Insurgent

Insurgent Book Cover Insurgent
Divergent
Veronica Roth
Distopico, Per ragazzi
DeAgostini
2018
Copertina flessibile
510

Una scelta può cambiare il destino di una persona... o annientarlo del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l'orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei... Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare. Il secondo romanzo della saga "Divergent".

✒ “Come un animale selvatico, la verità è troppo potente per poterla ingabbiare.”

? Sinossi:

Una scelta può cambiare il destino di una persona… o annientarla del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l’orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei… Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare.

Trama:

Il secondo capitolo della saga Divergent riparte esattamente dal punto in cui si è fermato il primo: dopo la fuga dei protagonisti e il viaggio in treno, si recano presso la fazione dei Pacifici.

Per  ricevere asilo sono costretti a consegnare le armi ed adattarsi allo stile di vita della fazione: proprio per grazie alla loro natura, i Pacifici riescono a rimanere neutrali, senza farsi coinvolgere nei conflitti tra le altre fazioni. In questo modo Tris e Quattro, con gli altri fuggitivi, riescono ad avere un attimo di tregua.

Presto, però, una parte di Intrepidi traditori ed alcuni Eruditi, arrivano nel territorio dei Pacifici per catturarli; riescono a scappare ancora una volta, rifugiandosi in città ma non esistono più posti sicuri per loro e sono costretti a chiedere asilo agli Esclusi.

Poco dopo il loro arrivo si scopre che il capo degli Esclusi, Evelyn, è la madre di Quattro – che si credeva fosse morta quando Quattro era ancora un bambino.

Gli Esclusi e coloro che sono fuggiti dalle altre fazioni cercano, quindi, di escogitare un piano per riprendere il potere, ormai in mano agli Eruditi, e impossessarsi della città.

La situazione è incerta: il regime delle fazioni sta andando in pezzi ma, di fatto, le alternative sono il caos oppure un regime pressoché totalitario con Evelyn a capo.

Tris e Tobias si recano, quindi, presso la fazione dei Candidi, dove trovano anche altri Intrepidi che hanno chiesto asilo: qui vengono arrestati, processati e poi liberati, decidono di programmare un attentato agli Eruditi e, durante questa operazione si scopre che un amico di Tris, Uriah, è Divergente. In questa fase riescono anche a catturare Eric, ex comandante degli Intepidi, che viene giustiziato a causa dei suoi reati (nel frattempo Quattro viene nominato nuovo capo degli Intrepidi e si trova a dover gestire situazioni complicate come questa).

Anche per Tris sono momenti difficili: si trova a dover decidere se salvare Hector o Marlene, entrambi sotto simulazione e controllati da Jeanine (capo degli Eruditi).

Mentre un gruppo di Intrepidi e gli Esclusi cercano di sopraffare gli Eruditi, Tris e i suoi amici aiutano Marcus (padre di Quattro) a scoprire il motivo per cui gli Eruditi volessero sterminare gli Abneganti, recandosi al quartier generale degli Eruditi.

Qui, Tris è nuovamente costretta a sostenere una simulazione, in cui si trova ad affrontare se stessa in versione Erudita: dopo aver superato la prova, riesce ad entrare nell’ufficio di Jeanine, dove cerca la spiegazione allo sterminio degli Abneganti. Lì trova Tori, l’Intrepida che l’aveva aiutata durante la fase della scelta, che uccide Jeanine per vendicare l’assassinio di suo fratello (Divergente).

Tris e Marcus vengono arrestati insieme ad alcuni Eruditi e solo in seguito ritrova Tobias: in questo momento si rendono conto che il potere è ora in mano agli Esclusi, con a capo Evelyn, che si sono impossessati di tutte le armi degli Intrepidi e che quindi la situazione potrebbe tornare esattamente come prima.

Dopo svariati tentativi, Tobias trova l’hard-disk su cui Jeanine custodiva i segreti degli Eruditi: si tratta di un video che deciderà le sorti di tutta la popolazione di Chicago da questo momento in poi.

Il video viene proiettato al centro della città, e cambia radicalmente la visione che la popolazione di Chicago aveva sia del mondo interno alla città, e sia di quello esterno, nonché delle proprie origini e così via.

