La luce del caduto

La luce del caduto Book Cover La luce del caduto
Antonio Cinti
Fantasy, Urban Fantasy
2018
728

La luce del caduto

Il libro:

Gaia era l’invenzione del secolo, la “droga senza problemi” veniva chiamata. Dava assuefazione, faceva in modo che i giovani diventassero schiavi di qualunque cosa si ordinasse loro, per tempi variabili.

La luce del caduto è un libro fantasy, senza ombra di dubbio, ma è anche qualcosa in più: è un romanzo che tratta, attraverso il mondo della fantasia e con protagonisti assolutamente fuori dal comune, argomenti molto delicati come la droga, la prostituzione, i problemi dell’età adolescenziale.

Collocato in un presente alternativo (ma neanche troppo), analizza questi temi attraverso la storia dei protagonisti, intenti a combattere il male nella città in cui vivono e oltre i suoi confini: traffico di stupefacenti e di giovani ragazze, mafia, corruzione, e così via.

L’ambientazione risulta quindi piuttosto realistica, così come i temi affrontati; i protagonisti sono la vera chiave di lettura Fantasy del libro: hanno dei “poteri” particolari che li condizionano e li “aiutano” nei momenti di difficoltà, come per esempio la percezione di ciò che avverrà nell’immediato futuro.

I protagonisti principali sono tre: una ragazza, che si ritrova inspiegabilmente in un luogo sconosciuto senza ricordare assolutamente nulla su di sé, un ragazzo dotato di poteri speciali, che tenta di portare a suo modo la giustizia cercando allo stesso tempo vendetta, e un detective, incaricato di risolvere spaventosi casi che si stanno diffondendo a macchia d’olio in città.

Protagonista da non sottovalutare, il lupo: anch’esso con poteri speciali e caratteristiche fuori dal comune; fedele compagno e… non vi dico altro!

 

Lo stile dell’autore è semplice, il ritmo di lettura medio: combinazione vincente considerando la “mole” del romanzo; i contenuti del romanzo, infatti, sono così vari da mantenere l’interesse e il coinvolgimento del lettore costanti.

Dopo aver concluso il libro, si noterà come l’autore abbia unito molti generi letterari in un unico romanzo:

  • fantasy, per tutto ciò di cui ho già parlato;
  • giallo: troviamo un detective e i suoi aiutanti impegnati in caso tutt’altro che semplice, dall’inizio alla fine;
  • thriller: non mancano omicidi e sparizioni;
  • romanzo di formazione: per i temi trattati, come detto all’inizio della recensione.

In conclusione:

Non mi dilungo ulteriormente sui dettagli perché temo che qualsiasi precisazione sugli aspetti di cui vi ho parlato potrebbe rovinare la “sorpresa” della trama: i personaggi sono molti, così come i colpi di scena, quindi vi lascio alla lettura evitando spoiler!

Lo consiglio senza dubbio perché si tratta di un fantasy alternativo: come detto in precedenza, infatti, credo sia un volume molto valido soprattutto per gli argomenti trattati, resi più “sostenibili” dalla veste fantasy.

Ovviamente, non è l’unico pregio del libro: personalmente ho apprezzato molto i personaggi principali, dettagliati e realistici soprattutto dal punto di vista emotivo e caratteriale.

Ringrazio l’autore @antoniocinti per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo, vi lascio il link alla pagina della casa editrice: Linee Infinite

Il bacio più breve della storia

Il bacio più breve della storia Book Cover Il bacio più breve della storia
Mathias Malzieu
Romanzo
2015
123

Il bacio più breve della storia

Il libro:

Il bacio più breve della storia mantiene le caratteristiche che contraddistinguono l’autore, cioè l’atmosfera e l’ambientazione che uniscono fiaba e realtà.

Il racconto è ambientato nei tempi moderni, i protagonisti sono dei comunissimi scolari che, però, vengono resi unici da alcune particolarità: lei si chiama Sobralia, come un’orchidea che fiorisce per un solo giorno, è molto timida, mentre il protagonista è impacciato e stravagante.

Fin da bambina, ho l’impressione che la gente non mi veda.

I dettagli, come sempre, sono determinanti: sono proprio questi, infatti, a creare passo a passo la trama. Il più importante è il fatto che il protagonista incontri una ragazza invisibile: questo è fondamentale per esprimere tutto il significato del libro.

