Il mio cammino di Santiago

Il mio Cammino di Santiago

quasi 800 km
quasi 800 versi

due componimenti poetici sul pellegrinaggio verso Compostela

Oggi, 21 marzo – giornata Mondiale della Poesia, ho deciso di parlarvi di un libro che contiene due componimenti poetici, dell’autrice Mara Spoldi (di cui potete leggere anche la recensione di Timidi Zampilli).

 

Il libro

Si tratta di un libro relativamente breve (circa 90 pagine) ma che contiene al suo interno una grande quantità di emozioni.

Come detto in precedenza, nella recensione di Timidi Zampilli, l’autrice è estremamente sensibile e allo stesso modo lo sono i suoi versi. Ciò che può risultare inconsueto è il fatto di “leggere un viaggio” sotto forma di versi: solitamente si è abituati a diari di viaggio piuttosto che romanzi “on the road”, questo libro invece racconta un viaggio in versi.

Riporto la prefazione, che contiene alcune informazioni utili sul testo:

In questi ultimi tempi (oltre che in tutti i tempi), il
pellegrinaggio a Santiago di Compostela ha
assunto un carattere molto profanato dai mezzi di
comunicazione. Affrontano questo viaggio anche
coloro che sono miscredenti, per sport, avventure e
divertimenti.
Alcune iniziative mi hanno addirittura lasciato
perplesso. Invece, nel viaggio della Spoldi, io vi
troverò un fervore che può essere paragonato,
mutate le epoche e le circostanze, a quello di
Caterina Benincasa, passata alla storia come Santa
Caterina da Siena, eletta addirittura a “dottoressa”
della Chiesa.
Non so se il misticismo aiuti a produrre o no arte e
poesia, ma di artisti, pittori, musicisti, scultori che
hanno compiuto le loro opere anche in preda a un
certo loro rapimento o a una ricerca mistica, ce ne
sono molti.
A me sembra che la poesia di Mara Spoldi, altresì
nella tendenza del suo linguaggio verso certi
arcaismi, lei si giovi di molte risorse spirituali e di
ieratica immaginazione, di accesi sentimenti e di
ferventi rappresentazioni, per ottenere l’ardore
ascetico, l’illuminazione, le risorse dall’Alto che va
cercando con fede e speranza, e non le mancano
squarci lirici suggestivi.
Insomma, sono onestamente convinto di trovarmi,
al di là d’ogni altra considerazione d’altro genere,
davanti ad una artista autentica.
Teodoro Giuttari

 

La particolarità

Come premesso all’inizio della recensione, Il mio cammino di Santiago non racconta solo il viaggio con le sue tappe e la sua dinamica, racconta principalmente le emozioni di una persona che ha deciso di intraprendere questo cammino di quasi 800 km.

Riporto i primi versi per dare un’idea dello straordinario lavoro dell’autrice:

Parti.
La paura del sogno
si fa presto magia
e la mente dischiusa
accoglie delicata
i colori del silenzio.

Lo stile è semplice, il lessico comune, il ritmo costante: tutto dà importanza al contenuto.

 

In conclusione

Consiglio questo libro a tutti gli amanti della poesia, anche a chi volesse sperimentare qualcosa di “diverso”, forte e delicato allo stesso tempo.

Trovate sia l’ebook che il cartaceo su Amazon.

Buona lettura e… Grazie Mara per avermi dato la possibilità di leggerlo!

Siamo solo piatti spaiati

Recensione Siamo solo piatti spaiati

Siamo solo piatti spaiati è un libro che tratta temi delicati come l’adolescenza, i problemi legati a questa età, le buone o cattive scelte, e l’importanza di trovare aiuto in una persona di riferimento.

Lo fa attraverso la storia dei due protagonisti: un ragazzo che viene inserito in una comunità e l’educatore che maggiormente si dedica a lui.

Siamo solo piatti spaiati è quindi un romanzo di formazione, che racconta di esperienze positive e negative, di cambiamenti interiori e crescita personale.

Detto ciò, passiamo all’analisi vera e propria.

Il libro

Preparare un viaggio non significa soltanto preparare le valigie, scegliere i vestiti, non dimenticare gli oggetti personali. Bisogna abituarsi al cambiamento, aprirsi al  nuovo orizzonte, ricordare tutte le esperienze precedenti per rinnovarle nel nuovo viaggio.

Si tratta di un libro piuttosto breve, dal ritmo di lettura medio. L’ambientazione e l’atmosfera sono abbastanza neutre: la storia potrebbe essere ambientata in una qualsiasi cittadina con un istituto e un gruppo di ragazzi.

L’atmosfera non incide particolarmente sul racconto e non è percettibile in modo netto, come avviene in altri romanzi.

Lo stile dell’autore è molto semplice, il lessico giovanile e quasi confidenziale.

La trama è anch’essa semplice e si sviluppa intorno alla storia del protagonista che, a causa di un evento, si ritrova a dover passare un periodo della sua vita in comunità: qui conosce un educatore che lo aiuta in modo determinante per il suo futuro ed un compagno che risveglia in lui riflessioni e pensieri accantonati.

In conclusione

Credo che l’autore e il genere siano potenzialmente validi, soprattutto per un pubblico giovane e che possa rispecchiarsi nei personaggi e nelle storie che vengono raccontate.

Tuttavia, mi sento di fare un piccolo appunto sulla qualità generale del libro: per prima cosa il testo può essere migliorato per dare più risalto al messaggio. Inoltre credo che l’aspetto del libro sia totalmente sbagliato: la copertina è davvero mal fatta: i piatti sono scontornati malamente e incollati senta un senso, il titolo e il nome dell’autore stanno malissimo sia tra loro e sia sullo sfondo su cui sono stati messi. In generale, credo che questo penalizzi tantissimo il libro perché, immaginando di trovarlo su uno scaffale, non si capirebbe nemmeno il genere dalla copertina. Poi, è vero che l’apparenza non determina la “sostanza” ma, a mio parere, può influire negativamente sull’impressione dei potenziali lettori.

Detto ciò, consiglio comunque questo libro a chi cerca una lettura leggera con temi non troppo scontati e un bel messaggio.

Ringrazio Il taccuino – ufficio stampa per avermi dato la possibilità di leggere questo libro e parlarvene.

Buona lettura!

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L’isola bianca

Recensione  – L’isola bianca: 33°22’04.0″N, 112°16’10.0″W

Adesso che la civiltà è stata spazzata via, c’è qualcosa di sottile che ha penetrato il mio cuore. La portata del mio libero arbitrio è aumentata, sono giudice delle vite altrui e il mio fucile è il martello attraverso cui emetto il verdetto. 