Quale terribile verità si nasconde dietro le strategie di Jeanine?

? Il libro:

L’impostazione del secondo capitolo della serie Divergent è uguale a quella del primo:

  • periodi mai troppo lunghi o complessi;
  • descrizioni piuttosto dettagliate;
  • personaggi ben definiti e caratterizzati (sono essenzialmente gli stessi del primo capitolo, con l’aggiunta di un paio di personaggi principali);
  • ritmo piuttosto veloce, anche se ci sono alcuni passaggi un po’ lenti e, forse, un po’ forzati.

Cosa ne penso?

Il mio giudizio personale è pressoché lo stesso del primo capitolo: è un romanzo distopico per ragazzi, e sotto questo punto di vista credo sia ottimo. Contiene alcune idee niente male – come quella delle simulazioni – e ho trovato la storia tra Tris e Quattro molto appropriata, senza esagerazioni o forzature (forse un po’ ripetitiva sulla questione delle bugie e cose non dette tra i due, ma tutto sommato gradevole).

Credo che la narrazione in prima persona – come se Tris stesse vivendo e raccontando i fatti – renda la lettura molto veloce e scorrevole: trattandosi del secondo capitolo e “conoscendo” i personaggi, probabilmente ci si aspetta determinate scelte e avvenimenti.

Lo consiglio come lettura “leggera” e non impegnativa, per gli amanti del genere fantascientifico – distopico è sicuramente indicato (sempre tenendo a mente che si tratta di un romanzo per ragazzi).

Divergent

Divergent Book Cover Divergent
Divergent
Veronica Roth
Distopico, Per ragazzi
DeAgostini
2018
Copertina flessibile

Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza...

✒ “Ma le nostre menti si muovono in dieci direzioni diverse. Noi non possiamo essere confinati in un solo modo di pensare[…]”

✒ “La fazione prima del sangue”

? Sinossi ufficiale:

Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l’amicizia per i Pacifici, l’altruismo per gli Abneganti e l’onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l’unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c’è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto – se reso pubblico – le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l’addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza…

Trama:

Ambientato in un futuro non definito, in cui la popolazione della città di Chicago è suddivisa in cinque fazioni in base alle tendenze caratteriali personali, regime scelto dalla popolazione stessa per mantenere la pace e non incorrere più nell’errore delle guerre e degli scontri.

I confini della città sono delimitati da una recinzione e nessuno sa cosa ci sia all’esterno di essa.

La popolazione, divisa in fazioni, svolge compiti necessari al alla sopravvivenza della città; le fazioni sono cinque:

  • Candidi, sono convinti che le guerre siano state causate dall’ipocrisia, per questo dicono sempre la verità e si occupano dell’aspetto legislativo della città.
  • Pacifici, che, come si può dedurre dal nome, sono convinti che le guerre siano causate dalla malvagità umana e, per questo, rifiutano la violenza; si dedicano perlopiù alla coltivazione dei campi.
  • Eruditi, secondo cui la guerra è conseguenza dell’ignoranza, sono perlopiù ricercatori e scienziati.
  • Abneganti, convinti che l’egoismo sia il motivo della guerra, sono al servizio degli altri per tutta la loro vita.
  • Intrepidi, credono che la guerra sia causata dalla codardia, si occupano della vigilanza della città.

Esistono, poi, gli Esclusi: vivono nella periferia della città, in condizioni di povertà, perché non sono stati in grado di superare la fase di iniziazione all’interno della fazione che hanno scelto o perché, semplicemente, decidono di andarsene ma non possono tornare alla fazione da cui sono venuti.

La protagonista, Beatrice Prior, è una ragazza di sedici anni che appartiene alla fazione degli Abneganti, come il resto della sua famiglia. Il sedicesimo anno di età è, però, il momento della “Cerimonia della scelta”, ovvero il momento in cui tutti i ragazzi e ragazze di quell’età devono scegliere la fazione in cui passeranno il resto della vita.

Per “aiutare” i ragazzi nella scelta della fazione, viene fatto loro un test – una simulazione sotto l’effetto di un particolare siero, che li pone davanti alla loro paure peggiori: in base alle scelte che faranno durante la simulazione mentale, risulteranno predisposti per una o l’altra fazione.

