Maledetta Felicità

Maledetta felicità Book Cover Maledetta felicità
Marianne Power
Fiction
Giunti
2019
Copetina flessibile
400

36 anni, sorridente e solare, un ottimo lavoro come giornalista freelance, una famiglia e pochi, buoni, amici che le vogliono bene. Ecco, questa è Marianne Power. Peccato che lei non si veda così e che abbia un debole per i superalcolici, Netflix e i libri self-help. Una domenica al risveglio da un'allegra sbornia del sabato sera, Marianne si guarda intorno: la camera è in disordine, ci sono abiti e bicchieri ovunque, è andata a letto vestita e non si è nemmeno struccata. Single da anni, sempre in lotta con la bilancia e con i suoi capelli, vive in affitto in un seminterrato e ha il conto perennemente in rosso; che disastro... Com'è possibile che tutti quei libri self-help che ha lì sullo scaffale, letti e riletti e sottolineati, non abbiano avuto alcun effetto sulla sua vita? E che cosa succederebbe se mettesse davvero in pratica quello che dicono? E quindi ecco la soluzione: 12 libri self-help e un anno di tempo per cancellare qualsiasi problema e diventare Perfetta.

Maledetta Felicità è il libro d’esordio di Marianne Power, che racconta la sua storia personale: un viaggio – o percorso spirituale – durato sedici mesi, alla ricerca della versione perfetta di sé stessa.

Maledetta Felicità

Maledetta felicità racconta una storia vera, ma lo fa in modo divertente e confidenziale. La sensazione è che la storia venga raccontata da un’amica.

Marianne è una ragazza di trentasei anni, con un ottimo lavoro come giornalista, è ben retribuita, ha una buona famiglia e una sorella con cui è in buoni rapporti.

Marianne, però, si nasconde dietro una maschera di abiti costosi e serate mondane. Si auto-convince che i regali costosi e l’offrire da bere possano darle in cambio dei buoni amici. In effetti, ha degli amici, ma nella quotidianità e nell’intimità è sola.

Il punto è proprio questo: le sue giornate si ripetono, le settimane si ripetono, e così il lavoro e le sbronze colossali.

Dopo l’ennesima sbronza, però, Marianne decide che è il momento di farla finita con questo tipo di vita, insoddisfacente e dannoso.

Come fare? Con i libri self-help. Durante gli ultimi anni ne ha collezionati una quantità imbarazzante, ma li ha letti come se fossero riviste, per passare il tempo, e non ha mai messo in pratica ciò che i libri consigliavano.

Ed ecco che arriva l’idea: 12 libri in 12 mesi, letti e messi in pratica. In realtà, i mesi saranno di più e il percorso non sarà così facile.

Poi, mentre quella domenica rileggevo per la quinta volta il libro e i postumi iniziavano finalmente a darmi una tregua,  mi venne un’idea. Un’idea che mi avrebbe fatto smettere di essere un cumulo di macerie trasformandomi in una persona felice e pienamente funzionante: non avrei più soltanto letto testi self-help, li avrei messi in pratica.

Marianne passa in rassegna tutti gli aspetti della sua vita che secondo lei non vanno nel modo giusto: soldi, relazioni, paure.

Inizia proprio dalle paure: bagno ghiacciato, paracadutismo, stand-up comedy, sono solo alcune delle iniziative che prende per liberarsi dalle sue paure.

Assumiti un rischio al giorno – piccolo o grosso, che ti faccia stare bene, una volta fatto.

Gli psicologi sostengono che tutte le nostre paure scaturiscano da due fonti. La prima ha a che fare con la sicurezza fisica: di qui la paura dell’altezza, dei serpenti, del fuoco, di tutto ciò che può ucciderci. La seconda riguarda l’isolamento sociale, motivo per cui temiamo tanto di apparire stupidi davanti agli altri, o di ricevere un rifiuto.

Poi è il momento di affrontare il tema denaro.

Il nostro rapporto con il denaro è il riflesso del valore che attribuiamo a noi stessi.

E poi della “terapia del rifiuto”:

Devi essere rifiutato da una persona almeno una volta, ogni singolo giorno.

Ad ogni modo, il tempo passa e la vita di Marianne si trasforma in un’altalena: super positiva oppure sull’orlo della disperazione.

Alla fine, però, Marianne trarrà delle conclusioni… self-help si o no?

Il libro

Maledetta felicità è un libro estremamente scorrevole e semplice da leggere. Come detto in precedenza, sembra la confidenza di un’amica.

La protagonista è Marianne, come si sarà ben capito. Ha trent’anni ed è insoddisfatta della propria vita: come sempre più spesso capita, tende a confrontarsi con i protagonisti delle sue serie tv preferite, con i personaggi famosi sulle riviste e così via, finendo per convincersi di non essere mai all’altezza, di non avere abbastanza. Da questa convinzione, l’idea di iniziare questa stravagante avventura (e, successivamente, di scriverne un libro!).

Il ritmo di lettura è veloce, sia per la quantità di eventi che si susseguono in poco tempo e sia per il lessico scelto – molto semplice e di uso comune.

La vicenda è ambientata quasi interamente a Londra (eccetto il finale e pochi brevi spostamenti della protagonista), l’atmosfera che si percepisce è tipica della città caotica, ma cambia in base al luogo in cui si trova Marianne (casa, lavoro, pub…) e in base al suo stato d’animo, a tratti super-positivo e a tratti super-negativo.

Fatta eccezione per l’introduzione e la conclusione, ogni capitolo corrisponde ad un libro self-help o ad un aspetto che Marianne vuole cambiare. All’interno di ogni capitolo vengono citati frasi e suggerimenti dei più importanti guru del self-help, ma anche le considerazioni e le reazioni della protagonista a riguardo.

D’ora in poi pensa al conforto come il nemico della tua evoluzione personale.

In conclusione

Consiglio questo libro perché è si tratta di una lettura leggere e piacevole, adatta a chiunque. Lo consiglio in particolare a chi avesse intenzione di avvicinarsi al mondo dei libri self-help: leggere un’esperienza diretta, per quanto diversa da quella che sarà la propria, può sempre essere d’aiuto.

Comincia pensando alla fine.

Ringrazio Giunti Editore per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima e avermi coinvolto in questo bellissimo progetto! 🙂

Vi lascio il link per l’acquisto sul sito Giunti al Punto.

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Eleinda – Una leggenda dal futuro

Eleinda Book Cover Eleinda
Valentina Bellettini
Fantasy
Self-published
29 June 2017
Copetina flessibile
280

Eleonora Giusti � sempre stata una ragazza sola fino al giorno in cui un drago geneticamente modificato � piombato nella sua vita. A lui basta guardarla per condurla in una dimensione parallela in cui entrambi percepiscono reciprocamente i pensieri pi� intimi; le basta sfiorarla perch� la pelle della ragazza assuma lo stesso colore della sua. Ma � un'invasione che fa sentire Eleonora come mai si era sentita prima: capita, speciale. Amata. Non le importa se il drago � stato creato in un laboratorio della European Technology o se si tratta di un esperimento segreto il cui vero obiettivo ancora le sfugge. Lei vuole proteggerlo, proprio come ha fatto il drago quando sono fuggiti dalla sede della E.T. a Milano. Vuole stare con lui, perch� da quando lo ha incontrato, la sua vita ha finalmente trovato un senso. Vuole amarlo, perch� superati i vent'anni non credeva pi� all'esistenza di un sentimento cos� puro e incondizionato. � disposta a viaggiare per ogni continente, inseguire leggende, fuggire da una realt� opprimente, vivere sogni e incubi sulla sua pelle in nome di questa passione travolgente, a dispetto di ogni logica razionale. Ma non ha fatto i conti con il dottor Brandi: il creatore del drago � deciso a riprenderselo con ogni mezzo pur di portare a compimento i suoi eccentrici piani. N� uomini n� draghi sono al sicuro. *** Recensioni *** "Perfetto connubio tra fantasy classico e fantascienza, Eleinda fonde favola e modernit�, avventura e impegno sociale, mito e realt�, lasciando correre la nostra immaginazione su un doppio binario." Il flauto di Pan "I libri della giovane autrice spaziano fra quei multi livelli di lettura che si trovano fra le righe dei grandi scrittori di fantasy. Eleinda � pi� magica di Harry Potter." L'isola del sapere "Eleinda sembra voler raccontare del delirio di onnipotenza umano, dell'avanzamento scientifico senza freni, senza scrupoli, senza valori. In verit�, Eleinda parla della solitudine." Le mele del silenzio *** L'autrice *** Valentina Bellettini � in eterno bilico tra sogno a occhi aperti e razionalit�, caratteristica che si ripercuote in tutte le sue opere. Dopo otto anni di pubblicazioni con case editrici ha deciso di passare al self-publishing per esprimere meglio s� stessa e per avere un contatto diretto con i lettori. Ama la vita, per lei mai noiosa e ordinaria, e lavora nei mercati in piazza dove cattura temi politici e sociali. Attenta ascoltatrice, spesso intreccia legami empatici con i suoi animali. � sposata e gestisce il blog Universi Incantati.