La sensazione trasmessa dalla lettura rimane quella di nostalgia ma, secondo il mio parere, la collocazione temporale non è stata d’aiuto (ho trovato molto più suggestiva l’ambientazione de La meccanica del cuore).

La trama è piuttosto semplice, ha un ritmo di lettura medio, scandito dai vari passaggi della storia tra i due protagonisti. Per rimediare all’invisibilità di lei e alla sua difficoltà a farsi trovare, il protagonista troverà soluzioni a dir poco alternative: un pappagallo, dei cioccolatini,  e così via.

Il messaggio del libro è contenuto nel finale, di cui non vi parlerò per evitare di rovinarvi la sorpresa. Vi dico solo che, secondo il mio parere, può avere due interpretazioni quasi opposte, per cui lascio a voi la scelta!

In conclusione:

Si tratta di una lettura semplice, piacevole e non impegnativa, perfetta per intervallare letture più “consistenti”. Se non avete ancora letto nulla dell’autore, vi consiglio di cominciare da La meccanica del cuore, sicuramente più coinvolgente di questo per atmosfera e ambientazione.

RECENSIONI indice

Penitenziagite, Genesi

Penitenziagite - Genesi Book Cover Penitenziagite - Genesi
Fabio Cosio
Createspace Independent Publishing Platform
14 July 2018
336

È un tranquillo giorno di primavera quando il piccolo Davide incontra per la prima volta un inquisitore. Non se n’erano mai visti lassù, in montagna, dove la comunità è il centro del mondo; dove la fratellanza e l’aiuto reciproco sono necessari alla sopravvivenza; dove gli antichi riti pagani sono ancora vivi seppur mascherati. Quello che Davide non sa è che per l’inquisitore quello stile di vita non è consono ai comandamenti e A farne le spese è proprio la sua famiglia. Suo padre Giulio infatti è stato un prete, che ha rinunciato ai voti per amore. Nella comunità in cui aveva trovato pace e rispetto, le pressioni del l’inquisitore e del nuovo sacerdote inviato su sua richiesta lo costringono ai margini della società, impossibilitato a sopravvivere.Giulio, accompagnato dal piccolo Davide, parte per la città, Vercelli, deciso a vendere i suoi unici beni: un crocifisso e una Bibbia.Inizia così la storia di Davide Tornielli, passato alla storia come fra Dolcino da Novara, in un racconto epico che abbraccia trentacinque anni della nostra storia, a cavallo del 1300. Predone, ladro, assassino, eroe, rivoluzionario, sognatore. Ma chi era davvero fra Dolcino? In questo primo volume della trilogia, Fabio Cosio ci accompagna alla scoperta di un personaggio che per secoli è stato sinonimo di malvagità, portandoci con lui tra le speranze dei più poveri e le prepotenze dei più ricchi, tra l’innocente visione di un mondo nuovo e le manovre della Chiesa per incrementare il proprio potere.Con uno stile fluido che tiene il lettore incollato alle pagine, ci fa immergere nel medioevo, facendoci vivere la gioia della speranza e la sofferenza dei soprusi. Ne emerge l’affresco di un’epoca, un romanzo corale carico di emozione e personaggi che emergono vividi tra le righe, come se li conoscessimo da sempre. “Degno di Ken Follet” - recensione Google“Fabio Cosio è un maestro nel far nascere sentimenti quali emozione, amarezza e sdegno.” - Un libro per amicoLa trilogia Penitenziagite è composta dai seguenti volumi:Libro I - GenesiLibro II - Atti degli apostoli Libro III - ApocalisseTutti disponibili su Amazon

Penitenziagite, Genesi

Descrizione:

1272, Prato Sesia, Novara. Giulio, un prete che ha rinunciato ai voti per amore, vive un’ esistenza serena, scandita dai tempi della terra e dai rapporti tipici di una comunità montana. Davide, il figlio maggiore, è deciso a seguire le orme del padre finché un giorno un inquisitore mette in moto una catena di eventi che lo obbligheranno a fuggire. 1287, Parma. Gherardino Segarelli, rifiutato dall’ordine dei domenicani, crea un suo gruppo di fedeli che si fanno chiamare “apostolici” o “minimi”. Vivono predicando povertà, fratellanza e libertà sessuale attirando su di sé le attenzioni della Chiesa. 1286, Roma. Benedetto Caetani, cardinale con grandi aspirazioni, gioca tutte le carte, lecite e non, per ampliare il suo potere personale e quello della sua famiglia. In un’epoca in cui Chiesa e Impero si contendono il potere, sullo sfondo di un’Italia divisa in mille fazioni, gli incroci che porteranno Davide a passare alle cronache come fra Dolcino da Novara, l’eretico più feroce e spietato che la storia d’Italia ricordi.