Beatrice, che si è sempre ritenuta inadatta alla fazione degli Abneganti, si reca con preoccupazione ad eseguire il test, che risulta “inconcludente”: Beatrice risulta adatta a più fazioni, anziché una soltanto – questo fenomeno è detto Divergenza.

L’esaminatrice aiuta Beatrice a mantenere il suo segreto, ma la avverte sulla pericolosità di questo esito: il Governo dà la caccia ai Divergenti e, per questo Tori – l’esaminatrice – manomette il risultato in modo da far sembrare Beatrice una Abnegante.

Preoccupata e incerta sul futuro, Beatrice evita di toccare l’argomento con la sua famiglia e, presto, arriva il momento della Cerimonia vera e propria. Incoraggiata dalla scelta del fratello Caleb di abbandonare gli Abneganti per gli Eruditi, Beatrice sceglie di diventare un’Intrepida, sperando di potersi distrarre temporaneamente dal peso di aver abbandonato la famiglia e dalla questione della Divergenza.

Dopo la scelta, i ragazzi si dividono tra le varie fazioni e Beatrice viene travolta dall’energia degli Intrepidi, che corrono e saltano su treni in movimento senza alcun timore.

Da questo momento inizia il suo percorso di iniziazione: salta per prima dal tetto di un palazzo, buttandosi senza sapere cosa ci sia ad attenderla, sotto trova quello che sarà il suo istruttore, Quattro, che le dice di scegliersi un nuovo nome, Tris, con cui verrà riconosciuta nella nuova fazione.

Il percorso di iniziazione si articola in tre parti: l’allenamento fisico, la prova mentale e la prova finale.

Con il rischio costante di diventare un’Esclusa, Tris si fa forza e supera la fase di addestramento fisico. Durante le prove mentali, però, la situazione si complica: i suoi risultati sono i migliori ma per il semplice fatto che lei è immune al siero che le viene somministrato per la simulazione.

Quattro è il primo a rendersi conto della sua Divergenza e, per quanto possa sembrare scontroso, la aiuta a mantenere il segreto, imparando a controllare le simulazioni.

Un giorno, però, gli Intrepidi si svegliano sotto l’effetto di un siero con cui vengono comandati a distanza: tramite il siero vengono condotti su un treno che li porta a giustiziare gli Abneganti, senza che se ne rendano conto.

I pochi che risultano immuni al siero vengono uccisi ancora prima che possano accorgersene, solo Tris e Quattro rimangono lucidi durante tutta la durata dell’operazione. Quando la loro vita viene messa in pericolo, però, escono allo scoperto: Quattro viene mandato al centro di controllo degli Eruditi, mentre Tris deve essere giustiziata.

Sua madre riesce a raggiungerla e le salva la vita e le rivela il suo passato da Intrepida: la madre viene uccisa da un colpo di pistola, mentre Beatrice riesce a scappare e dirigersi al nascondiglio in cui si sono rifugiati suo fratello e suo padre.

 

Da qui partirà con il padre, il fratello, Marcus (il padre di Quattro) e Peter, con la speranza di salvare Quattro e interrompere la strage di Abneganti.

? Cosa ne penso?

Complessivamente il romanzo mi è piaciuto: l’idea delle fazioni, i personaggi principali descritti e particolareggiati molto bene, il finale… 4/5 è il mio giudizio al termine del primo libro della serie: è un distopico, ma pur sempre per ragazzi, e trovo giusto che non sia eccessivamente pesante o catastrofico, per quanto la mia interpretazione dei romanzi distopici rimanga sempre quella dell’avvertimento, se così si può dire.

