Fiction
Solferino
2019
Copertina rigida
Tutto comincia con una domanda: Ma tu sei felice? È l'inizio di un dialogo all'apparenza ordinario, quello tra Vincenzo e Saverio, due amici seduti al tavolino di un bar per il classico aperitivo. Vincenzo ha un problema che riguarda suo figlio: un incidente con un compagno di classe, una maestra indelicata, un colloquio imbarazzante. Saverio ha un dilemma più immediato: la sua dieta iperproteica funzionerà davvero? Entrambi sono presi dall'epica di una quotidianità le cui tappe obbligate prevedono di prendersi cura della famiglia, sopravvivere al lavoro, arrivare a fine mese, oltre naturalmente a mentire, tradire, imbrogliare. Vincenzo e Saverio, insomma, sono tutti noi. Nel botta e risposta trascinante che questo romanzo mette in scena, ci appassioniamo ai colpi di teatro delle loro vite, e nelle loro vicissitudini di umanissimi antieroi riconosciamo le nostre. Ma le cose, nella letteratura come nella realtà, non sono mai come sembrano. Federico Baccomo si diverte a ribaltare i luoghi comuni e a giocare con le nostre aspettative di lettori, in un romanzo diverso da ogni altro. Un dialogo perturbante, comico, insensato, commovente: come la vita. Una moderna, irresistibile commedia dell'assurdo.
Ma tu sei felice? Una domanda semplice, quasi banale, ma che può generare una serie infinita di pensieri e riflessioni.
MA TU SEI FELICE?
Prima pagina:
Seduti al tavolino all’aperto di un bar, due uomini parlano.
Questo è tutto ciò che viene detto sull’ambientazione del romanzo: un bar qualunque, due amici qualunque. Sui due protagonisti, però, si ha modo si scoprire di più andando avanti con la lettura.
Sono Saverio e Vincenzo, i due amici protagonisti del dialogo che compone il romanzo: si, perché l’intero romanzo è un dialogo, botta e risposta. Una discussione che tocca svariati argomenti della vita di entrambi i protagonisti e che, di conseguenza, assume “importanza” diversa a seconda dello stralcio che si considera.
I due uomini parlano della rispettiva vita sentimentale e coniugale, di figli, di eventi passati e momenti di quotidianità di ognuno, di fatti e “dilemmi” apparentemente insensati. Come detto poco fa, si tratta di due persone qualunque ed è proprio questo, unito alla varietà di argomenti menzionati, a dare un senso al testo: attimi di vita analizzati e derisi o rimpianti, per poi arrivare alla domanda decisiva, “Ma tu sei felice?”.
Non ci sono pause, suddivisioni in capitoli, scene di contorno al dialogo. Ci sono solo battute consecutive. L’unico fattore che riesce a dare una parvenza di suddivisione è il cambiamento di emozione derivante da ciò che viene detto: per esempio il passaggio da dialogo comico e irriverente a triste e nostalgico.
Questo libro viene definito una “commedia dell’assurdo” e in effetti di assurdo c’è molto: i temi trattati, ma soprattutto il modo in cui vengono trattati; il fatto che in un solo, unico dialogo vengano portate a galla così tante cose diverse tra loro.
Il fatto che sia un unico flusso ininterrotto di battute è sicuramente voluto, per dare maggior peso al senso del romanzo: la vita è un flusso continuo di cose che hanno senso oppure no, di attimi, di battute e di risposte.
Tuttavia, visto dalla parte del lettore, questo flusso può creare perplessità: ha senso se letto tutto d’un fiato ed è difficile interrompere la lettura proprio perché non ci sono occasioni di pausa.
Ma tu sei felice? è un romanzo dal ritmo molto veloce, è scorrevole e il lessico è colloquiale, perciò lo si può leggere davvero molto velocemente. Ciò nonostante, la mancanza di interruzioni può creare un po’ di scompiglio, pur sapendo che il flusso continuo è assolutamente voluto e necessario alla resa finale.
In conclusione:
Consiglio questo libro a lettori “esploratori”, e a chiunque voglia provare un genere diverso e uno stile narrativo alternativo.
Ringrazio: Bookrepublic.it e Solferino
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