Eleinda – Una leggenda dal futuro

L’autrice

Valentina Bellettini è in eterno bilico tra sogno a occhi aperti e razionalità, caratteristica che si ripercuote in tutte le sue opere.
Dopo otto anni di pubblicazioni con case editrici ha deciso di passare al self-publishing per esprimere meglio sé stessa e per avere un contatto diretto con i lettori.

Ama la vita, per lei mai noiosa e ordinaria, e lavora nei mercati in piazza dove cattura temi politici e sociali. Attenta ascoltatrice, spesso intreccia legami empatici con i suoi animali.
È sposata e gestisce il blog Universi Incantati.

 

Il libro

Questa varietà di mezzi di comunicazione serve solo per esprimere in mille modi diversi lo stesso stato d’animo: la solitudine. 

Eleinda Una leggenda dal futuro è un libro magico, un libro pieno stracolmo di messaggi ed emozioni; è  un libro fantasy/fantascientifico ma anche distopico, è un libro piacevole ma profondo, è un libro da leggere assolutamente, ecco perché:

Ambientato in un futuro non troppo lontano, tratta argomenti come la clonazione, l’assenza di interazioni umane, l’eccesso di mezzi di comunicazione e tecnologie che – in realtà – portano a ridurre al minimo i rapporti umani, fino a trasformare i sentimenti.

La protagonista è Eleonora, una ragazza che non accetta e non condivide la mentalità della sua epoca e il modo in cui tutto intorno a lei si sta evolvendo. Non è favorevole, per esempio, alla clonazione degli animali e alla loro riproduzione in laboratorio, tanto meno agli esperimenti genetici.

Vive, però, con un coinquilino che lavoro proprio in questo settore e che le regala uno di questi animali – uno degli esperimenti, tra l’altro.

Ma lei era stufa di replicare. Sfinita. Pensò che forse avrebbe dovuto aprire la mente come i progressisti le suggerivano, ma ancor prima, chiudere la coscienza come nessun tradizionalista avrebbe osato. Solo così, la sua vita sarebbe diventata più semplice.

Da questo momento in poi, Eleonora inizia la sua personale battaglia contro un sistema sbagliato e dannoso, ovviamente con il suo nuovo fedelissimo amico (su cui non svelo altro perché è davvero magico!!).

Altro che misera. Sono sola. I ribelli sono sempre tristi, incompresi e soli. 

Nel corso dell’itera avventura, vengono messi in evidenza molti argomenti degni di riflessione: per esempio, su come si stiano effettivamente evolvendo le cose nel mondo, la tecnologia, il passaggio di informazioni non sempre corrette. E ancora: la necessità di fare tutto di fretta, che porta a innumerevoli conseguenze, come l’acquisto online, i cibi precotti, tutto preconfezionato e preparato da altri al posto tuo. Tutto ciò fa risparmiare tempo, è vero, ma con quali conseguenze? Questi cibi sono sani? No. Che impatto hanno sul mondo tutte le lavorazioni e i passaggi che vengono fatti dietro ad ogni singola cosa per permettere a ogni individuo di risparmiare tempo? Devastanti.

Ebbene, in Eleinda si trova questo e molto di più. Nonostante i temi affrontati e gli spunti di riflessione offerti, Eleinda è un libro che trasmette speranza, attraverso le imprese e le idee di Eleonora e di chi la aiuta a portare avanti la sua missione. Inoltre, è un libro che si legge facilmente e in modo estremamente scorrevole, il ritmo di lettura è costante e consente al lettore di focalizzarsi su ciò che effettivamente il racconto vuole trasmettere: emozioni, umanità, consapevolezza e uno stimolo a non perdere mai la curiosità e la voglia di imparare e lottare.

 

In conclusione

Se non si fosse ancora capito: consiglio questo libro al 100%!! Opera di una persona molto consapevole e sensibile, è davvero una lettura piacevole ma anche una buona fonte di riflessioni e speranza. Personalmente, sono molto vicina al pensiero di Eleonora perciò ho apprezzato particolarmente la trama ma credo che sia un ottimo libro per chiunque, bambini, ragazzi e adulti.

Vi lascio il link per l’acquisto: amazon.

E ringrazio infinitamente Valentina per avermi dato la possibilità di leggere questo bellissimo libro, non vedo l’ora di leggere il secondo!

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Il sognatore

Il sognatore Book Cover Il sognatore
Laini Taylor
Fantasy
Fazi
2018
Copetina flessibile
524

È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.

Il sognatore è un fantasy dell’autrice americana Laini Taylor, famoso in tutto il mondo. Il successo del romanzo è, con ogni probabilità, dovuto all’originalità dei personaggi e dell’ambientazione.

Durante il secondo Sabba della Dodicesima Luna, nella città di Pianto, dal cielo cadde una ragazza.

Recensione | Il sognatore

Il libro

Come accennato poco fa, si tratta di un libro estremamente originale nella definizione di personaggi e ambientazioni: il lettore si trova proiettato in un mondo fantastico, con una storia, delle usanze, una gerarchia sociale, dei canoni di vita e, in generale, un passato millenario.

A volte un istante è talmente straordinario da ritagliarsi uno spazio tutto suo nel tempo e continuare a girare lì, mentre tutto il mondo gli scorre intorno.

Tutto ciò, però, non viene raccontato secondo il consueto ordine di narrazione – dal principio alla fine – ma, piuttosto, il lettore ha modo di conoscere il passato dei personaggi e dei loro mondi man mano che prosegue la lettura, attraverso pensieri, ricordi e dialoghi.

Si tratta di un libro dal ritmo medio, determinato dalla presenza di molti salti temporali, ricordi e sogni. L’ambientazione è molto caratteristica e soggettiva e l’atmosfera ricreata trasmette magia e suggestione: ogni ambientazione porta con se un’atmosfera diversa, che cambia anche in base alla percezione dei personaggi.

Abbiamo Dei e i loro figli, bibliotecari e soldati, nobili e gente comune. I protagonisti sono Lazlo, un bibliotecario di basso rango, e Sarai – figlia di una Dea confinata nella Fortezza insieme ad altri figli di Dei. Poi troviamo personaggi secondari che comunque sono molto importanti per lo svolgimento della storia perché ognuno di essi ha un ruolo fondamentale nel presente o lo ha avuto nel passato e, in questo caso, lo si scoprirà proseguendo col la lettura.

Era impossibile, ovviamente.
Ma da quando l’impossibilità impediva a un sognatore di sognare?

Come detto in precedenza, il punto forte di questo libro è l’originalità – sia dell’ambientazione e sia dei personaggi – che, unita ad uno stile di scrittura molto semplice e discorsivo, rende la lettura scorrevole e molto piacevole.
Il finale è una svolta radicale al significato della storia ma anche una premessa per il libro successivo, conclusione della serie, intitolato La musa degli incubi.

Al suo interno il libro nasconde anche alcuni messaggi: per esempio per quanto riguarda la lotta tra i popoli, il potere e gli scontri tra culture diverse.

Inoltre, è molto interessante il fatto che la collocazione principale delle vicende siano i sogni: la mente è qualcosa di incredibilmente affascinante e complicato, a volte imprevedibile e contorto.
Viaggiare attraverso i sogni e i pensieri dei protagonisti è come vivere una storia all’interno della storia: ognuno di noi, infatti, vede e percepisce le cose in modo diverso benché si tratti delle stesse cose. Per esempio, Lazlo nutre una totale ammirazione nei confronti della città di Pianto, tanto da distorcere la realtà e renderla “incantata”; al contrario, per Sarai, Pianto è fonte di sofferenza e pertanto si stupisce della visione che ne ha Lazlo.

Ogni mente è il proprio mondo. La maggior parte abita un vasto compromesso di banalità, mentre altre spiccano: piacevoli, persino belle, o a volte sfuggenti e inspiegabilmente sgradevoli.