Wintersong di S. Jae-Jones

Wintersong Book Cover Wintersong
S.
Fantasy, Per ragazzi
Newton Compton Editori
2017
Copertina rigida
378

L'inverno si avvicina, e il Re dei Goblin sta per partire alla ricerca della sua sposa... Sin da quando era una bambina, Liesl ha sentito infiniti racconti sui Goblin. Quelle leggende hanno popolato la sua immaginazione e ispirato le sue composizioni musicali. Adesso ha diciotto anni, lavora nella locanda di famiglia e sente che tutti i sogni e le fantasticherie le stanno scivolando via dalle mani, come minuscoli granelli di sabbia. Ma quando sua sorella viene rapita dal Re dei Goblin, Liesl non ha altra scelta che mettersi in viaggio per tentare di salvarla. E così si ritrova catapultata in un mondo sconosciuto, strano e affascinante, costretta ad affrontare una decisione fatale.

✒”Potresti scoprire che preferisci una bella bugia alla dura verità”

✒”Volevo plasmare il mondo perché corrispondesse alla musica che avevo nell’anima”

? Sinossi ufficiale:

L’inverno si avvicina, e il Re dei Goblin sta per partire alla ricerca della sua sposa… sin da quando era una bambina, Liesl ha sentito infiniti racconti sui Goblin. Quelle leggende hanno popolato la sua immaginazione e ispirato le sue composizioni musicali. Adesso ha diciotto anni, lavora nella locanda di famiglia e sente che tutti i sogni e le fantasticherie le stanno scivolando via dalle mani, come minuscoli granelli di sabbia. Ma quando la sorella viene rapita dal Re dei Goblin, Liesl non ha altra scelta che mettersi in viaggio per tentare di salvarla. E così si ritrova catapultata in un mondo sconosciuto, strano e affascinante, costretta ad affrontare una decisione fatale.

Trama (!!!SPOILER!!!)

Il racconto è ambientato nella Bavaria del 1700 e ha come punto di partenza una famiglia come tante, composta da madre, padre e tre figli: tutti, in famiglia, sono amanti della musica e musicisti, ognuno a suo modo. In effetti, è proprio la musica il filo conduttore di tutto il libro: dall’inizio alla fine, le avventure di Liesl sono da ricondurre alla sua passione per la musica, o meglio, per la composizione di musica.

Sin da piccola, Liesl si è isolata nel suo mondo fatto di suoni e natura: è in questo modo che alimenta la sua credenza nelle leggende popolari, raccontate dalla nonna Costanze, e si imbatte nel Re dei Goblin – il suo compagno di giochi d’infanzia, nonché la presenza misteriosa che l’ha aiutata e seguita fino all’età adulta.

All’età di diciotto anni, Liesl si trova a dover rivalutare l’esistenza del Re dei Goblin e del suo regno nel Sottosuolo: la sorella di Liesl viene rapita e, per salvarla, Liesl si avventura nel sottosuolo, affrontando le mille sfide del Signore degli Inganni. Queste prove non la mettono alla prova solo dal punto di vista fisico e materiale, ma anche mentale e spiritale: Liesl si trova a fare i conti con le sue incertezze e paure, con pensieri che ha tenuto nascosti da sempre.

Tutti questi avvenimenti portano Liesl ad un cambiamento radicale o, per meglio dire, una maturazione interiore: da ragazza a donna, da insicura a determinata. Inoltre, le sue scelte la porteranno a sacrificare se stessa per il bene dei suoi cari (o per egoismo? questi aspetti sono spesso coincidenti nel racconto), fino alla decisione finale di rimanere nel sottosuolo, al fianco del Re dei Goblin come sposa e come Regina.

Il loro rapporto cresce e muta continuamente, portando entrambi ad una conoscenza di sé e dell’altro sempre maggiore: musica da comporre e ostacoli da superare mettono alla prova costantemente la loro determinazione e, a questo punto, il loro amore. Amore: solo dopo aver compreso e accettato che è di questo che si tratta, Liesl e il suo sposo saranno in grado di prendere l’ultima, dolorosa, decisione.

Non c’è un lieto fine da fiaba, non c’è “e vissero per sempre felici e contenti”: c’è, piuttosto, il risultato di un percorso affrontato insieme e una debole speranza rimasta in sospeso.

? Cosa ne penso?
Si tratta di un romanzo Young Adult, quindi non mi aspettavo una storia complessa o chissà quale caratteristica sconvolgente. Partendo da questo presupposto, devo dire che come idea non è affatto male, l’ambientazione è particolare e “accogliente”, i personaggi principali sono ben caratterizzati, MA… sono ancora convinta che il linguaggio e i comportamenti non siano adatti all’ambientazione settecentesca.

