Il giorno del giudizio è il famoso romanzo di Salvatore Satta, in parte autobiografico (Sanna anziché Satta), che racconta la vita in Sardegna tra la fine dell’800 e gli anni ’20 del ‘900.
Il giorno del giudizio: cosa racconta?
Il narratore, anonimo membro della famiglia Sanna, torna al suo paese d’origine e visita il cimitero: questo scatena in lui una serie di ricordi che permettono al lettore di addentrarsi nelle usanze e nei costumi della Sardegna d’altri tempi.
I ricordi del narratore vanno dalla fine dell’800 fino alla Prima Guerra Mondiale e raccontano della famiglia Sanna-Carboni, in parallelo al cambiamento e alle vicissitudini della città di Nuoro.
Vengono menzionati i componenti della famiglia in questione, uniti ad altri personaggi chiave come il parroco, per esempio.
Particolare attenzione viene posta su come l’individualità e la collettività si fondessero all’interno del paese.
Vengono messi in risalto aspetti della vita dell’epoca, della suddivisione del paese in poche famiglie e delle usanze e costumi di anni passati.
Oltre la trama
È un’anonima voce narrante a condurre la storia che, secondo i più, rappresenta l’autore stesso.
Il giorno del giudizio è un libro tragico e malinconico, con un unico messaggio portante: l’inevitabilità della morte nonostante la posizione sociale, la provenienza, la ricchezza.
Pubblicato dopo la morte dell’autore, è stato reso famoso dalla critica (spesso ostile, a causa dei riferimenti sociali e politici) e tradotto in svariate lingue.
Ha un ritmo di lettura lento e il lessico scelto, seppur non difficile, rende, contribuisce ad aumentarne la lentezza.
Inoltre non ha una struttura cronologica lineare. Gli eventi vengono proposti secondo il filo conduttore che lega i ricordi del narratore, non per forza ordinati cronologicamente.
Lo stile dell’autore è semplice ma piuttosto ripetitivo e tedioso su alcuni argomenti.
In conclusione
Personalmente apprezzo molto i romanzi storici realistici ambientati nei luoghi più disparati del mondo, perché danno la possibilità di scoprire di più su questi posti e sulla loro storia.
Al contrario, non apprezzo quando un autore esprime un giudizio tramite il suo racconto. Si al messaggio, ma non al giudizio – quello spetta al lettore.
In conclusione: avevo alte aspettative su questo libro, sopratutto dopo aver letto quanto fosse famoso. Tuttavia, personalmente non ho apprezzato la lettura e, contrariamente a quanto ci si aspetta da queste edizioni e da un libro di tale notorietà, ho trovato anche alcuni errori grammaticali.
Mi sento comunque di consigliarlo a chi stesse cercando informazioni sulla Sardegna dell’epoca (soprattutto per quanto riguarda la società).
Non credo comunque sia adatto ad un pubblico così vasto come mi sarei aspettata.
Buona lettura!
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