 

In conclusione

Credo sia un libro molto valido, un fantasy originale e coinvolgente. Personalmente avrei evitato un paio di passaggi un po’ infantili, considerando che si tratta di un fantasy per adulti ma, a parte questo, è un libro che mi è piaciuto molto e mi sento di consigliare! Nonostante la quantità di fantasy letti, ho trovato in questo qualcosa di originale (le descrizioni fisiche dei personaggi, i materiali scelti, i “poteri” di alcuni dei personaggi principali, ecc) e proprio per questo mi sento di consigliarlo …buona lettura!

Forse era il rituale: il circolo di donne che si riuniscono per festeggiare di essere vive –  e di essere donne, che è già una magia di per sé.

 

Madame Bovary

Madame Bovary. Ediz. integrale Book Cover Madame Bovary. Ediz. integrale
Gustave Flaubert
Romanzo, Classico
Crescere
2014
Copetina flessibile
352

Charles Bovary è un medico rimasto vedovo. Un giorno incontra Emma Rouault della quale si innamora. I due hanno caratteri diversi: onesto e serio lui, sognatrice e più attenta ai lussi della vita lei. Decidono di sposarsi e di lì a poco Emma partorisce il suo primogenito. Da qui inizia una crisi profonda per la donna che si sente inutile e che, ispirata dalle innumerevoli novelle romantiche che legge, inizia a cercare conforto tra le braccia di altri uomini, meno noiosi di suo marito. Quest'ultimo, intuendo la situazione, trasferisce la famiglia in un altro villaggio, ma le cose non cambiano perché Emma si invaghisce di Leon: una relazione che dura poco in quanto il ragazzo, per motivi di studio, si trasferisce a Parigi. Entra allora in scena il ricco Rodolphe che, dopo aver progettato la fuga con la sua amante, la abbandona la sera prima con una lettera. La donna, scioccata, si ammala, ma ritrova la forza qualche tempo dopo quando rivede Leon. Con il pretesto delle lezioni di pianoforte, ogni settimana incontra il ritrovato amante, spendendo nel frattempo grosse cifre nell'intento di colmare il proprio vuoto interiore. Avendo contratto grossi debiti, la gente del villaggio dove abita la famiglia Bovary si insospettisce, creando quindi turbamento in Emma. Dopo aver inutilmente provato a chiedere somme in prestito ai suoi precedenti amanti, la protagonista si suicida ingerendo dell'arsenico.

Madame Bovary di Flaubert è un classico noto ai più, perciò questo articolo sarà principalmente volto a far conoscere questo libro ai pochi che ancora non dovessero averlo letto e a dare un’opinione personale a riguardo.

Madame Bovary: La trama

Un ufficiale sanitario, Charles Bovary, dopo essere rimasto prematuramente vedovo sposa una donna di campagna, Emma Rouault,una donna che passa il tempo a fantasticare sulle sue possibili ricchezze e sulla sua crescita sociale. Charles è un uomo educato e premuroso ma monotono e questo finisce per annoiare Emma nel giro di poco tempo, trovandosi ad affrontare una vita matrimoniale nettamente diversa da quella che si era immaginata.

Poco alla volta Emma diventa indifferente al marito e a ogni suo tentativo di farla stare bene. Anzi, frequentando persone aristocratiche e ambienti di lusso. il suo rancore per la vita che non è riuscita ad ottenere non fa che aumentare. Charles decide quindi di trasferirsi con la moglie in un altro paese, per darle modo di “guarire” da questa condizione di indifferenza e insoddisfazione.

Una volta arrivata nel nuovo paese, Yonville, Emma si lascia corteggiare da un ragazzo molto più giovane di lei. Dopo un periodo di relazione con Emma, Léon è costretto a trasferirsi a Parigi, così i due si lasciano ed Emma inizia una nuova relazione con un ricco proprietario terriero di nome Rodolphe. Emma prepara una fuga con Rodolphe, che però rompe l’accordo a poche ore dalla partenza, non essendo disposto a trasferirsi per un capriccio di una delle sue amanti.

Questo avvenimento turba profondamente Emma, tanto da portarla ad ammalarsi gravemente e rifugiarsi nella religione e valutare di chiudersi in convento.

Anche questa soluzione, però, sembra stancare in fretta Emma, che torna alla sua vita abituale: una sera incontra Léon e da quel momento ricomincia la loro relazione clandestina. Emma incontra Léon ogni settimana e sperpera il denaro fino ad accumulare debiti esorbitanti.

Da questo momento inizia il declino vero e proprio, che porterà Emma ad un epilogo tragico e malinconico.

La cosa più tragica – non le sembra? – è dover trascinare, come faccio io, un’esistenza senza scopo. Se le nostre sofferenze potessero servire a qualcuno, ci si potrebbe consolare pensando all’utilità del sacrificio.

Personaggi

Emma 

Le borghesi ammiravano in lei il senso dell’economia, i clienti la cortesia, i poveri la carità. Ma Emma era piena di bramosia, di rabbia, di odio. Quell’abito dalle pieghe diritte nascondeva un cuore sconvolto e le labbra pudiche tacevano le tempeste.

Emma è la protagonista del romanzo: una donna eternamente insoddisfatta, che colpevolizza chi le sta intorno per il suo intento non riuscito di vivere nell’agio più totale. Paragona spesso sé stessa ai borghesi con cui ha modo di relazionarsi e si ritrova puntualmente mancante in qualcosa. Non è soddisfatta della sua vita, del suo matrimonio e di tutto ciò che ha, tanto da cercare conforto in relazioni dannose e inconcludenti. L’autore sembra associare la mentalità di Emma ai romanzi che legge, troppo romantici e poco verosimili.

Sicuramente Emma simboleggia un pensiero diffuso all’epoca: l’arricchimento ad ogni costo, l’agio prima di tutto. Flaubert associa, in realtà, ogni personaggio ad un aspetto della società in cui è vissuto.

Charles

Charles è un ufficiale della sanità, non propriamente un medico ma qualcosa di simile. Si tratta di un uomo estremamente ordinario e monotono, una persona fondamentalmente buona che, fino a quando non si trova davanti ai fatti compiuti, non si rende nemmeno conto di ciò che la moglie ha fatto alle sue spalle per tanto tempo. Se all’inizio Charles risulta realmente troppo monotono  e noioso, verso la fine si rivela l’unico personaggio “positivo” di tutta la vicenda.

Léon e Rodolphe

Léon è il primo ragazzo con cui Emma intraprende una relazione al di fuori del matrimonio: più giovane di lei, è un brillante studente e ha una personalità abbastanza frizzante, soprattutto se paragonata a quella di  Charles. Per questo motivo, inizialmente, sembra la persona perfetta per Emma ma, dopo l’idillio iniziale, tutto svanisce ai primi contrasti.

Rodolphe è il classico dongiovanni, seconda relazione di Emma, le dà speranza su una possibile storia e una fuga insieme. Nonostante l’insistenza di Emma, però, rivaluta la sua posizione e si ritira prima della partenza. Questa è l’ennesima fonte di insoddisfazione per Emma, quella che la porterà direttamente al suicidio.

 

Madame Bovary: Il libro

Madame Bovary è chiaramente un libro che contiene una forte critica nei confronti della società francese: l’autore, come detto in precedenza, sfrutta ogni personaggio per veicolare un “modello”.

Lo stile dell’autore è certamente l’elemento che colpisce di più durante tutta la lettura: elegante, fluido, impeccabile. Il ritmo è medio, talvolta lento a causa delle lunghe descrizioni in cui si cimenta Flaubert (che, però, non risultano mai noiose o eccessive).

Ciò che, a mio parere, rende ostico il libro è proprio ciò che i personaggi trasmettono: Emma è odiosa, si rende insopportabile a causa della sue perenne insoddisfazione e indecisione.

Detto ciò, è un classico senza tempo, uno di quei libri da leggere assolutamente per soddisfazione e crescita personale, soprattutto per lo stile dell’autore che è veramente da ammirare.

In conclusione

Consiglio Madame Bovary, come detto poco fa, perché fa parte dell’insieme di libri da leggere per conoscenza della letteratura (nonché della storia e della società). Inoltre, Emma spinge a riflettere su quanto effettivamente sia cambiata la società negli ultimi 300 anni.

Raccontami la notte in cui sono nato

Raccontami la notte in cui sono nato Book Cover Raccontami la notte in cui sono nato
Paolo Di Paolo
Romanzo
Feltrinelli
2014
Copetina flessibile
109

Recensione – Raccontami la notte in cui sono nato

Questo libro racconta la storia di due ragazzi che, per motivi diversi, decidono di scambiarsi le vite. Tutto: casa, lavoro, ecc.