Come ho scritto stamattina nella recensione breve su Instagram, mi ha ricordato molto Twilight (letto 10 anni fa!): ovviamente non sto parlando della storia o dell’identità dei personaggi, ma del linguaggio e degli atteggiamenti. Mi ha dato l’impressione che fosse un presente travestito da passato, letteralmente: “Divertiamoci. Ci sono uomini in abbondanza con cui ballare e flirtare”… da quanto tempo si usa la parla flirtare? Non credo dal 1700 e non credo che l’atteggiamento più comune fosse quello.

Detto ciò, complessivamente è un libro carino e adatto ad una lettura leggera, da alternare con altri libri! 🙂

La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier

La ragazza con l'orecchino di perla Book Cover La ragazza con l'orecchino di perla
Tracy
Romanzo storico
Beat - Neri Pozza
2018
Copertina rigida
237

Delft, XVII secolo, una casa nella zona protestante della città... Griet, la giovane figlia di uno dei decoratori di piastrelle più rinomati di Delft, è in cucina, intenta a sistemare, com'è solita fare, le verdure tritate, quando ode voci decisamente insolite nella casa di un modesto decoratore... voci che suggeriscono "immagini di tappeti preziosi, libri, perle e pellicce". Sull'uscio, compaiono improvvisamente due figure: un uomo dagli occhi grigi come il mare e un'espressione ferma sul volto lungo e spigoloso, e una donna ― piccoli ricci biondi, sguardo che guizza qua e là nervosamente ― che sembra portata dal vento, benché la giornata sia calma. Sono Johannes Vermeer, il celebre pittore, e sua moglie Katharina, gente ricca e influente, proveniente da vicino, dal Quartiere dei Papisti, eppure lontanissima da Griet e dal suo mondo. Griet ha sedici anni e quel giorno apprende dalla voce della madre il suo destino: andrà a servizio dei Vermeer per otto stuiver al giorno, dovrà fare le pulizie nell'atelier del pittore, e dovrà agire delicatamente senza spostare né urtare nulla. Nella casa dei Vermeer, tra l'artista e la serva, l'uomo potente e la giovane donna che non possiede altro che il suo incanto e la sua innocenza, si stabilisce un'intensa relazione fatta di sguardi, sospiri, frasi dette e non dette. Invisa a Katharina, gelosa della sua intima relazione col marito, costretta a subire i rimproveri di Maria Thins, la suocera del pittore, Griet non cessa per un solo istante di ubbidire all'amore per l'arte e alla passione che la muove. Gesto inaudito per la morale del tempo, poserà con le labbra sensualmente dischiuse per quel ritratto di Vermeer (La ragazza col turbante) che è giunto fino a noi, e non cessa di stupirci per l'enigmaticità dello sguardo che vi è dipinto. Romanzo che ci conduce con straordinaria precisione là dove l'arte è divisa dai fantasmi della passione soltanto da una linea sottile, "La ragazza con l'orecchino di perla" ci offre anche alcune delle pagine più felici, nella narrativa contemporanea, sulla dedizione e sul coraggio femminile.

✒ “Le nuvole le avevo guardate in tutta la mia vita, ma in quel momento ebbi l’impressione di vederle per la prima volta”

✒ “Aveva cominciato a farmi il ritratto“.

Il libro

Griet ha sedici anni e quel giorno apprende dalla voce della madre il suo destino: andrà a servizio dei Vermeer per otto stuiver al giorno, dovrà fare le pulizie nell’atelier del pittore, e dovrà agire delicatamente senza spostare né urtare nulla.

Romanzo che ci conduce con straordinaria precisione là dove l’arte è divisa dai fantasmi della passione soltanto da una linea sottile – tra Vermeer e Griet, l’artista e la serva, l’amato e l’amante, l’uomo potente e la giovane donna che non possiede altro che il suo incanto e la sua innocenza, si stabilisce un’intensa relazione fatta di sguardi, sospiri, frasi dette e non delle – La ragazza con l’orecchino di perla ci offre anche alcune delle pagine più felici, nella narrativa contemporanea sulla dedizione e sul coraggio femminile.