Il libro

L’isola bianca è un romanzo post-apocalittico, crudo e diretto. Lo si intuisce già dall’incipit.

L’ambientazione e l’atmosfera sono ricreate alla perfezione: devastazione e desolazione occupano il mondo intero. Questo è percepibile sia attraverso le descrizioni e sia attraverso le azioni e i pensieri dei protagonisti. I personaggi sono pochi e vengono descritti sotto il punto di vista fisico ma soprattutto sotto quello psicologico: la solitudine, la fame e la disperazione portano alla pazzia e all’irrazionalità.

In questo modo viene descritta non solo la storia dei protagonisti ma la natura del genere umano: quella di prevaricare sugli altri, di salvarsi ad ogni costo.

Il ritmo di lettura è piuttosto frenetico: nonostante le descrizioni e i momenti “di tranquillità”, le vicende si susseguono con un ritmo tale che è difficile annoiarsi e considerare il romanzo “lento”, anzi! A creare ancora più curiosità e desiderio di proseguire la lettura è il susseguirsi di più protagonisti, che di volta in volta portano avanti la storia. Con il passaggio da un protagonista ad un altro, si ha anche un salto temporale e una descrizione dei luoghi, che permettono di comprendere come si sia trasformato il mondo nel lasso di tempo in questione.

Lo stile dell’autore è semplice ma estremamente curato. Il lessico scelto è perfetto per il tipo di narrazione, come se il lettore stesse leggendo un diario o ascoltando un racconto. Spesso si trovano dei momenti di ironia (o autoironia, dei protagonisti), dal sapore amaro, tipico della situazione in cui si trovano.

Dall’inizio alla fine, il lettore segue il percorso dei protagonisti (sia fisico che mentale) che parte dal disorientamento, passa per lo sconforto e successivamente arriva alla disperazione. Solo dopo aver affrontato ogni genere di emozione devastante e aver superato scelte e atti altrettanto devastanti, ecco che ricompare la speranza: L’isola Bianca. L’unico posto al mondo che non sia stato distrutto dai bombardamenti nucleari.

Il protagonista inizia quindi il suo ultimo viaggio, verso la speranza, verso l’isola bianca. Ma, ovviamente, non si tratterà di un viaggio semplice, tutt’altro!

In conclusione:

Consiglio questo libro per la cura con cui è stato scritto, prima di tutto. Lo consiglio ovviamente anche per la trama e per il ritmo di lettura, che formano una combinazione vincente. Vi avverto: non è un libro semplice da metabolizzare, è piuttosto crudo (per le scene descritte) e “duro” (per gli argomenti trattati, soprattutto i risvolti psicologici degli eventi sulla mente umana). In ogni caso, ne vale la pena. Buona lettura!

Grazie a @anubisgabriele per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro! Vi lascio il link per il download su Amazon: qui.

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La filosofia di Zorba

La filosofia di Zorba

è un romanzo rosa attuale, leggero ma profondo. Racconta la storia di Valeria, una studentessa che frequenta l’ultimo anno di liceo e che affronta quotidianamente le sue incertezze e difficoltà.

In questo viene sostenuta dalle sue migliori amiche, spesso però il sostegno non è sufficiente a darle abbastanza forza. Valeria è una ragazza estremamente emotiva, solitaria, odia la popolarità e le gli atteggiamenti tipici dei suoi coetanei. Spesso viene messa da parte proprio a causa della sua difficoltà ad inserirsi e uniformarsi ai gruppi più popolari della scuola.

Nonostante ciò, entra nel raggio d’attenzione dei due ragazzi più popolari della scuola: Massi e Marco. Sono persone estremamente diverse da Valeria, così come le compagnie che frequentano. Inizialmente i dialoghi e gli incontri tra di loro sono perlopiù scontri e affronti. Successivamente, però, tra Massi e Valeria nasce un’attrazione che va crescendo a mano a mano che si conoscono. Sono uno l’opposto dell’altro: avranno qualche speranza di costruire qualcosa insieme? Lui, sfacciato e presuntuoso. Lei, introversa e insicura.

Come se non bastasse, c’è la presenza costante di Delia, la ragazza che sin da bambina ha una cotta insuperabile per Massi.

Ci sono però due fattori che contribuiscono a legare i due ragazzi. Il primo è l’aiuto che Valeria riceve da un professore, che la sprona ad affrontare le sue insicurezze all’insegna di esperienze nuove e importanti. L’altro è un concorso letterario a cui parteciperanno Valeria e Massi: questo evento, in particolare, metterà alla prova il loro rapporto, mettendoli di fronte a scelte, alla necessità di fidarsi uno dell’altro e comprendersi a vicenda, nonostante ciò che avviene intorno a loro.

Il libro

Questo romanzo si può definire Romance, ma contiene qualcosa in più oltre alla storia d’amore: introspezione e analisi del periodo adolescenziale, con i suoi problemi “insormontabili”.

Lo stile dell’autrice è semplice e scorrevole, il romanzo si legge facilmente, avendo modo di soffermarsi sui contenuti. Si alternano dialoghi, descrizioni dei luoghi e delle emozioni, dei personaggi e e delle loro esperienze. Infine, un epilogo sorprendente!

L’autrice, attraverso la figura riflessiva e matura di Valeria, trasmette un messaggio molto importante: è fondamentale saper unire responsabilità e riflessione ad una giusta dose d’istinto, per superare le proprie paure e vivere ogni esperienza al meglio.

In conclusione

Consiglio questo libro agli amanti del romanzo rosa ma anche a chi fosse in cerca di una lettura leggera ma significativa. La filosofia di Zorba è, in fondo, uno stile di vita che può essere adottato in qualsiasi momento della propria vita.

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo e vi lascio il link per l’acquisto qui.

 

 

Per tutte le altre recensioni vi rimando alla pagina Indice! Buona lettura

Il divoratore d’ombra

Il libro:

Il divoratore d’ombra è il primo volume della saga Corona delle Rose, una saga fantasy che si dimostra coinvolgente già dal primo capitolo.

Perché dal primo capitolo? Perché ha una trama molto fitta e intricata, con avvenimenti repentini e passaggi veloci. Il ritmo di lettura però, a mio parere, cambia a metà del libro: la prima parte è più lenta e, dopo un’introduzione a luoghi e personaggi, si snoda interamente intorno ad un solo evento; nella seconda parte, invece, il ritmo aumenta nettamente a causa della quantità di eventi e dei personaggi che ne fanno parte.