Poco per volta imparano a conoscere una vita che non gli appartiene e, dopo riflessioni su vari aspetti di sé e dell’altro, arrivano a comprendere che, per quanto l’insoddisfazione e l’incompletezza possano essere marcate, alla fine ci sono cose che non possono essere scambiate, né comprate, né vissute al posto di altri: per esempio, la notte in cui si nasce.

Il libro

Raccontami la notte in cui sono nato è un libro moderno, che parla di adolescenti attuali e, in un certo senso, universali. Colpiti da incertezza e insoddisfazione e, in alcuni casi, da solitudine. Tant’è che arrivano a volersi sostituire ad altri piuttosto che continuare con la propria vita.

Si legge velocemente, lo stile dell’autore è semplice e diretto. Non ci sono eccessi, né nelle descrizioni né nei dialoghi o altro, ciò che viene sottolineato maggiormente è il cambiamento di pensiero.

Il ritmo di lettura è medio: non ci sono momenti eccessivamente lenti o veloci, lo si legge in modo fluido e costante.

La storia dei protagonisti, i due principali, viene raccontata quasi esclusivamente attraverso il loro pensiero e i flash-back che li portano a viaggiare nel passato, fino appunto al momento della nascita.

In conclusione

Credo sia un libro carino e piacevole, che in qualche modo spinge a riflettere su una costante del mondo attuale: l’insoddisfazione, non sentirsi mai al posto giusto e nel momento giusto.

Questa è una condizione che affligge molti adolescenti che, nel tentativo di imitare altre persone o nella ricerca dell’apparenza maniacale, perdono di vista chi sono e ciò che conta realmente, fino al punto di voler vendere la propria vita online su eBay. La cosa sconcertante è che queste cose succedono davvero.

Questo è il motivo per cui lo consiglio.

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Le altre recensioni qui: INDICE

Vivere!

Vivere! Book Cover Vivere!
Hua Yu
Romanzo
Feltrinelli
2013-01
Copetina flessibile
191

Recensione Vivere!

La storia

Vivere! è un libro che parla, come si può immaginare, di vite: quella del narratore, prima di tutto, e poi della sua famiglia, dei suoi conoscenti e delle persone che incontra e che lasciano in lui un segno.

Inizia il racconto dalla gioventù: un ragazzo sfacciato e noncurante del futuro e delle aspettative che la famiglia ha in lui; un ragazzo che pensa solo a divertirsi e a spendere, al gioco d’azzardo e alle prostitute, fino a sperperare l’intero patrimonio della famiglia. Poi, ha la fortuna di trovare una  moglie devota a cui però, non porta rispetto: la tradisce, la umilia. Questa fase un po’ alla volta passa, lui si ritrova ad essere padre di due figli (la primogenita nasce cieca): solo allora capisce di doversi dare da fare per mantenerli e aiutare la moglie che, nonostante tutto, ha sempre fatto il possibile per mandare avanti la famiglia.

Comunque, quando si cade così in basso, non ha senso preoccuparsi tanto, per me vale quell’antico detto: la povertà soffoca ogni ambizione.

La figlia cresce, con tutte le difficoltà dovute alla sua cecità. Trova un brav’uomo e si sposa. La famiglia intera passa un periodo felice, fino all’arrivo del primo nipotino del narratore.

La felicità, però, è compromessa da nuovi eventi spiacevoli: la moglie si ammala e, poco alla volta, il narratore rimane nuovamente solo come all’inizio della storia ma con alcune differenze: un nipotino da crescere e diversi anni sulle spalle.

Durante tutto questo percorso c’è un personaggio che viene menzionato spesso perché ha avuto un ruolo importante nella vita e nell’evoluzione del narratore: un anziano incontrato per caso tra i campi di riso durante uno dei suoi viaggi senza meta. Lui e la sua esperienza sono la chiave di tutto.

Saper vivere vuol dire non dimenticare mai queste quattro regole: non dire mai parole sbagliate, non dormire nel letto sbagliato, non varcare la soglia sbagliata e non infilare la mano nella tasca sbagliata.

Il libro

Vivere! è un libro molto triste ma che tenta in tutti i modi di trasmettere un messaggio positivo: trovare il bello nonostante tutto.

Ed è proprio quello che cerca di fare il protagonista, dopo una gioventù sprecata e un’età adulta segnata dai lutti, non gli resta che dedicarsi con tutto sé stesso a ciò che gli è rimasto.

Si tratta di un libro breve ma ben scritto. Lo stile dell’autore è semplice, così come il lessico. L’ambientazione è formata dal paese d’origine del narratore e la città vicina, dove si trasferirà la figlia. L’atmosfera è molto particolare, sembra quasi “familiare”. Tutto viene descritto in modo da dare al lettore la sensazione di “vedere” ciò che viene narrato.

Un aspetto molto interessante è notare le differenze dovute alla cultura diversa: per esempio su ciò che è importante per la famiglia, sulle apparenze, il comportamento nei confronti della moglie, ecc. E, in tutto ciò, notare il pensiero dei protagonisti: spesso giudichiamo in base a ciò che siamo abituati a vedere o a ciò che ci è stato insegnato ma in altre culture è tutto completamente diverso.

 

In conclusione

Vivere! è un libro che, nonostante sia pieno di momenti tristi, lascia un bel ricordo.

Lo consiglio a tutti gli amanti della cultura orientale, ovviamente, ma anche a chi fosse interessato ad una lettura “diversa”.

 

 

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Perduti nei quartieri spagnoli

Perduti nei quartieri spagnoli
Heddi Goodrich
Romanzo, Biografia, Viaggio
Giunti
Copertina rigida

Heddi è una ragazza americana a Napoli, ma non una delle tante. Studentessa di glottologia all’Istituto Universitario Orientale, non è venuta per un rapido giro nel folclore, ma per un’immersione che la porta ad avere della città, della lingua, del dialetto una conoscenza profonda, impressionante, che nasce dall’empatia, da un bisogno di radicamento e dall’entusiasmo della giovinezza.
Con una colorata tribù di studenti fuorisede e fuoricorso Heddi vive ai Quartieri Spagnoli, dove la vita nelle case antiche costa poco, si abita su piani pericolanti che sembrano calpestarsi l’un l’altro, in fuga dalla folla e dai vicoli inestricabili, costruzioni affastellate che sbucano aprendosi sul cielo e sul vulcano, in balconi e terrazzi dove è bello affacciarsi a rabbrividire, fumare e discutere.
Pietro è studente di geologia, figlio di una famiglia contadina della provincia di Avellino, gente avvinta alla terra da un legame ostinato, arcaico. A Napoli, benché il suo paese sia distante solo cento chilometri, Pietro è straniero tanto quanto Heddi.
Il coinvolgimento sentimentale non vela però lo sguardo della narratrice, che considera con sguardo affettuoso ma lucido la personalità di Pietro, al tempo stesso sognatore e velleitario, diviso tra l’emancipazione rappresentata dall’amore per una ragazza così lontana dal suo mondo e il richiamo agli obblighi ancestrali della terra. Anche il ritratto della madre di lui apparentemente fragile e depressa, in realtà custode feroce dell’ordine familiare, è di spietata esattezza.
L’amore che intride queste pagine è quindi istintivo e intellettuale, complicato e semplice. È amore per le parole che compongono una vera e propria lingua del cuore, accarezzata, piegata e scolpita con una sensibilità sempre vigile. È il romanzo di quando la vita è una continua scoperta, esplorazione dell’identità altrui e ricerca della propria, di quando la scrittura incarna un atteggiamento verso il mondo pronto ad aprirsi a ogni esperienza, a godere ogni gioia, a esporsi a ogni ferita.

Recensione – Perduti nei quartieri spagnoli

Il libro

Perduti nei quartieri spagnoli è un libro che parla d’amore: amore nei confronti non solo di una persona ma, soprattutto, di un luogo.

Heddi è una ragazza americana che si trasferisce a Napoli per frequentare l’università e qui, poco alla volta, impara a conoscere e ad amare la città e i suoi abitanti.
Non si tratta semplicemente di visitare Napoli ma bensì di entrare a farne parte, trascorrendo una parte della propria vita in mezzo alle persone, alle usanze e alle tradizioni di questa città.

Ma non è finita qui: il percorso intrapreso da Heddi è un viaggio nella conoscenza di Napoli ma, nello specifico, dei quartieri spagnoli che hanno catturato la sua attenzione e il suo cuore.

