici il quale riteneva che la propria casata, benché di origine non nobile, poteva accomunarsi all’aristocrazia adottando le tradizionali usanze dei cavalieri medioevali come il torneo e la corsa delle lance che vennero spesso praticati a Firenze. Concordava nel ritenere questi passatempi tipici del cortigiano anche il Castiglione che nell’esercizio cavalleresco identificava un’importante qualità esteriore del nobile.

Nel Rinascimento uno strumento di acquisizione di popolarità erano anche i sontuosi banchetti regolati da un rigido cerimoniale per la somministrazione dei cibi e l’assegnazione dei posti. I banchetti pubblici tenuti in occasione di feste famigliari, religiose o comunali si tenevano all’aperto o in grandi sale dove era in mostra la ricchezza della famiglia con l’oreficeria per la tavola o con il vasellame prezioso esposto in grandi credenze a vetro. Lo svolgimento del banchetto era inoltre allietato da musica e dai cosiddetti “intermezzi”: spettacoli d’arte varia che si sviluppavano in vere e proprie rappresentazioni teatrali e commedie dell’antica Roma.

Nelle città la vita quotidiana è segnata dalle attività dei bottegai e degli artigiani che lavorano fuori delle mura della propria casa mentre quelli dediti alla tessitura e al filatoio svolgono il loro lavoro nella loro abitazione dove abitualmente ci si riunisce in grandi e confortevoli sale per i pasti e le veglie dopo cena dove si esercita l’arte del conversare a proposito di dote e interessi, di religione o di scandali locali. Successivamente si impiega il tempo libero serale per il gioco delle carte, degli scacchi o dei dadi mentre i bambini giocano a esercitarsi nella lettura

Il ruolo della donna

Dopo il matrimonio la tutela della donna passava dal padre al marito che eviterà nei casi più coercitivi che la moglie si affacci alla finestra o che si intrattenga sulla porta di casa per spiare o per ciarlare. Le mogli, in assenza del marito si prendono allora la libertà di andare in chiesa, al mercato, al pozzo o al mulino, tutti luoghi questi dove spesso nascono amori destinati presto a morire.

A partire dal Rinascimento in Italia, il ruolo della donna, in specie per quella appartenente all’aristocrazia e all’alta borghesia, al contrario del resto d’Europa, è particolarmente significativo: riceve un’educazione, come quella dell’uomo, basata sulle materie classiche e acquista rilievo nella vita sociale nella conduzione di feste, balli e tornei. La condizione femminile acquisisce valore come sposa, madre dedita alla cura della famiglia di cui cura gli interessi, anche politici, in assenza del marito. Tipico esempio di queste doti fu Lucrezia Borgia: perfetta castellana rinascimentale, acquistò la fama di abile politica e accorta diplomatica, tanto che il marito arrivò ad affidarle la conduzione politica e amministrativa del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara. Fu anche un’attiva mecenate, accogliendo a corte poeti e umanisti come Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino e Ercole Strozzi.

L’eleganza nel vestire degli uomini e delle donne italiane nel Rinascimento non ha pari nel resto d’Europa. Per evitare eccessive stravaganze vari provvedimenti impongono regole restrittive nonostante le quali però non riescono a controllare l’influenza francese e spagnola. Le donne curano in modo particolare il loro aspetto dal colore della pelle sino a quello dei capelli che la moda prescrive dover essere biondi. L’uso dei cosmetici e del profumo sono tanto diffusi che persino nel contado divengono abituali.

 

Rinascimento e arte: tra innovazione e tradizione.

Nel Rinascimento le arti figurative subiscono una rivoluzione importantissima: vengono stabilite delle regole per la prospettiva. Inoltre, nello stesso periodo, il corpo umano inizia a essere rappresentato come masse caratterizzate da forme anatomiche dando spessore ed importanza ad ogni figura rappresentata.

Allo stesso tempo nel periodo rinascimentale gli artisti riscoprono i modelli antichi, adattandoli però alle nuove regole e innovazioni che si sono sviluppate. L’architettura vede dunque un periodo di riscoperta e di innovazione simultanee: l’armonia e la distribuzione dei volumi della struttura diventano centrali nello studio delle strutture.

In Italia, Firenze e Roma sono i due maggiori centri di sviluppo artistico: Roma diventa centro indiscusso dell’arte grazie a Michelangelo e Raffaello.

 

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