In questo caso, credo che lo stile semplice e fluido dell’autore aiuti a bilanciare le due metà del libro e a semplificare l’apprendimento di tutti i contenuti (soprattutto nella parte introduttiva e nella seconda metà).

La particolarità del libro è l’ambientazione: un mondo fantastico inventato dall’autore, che fornisce una grande quantità di dettagli e descrizioni utili per potersi immaginare i luoghi e l’atmosfera – definendo tratti fantasy, dark e gotico-medievali.
Non solo: allo stesso modo, anche i personaggi, le credenze e gli Dei, le magie e le usanze sono tutte frutto dell’immaginazione dell’autore, che ha creato un mondo alternativo con ogni particolare possibile.

Ci si trovano davanti, quindi, due “fazioni”: quella degli Oblati e quella degli Haorianm. Si ha la possibilità di approfondire usanze e credenze di entrambe proprio grazie ai protagonisti, Crios e Logren.

I due protagonisti sono amici sin dall’infanzia ma destinati a ruoli opposti: Crios è destinato a diventare un temutissimo Divoratore d’Ombra, mentre l’amico Logren sembra dover diventare l’antagonista.

Su questa base si sviluppa il resto del racconto, lasciando però alcuni misteri irrisolti, che verranno portati a termine nel secondo volume della saga.

In conclusione:

Ho apprezzato molto questo libro e lo consiglio a tutti gli appassionati del genere fantasy e non solo!
Oltre alla trama e ai personaggi, ho apprezzato molto l’impostazione del libro: le prime pagine sono dedicate ad una prefazione che orienta il lettore sul punto di vista dell’autore sul genere fantasy e che introduce alla lettura del primo volume della saga.

Dopodiché troviamo le mappe di Muelnor e Arbor, molto utili per orientarsi in questo mondo sconosciuto. Successivamente, un elenco dei personaggi e del loro ruolo (trattandosi di una quantità considerevole di nomi di fantasia l’ho trovata una cosa ottima!).

Poi, i capitoli: all’inizio di ogni capitolo, oltre al titolo, troviamo una breve introduzione che aiuta a immaginare la scena che sta per essere letta

“Il Vento Ancestrale”

La parte vecchia di Muelnor si presenta come un ammasso di case in
pietra sormontate da bertesche completamente chiuse, con feritoie per gli
arcieri e caditoie per gettare materiali infuocati; tunnel e ponti coperti
collegano fra loro le postazioni, costituendo una città sopra un’altra,
studiata, in caso di penetrazione, per offrire ai soldati la possibilità di
spostarsi dal Maniero in qualunque direzione e poter colpire le truppe
avversarie in tutta tranquillità e al riparo.

(dal primo capitolo)

A questo punto non posso fare altro che consigliarvelo, segnalandovi anche il secondo volume “L’Obelisco dei Divoratori” e lo spin-off “L’Ancella di Crios”.

L’autore:

Riporto di seguito la biografia che l’autore mi ha gentilmente inviato:

Sono nato a Tivoli il 6 Gennaio del 1975.
Ricordo molto bene quando tutto è iniziato… come in un sogno mi passano davanti le
immagini dei miei eroi dell’infanzia, a iniziare da Luke di Star Wars. Ho scritto il mio
primo racconto fantastico in quarta elementare, un susseguirsi di vicende mirabolanti che
vedevano coinvolto me stesso; manifestavo il bisogno di vivere in prima persona le
imprese e soprattutto le emozioni dei miei amati beniamini. Il mio primo amore è stata
Lamù, indimenticabile, e come non menzionare l’incantevole Creamy o l’adorabile cara
dolce Kyoko; nei miei racconti ho amato ognuna di loro, ma ero principalmente l’eroe
d’imprese epiche: Peter Rey di Gundam, Tekkaman, Pegasus de I Cavalieri dello
Zodiaco, Jean de Il Mistero della Pietra Azzurra. Ero con Bastian de La Storia
Infinita, quando si è rifugiato nella soffitta della scuola; ero con Mikey de I Goonies,
quando ha scoperto la mappa del tesoro di Willy l’Orbo; ero con Indiana Jones, quando
ha assistito all’apertura dell’Arca dell’Alleanza; ero con Frodo de il Signore degli Anelli,
quando ha iniziato il viaggio per il Monte Fato. Ognuno di loro ha contribuito
profondamente alla mia crescita caratteriale e letteraria, esaltando il mio lato romantico,
enfatizzando la ricerca della giustizia, spronandomi a perseguire valori e virtù come il
coraggio, l’eroismo, il senso di responsabilità; devo a loro anche il senso di meraviglia
che mi spinge a cercare nella vita e nei miei scritti emozioni ed esperienze sempre più
spettacolari.
Ho fatto della mia vita un grande sogno, una grande avventura: dal titolo del mio primo
romanzo pubblicato, La Rosa dei Nirb, è nata un’associazione ludica che porta lo stesso
nome e si occupa di giochi di ruolo da tavolo e dal vivo; ho fatto forgiare da un fabbro la
Spada delle Virtù del protagonista di uno dei miei romanzi; ho fatto cucire un abito
regale per indossarlo nelle presentazioni dei miei romanzi e negli eventi. Ho in cantiere
nuove e strepitose sorprese, tra cui la realizzazione del gioiello magico indossato dal
protagonista de Il Divoratore d’Ombra. Mi piace scrivere per condividere tutto il mio
entusiasmo, per trasmettere ai lettori le sensazioni che provo, con la speranza di
divertirli, ma soprattutto per stimolarli a realizzare i propri sogni.
Ho affinato l’arte dello scrivere imparando da grandi maestri, a iniziare da Tolkien e da
Michael Ende, ma anche e soprattutto leggendo Terry Brooks, con la sua Saga di
Shannara e Joe Dever, con i Librogame di Lupo Solitario. La prima pubblicazione
arriva dopo aver conosciuto il mondo dei Giochi di Ruolo, dopo Dungeons & Dragons.
Avendo ricoperto il ruolo di Master per parecchi anni, sorse la necessità e l’opportunità
di creare un mondo dove ambientare le sessioni di gioco e così è nata Arbor, un’isola-
continente dove nascono tutte le avventure e le storie per i miei romanzi; con La Rosa
dei Nirb(2002) e Il Muro d’Ombra(2005) iniziai a far conoscere il frutto della mia
fantasia; si trattava di romanzi autoconclusivi che descrivevano una terra popolata da razze,
più o meno appartenenti al panorama classico, le quali convivevano con realtà
soprannaturali di natura angelica.