Un mondo fatto di colore, suoni e profumi, di nuovi incontri e amicizie.

Heddi deve affrontare scelte difficili e periodi di transizione e cambiamento. In realtà l’intero libro si può riassumere in due concetti: Amore e Cambiamento. Si parla di amore in senso universale: amore per un luogo, per la propria terra e per il luogo che ti ospita, amore per la vita e le sue sorprese, ma – ovviamente – anche amore per una persona che ti stravolge la vita inaspettatamente. E si parla di cambiamento radicale: il genere di cambiamento che ti porta da una parte all’altra del mondo, che ti costringe a cambiare mentalmente e fisicamente.

In questo modo Heddi parla di paura di cambiare: quella che spaventa tutti, quella che fa passare ore sullo stesso pensiero e sulla stessa decisione, quella che, alla fine, ti porta a scegliere una strada piuttosto che un’altra.

Il libro è scritto in modo impeccabile: il lessico scelto è quasi confidenziale ma molto curato e non risulta pesante o troppo ricercato. La lettura risulta scorrevole, con un ritmo medio – dovuto, a mio parere, al lasso di tempo a cui fa riferimento il racconto e alla quantità di emozioni e riflessioni descritte dalla protagonista.

L’ambientazione è ovviamente la città di Napoli, tra le strette vie dei quartieri spagnoli: le descrizioni permettono di visualizzare la città nel minimo dettaglio e immergersi tra colori e profumi tipici. L’atmosfera che si percepisce è solare e trasmette un senso di spensieratezza e felicità ma, tuttavia, varia al variare dello stato d’animo della protagonista.

 

In conclusione

Consiglio questo libro perché è una lettura molto piacevole, che lascia un bel ricordo e un messaggio positivo: mai lasciarsi abbattere dalla paura del cambiamento.

Lo consiglio anche per il modo in cui è scritto e per l’edizione estremamente curata: un libro d’esordio destinato ad un grande successo!

 

Qualche informazione in più:

Perduti nei quartieri spagnoli: un romanzo di scoperta continua, di esplorazione dell’identità altrui e di ricerca della propria

“Non ti preoccupare, domani rivedrai il sole di Napoli, il più bello di tutti i soli, privo di filtri e carico di speranze. Perché il sole, come il napoletano, si rialza sempre.”

  • Questo esordio, presentato da Giunti contemporaneamente in tutto il mondo (l’autrice si è autotradotta anche in inglese), ha tutti gli ingredienti per diventare un vero e proprio caso internazionale.
  • La storia d’amore tra Heddi e Pietro, due giovani provenienti da due mondi troppo distanti perché il loro sentimento possa superare tutte le ostilità sollevate dalla famiglia di lui, tutte le differenze culturali, e realizzarsi compiutamente, sorprenderà il lettore italiano mettendolo nel ruolo non di chi osserva ma di chi viene osservato, e affascinerà il lettore straniero con la carica di esotismo vibrante, acuto, appassionato, che si sprigiona dalle pagine di Perduti nei quartieri spagnoli

L’autrice

Heddi Goodrich, è nata a Washington nel 1971. Arriva per la prima volta a Napoli nel 1987 per uno scambio culturale e, tranne brevi periodi di ritorno negli Stati Uniti, vi soggiorna fino al 1998. Si laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Istituto Universitario Orientale. Insegnante, tiene un blog bilingue su traduzioni, letteratura e curiosità dell’italiano e dell’inglese (Il buono, il brutto e l’ulivo). Vive a Auckland, Nuova Zelanda, con il marito e due figli. Perduti nei quartieri spagnoli è il suo primo romanzo.

 

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Ringrazio Giunti Editore per avermi dato la possibilità di leggere questo libro a pochi giorni dalla sua pubblicazione; vi lascio il link per l’acquisto: Giunti

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Siamo solo piatti spaiati

Recensione Siamo solo piatti spaiati

Siamo solo piatti spaiati è un libro che tratta temi delicati come l’adolescenza, i problemi legati a questa età, le buone o cattive scelte, e l’importanza di trovare aiuto in una persona di riferimento.

Lo fa attraverso la storia dei due protagonisti: un ragazzo che viene inserito in una comunità e l’educatore che maggiormente si dedica a lui.

Siamo solo piatti spaiati è quindi un romanzo di formazione, che racconta di esperienze positive e negative, di cambiamenti interiori e crescita personale.

Detto ciò, passiamo all’analisi vera e propria.

Il libro

Preparare un viaggio non significa soltanto preparare le valigie, scegliere i vestiti, non dimenticare gli oggetti personali. Bisogna abituarsi al cambiamento, aprirsi al  nuovo orizzonte, ricordare tutte le esperienze precedenti per rinnovarle nel nuovo viaggio.

Si tratta di un libro piuttosto breve, dal ritmo di lettura medio. L’ambientazione e l’atmosfera sono abbastanza neutre: la storia potrebbe essere ambientata in una qualsiasi cittadina con un istituto e un gruppo di ragazzi.

L’atmosfera non incide particolarmente sul racconto e non è percettibile in modo netto, come avviene in altri romanzi.

Lo stile dell’autore è molto semplice, il lessico giovanile e quasi confidenziale.

La trama è anch’essa semplice e si sviluppa intorno alla storia del protagonista che, a causa di un evento, si ritrova a dover passare un periodo della sua vita in comunità: qui conosce un educatore che lo aiuta in modo determinante per il suo futuro ed un compagno che risveglia in lui riflessioni e pensieri accantonati.

In conclusione

Credo che l’autore e il genere siano potenzialmente validi, soprattutto per un pubblico giovane e che possa rispecchiarsi nei personaggi e nelle storie che vengono raccontate.

Tuttavia, mi sento di fare un piccolo appunto sulla qualità generale del libro: per prima cosa il testo può essere migliorato per dare più risalto al messaggio. Inoltre credo che l’aspetto del libro sia totalmente sbagliato: la copertina è davvero mal fatta: i piatti sono scontornati malamente e incollati senta un senso, il titolo e il nome dell’autore stanno malissimo sia tra loro e sia sullo sfondo su cui sono stati messi. In generale, credo che questo penalizzi tantissimo il libro perché, immaginando di trovarlo su uno scaffale, non si capirebbe nemmeno il genere dalla copertina. Poi, è vero che l’apparenza non determina la “sostanza” ma, a mio parere, può influire negativamente sull’impressione dei potenziali lettori.

Detto ciò, consiglio comunque questo libro a chi cerca una lettura leggera con temi non troppo scontati e un bel messaggio.

Ringrazio Il taccuino – ufficio stampa per avermi dato la possibilità di leggere questo libro e parlarvene.

Buona lettura!

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Butterfly

Butterfly Book Cover Butterfly
Yusra Mardini
Autobiografia
Giunti
2019
Copetina flessibile
360

Mentre l'imbarcazione di Yusra naufraga, nell'ultimo tratto del suo lungo viaggio per fuggire dalla guerra in Siria, lei e sua sorella Sarah si tuffano in mare per condurre in salvo la barca e gli altri passeggeri a bordo. Nuotano per ore nelle acque gelide, rischiando la vita, riescono a raggiungere le coste di un'isola greca. Da lì, il loro viaggio prosegue fino a Berlino. Il coraggio di Yusra e il suo talento di nuotatrice sono stati premiati: si qualifica alle Olimpiadi di Rio 2016 e gareggia come membro della squadra olimpica degli atleti rifugiati. Yusra è oggi ambasciatrice dei rifugiati ed emblema per i migranti di tutto il mondo: un potente esempio di resilienza e determinazione

Butterfly è l’autobiografia ufficiale dell’atleta olimpica Yusra Mardini, comparsa per la prima volta sullo scenario mondiale ai giochi olimpici di Rio, nel 2016.

Recensione | Butterfly

Il libro

Mille vite spente in un solo giorno. Per una volta, intorno a me, non si fa che parlare di politica. Vedo le famiglie dividersi perché un fratello è a favore del regime e un altro è contrario. Moltitudini di ragazzi vengono inghiottiti da un esercito o dall’altro e non tornano più. Sono giovane, ma abbastanza grande da rendermi conto che il nostro paese sta sprofondando nell’orrore. Sono devastata. Non ho mai chiesto che accadesse, non ho mai voluto che il mio paese andasse in pezzi. Farei di tutto, pur di riportare indietro le lancette dell’orologio.

 

Yusra ha gareggiato nella squadra dei rifugiati, messa insieme per la prima volta proprio in occasione dei giochi di Rio.