Griet è invisa a Katharina, gelosa della sua intima relazione con il marito, è costretta  a subire i rimproveri di Maria Thins, la suocera del pittore, a sfidare tutte le convenzioni dell’epoca, e tuttavia non cessa  per un solo istante di ubbidire all’amore per l’arte e alla passione che le muove.

Gesto inaudito per la morale del tempo, poserà con le labbra sensualmente dischiuse per quel ritratto di Vermeer che è giunto fino a noi, e non cessa di stupirci per l’enigmaticità dello sguardo che vi è dipinto.

Oltre la trama

? Ho apprezzato molto questo romanzo: devo ammettere che il quadro è uno dei miei preferiti in assoluto e questo, probabilmente, ha influito sul mio giudizio. Tuttavia, ho trovato molto affascinante il modo in cui l’autrice ha descritto l’ambiente, le usanze, la società dell’epoca e, soprattutto, è stato molto bello poter immaginare la storia dietro il quadro.

Questo libro dà la possibilità di immaginare come è nata un’opera d’arte unica e irripetibile, raccontandone la nascita, lo sviluppo e le emozioni che tiene racchiuse da secoli.

Non si tratta di storia dell’arte, non si tratta di infiniti dettagli tecnici sulla tecnica utilizzata da Vermeer, sui pigmenti che ha utilizzato o su quanto tempo abbia impiegato per realizzarlo: si tratta della vita del quadro e delle due persone che hanno rischiato tutto per realizzarlo.

Lo stile che ha scelto l’autrice per scrivere questo romanzo contribuisce notevolmente ad immaginare il periodo e l’ambiente in cui l’opera ha perso forma: molto descrittivo, un linguaggio moderno unito a termini e modi di dire che, ormai, non si sentono quasi più.

(Ci tengo a precisare che la valutazione che ho dato (4/5) è stata una media tra una valutazione obiettiva del libro e tutto ciò che ho detto finora).

Per tutte le altre recensioni: indice

1984

1984
Gorge Orwell
Distopico
Mondadori
1948
Copertina flessibile
333

L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.

1984 di George Orwell: IL distopico

1984 di Orwell… Perché IL distopico? Perché questo è il libro che ha gettato le basi per il genere e ne rimane il massimo rappresentante. Il genere distopico ha l’intento di raccontare un futuro immaginario contrario a quello utopico. Per questo motivo spesso può essere definito “pessimista”.

Questo è un libro visionario, una sorta di avvertimento che termina con un messaggio pesante e che, durante il suo svolgimento, trasmette un messaggio fortissimo.

✒”A quel punto la menzogna prescelta sarebbe passata nell’archivio permanente e sarebbe diventata verità”.

 

1984

?Il libro è stato scritto nel 1948, circa tre generazioni fa. Questo fa pensare che l’ambientazione, la storia e il massaggio che contiene possano essere stati influenzati dal periodo in cui è stato scritto: la cosa disarmante, invece, è scoprire quanto molti aspetti siano assolutamente attuali.

Senza voler giudicare gli aspetti politici contenuti nel romanzo, credo che la prima parte (la più descrittiva delle tre) sia sufficiente a far riflettere.

1984 di Orwell è un grande classico moderno, amato o odiato, non ci sono vie di mezzo. 1984 è un libro devastante, crudo, duro, difficile da accettare, ma forse questo è proprio dovuto al fatto che è e sarà sempre attuale e verosimile. E, anzi, con il passare del tempo lo sarà sempre di più.

Si tratta di un libro che si basa sulla politica e sulla società, sui ceti sociali e sulla differenza tra loro che spesso viene assimilata al valore degli individui stessi.

A vigilare e governare sul popolo intero è il Grande Fratello, che vede e sente tutto, che spia ogni individuo, che punisce e detta legge su ogni aspetto della vita – anche quelli più intimi.

✒ “Dovevate vivere (e di fatto vivevate, in virtù di quell’abitudine che diventava istinto) presupponendo che qualsiasi rumore da voi prodotto venisse ascoltato e qualsiasi movimento – che non fosse fatto al buio – attentamente scrutato”.

