Romanzo storico
Beat - Neri Pozza
2014
288
È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista conosciuto a corte per la sua mano ferma nel dipingere volti grandi come un'unghia, e al Coq d'Or e nelle altre taverne al di qua della Senna per la sua mano lesta con le servette di bell'aspetto. Jean Le Viste, il signore dagli occhi come lame di coltello, il gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di Saint-Germain-des-Prés, proprio come lo sterco dei cavalli, l'ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna, nonostante il soffitto a cassettoni finemente intagliato, gli ha commissionato non stemmi imponenti o vetrate colorate o miniature delicate ma arazzi per coprire tutte le pareti. Arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d'Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa.
La storia:
Gli arazzi furono tessuti nelle Fiandre tra il 1484 e il 1500. Commissionati da Jean Le Viste, presidente della Cour des aides di Lione, passarono per eredità alla famiglia Roberet, ai La Roche-Aymon e poi ai Rilhac che nel corso del XVIII secolo li trasportarono nel loro castello di Boussac.
Nel 1883 il castello fu venduto alla municipalità e diventò sede della sottoprefettura dell’arrondissement.
Nel 1841, molto danneggiati dalle condizioni in cui erano stati mal riposti e conservati, vennero notati da Prosper Mérimée, ispettore dei monumenti storici, e classificati come tali.
Nel 1882 la municipalità vendette gli arazzi a un collezionista parigino, M. Du Sommerard, che li collocò all’Hôtel de Cluny a Parigi, che, dopo la donazione delle sue collezioni alla città, ospita il Museo nazionale del Medioevo.
È composto da sei pannelli, tutti con lo sfondo rosso, con al centro la dama con l’unicorno e il leone e intorno altri piccoli animali, alberi e fiori. Gli stendardi e gli scudi portano l’emblema di Jean Le Viste. Cinque pannelli sono dedicati ai sensi:
- il gusto: la dama sta prendendo un dolce dall’alzata che le offre una ancella. Ai suoi piedi anche la scimmietta sta mangiando un dolce. Il leone e l’unicorno reggono stendardi e portano mantelli con l’emblema con le tre mezzelune.
- L’udito: la dama suona un organo appoggiato su un tavolo, l’ancella aziona il mantice che dà aria allo strumento.
- La vista: l’unicorno si contempla in uno specchio retto dalla dama, seduta con le zampe dell’animale in grembo.
- L’olfatto: la dama prepara una corona con i fiori che l’ancella le porge su un piatto; altri fiori con cui gioca la scimmietta sono stati raccolti in un cestino.
- Il tatto: la dama accarezza con la mano sinistra il corno dell’unicorno e con la destra regge una bandiera.
- A mon seul désir: quest’ultimo pannello, più grande degli altri, differisce nello stile ed è di più difficile interpretazione. La dama si trova di fronte a una tenda, che porta in alto la scritta A Mon Seul Désir (il mio solo desiderio) tenuta aperta dall’unicorno e dal leone. Nelle mani tiene un velo che contiene la collana, che portava negli altri arazzi, e la ripone nel cofanetto che le porge l’ancella.
(fonte: Wikipedia)
Il libro:
Pardon, Madame, ma Monsigneur approverà gli unicorni al posto della battaglia?
La trama del libro, di conseguenza, è strutturata intorno al concepimento e alla realizzazione di questi arazzi: commissionati da Jean La Viste a Nicolas Des Innocents in occasione di ricevimenti e banchetti con nobili e persone di spicco della società dell’epoca, vengono realizzati dando inizio ad una catena di vicende positive e negative.
Gli arazzi realizzati in realtà furono sei e, in ognuno di essi, venne raffigurata una delle donne della famiglia, in corrispondenza dei cinque sensi (più A mon seul deisr) e con significati nascosti.
Ciò che coinvolge realmente il lettore in tutto ciò è come l’artista sia arrivato a scegliere i soggetti e ad accostarli al resto della composizione: si susseguono vicende amorose, tradimenti, violenze, bugie e intrallazzi di vario tipo, che portano ad un finale tutt’altro che scontato e che rendono gli arazzi una sorta di “beffa” per colui che li ha realizzati.
Lo stile dell’autrice è sempre molto scorrevole e delicato ma, personalmente, ho apprezzato maggiormente La ragazza con l’orecchino di perla, che mi è sembrato molto più elegante e raffinato.
Il ritmo di lettura è medio ma mai noioso. Il lessico, come sempre, appropriato al contento storico.
In conclusione:
Lo consiglio agli appassionati d’arte e agli amanti del romanzo storico, è sempre bello scoprire come un’opera prende vita, anche se in forma “romanzata”.
A chi dovesse scoprire per la prima volta l’autrice, consiglio senza dubbio La ragazza con l’orecchino di perla che, come detto in precedenza, è molto più elegante e coinvolgente.
Ad ogni modo, per quanto la storia in sé possa essere apprezzata o meno, Tracy Chevalier si conferma un’autrice eccezionale.
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