Oltre a tutto ciò, l’autore vanta diverse nomine e premi per i suoi scritti… seguitelo!

Per tutte le altre recensioni vi rimando alla pagina Indice!

La nuvola e l’albero

La nuvola e l'albero Book Cover La nuvola e l'albero
Miriam Previati
Racconto
bookabook
2018
Copetina flessibile
112

Un giorno una nuvola si impiglia tra i rami di un albero che vive sulla cima di una collina. Nonostante i due abbiano caratteri esattamente opposti, si innamorano in un breve istante. Ma dopo i primi momenti così speciali, iniziano le difficoltà. Come fare a essere comunque felici insieme, anche quando i bisogni, i desideri e le paure fanno capolino? La nuvola e l’albero è una favola in cui il lettore è un burattinaio che tiene in mano i fili della storia. Trentatré cambi di scena e quattordici finali differenti descrivono ed esaminano le possibili dinamiche di ogni storia d’amore, anche quelle più insolite. La nuvola tornerà a solcare libera il cielo o sceglierà di portare con sé l’albero? E l’albero sarà disposto a far volare le sue radici per seguire la sua amata nuvola o preferirà rimanere sulla sua collina? A voi la scelta.

Parola all’autrice:

Perché ho scritto questo libro?

Amo la condivisione, soprattutto di emozioni. La nuvola e l’albero nasce nell’affrontare un momento di fragilità, nel dare colore a un foglio bianco, nel dare un cambiamento là dove c’era bisogno di una nuova partenza. Ho scritto questo libro per dare una forma a un sentimento, e lo pubblico con la speranza che possa liberare altre persone come, scrivendolo, è successo a me.

Il libro:

Un libro in cui è il lettore a comporre la trama: dopo le prime tre pagine, che fanno da premessa alla storia, infatti, si possono scegliere ben trentatré combinazioni e quattordici finali. Cosa possono fare una nuvola e un albero di tutte queste possibilità? In realtà, lo si capisce leggendo. I due protagonisti sono due elementi naturali che possono benissimo rappresentare un uomo e una donna, o qualsiasi forma di rapporto umano e non.

Ecco che il libro acquisisce significato pagina dopo pagina: si parla di vita, di speranza, di libertà. Tutto ciò potendo scegliere i vari passaggi del racconto. Personalmente, ho creato la prima versione della storia in un attimo ma poi ho costruito tutte (almeno credo -.-‘) le altre versioni della storia perché in ognuna di esse è contenuto un messaggio.

I protagonisti del libro sono soltanto due: la nuvola e l’albero, appunto. Sono sufficienti a tenere in piedi un intero libro e ad esprimere tutto ciò di cui c’è bisogno.

Entrambi sapevano bene di cosa stavano parlando, perché la paura e la tristezza sono emozioni che tutti provano e hanno provato; persino la nuvola e l’albero, seppur per motivazioni diverse, le avevano conosciute.

La nuvola e l’albero sono due personaggi completi in tutto e per tutto, sono due personalità opposte e questo comporta degli scontri, ma anche il compensarsi  a vicenda.

La nuvola e l’albero decisero di fidarsi l’una dell’altro e così facendo crearono una magia immensa: l’amore. L’amore è da definirsi una magia perché comporta impegno e fede. Impegno perché per mantenere l’amore ogni giorno bisogna muoversi, produrre e creare qualcosa che non si può sentire né vedere, ma che c’è e cambia il mondo.

Lo stile dell’autrice è semplice, scorrevole, frizzante; il ritmo di lettura è veloce: potendo comporre la storia, il lettore è invogliato a continuare e, inoltre, non ci sono spiegazioni o digressioni eccessive, i contenuti e i messaggi vengono espressi alla perfezione.

In conclusione:

Si tratta di un libro che consiglierei ad ogni tipo di lettore: è uno di quei libri da leggere perché “fanno bene”, fanno riflettere nonostante l’apparenza “leggera”… in fondo, parla di vita, scelte, rapporti con chi si ama, anche se sono una nuvola e un albero a spiegare tutto ciò!

Ringrazio la casa editrice @bookabook  (di cui vi lascio il link qui) per avermi dato la possibilità di leggere questo libro

La luce del caduto

La luce del caduto Book Cover La luce del caduto
Antonio Cinti
Fantasy, Urban Fantasy
2018
728

La luce del caduto

Il libro:

Gaia era l’invenzione del secolo, la “droga senza problemi” veniva chiamata. Dava assuefazione, faceva in modo che i giovani diventassero schiavi di qualunque cosa si ordinasse loro, per tempi variabili.

La luce del caduto è un libro fantasy, senza ombra di dubbio, ma è anche qualcosa in più: è un romanzo che tratta, attraverso il mondo della fantasia e con protagonisti assolutamente fuori dal comune, argomenti molto delicati come la droga, la prostituzione, i problemi dell’età adolescenziale.

Collocato in un presente alternativo (ma neanche troppo), analizza questi temi attraverso la storia dei protagonisti, intenti a combattere il male nella città in cui vivono e oltre i suoi confini: traffico di stupefacenti e di giovani ragazze, mafia, corruzione, e così via.

L’ambientazione risulta quindi piuttosto realistica, così come i temi affrontati; i protagonisti sono la vera chiave di lettura Fantasy del libro: hanno dei “poteri” particolari che li condizionano e li “aiutano” nei momenti di difficoltà, come per esempio la percezione di ciò che avverrà nell’immediato futuro.

I protagonisti principali sono tre: una ragazza, che si ritrova inspiegabilmente in un luogo sconosciuto senza ricordare assolutamente nulla su di sé, un ragazzo dotato di poteri speciali, che tenta di portare a suo modo la giustizia cercando allo stesso tempo vendetta, e un detective, incaricato di risolvere spaventosi casi che si stanno diffondendo a macchia d’olio in città.

Protagonista da non sottovalutare, il lupo: anch’esso con poteri speciali e caratteristiche fuori dal comune; fedele compagno e… non vi dico altro!

 

Lo stile dell’autore è semplice, il ritmo di lettura medio: combinazione vincente considerando la “mole” del romanzo; i contenuti del romanzo, infatti, sono così vari da mantenere l’interesse e il coinvolgimento del lettore costanti.

Dopo aver concluso il libro, si noterà come l’autore abbia unito molti generi letterari in un unico romanzo:

  • fantasy, per tutto ciò di cui ho già parlato;
  • giallo: troviamo un detective e i suoi aiutanti impegnati in caso tutt’altro che semplice, dall’inizio alla fine;
  • thriller: non mancano omicidi e sparizioni;
  • romanzo di formazione: per i temi trattati, come detto all’inizio della recensione.