Sicuramente un aspetto fondamentale su cui riflettere è come la parte “minimamente istruita” della popolazione fosse costretta a seguire un solo pensiero, mentre la parte non istruita vivesse una libertà e soddisfazione apparenti, date solo all’ignoranza.

Attenzione, ho scelto attentamente le parole con cui ho composto il paragrafo precedente. La popolazione minimamente istruita è il ceto medio, ma non esiste un ceto superiore realmente istruito. Esistono solo pochi tiranni che, sfruttando la loro generosità apparente nel rendere fruibile l’istruzione al ceto medio, riescono invece a inculcare in quest’ultimo un unico pensiero.

La popolazione non istruita, invece, è quella apparentemente libera di prendersi delle piccole soddisfazioni, di innamorarsi, di avere figli. Vive letteralmente nell’ignoranza di tutto ciò che accade intorno.

Il Grande Fratello entra a tal punto nella vita e nella testa delle persone, da riscriverne il passato. Sembra una cosa impossibile? Niente affatto, è piuttosto semplice invece. Basta eliminare ogni traccia e ogni prova dell’avvenimento di alcuni fatti storici e sostituirli con altri. Non succede forse ad oggi nella vita reale?

✒”Giorno dopo giorno, anzi quasi minuto dopo minuto il passato veniva aggiornato”.

L’individualità è annientata, il libero pensiero anche. Tutto viene fatto in funzione del corretto svolgimento di una vita che appartiene ai singoli individui solo in apparenza, ma in realtà appartiene a chi li governa… Ricorda qualcosa?

Tutto ciò viene raccontato tramite l’esperienza di Winston Smith, il protagonista: appartenente al ceto medio, solo, con un impiego discreto, utile ma non indispensabile come chiunque, annientato come chiunque.

Winston, ad un certo punto della sua vita, capisce che il mondo il cui vive, con la sua struttura e la sua società e sbagliato, inizia ad accumulare oggetti dimenticati, a trasgredire in qualche modo, fino ad innamorarsi.

Inizia a frequentare una donna per amore, non per dovere. Si incontrano di nascosto, hanno desideri inconcepibili per in regime. Ed ecco che 1984 si dimostra il testo distopico per eccellenza.

Soprattutto il finale ne è la dimostrazione, assolutamente in linea con il resto della narrazione a differenza dei distopici più moderni: non lascia scampo.

Conclusione e appunti personali:

Si può essere d’accordo con il pensiero politico di Orwell o no.
Si può essere d’accordo con la sua visione pessimista o no.

Ma non si può non essere d’accordo sul messaggio contenuto in questo testo. Non si può rimanere indifferenti alla quantità di aspetti simili all’attuale realtà. Non si può fare a meno di fermarsi a riflettere su come il mondo attuale, la società stessa, sia un unico Grande Fratello che detta legge e spia ogni individuo senza farsi scrupoli.

Pensiamo un secondo: la rete, i social, gli acquisti online, i sistemi di videosorveglianza ovunque, la condivisione istantanea di ogni attimo di vita, i video da satellite, i milioni di account che ognuno di noi ha… eccolo il Grande Fratello.

Lo facciamo per vanità, perché “non si può più fare diversamente”, perché è il progresso: motivi apparenti, scuse.

Poi firmiamo decine di consensi al trattamento dei dati, informative sulla privacy, ma la privacy non esiste più. “Abbiamo qualcosa da nascondere?” No. Non è questo il punto. Il punto è che, attanagliati dalla routine, dalla frenesia e dalla comodità, siamo schiavi di un sistema che è un Grande Fratello, che ci spinge a comportarci in un determinato modo fino a dimenticare il nostro passato: un passato in cui non eravamo condizionati da tutto ciò, un passato in cui eravamo in armonia con il mondo in cui vivevamo e non in conflitto con esso.

Detto ciò, non posso che aggiungere una cosa: LEGGETELO TUTTI. Farà male ma è necessario.