La sua è una storia di coraggio e determinazione ma, soprattutto di grande positività e forza d’animo. Il suo racconto parte dall’infanzia quando, ancora bambina, si allena con la sorella nella piscina della sua città.

Lei e Sara, la sorella, seguono allenamenti rigidissimi sotto stretta sorveglianza di un padre-allenatore estremamente esigente e rigoroso, che insegna loro la disciplina e la determinazione necessarie per arrivare a grandi risultati.

Yusra racconta di come questo padre si trasformi dentro e fuori le mura di casa: da padre ad allenatore e vice versa, due persone nettamente distinte. Non c’è spazio per le preferenze, per gli indugi e le insicurezze: il nuoto viene prima di tutto.

Crescendo Yusra attraversa momenti difficili e un contrasto interiore tra il desiderio di affetto da parte dei genitori e la consapevolezza che ciò che fanno è per il suo bene. Anche con la sorella ci sono alti e bassi: Sara ha qualche anno in più di lei e inizia ad entrare nel periodo adolescenziale, ad avere scontri di pensiero con i genitori e Yusra si sforza di capire e comportarsi di conseguenza.

Tutto procede per il meglio: Yusra e la sorella gareggiano in molte competizioni importanti, fino ad arrivare alla Nazionale. I frutti di tanto impegno iniziano a vedersi.

Poco per volta, però, iniziano ad arrivare a Damasco notizie di rivolte, bombardamenti, sparatorie. Ma la guerra sembra ancora lontana: ciò che conta è il nuoto.

La guerra, però, si avvicina inesorabilmente e un giorno una bomba colpisce la piscina in cui abitualmente Yusra si allena: la vede crollare dal lunotto posteriore dell’auto della madre. Da qui, l’inizio del tormento.

Notizie sempre più allarmanti, bombardamenti sempre più frequenti. Yusra e la sua famiglia sono costrette a spostarsi più volte, lasciando la propria abitazione per un hotel, poi per un appartamento, infine un seminterrato: sembra andare sempre peggio. Giungono notizie di conoscenti morti o feriti, i poliziotti e i terroristi sono ovunque, non ci si può più spostare liberamente e senza il pericolo di essere uccisi.

Cosa fare? Partire e rischiare la vita o rimanere nella propria terra e rischiarla ugualmente?

Sara e Yusra partono per l’Europa: un viaggio disperato e senza fine, un viaggio costoso e senza certezze. Si affidano a dei trafficanti, che organizza una prima parte del viaggio in autobus, poi su un gommone. Un gommone che si guasta prima di arrivare sulle coste europee. Qui il gesto eroico di Yusra, che si getta in acqua per dare il suo aiuto.

Il gommone riparte. Arrivano in Grecia, passano per l’Austria e l’Ungheria. Un viaggio in cui trovano ostacoli infiniti, difficoltà di ogni genere, persone ostili, freddo e fame… ma anche pochi momenti di serenità e grandi amicizie.

Infine arrivano in Germania, dove vengono accolte e aiutate. Yusra trova qualcuno che crede in lei, che la aiuta e che la porta a raggiungere il suo sogno di partecipare ai giochi olimpici.

Per tutti noi, l’incubo è finito. Niente più confini, niente più trafficanti, niente più bivacchi per strada, niente più pericolo, nè guerra. […]All’ingresso della stazione, altre persone applaudono e sollevano cartelli con la scritta “Benvenuti rifugiati”. Sorrido a Sara. E’ irreale. Tutti questi estranei, venuti a salutare e a offrirci un futuro. Chi sono?

Si ricongiungerà con la famiglia e dovrà affrontare insulti e incomprensioni, interviste e giornalisti che riportano notizie false.

In tutto ciò Yusra affronta due tipi di viaggio contemporaneamente: un viaggio fisico e uno mentale. Un percorso di crescita, fatto di molte difficoltà, lontana dai genitori, senza una casa e tutto ciò che ha composto la sua vita fino all’adolescenza. Un percorso difficile, fatto di indecisione, offese, momenti bui. Ma anche un percorso che l’ha portata a voler partecipare ai giochi non solo per il nuoto, ma anche e soprattutto per il suo paese, per chi come lei è costretto a lasciare tutto e rischiare la vita. Per chi tutto ciò non l’ha mai desiderato.

Butterfly è un’autobiografia scritta con uno stile giovanile ma discreto ed educato; è scorrevole, il ritmo di lettura è veloce, scandito dagli avvenimenti e dalle riflessioni della protagonista.

Protagoniste, oltre a Yusra, sono Sara e la Siria. In secondo piano compaiono il padre e la madre, la sorella più piccola e gli amici, i compagni di viaggio e gli allenatori tedeschi.

L’atmosfera e l’ambientazione cambiano ripetutamente, seguendo il racconto che porta Yusra da Damasco a Berlino: entrambe, però, rispecchiano lo stato d’animo della protagonista, con i suoi momenti di gioia e dolore.

Qualche informazione in più:

YUSRA MARDINI è una nuotatrice olimpica e una rifugiata siriana che, nel 2015, a soli diciassette anni, è fuggita con la sorella da Damasco, divenuta troppo pericolosa a causa del conflitto in corso. Nel 2016 ha gareggiato nei 100 metri farfalla e stile libero alle Olimpiadi di Rio, nella squadra dei Rifugiati. Vive a Berlino, dove continua ad allenarsi e a competere in vista dei Giochi di Tokio 2020.

Per saperne di più:
  • La storia di Yusra sta per diventare un film: la casa di produzione Working Title ha ingaggiato lo sceneggiatore Jack Thorne (Wonder) e il regista Stephen Daldry (Billy Elliot, The Hours) per lavorare al biopic.
  • Yusra è ormai simbolo della causa dei rifugiati. E per questo ha incontrato Papa Francesco, il presidente Obama, registi, opinion leader e molti leader mondiali.
  • L’incredibile vicenda di questa adolescente siriana ha fatto il giro del mondo: in tanti hanno tifato per lei durante le gare di stile libero e farfalla a Rio 2016.

In conclusione:

Consiglio di leggere Butterfly perché contiene un forte messaggio di incoraggiamento rivolto a tutti: non arrendersi mai, qualunque sia il proprio obiettivo.

Oltre a questo, è un libro che tocca molti punti delicati e che spesso vengono evitati:

  • la politica: tutto è politica – dalla guerra in Siria all’accoglienza in Germania;
  • l’Islam: quella di Yusra è una famiglia con una mentalità aperta, che mantiene le tradizioni del proprio popolo ma non in modo ossessivo (Yusra può indossare un costume, per esempio).
  • la guerra vista da chi non la desidera e non vuole farne parte: spesso ciò che si vede è il risultato di un conflitto; i morti, i bombardamenti, le città distrutte, questo ha ragione e quello ha torto… ma le persone?
  • un percorso di questo tipo attraverso gli occhi di una ragazzina.

In conclusione, Butterfly è un libro che si legge piacevolmente e lascia un bel ricordo nonostante i contenuti difficili da affrontare; lo consiglio sia come messaggio di positività personale e sia per la storia che racconta.

Ringrazio Giunti Editore per avermi dato la possibilità di leggerlo a pochi giorni dalla pubblicazione e vi lascio il link per l’acquisto.

Aspettando le stelle

Aspettando  le stelle è un romanzo tenero e nostalgico che racconta una vita, quella di una bambina che nasce e cresce negli anni immediatamente successivi alla guerra e cresce circondata da racconti di periodi peggiori di quello in cui lei stessa vive.

Recensione Aspettando le stelle

«Ogni stella è uno spirito
che ha lasciato questa terra
e che ha adesso il compito
di farci un po’ di luce
mentre arranchiamo
pateticamente nel buio.
Dobbiamo essere seri
con le stelle.»

Il libro:

Beati quelli che possono vedere il sole da vicino.

Crescendo e maturando si confronta con le persone che la circondano e arriva sempre alla conclusione di essere in qualche modo diversa, più “rigida” e dedita ad una vira di rigore rispetto alle altre persone. Quando si innamora di Marco, Beatrice spera di aver raggiunto un periodo di felicità ma, anche questa volta, si ritrova a soffrire in quanto amore e passione si trasformano in tragedia.

Ma il passato è una barchetta che uno vorrebbe lasciar andare alla deriva, e non è detto che ci si riesca sempre.

Successivamente, rimasta sola, Beatrice intraprende un percorso di “auto-recupero”, dedicandosi a cose e persone che prima non avrebbe preso in considerazione. Troverà la pace, l’affetto e la gratitudine che non ha ricevuto in tutto il resto della sua vita e comprenderà finalmente il senso di molte cose che la circondano.