In conclusione:

Non mi dilungo ulteriormente sui dettagli perché temo che qualsiasi precisazione sugli aspetti di cui vi ho parlato potrebbe rovinare la “sorpresa” della trama: i personaggi sono molti, così come i colpi di scena, quindi vi lascio alla lettura evitando spoiler!

Lo consiglio senza dubbio perché si tratta di un fantasy alternativo: come detto in precedenza, infatti, credo sia un volume molto valido soprattutto per gli argomenti trattati, resi più “sostenibili” dalla veste fantasy.

Ovviamente, non è l’unico pregio del libro: personalmente ho apprezzato molto i personaggi principali, dettagliati e realistici soprattutto dal punto di vista emotivo e caratteriale.

Ringrazio l’autore @antoniocinti per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo, vi lascio il link alla pagina della casa editrice: Linee Infinite

Favole piccole e foglie di vernice

Favole piccole e foglie di vernice Book Cover Favole piccole e foglie di vernice
Mario Struglia
Fiction
2019
144

Recensione | Favole piccole e foglie di vernice

Introduzione dell’autore

Appaio come una persona piuttosto pragmatica, materiale, realista. Magari anche un filo scorbutica. E in parte questo è sicuramente vero. Ma… come dire… provo una profonda passione per il senso di meraviglia, per la bellezza, e lo stupore che sento e so celarsi dietro e dentro le cose e gli eventi più semplici e inaspettati. E volevo scrivere qualcosa che parlasse di questo: di quelle epifanie, di quegli attimi di pura lucidità che ti raggiungono quando sei con la guardia abbassata e nel momento più inaspettato, mentre lavori, stai guidando, stai osservando un riflesso in una vetrina. E per raccontare tutto questo volevo usare il linguaggio della favola. Amo da sempre le storie fantastiche e fiabesche, il Signore degli Anelli, i film della Pixar, Saramago e Miyazaki. E volevo provare a fare qualcosa di simile anch’io. Spero vi piaccia.

Il libro:

Premessa: questo libro mi è stato inviato dall’autore in anteprima, quando ancora era un progetto in attesa di pubblicazione. Fortunatamente ha raggiunto la soglia di preordini necessaria per la pubblicazione ed ora si può trovare online sul sito bookabook.it   e nelle librerie.

Si tratta di una raccolta di quindici favole, destinata ad un pubblico adulto. Le favole sono accompagnate da riproduzioni di quadri ad opera di Silvia Struglia, sorella dall’autore, che offre in questo modo un’interpretazione moderna e astratta di ciò che le favole trasmettono.

Lo stile è semplice e chiaro, la struttura delle favole varia di volta in volta ma, in ogni caso, vengono ben distinti i protagonisti con i loro ruoli ed i loro messaggi.

I temi trattati sono molti; ad esempio, ho trovato molto interessate Respiro, il racconto del momento in cui un uomo diventa padre e osserva la nascita di suo figlio, l’avventura della sua compagna che, grazie ad un istinto innato, riesce a dare alla luce la piccola creatura.

Mi ha colpito molto anche Menestrello: una favola di sole sei righe che esprime in poche parole la solitudine delle persone anziane e l’importanza delle piccole cose.

Risulta quindi evidente come siano vari i contenuti delle favole: le fasi della vita, le emozioni, le paure e molto altro.

Credo che ciò che accomuna tutte le favole sia l’importanza dei singoli momenti.

In conclusione:

Un libro molto bello e particolare, sia per la struttura e sia per i contenuti: l’unione di arte e scrittura riesce sempre a trasmettere qualcosa di molto profondo.

Lo consiglio a chi vuole esplorare le emozioni sotto un punto di vista diverso. Ovviamente, si tratta di impressioni soggettive, di conseguenza ognuno trarrà conclusioni differenti dopo aver concluso la lettura.

Ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro in anteprima (trovate il link per l’acquisto all’inizio della recensione).


RECENSIONI: INDICE

Estelle

Recensione Estelle

Descrizione:

Una trama intrisa di suggestioni classiche per poi ammantarsi, man mano, di atmosfere sempre più contemporanee, quasi fosse un film della Pixar o una serie della FOX, dove la magia e il fantastico  diventano il modo migliore per poter raccontare, con stile seducente e ironico, le paure archetipe di un padre che, per il troppo amore, fa germogliare il male oscuro in sua figlia, fino alla forza dirompente e incontenibile della prima vera passione amorosa della ragazza che finirà, nel bene o nel male, col sovvertire ogni ordine precostituito.

La principessa e futura regina Estelle, figlia del re Gustav IV e Alessaija, sembra aver ereditato dalla madre non solo la straordinaria grazia e bellezza, ma anche una terribile e, forse letale, avversione alla luce del sole.

Vinto dalla paura, per l’amore incondizionato che prova per lei, il Re padre trasforma il castello, e l’immenso giardino, in un posto dove il sole non potrà affacciarsi in nessun modo, e, se la figlia sarà costretta a vivere tutta la vita esclusa dal mondo, farà in modo che tutto il mondo possa passare nel suo castello per allietare le continue feste organizzate per la sua bambina.

E tutto sembra procedere secondo i suoi piani, fino a quando al castello, in occasione della giostra indetta per dare uno sposo alla sua unica figlia, non capiteranno il principe Ileardo di Hardangerfjord e Juan, un suonatore di accordìon.

Il libro:

Estelle è una favola moderna, che mantiene la struttura tipica della fiaba, con protagonista ed antagonista, situazione iniziale positiva, complicazione, sviluppo.

Tuttavia, Estelle si distingue dalla fiaba classica per il fatto che ogni personaggio è ambiguo, ogni evento è incerto sulle conseguenze a cui porterà.

Non c’è il personaggio estremamente buono e non c’è il personaggio estremamente cattivo, ognuno ha dentro di sé una parte buone e una cattiva.

C’è un fatto scatenante che dà inizio a tutta la storia ma è una casualità, non una decisione o un atto dettato dall’intenzione di qualcuno di fare del bene o del male: la storia di Estelle parte da un incontro del tutto inaspettato, avvenuto per caso.