Per tutte le altre recensioni: INDICE

Il mio omaggio a Orwell: QUI

La piccola Parigi – A. Tonioli

La piccola Parigi Book Cover La piccola Parigi
Alessandro Tonioli
Racconto breve
Self-published
e-book
44

Una città, un racconto misterioso e una bambina di cui nessuno ha mai saputo il nome.
Ecco cosa si cela dietro Cabiate e il suo essere chiamata dai suoi abitanti “La piccola Parigi”, per un motivo che però nessuno sembra ricordare. Forse solo il nonno di Chiara ha, nascosta nel suo passato, la chiave per svelare la natura di questo incantesimo che ora, forse, sta per essere finalmente rivelato.

“[…] questo effetto speciale tanto agognato, residente in questi piccoli paesi, è la memoria” ~ La piccola Parigi
••• ••• •••
Oggi vi parlo di questo libro, “La piccola Parigi” di Alessandro Tonoli @ale_into_the_glasslands

La vicenda si svolge a Cabiate, un piccolo paese in cui si riesce ancora a tramandare storie fantastiche da una generazione all’altra, ed è proprio quello che accade: un nonno decide di raccontare alla nipotina una storia sorprendente successa negli anni della sua gioventù, una storia che è diventata parte del paese ma quasi nessuno, ormai, ricorda il perché.Per il nonno questa storia è ormai un peso troppo grande da sopportare, ma per la piccola Chiara sarà un insegnamento lungo una vita.

La citazione che ho scelto è, secondo me, il fulcro di tutto il racconto ed è proprio ciò che me l’ha fatto apprezzare. Mi spiego meglio: forse perché abito in un paese e perché ho un debole per i racconti “popolari”, forse perché la memoria è la cosa più importante che abbiamo, sta di fatto che, al di là della storia in sé, ho apprezzato molto l’atmosfera, l’ambientazione e la speranza che sono contenute in questo testo.

Per questo lo consiglio a tutti quelli che, come me, cercano le piccole cose da ricordare in ogni situazione si trovino.

Valutazione: 3.5/5


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Sei proprio il mio Typo

Si tratta di un volume di 364 pagine che racconta la storia dei font, partendo da Gutemberg per arrivare fino all’utilizzo dei caratteri tipografici in larga scala: al giorno d’oggi i font e caratteri tipografici conosciuti e utilizzati, sia su supporti cartacei e sia digitali, sono più di centomila ed ognuno ha delle caratteristiche proprie, uno stile in grado di trasmettere sensazioni.

Tornando al libro, “Sei proprio il mio typo” è scritto in modo scorrevole, suddiviso in più parti, e può essere apprezzato anche da chi volesse leggerlo solo per curiosità e non necessariamente per sfruttare i font a scopo commerciale. Oltre agli aspetti tecnici sulla “vita segreta” dei font, il libro contiene alcuni aneddoti divertenti come la storia del Comic Sans (utilizzato per da molti e odiato da altrettanti!).

Potete acquistarlo qui.

Design e comunicazione visiva di Bruno Munari

Conoscere la comunicazione visiva è come imparare una lingua fatta solo di immagini che hanno lo stesso significato per persone di qualunque nazione e quindi di qualunque lingua.

Questa citazione tratta dal testo di Munari riassume perfettamente il contenuto ed il significato del libro: perché la comunicazione visiva è fondamentale e come fare per comprenderla ed utilizzarla nel modo giusto.

Design e comunicazione visiva

Essenzialmente si tratta di un testo che racchiude le esperienze personali dell’autore come professore universitario e ciò che egli stesso ha appreso da questo percorso.

Alcuni dei metodi di insegnamento e sperimentazione dell’utilizzo delle immagini, dei colori e dell’occhio umano, potrebbero sembrare obsoleti considerando la quantità di immagini che vengono sottoposte al nostro sguardo ogni giorno.

Tuttavia, per quanto l’occhio e il cervello umano possano essere assoggettati e abituati alla presenza costante di immagini nel mondo circostante, ci sono alcuni aspetti che vale la pena di analizzare e su cui riflettere attentamente, se non altro per avere una spiegazione di ciò che quotidianamente percepiamo, anche inconsciamente.

Credo sia un testo molto scorrevole e apprezzabile anche dai “non addetti ai lavori”, per questo consigliatissimo!


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