Io, Tituba, strega nera di Salem

Io, Tituba, strega nera di Salem è uno dei libri più belli che abbia letto quest’anno e che sicuramente porterò con me per molto tempo.

Detto ciò, è il caso di spiegare i motivi di questa affermazione, tenendo presente che ho una predilezione per i libri di questo genere.

Io, Tituba, strega nera di Salem

Questo libro racconta una storia vera: la storia del processo di Salem del 1692, che ha visto la condanna di molte donne accusate di stregoneria.

Tituba è una ragazzina nera, nata da uno stupro da parte di un marinaio ai danni di una schiava. Tituba nasce schiava, da una madre che la schiva perché le ricorda quell’atto brutale di cui è stata vittima.

Mia madre pianse perché non ero un bambino. Le sembrava che la sorte delle donne fosse ancora più dolorosa di quella degli uomini. Per affrancarsi della loro condizione non dovevano forse essere 

Tuttavia, dopo infinite peripezie, la madre di Tituba trova un minimo di pace in un uomo – anche lui schiavo –  a cui viene “regalata” per distoglierlo dalle sue manie suicide.

Un uomo affettuoso, che regala a Tituba un po’ di calore e protezione, un vero padre.

Il futuro di Tituba e della sua famiglia, però, si rivela tutt’altro che semplice: in poco tempo rimane senza i genitori; è una donna ad aiutarla, un’anziana che la prende con sé e le insegna l’arte della natura: conoscere le piante medicinali e quelle velenose, come sfruttare ciò che si ha intorno per alleviare dolori e pene di ogni genere.

M’insegnò che tutto vive,ha un’anima, un respiro. Che tutto deve essere rispettato. Che l’uomo non è un padrone che percorre il suo regno a cavallo.

Purtroppo, però, anche questa donna è destinata a lasciare Tituba, che dovrà cavarsela da sola: si rifugia nel bosco, si crea una capanna, è in tutto e per tutto indipendente nonostante sia poco più che una bambina.

Ero fatta per curare, non per spaventare.

Ma questo è solo l’inizio: l’inizio della sua nomea da strega e l’inizio del percorso che la porterà fino al villaggio di Salem. L’incontro decisivo è quello con un ragazzo, di cui si innamora e per il quale è disposta a sacrificare la sua libertà.

Io, Tituba, strega nera di Salem: oltre la trama

Io, Tituba, strega nera di Salem è un libro che racconta di una donna estremamente forte, pur con le sue debolezze, e capace. Una donna che conosce la natura e le persone, le capisce e le aiuta. Una donna che viene definita strega da bambine viziate benestanti, figlie di famiglie cristiane dalla mentalità chiusa e sospettosa e per questo condannata.

Quello che inizialmente è stato un gioco infantile e un aiuto, si trasforma in sentenza.

Questo libro racconta la storia, attraverso Tituba, di nove milioni di donne condannate e uccise da uomini cristiani, in nome di Dio, perché temute. Perché capaci, perché più istruite pur non avendo frequentato le chiese e le istituzioni cristiane.

Racconta una storia triste ma magnifica: il legame tra una donna e le natura.

Sentivo che nella sua bocca la parola aveva un accento di obbrobrio. Come mai? Che significava? La facoltà di comunicare con gli invisibili, di conservare un legame costante con gli scomparsi, di curare, di guarire, non è forse una garanzia superiore fatta per ispirare rispetto, ammirazione e gratitudine? Di conseguenza la strega, se si vuol chiamare così colei che possiede una simile grazia, non dovrebbe forse essere vezzeggiata e riverita anziché temuta?

Tituba, a suo discapito, aveva “l’aggravante” di essere di colore: all’epoca le persone di colore venivano considerate come oggetti, comprate e vendute, usate fino all’esaurimento delle forze.

Tituba è stata sfruttata in tutto e per tutto, è stata consigliera e aiutante, ha curato e aiutato gente del villaggio, compreso il dottore. Poi, quasi per gioco, è diventata una strega: ha stregato le bambine, portandole ad avere comportamenti suggeriti dal Maligno.

Era vero? No. Le streghe aiutano. Tituba, su consiglio del marito e di un’altra prigioniera, inizia a stare al gioco dei sui carnefici dicendogli ciò che vogliono sentirsi dire (l’interrogatorio riportato è un estratto del vero rapporto stilato davanti a Tituba).

Come era stato predetto, la vita di Tituba è tutt’altro che rosea: costretta a sacrifici e sofferenze, resterà in piedi?

Io, Tituba, strega nera di Salem: caratteristiche

Io, Tituba, strega nera di Salem è un romanzo storico che racconta una storia vera e riporta anche alcune testimonianze originali.

Ovviamente, la storia vera è la base, mentre i dettagli sono fantasia dell’autrice.

Il tema principale è chiaramente quello della stregoneria, ma c’è un tema non secondario che viene affrontato in questo libro: la tratta degli schiavi e la loro ribellione (anche se si rivelerà un difensore unicamente della sua causa e non quella di Tituba, anzi! Inoltre la sua strategia per la sopravvivenza sembra essere l’accondiscendenza in tutto e per tutto. Insomma, anche in questo modo mostra un lato aspetto della vita e della schiavitù dell’epoca).

Tituba è la “rappresentante” dell’olocausto delle streghe, mentre John Indian è il “rappresentante” degli schiavi in America.

Si tratta di un romanzo storico che racchiude un significato sempre attuale. Probabilmente per questo motivo l’autrice ha scelto uno stile moderno ma non eccessivo, utilizzando comunque alcuni termini dell’epoca ed evitando modi di dire e parole tipiche del linguaggio odierno.

L’atmosfera e l’ambientazione sono necessariamente da analizzare in coppia: al variare di una, varia anche l’altra di conseguenza.

Per esempio, quando Tituba racconta della sua capanna sul fiume e del bosco circostante, si ha la percezione di un luogo desolato e ostile ma, in qualche modo, caldo e familiare.

Al contrario, quando parla di Salem, la percezione è quella di un luogo profondamente cupo, in cui gli abitanti vivono nel sospetto e nel pettegolezzo malevolo.

Nonostante i temi trattati non siano allegri e alcune scene siano piuttosto cruente, il libro si legge velocemente, grazie alla narrazione in prima persona di Tituba, che accompagna e culla il lettore dall’inizio alla fine, in una cantilena di sofferenze e piccole gioie.

In conclusione

Se dovessi trovare un difetto ad ogni costo, direi che personalmente avrei evitato i due o tre paragrafi in cui Tituba si preoccupa dei secoli a venire e del pensiero nel futuro perché, ripeto, personalmente li trovo un po’ forzati. Fatta eccezione per questo piccolo appunto soggettivo, credo sia un gran bel libro!

Io, Tituba, strega nera di Salem è un gran bel libro: lo consiglio a tutti gli appassionati di questo genere, soprattutto a chi fosse interessato a scoprire il “punto di vista di Tituba” su questa storia, per quanto “romanzata” possa essere.

Un punto a favore del libro è sicuramente lo stile dell’autrice: scorrevole, intrigante…in poche parole: voglio leggere tutti i suoi libri e questo ve lo consiglio sicuramente!

Per approfondire il tema dell’olocausto delle streghe dal punto di vista storico consiglio questo libro: I roghi delle streghe 


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