La protagonista è Estelle: il lettore può seguire le sue avventure dalla tenera età, quando scopre di non poter sopportare la luce del sole, fino all’adolescenza, quando rischia tutto pur di assaporare qualche attimo di libertà; attorno a lei, ruotano gli altri personaggi principali: il padre affettuoso e protettivo, la madre da cui la fanciulla eredita questa strana avversità alla luce solare, Juan il sonatore di accordion, i giovani spasimanti e così via. Ecco che diventa difficile definire un solo antagonista, una sola conclusione e un solo sviluppo: cosa ha realmente fatto del bene o del male alla protagonista?

La narrazione viene fatta tramite un narratore esterno ed il ritmo è piuttosto veloce, considerando che si analizza la vita di Estelle, dalla sua nascita all’adolescenza, in meno di cento pagine; nonostante la sua brevità, però, il racconto non manca di significato: i temi principali del libro, infatti, sono la libertà e l’amore.

Libertà negata, desiderata, conquistata.
Amore inaspettato, complicato, difficile.

Attraverso la storia di Estelle, vengono affrontati temi come la famiglia, il desiderio di protezione, la crescita, le incomprensioni e la difficoltà di prendere decisioni importanti. Ogni personaggio si fa carico di un messaggio per il lettore: un padre disposto a tutto pur di proteggere la figlia (e che, in realtà, finisce con il rinchiuderla nel suo castello), Juan – troppo diverso dall’ambiente in cui viene catapultato, Estelle – la figlia affettuosa ma desiderosa di libertà.

In questo modo, si giunge fino alla fine, con un epilogo inaspettato e da interpretare liberamente!

In conclusione:

Si tratta di un libro molto curato, nell’aspetto e nel contenuto: lo consiglio agli appassionati di fiaba e non solo; credo infatti che, tolto il pubblico a cui solitamente sono destinate le fiabe, ovvero quello dei più piccoli, sia un libro adatto ad ogni tipo di lettore.

Personalmente l’ho apprezzato in quanto favola diversa, per lo stile dell’autore e per la cura dei dettagli estetici.

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Ringrazio la @cuzzolin_editore per avermi dato la possibilità di leggere questo libro!

Recensioni: indice

Timidi Zampilli: Gocce di luce nell’arida Sfera

Timidi Zampilli Book Cover Timidi Zampilli
Mara Spoldi
Poesia
154

L’opera è composta da un centinaio di poesie, disposte in ordine cronologico, che riflettono i vissuti interiori dell'autrice nel decennio intercorso a partire dai suoi inquieti 20 anni. Il suo percorso poetico ebbe inizio da un evento doloroso, la morte di un amico. Da allora Mara intraprese un cammino di scrittura che non ebbe mai fine e che raggiunse il suo apice poetico con una poesia ispirata ad un Cammino specifico, quello verso Santiago de Compostela, al quale l'autrice dedica due importanti componimenti all'interno del libro. Le opere della giovane ragazza ventenne si evolvono nel tempo, mutandosi nello stile e trovando le proprie peculiarità negli scritti della poetessa trentenne. La poesia “Timidi zampilli” dà il titolo a tutta la raccolta; la scelta è ricaduta proprio su di essa poiché sintetizza l’essenza della Poesia in quanto tale: ogni singolo componimento vuole essere un “timido zampillo per inumidire gli animi dell’arida nostra Sfera”, metafora di quel pizzico di profondità che mira a contrastare, nel suo piccolo, l’aridità che divampa nel mondo. Queste opere trattano temi differenti, ma c’è un filo invisibile che lega la varietà della raccolta e spetta al sensibile lettore poterlo scorgere nella più intima lettura.

Timidi Zampilli: Gocce di luce nell’arida Sfera

Introduzione dell’autrice:

L’opera è composta da un centinaio di poesie disposte in ordine cronologico. Questa raccolta di versi riflette un percorso poetico evoluto negli anni che, gradualmente, ha visto mutare lo stile, perfezionare la forma e trovare delle proprie peculiarità. La poesia “Timidi zampilli”, scritta nel novembre 2005, dà il titolo a tutta la raccolta; la scelta è ricaduta proprio su di essa poiché sintetizza l’essenza della Poesia in quanto tale.

Ogni singolo componimento della raccolta, nonché la raccolta stessa, vuole essere un “timido zampillo per inumidire gli animi dell’arida nostra Sfera”, metafora di quel pizzico di profondità che mira a contrastare, nel suo piccolo, l’aridità che divampa nel mondo. Queste opere trattano temi differenti ma c’è un filo invisibile che lega la varietà della raccolta e spetta al sensibile lettore poterlo scorgere nella più intima lettura.

La raccolta:

La raccolta di poesie racconta eventi e tratta diversi argomenti – tra cui alcuni particolarmente toccanti – che, a prima vista, potrebbero sembrare collegati tra loro unicamente dall’ordine cronologico.

In realtà, tutti gli scritti sono accomunati da una sensibilità indescrivibile e, a mio parere, dal desiderio di trasmettere, appunto, un messaggio di “sensibilizzazione” nei confronti di un mondo sempre più arido e indifferente davanti alle emozioni.

Alcune poesie sono davvero molto profonde; ne ho scelta una in particolare, della quale riporto alcuni versi:

Mai più l’udirò
il mio nome, tra la folla
e mai più, voltandomi vedrò
il volto radioso, fiorente
oggi, nell’antro
pallido, assente.
Perché?
Tu dimmi, perché?
Domanda sterile.
-nel deserto sconfinato di risposte-.
E dimmi, che sarà?
Tu già sai com’è l’ Aldilà.

– A Matteo

Posso assicurare che questa è solo la millesima parte di ciò che si trova in questa raccolta.

Il libro:

Un libro estremamente curato: non solo nella stesura degli scritti, ma anche nell’aspetto. Le poesie si alternano a fotografie in bianco e nero di ottima qualità e, anch’esse, molto espressive.

Un’opera completa ed elegante.

In conclusione:

Consiglio la raccolta non solo agli amanti della poesia, ma anche a tutte le persone sensibili, alle mamme, alle sorelle, alle figlie, e…

Credo che la poesia sia molto soggettiva e intima, sicché diventa difficile rendere appieno l’idea di ciò che si è letto ma credo che in poesie di questo tipo ognuno possa trovare spunti di riflessione e immedesimarsi nelle parole dell’autrice.