Aspettare le stelle è vivere.

Aspettando le stelle è un libro scritto in modo scorrevole e in tono confidenziale, come se fosse il racconto di una conoscente di vecchia data.  Si legge in modo semplice e ha un ché di nostalgico e malinconico. Ha un finale inaspettato, che spiega il senso delle prime pagine e, in modo più ampio, il senso della vita di Beatrice. Inoltre, racconta uno spaccato di storia italiana che non viene citato spesso: quello del dopoguerra e la realtà che si è creata nelle piccole comunità dell’epoca. Sono molto più comuni i libri ambientati durante la guerra, rispetto a quelli che narrano degli anni successivi ed è bello scoprire come fosse la quotidianità nei piccoli paesi (in questo caso Colleferro, nel Lazio).

In conclusione:

Lo consiglio per due motivi:

  • il racconto in sé, che lascia  un piacevole ricordo e un bel messaggio;
  • l’edizione Caravaggio che, come sempre, è curata nel minimo dettaglio, sia tecnico e sia estetico.

L’autrice:

Carola Helios (Carolina Bignozzi) nasce nel 1940 a Pontinia, dove attualmente vive.
Nel 1980 consegue il diploma di Scuola Magistrale come autodidatta e svolge la sua attività di docente presso la Scuola dell’Infanzia “Migliara 54”, nel  comune di Pontinia.
Nel 2017 pubblica il suo primo libro: Specchio d’acqua, sempre con la Caravaggio Editore.
Ora in pensione, si dedica alla decorazione della ceramica e della porcellana, oltre che alla scrittura.

 

La figlia sconosciuta

La figlia sconosciuta è un romanzo che racconta, attraverso la storia della protagonista, molte verità che spesso si celano dietro una persona comune e che sono determinate dal suo vissuto.

Recensione La figlia sconosciuta

Tutti mi abbracciano pensando che siano solo il freddo e la pioggia a farmi tremare. La verità invece è che sono sconvolta. Questo è il funerale di mio padre. E io l’ho ucciso.

Il libro

 

Io ero come l’oleandro, bella fuori e cattiva dentro.

Francesca è una ragazza come tante: ha un marito, un bambino, una casa, un buon lavoro una prospettiva di carriera non indifferente. Ha anche un passato tormentato: un padre egoista e autoritario, una madre distaccata, un’infanzia tutt’altro che semplice. In questo modo, al suo interno, crescono due identità distinte: Chicca, dolce e dall’apparenza impeccabile, e Francy, impulsiva e passionale. Due personalità che, crescendo, si delineano sempre di più, dando origine a situazioni ed eventi inaspettati.

Sono bionda e ho gli occhi azzurri, mi dicono che sono carina: un’arma a doppio taglio. La gente si aspetta che io sia buona e gentile come un angelo, che non sollevi problemi e soprattutto non osi mai contraddire un uomo più grande.

Francesca è una buona madre, anche se molto stressata, ed è una buona moglie, innamorata. Ma, sotto stress e confusa da un’esistenza di emozioni contrastanti e confuse, si trova a cercare attenzioni e appagamento da una persona diversa dal marito. Porta avanti una relazione priva d’amore ma piena di emozioni forti che, lei stessa non definisce un tradimento ma una necessità.

Come sfondo alle vicende personali e psicologiche che affronta Francesca, troviamo il rapporto con il padre: dall’infanzia fonte di sofferenza per Chicca, nonché motivo di interminabili incertezza e confusione in merito ai propri sentimenti e al proprio comportamento con le altre persone.

La narrazione procede velocemente alternando presente e passato in ogni capitolo. Troviamo, infatti, due racconti paralleli che vengono portati avanti dall’inizio alla fine del libro: il presente (o comunque il passato appena trascorso) e l’infanzia. Il libro inizia e finisce con la stessa scena: il funerale del padre di Francesca. Tutti i capitoli compresi tra il primo e l’ultimo, invece, si suddividono tra passato e presente. Solo alla fine si metteranno insieme tutti i pezzi del puzzle e si averà una spiegazione a tutto ciò che Francesca è, e a ciò che ha fatto.

La razionalità tiene in bilico tutte le cose e, poiché le emozioni invece amano creare disordine e ci costringono all’improvvisazione, vengono evitate accuratamente.

Lo stile dell’autrice è molto scorrevole e fluido, il libro si legge facilmente sia grazie allo stile e sia grazie alla trama impeccabile: nonostante i colpi di scena e gli elementi psicologici, infatti, il filo conduttore resta ben saldo, fino alla fine. Definirei il lessico scelto fresco e giovanile, ma molto curato.

L’ambientazione è principalmente la città di Milano, con sporadici spostamenti in altre città dovuti ai viaggi di Francesca. I luoghi sono descritti ma non eccessivamente, ciò che assume più importanza nella descrizione è il pensiero e l’emozione annessa ad ogni scena della vita di Francesca.

Stavo sognando un mondo bellissimo, ma ora mi è stato strappato e non ricordo più niente. Come un vecchi film la cui pellicola si brucia durante la proiezione, sul più bello.

Il contenuto:

Personalmente, credo che questo libro si possa in modo “superficiale” semplicemente per conoscere Francesca e la sua storia, oppure in modo più “profondo”, per comprenderla. Preferisco la seconda opzione e credo che sia opportuno soffermarsi su alcuni punti della vita di Francesca.

La storia di Francesca è, in fin dei conti, quella di una bambina che viene maltrattata e umiliata dal padre e seguita con distacco dagli altri componenti della famiglia. Si tratta, quindi, di una persona che cresce con una visione confusa dei rapporti e dei sentimenti e che, a discapito delle conseguenze sulla sua stessa vita, si trova a fare scelte impulsive e sregolate.

Ho vissuto gran parte della mia esistenza pensando di non far parte, veramente, delle cose. C’era sempre un distacco fra me e gli altri, e anche fra me e me. Ero infelice e non lo sapevo, talmente ero abituata ad esserlo.

La storia di Francesca è la storia di molte persone che, a causa dei genitori, del coniuge o di chissà quale altro fattore, si ritrovano a condizionare sistematicamente le proprie scelte e il proprio futuro a causa dell’incertezza e dell’insoddisfazione. Spesso questo porta ad ulteriori sofferenze: la relazione di Francesca con una persona che non la ama, in realtà, crea da un lato appagamento ma dall’altro delusione. Nello stesso tempo, mette a rischio il suo rapporto con il marito, nonché con il figlio.

Credo che la ricerca di una via di fuga, di una qualsiasi forma di soddisfazione (lavoro, relazione, o altro) sia la conseguenza più spontanea e naturale ad uno stato emotivo di questo tipo. Ciò che, personalmente, non trovo giusto è quando si rovina un buon rapporto per un capriccio momentaneo. Francesca ha avuto un pessimo esempio dai genitori ma ha rischiato, per motivi diversi, di causare le stesse reazioni in suo figlio.

Ad ogni modo, la valutazione delle colpe, dei meriti e delle conseguenze sta ad ogni lettore (anche il marito fa la sua parte, non prendete il mio commento come una critica nei confronti di Francesca, anzi!). Ci sono, poi, altri fattori su cui riflettere, per esempio su quali siano cause/conseguenze per le azioni di un uomo (il marito o l’amante, in questo caso) e di una donna (Francesca ne è l’esempio).

In conclusione:

Sia che vogliate leggere questo libro come giallo – sull’omicidio del padre, come suggerisce la citazione sul retro di copertina – e sia che vogliate leggerlo come romanzo psicologico, ve lo consiglio assolutamente! La trama e lo stile dell’autrice sono impeccabili; si legge tutto d’un fiato, dall’inizio alla fine! Vi lascerà un piacevole ricordo e, soprattutto, un sacco di domande… a cosa porta ogni nostra scelta? A cosa diamo maggiore importanza?

Cara figlia, un giorno ti spiegherò quanto è bello e difficile essere donna. La fatica necessaria per imparare a difendersi e farsi rispettare in un mondo in cui ci sono ancora troppi pregiudizi. Ti farò capire quanto questi pregiudizi sono radicati in noi prima ancora che nella società. Siamo noi donne le prime a non credere di essere all’altezza.

Infine, è la storia di una DONNA, di una figlia, moglie e madre, e di come sia difficile affrontare la quotidianità in ognuna di queste vesti: vale la pena leggerla e comprenderla.