Ringrazio Mara per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera e lascio il link su cui trovare informazioni sul libro:

ILMIOLIBRO

 

School Romance Adrenaline – Emozioni

Emozioni
Christian Malvicini
5 April 2019
305

Dante Soldini è un diciassettenne problematico, che non esita ad utilizzare la forza e la violenza quando li reputa necessari. Per evitare che finisca al riformatorio, i genitori lo spediscono a vivere in Giappone a casa di sua zia. Tornato nei luoghi della sua infanzia, Dante è presto circondato da vecchie e nuove conoscenze: incontra nuovamente i suoi amici d'infanzia Haruto e Izumi, nonché sua cugina Suzue; e fa conoscenza con la coinquilina Mizuki, trasferitasi da Tokyo dopo aver subito un aggressione per strada.
Frequentando una scuola molto particolare, piena di gente strana e fatta di club scolastici, Dante si ritroverà ben presto a diventare il capo di uno di quelli e a fare da badante ad una banda di teppisti squinternati. Tra risse e duelli di arti marziali, i protagonisti si ritrovano sempre nei guai... ognuno con i suoi problemi, in un continuo turbinio di emozioni...

School romance adrenaline – Emozioni

Il libro:

Un libro dalla struttura particolare: ogni capitolo è un vero e proprio “episodio” della vita dei protagonisti. Potrebbe essere accostato al fumetto, grazie a questa sua caratteristica.

Essenzialmente racconta il percorso di evoluzione e crescita di un adolescente, con i suoi problemi da affrontare, le difficoltà tipiche di quella fascia d’età, le incomprensioni e i percorsi da prendere, giusti o sbagliati che siano.

Ha un ritmo altalenante: più veloce quando racconta la vita di Dante, più lento quando egli ricorda, pensa, riflette o semplicemente vengono raccontati fatti riguardanti i protagonisti secondari.

Il lettore ha quindi modo sia di lasciarsi coinvolgere dalle vicende raccontate e sia di fermarsi a riflettere sui messaggi che il libro trasmette: Dante è un diciassettenne che viene mandato in Giappone con l’intenzione di “farlo migliorare” dal punto di vista caratteriale e comportamentale ma cambiare luogo di residenza non vuol dire per forza cambiare vita.

Questo percorso di formazione forzato, alla fine, giova alla crescita personale del ragazzo che, però, comprende di avere comunque dei difetti caratteriali (se così si possono definire) e delle abitudini che in parte è disposto a cambiare e in parte no.

Questo è, grosso modo, ciò che succede ad ogni individuo: la difficoltà sta nel capire quali aspetti possano essere effettivamente dannosi per sé e per gli altri.

I personaggi sono tutti ben definiti, soprattutto il protagonista, che viene descritto sia fisicamente che psicologicamente. Ovviamente gli antagonisti hanno un ruolo fondamentale e il percorso di cambiamento coinvolge tutti i personaggi, compresi questi ultimi.

Lo stile scelto dall’autore è giovanile, scorrevole; il lessico è perfetto per il tipo di racconto e per i protagonisti scelti: nel romanzo compaiono anche diverse parole giapponesi e spiegazioni delle tradizioni locali, che rendono il racconto ancora più interessante.

In conclusione:

Mi sento di definire questo romanzo come Young adult e come romanzo di formazione.

Sono due generi distinti ma, a mio parere, in questo romanzo appaiono entrambi: il primo per le caratteristiche della trama e dei protagonisti; il secondo per la trasformazione dei personaggi e per gli aspetti psicologici che vengono coinvolti nelle scelte di ognuno di essi.

Lo consiglio quindi ad: amanti di questi generi letterari, appassionati del mondo giapponese, lettori  “curiosi”.


Ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera e vi lascio il link per l’acquisto del libro:

amazon – School Romance Adrenaline

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Recensioni: INDICE

In tasca la paura di volare

In tasca la paura di volare Book Cover In tasca la paura di volare
Lorenzo Foltran
Poesia
2018
96

In tasca la paura di volare

Descrizione:

In tasca la paura di volare è una raccolta di 67 poesie divise in tre sezioni: Donne sparse, I lampioni e nessun altro e In tasca la paura di volare. Nella prima sezione, composta essenzialmente da liriche amorose, il senhal, elemento classico della poesia d’amore fin dai provenzali, perde il suo ruolo di richiamo all’unicità della donna e cambia, si maschera sotto altre forme.

Ne derivano le immagini del teatro e dell’affabulazione (le prime poesie, Margherita e “Filo d’erba” rimandano al prato del Decameron dove i giovani fiorentini scampati alla malattia “cominciarono di novellare sopra la materia”). La figura della donna è quella dell’attrice (Dietro le quinte) che assume ruoli e caratteristiche diversi in base al personaggio da interpretare (si veda l’ammiccante ambiguità dell’indeterminato nel titolo You and me).

La prima sezione è, quindi, finzione, manierismo e per tale motivo propone testi anche banali come “Quando la guardo, tutto” che utilizzano le forme più stereotipate del linguaggio della lirica d’amore. La sezione si conclude con la presa di coscienza della distanza incolmabile tra la io lirico e tu, tra chi guarda e chi è guardato. I testi poetici diventano reperti consacrati a un’istanza museale. La lirica d’amore, intesa come dialogo io-tu, binomio poeta-musa, è considerata come Storia che deve essere musealizzata.

Nella seconda sezione, al fallimento del rapporto io-tu (Peccato che non ci siamo incontrati oggi…Eravamo così vicini…) ne consegue quello della poesia tout-court (“Non c’è più posto per la poesia”). Il poeta è costretto a uscire dal museo, dal teatro, dalla biblioteca (“Senza l’amore di lontano”) in cui si rifugiava, a confrontarsi con la ripetitività e l’apparente facilità di vicende terrene che sconfinano spesso nella dimensione usuale e mondana (rappresentate, per esempio, dalle rime in -are e dal lessico quotidiano in Sabato sera) e a tornare a casa (I lampioni e nessun altro) prendendo atto che tutto ciò che ha scritto/vissuto è stato pura illusione.

Alla staticità della prima sezione si oppone il dinamismo della terza, segnata dal viaggio, dalla migrazione, dalla mescolanza linguistica, dal lavoro. L’io poetico in fuga dalla finzione di Donne sparse e dalla realtà evocata in I lampioni e nessun altro, si trova disorbitato tra lo slancio spaziale verso il futuro (“Immensa consapevolezza”) e la gravità temporale che lo riporta verso il passato (“Bevendo un infuso dei tuoi profumi”). La raccolta si conclude con le stazioni di un pellegrinaggio (Boulogne – Varenne, Brest, Le Barcarès – Saint Laurent de la Salanque, Saint-Cloud) e dalle riflessioni che le accompagnano.

Il libro:

Prima della raccolta, troviamo un’introduzione di cui vi riporto la prima parte che, a mio parere, è più che azzeccata!

Uno dei pregiudizi che – da sempre – ostacola la piena intelligenza della poesia consiste nell’accreditare pregiudizialmente un merito artistico alla modernità degli strumenti formali che
un poeta assume in dotazione.
Tanto più un poeta, ma diciamo anche un artista tout court, compagina gli assetti formali della tradizione entro la quale si inserisce, tanto più si inoltra sulla via dell’arte.
Questo errore di prospettiva genera una visione teleologica secondo la quale gli artisti che vengono dopo sono più maturi dei loro predecessori. Occorre dissolvere completamente questo pregiudizio: nella storia dell’arte non esiste l’idea di progresso: un fatto tecnico resta un fatto tecnico e la modernità delle soluzioni espressive rinvia solo a sé stessa e da sola non è sufficiente a giustificare la qualità artistica di un prodotto.

La raccolta:

In tasca la paura di volare è una raccolta di 67 poesie che trattano argomenti diversi ma che sono impregnate di attualità e stati d’animo che caratterizzano i giorni nostri; il linguaggio è molto curato ma “popolare”: a mio parere un grandissimo pregio perché aumenta grandemente le possibilità che il lettore si identifichi nei versi.

La prima parte si intitola Donne Sparse e si apre con questi versi:

Perché canto poemi
e sacrifico carmi
sognando donne sparse,
stanco di quelle vere?
Meduse tra erba e terra,
bruciano le parole
con succosi veleni.
Figure evanescenti
sdraiate su più versi,
ninfe, dee, sirene
che seppure non muse,
ispirano il volere.
Dal rituale non nasce
vino, profumo, miele,
ma fumo dalle carni.

A seguire, diverse poesie dedicate o ispirare a diverse donne (cambiano nomi, situazioni, sentimenti).

La seconda parte si intitola I lampioni  e nessun altro; di questa seconda parte riporto la poesia di apertura:

Peccato che non ci siamo incontrati oggi…
Eravamo così vicini…
I tre punti alla fine della frase
sono la reticenza
di chi vorrebbe dire ma non dice,
sono l’occhio che ammicca,
sono l’allusione, lo sguardo languido.
Densi come le stelle,
sono un sistema solare che gira
attorno alla sua bocca.
In quei punti sembra esserci tutto
o almeno così pare.
Torno in me, sono tre punti alla fine,
anzi, ce n’è solo uno,
limite fermo al termine di tempo:
mai è stato e mai sarà.

Infine, la terza parte è quella da cui prende il nome la raccolta; anche in questo caso riporto i primi versi:

Immensa consapevolezza
del tempo che passa,
di quello che resta.
Un biglietto di andata in tasca
vuota, invece, l’altra.

 

L’autore:

“Nel novembre del 2011, ho conseguito la laurea magistrale in Italianistica all’Università Roma Tre con la tesi La Musa e il Poeta: la relazione io-tu nella lirica amorosa tra origini e contemporaneità. Successivamente, mi sono diplomato in management dei beni e delle attività culturali dopo aver seguito un master di secondo livello tra l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’École Supérieure de Commerce de Paris. Ho lavorato per importanti istituzioni culturali come la Casa delle Letterature (Festival delle Letterature) e l’Institut français (Festival della narrativa francese) a Roma e la Fête de la Gastronomie e il Pavillon de l’Eau a Parigi, dove attualmente risiedo. In tasca la paura di volare è la mia prima raccolta poetica sono, dunque, un esordiente.” – Lorenzo Foltran

In conclusione

Consiglio la raccolta a tutti gli amanti della poesia e a chiunque voglia sperimentare questo tipo di poesia “giovanile”, con argomenti attuali e linguaggio diretto.

La biblioteca di sabbia

La biblioteca di sabbia Book Cover La biblioteca di sabbia
Stefano Giannotti
Fiction
2018
166

La biblioteca di sabbia

Trama:

Andrea è un cinquantenne come tanti, un grande lavoratore, che ha fatto del suo lavoro il fulcro di una vita.
Quando, però, questo lavoro viene a mancare, Andrea si sente perso, annientato e “inutile”. Tutto gli sembra difficile e ostile nei suoi confronti, fino a quando incontra Kate, una donna con cui condivide la passione per la lettura e per alcuni autori in particolare.

Andrea è combattuto tra l’amore di una vita e quello appena nato; è confuso, non sa cosa aspettarsi dal futuro e la situazione che ha intorno non aiuta a migliorare il suo stato d’animo ma, grazie all’aiuto di alcune persone e dei libri, riuscirà ad uscire da questo strano periodo della sua vita, realizzando qualcosa di speciale.

Il libro:

Un romanzo contemporaneo, attuale in tutto e per tutto: i riferimenti alla situazione del nostro Paese, alla politica e alla società fanno collocare sin dalle prime pagine questo libro nel contesto dell’Italia di questi ultimi anni.

Nel libro si trovano, quindi, due storie parallele: la “macro-storia” che, attraverso dialoghi e avvenimenti, descrive il malcontento e l’insoddisfazione generali che regnano sovrani nell’Italia dell’ultimo decennio; e la “micro-storia”, cioè la storia privata di Andrea che, con i suoi problemi di lavoro e depressione, può benissimo incarnare una buona porzione di italiani.

“Distinguerei tra quello in cui credo e quello per cui voterei, spesso le cose vengono fatte coincidere e secondo me è sbagliato”

La trama è, quindi, sviluppata sulla base dei problemi che quest’uomo; il ritmo è medio, scandito dall’alternarsi di momenti di felicità (lettura, discussioni costruttive) e momenti di depressione (politica, lavoro, ecc..).

I personaggi sono ben definiti ma sono – credo volutamente – lasciati alla “libera interpretazione”, in modo che ogni lettore possa identificarsi nel protagonista, nelle sue disavventure e nella sua rinascita.

La stessa cosa vale per i dialoghi: il protagonista spesso cita autori o si esprime in discorsi piuttosto lunghi, che difficilmente possono avvenire nella vita quotidiana, tra amici, ma che sicuramente raggiungono il proprio scopo, ovvero offrire un punto di vista universale, valido per la maggior parte delle persone che realmente hanno vissuto esperienze analoghe.

In conclusione:

Lo consiglio a chiunque possa apprezzare un libro così attuale e a chiunque abbia bisogno di trovare nella lettura un esempio di “rinascita”. Inoltre, credo ci sia molto della personalità dell’autore in questo libro, quindi consiglio a chi fosse interessato di dare un’occhiata alla sua pagina, in modo da avere qualche riferimento in più prima della lettura!

Vi lascio il link: Stefano Giannotti …e ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggere le sue opere.

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