L’autrice

Sara Recordati
Sara Recordati è nata nel 1972 a Milano, dove si è laureata in Lettere con indirizzo in Storia dell’arte. Dopo la laurea ha conseguito un diploma di specializzazione, durante il quale ha vissuto a New York, lavorando presso il Solomon R. Guggenheim Museum e il Metropolitan Museum of Art. Rientrata in Italia, è diventata giornalista professionista e oggi lavora nella redazione del settimanale Gente di Hearst Italia come esperta di cinema. La figlia sconosciuta è il suo primo romanzo.

 

Ringrazio la casa editrice Bookabook e l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere questo bellissimo romanzo e vi lascio il link per l’acquisto qui: bookabook

 

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Il gigante sepolto

Il gigante sepolto Book Cover Il gigante sepolto
Kazuo Ishiguro
Romanzo, Fantasy
Einaudi
2016
320

Il leggendario re Artú è ormai morto e la pace che ha imposto sulla futura Inghilterra resiste seppur fragile. Nella dimora buia di Axl e Beatrice, tuttavia, non c'è posto per nessuna pace. La coppia di anziani coniugi è afflitta da una sorta di inspiegabile amnesia. A causarla pare essere una strana nebbia che sta contagiando tutto il regno. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno piú dove si trovi, né che cosa li abbia separati da lui. A dispetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l'origine della nebbia incantata, prima che il ricordo di ciò a cui piú tengono sia perduto per sempre.

Un romanzo doloroso e bellissimo sulla memoria e la colpa. Una storia fantastica che ci indica una strada da seguire per il nostro presente: vivere in armonia con gli altri significa essere capaci di ricordare, ma anche di dimenticare e perdonare.

Traduzione di Susanna Basso.

«Un racconto di straordinarie atmosfere, una storia di travolgente leggibilità da divorare tutta d'un fiato».

«The Guardian»

Il gigante sepolto è un fantasy ambientato in Britannia, pochi anni dopo la morte del leggendario Re Artù. La caratteristica che definisce l’atmosfera e l’ambientazione, però, è la presenza di una nebbia anomala che ha invaso l’intero Paese: questa nebbia sembra avere la capacità di cancellare i ricordi delle persone che ne vengono a contatto.

Recensione Il gigante sepolto di Kazuo Ishiguro

Non c’era l’uso di passare al passato, tra quella gente, nemmeno se prossimo.

 

La trama quindi si sviluppa intorno al fattore “memoria” e alla sua importanza, fino alla fine. I protagonisti sono Axl e Beatrice, due anziani coniugi che partono per un lungo viaggio alla ricerca del figlio scomparso: durante questo viaggio incontrano molte persone, buone e cattive, disponibili e avverse. Si troveranno a girovagare per la Britannia supponendo che il figlio si trovi sempre in posti diversi. La memoria mette a dura prova tutte le loro certezze: il luogo in cui si trova il figlio, le strade da percorrere, i discorsi fatti e le decisioni prese e, ad un certo punto, sembra mettere in discussione il loro amore indissolubile.

Il ritmo di lettura è molto lento, ogni passaggio viene descritto con estrema cura e spesso la narrazione sembra ripetitiva. Tuttavia, lo stile dell’autore e l’inserimento di affannosi ricordi qua e là aiutano il lettore a proseguire. Nonostante la lentezza della narrazione, infatti, ci si trova a proseguire la lettura senza alcun problema, anzi!

Il libro precede in questo modo fino alla fine, quando – proprio nelle ultime pagine – accade qualcosa di inaspettato. Quella che è stata la colonna portante del racconto fino a quel punto viene abbattuta, rivelando un finale decisamente sorprendente, a cui si possono dare interpretazioni diverse.

Anche i personaggi assumono una veste diversa alla fine del libro e con l’evolversi della storia: Axl e Beatrice si presentano come due coniugi di vecchia data, che hanno passato una vita insieme e che non metterebbero mai in discussione il proprio rapporto. In realtà, proseguendo con la lettura anche queste certezze vengono messe in discussione, portando il lettore ad interrogarsi su quali siano verità e quali siano bugie.

Detto ciò, a mio parere, sono due i punti di forza del libro: atmosfera e messaggio. 

L’atmosfera, come accennato in precedenza, porta il lettore in un mondo fiabesco e misterioso, con draghi e antichi villaggi sperduti tra i boschi della Britannia. Sicuramente utile per rendere maggiormente l’idea dello smarrimento e della confusione portati dalla nebbia. Inoltre, porta il lettore a visualizzare i luoghi in cui avvengono i fatti e questa è sempre una cosa positiva, sia per ambientazioni reali che di fantasia.

Il messaggio è chiaramente sull’importanza della memoria: se perdessimo la memoria cosa resterebbe di noi? E, sapendolo, agiremmo nello stesso modo?
I protagonisti affrontano (e spiegano) proprio questo, attraverso le loro continue amnesie e i ricordi confusi.

In conclusione

Senza dubbio, Il gigante sepolto è un fantasy sopra la media. La maggior parte dei fantasy, infatti, racconta una storia fine a sé stessa, questo invece ha un messaggio molto importate da trasmettere. Lo consiglio quindi sia agli appassionati del genere e sia a chiunque volesse sperimentare qualcosa di nuovo perché è sicuramente un libro molto valido.

Personalmente non ho ancora deciso se la lentezza di questo libro sia un bene o un male: aiuta riflettere o annoia? Non ne sono sicura. Ciò che posso dirvi, però, è che si tratta di un libro che lascia una bella sensazione. Ccome se ci avessero letto una leggenda tramandata nei secoli…

Infine, chiunque dovesse leggerlo, chiedo di soffermarsi sul finale: credo abbia almeno tre interpretazioni possibili e sarebbe bello discuterne! Buona lettura

 

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La filosofia di Zorba

La filosofia di Zorba

è un romanzo rosa attuale, leggero ma profondo. Racconta la storia di Valeria, una studentessa che frequenta l’ultimo anno di liceo e che affronta quotidianamente le sue incertezze e difficoltà.

In questo viene sostenuta dalle sue migliori amiche, spesso però il sostegno non è sufficiente a darle abbastanza forza. Valeria è una ragazza estremamente emotiva, solitaria, odia la popolarità e le gli atteggiamenti tipici dei suoi coetanei. Spesso viene messa da parte proprio a causa della sua difficoltà ad inserirsi e uniformarsi ai gruppi più popolari della scuola.

Nonostante ciò, entra nel raggio d’attenzione dei due ragazzi più popolari della scuola: Massi e Marco. Sono persone estremamente diverse da Valeria, così come le compagnie che frequentano. Inizialmente i dialoghi e gli incontri tra di loro sono perlopiù scontri e affronti. Successivamente, però, tra Massi e Valeria nasce un’attrazione che va crescendo a mano a mano che si conoscono. Sono uno l’opposto dell’altro: avranno qualche speranza di costruire qualcosa insieme? Lui, sfacciato e presuntuoso. Lei, introversa e insicura.

Come se non bastasse, c’è la presenza costante di Delia, la ragazza che sin da bambina ha una cotta insuperabile per Massi.

Ci sono però due fattori che contribuiscono a legare i due ragazzi. Il primo è l’aiuto che Valeria riceve da un professore, che la sprona ad affrontare le sue insicurezze all’insegna di esperienze nuove e importanti. L’altro è un concorso letterario a cui parteciperanno Valeria e Massi: questo evento, in particolare, metterà alla prova il loro rapporto, mettendoli di fronte a scelte, alla necessità di fidarsi uno dell’altro e comprendersi a vicenda, nonostante ciò che avviene intorno a loro.

Il libro

Questo romanzo si può definire Romance, ma contiene qualcosa in più oltre alla storia d’amore: introspezione e analisi del periodo adolescenziale, con i suoi problemi “insormontabili”.

Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole, il romanzo si legge facilmente, avendo modo di soffermarsi sui contenuti. Si alternano dialoghi, descrizioni dei luoghi e delle emozioni, dei personaggi e e delle loro esperienze. Infine, un epilogo sorprendente!

L’autrice, attraverso la figura riflessiva e matura di Valeria, trasmette un messaggio molto importante: è fondamentale saper unire responsabilità e riflessione ad una giusta dose d’istinto, per superare le proprie paure e vivere ogni esperienza al meglio.

In conclusione

Consiglio questo libro agli amanti del romanzo rosa ma anche a chi fosse in cerca di una lettura leggera ma significativa. La filosofia di Zorba è, in fondo, uno stile di vita che può essere adottato in qualsiasi momento della propria vita.

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo e vi lascio il link per l’acquisto qui.

 

 

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