[…] Anche se moribondo, rimango sufficientemente lucido per darti il mio ultimo consiglio e anche quello più importante: fai quello che ritieni giusto. Tuo padre ne ebbe il coraggio. So che anche tu lo avrai. Dr io oggi ho un rimpianto, è stato quello di non essermi mai ribellato. Non mi sono mai ribellato quando vedevo gente che moriva di fame e chi avrebbe dovuto aiutarli vivere nell’opulenza […]

Il libro:

Genesi è il primo libro della trilogia Penitenziagite, una saga a sfondo storico che narra la storia di fra Dolcino da Novara, un personaggio controverso, nato all’insegna della Chiesa, deluso dai suoi rappresentanti e, infine, condannato per eresia.

La narrazione delle vicende parte da quando fra Dolcino era solo un bambino: costretto ad assistere alle violenze sulla madre e sulla sorella, dovrà separarsi dalla famiglia per trovare protezione e ricevere un’istruzione ecclesiastica.

Fra Dolcino conosce così, con il passare del tempo, le due facce della Chiesa: quella di coloro che si prodigano per aiutare i bisognosi e  i malati durante periodi di malattia e carestia, e quella dei funzionari ecclesiastici corrotti e lussuriosi, che sperperano il denaro il feste e prostitute.

Proprio a causa del susseguirsi di questi eventi e queste conoscenze, fra Dolcino matura una sua idea di ciò che è giusto o sbagliato, la consapevolezza di ciò che vuole fare per aiutare il prossimo e per sé stesso.

Avrà modo di aiutare molte persone, “ruberà ai ricchi per dare ai poveri”: verrà condannato per eresia, in quanto nemico della Chiesa o, perlomeno, dei suoi rappresentanti.

La narrazione avviene tramite un narratore esterno, il ritmo è medio e si alternano momenti descrittivi, che aiutano a collocare nel tempo e nello spazio i protagonisti, a momenti di dialogo che permettono, invece, di conoscere meglio i personaggi.

Come si può apprendere dalle note dell’autore, non esistono testimonianze precise di cosa sia accaduto nel dettaglio a fra Dolcino, soprattutto considerando che la sua storia si articola in molte parti, partendo da Prato Sesia per arrivare fino a Parma e passando da numerose città italiane.

Tuttavia, grazie ad alcuni documenti, è stato possibile ricostruirne a grandi linee la vita e crearne un romanzo: sicuramente molto valido per la descrizione dei luoghi e delle usanze (soprattutto quelle che riguardano la Chiesa e che spesso non vengono diffuse nel modo corretto).

In conclusione:

Personalmente l’ho apprezzato molto come romanzo storico, per l’ambientazione e per la capacità dell’autore di ricreare l’atmosfera inquieta dell’epoca: per questo motivo lo consiglio agli appassionati del genere o a chi fosse interessato a scoprire parte della storia di queste zone.

Inoltre ho apprezzato molto il fatto che nel libro ci fosse una parte iniziale intitolata “contesto storico”, molto utile per collocare la storia narrata nel tempo, e – alla fine del libro – l’elenco dei personaggi e una sorta di linea del tempo con elencati i fatti storici più importanti.

 

Ringrazio l’autore (che potete seguire qui) per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera e vi auguro una buona lettura! PS: presto inizierò il secondo volume!

 

Recensioni INDICE

Le braci

Le braci
Sándor Márai
Classici
2008
181

Le Braci

Il libro:

L’uomo vive finché ha qualcosa da fare su questa terra.

Come sempre, lascio la mia opinione personale come conclusione della recensione e, per prima cosa, cercherò di dare una definizione di questo libro che possa essere valida per chiunque dovesse leggerlo.

Si tratta di un romanzo classico relativamente recente, molto famoso e apprezzato dalla maggior parte dei lettori. I motivi per cui questo libro è così apprezzato sono molti: la trama, i personaggi, l’ambientazione o l’atmosfera.

Guardiamo in fondo ai nostri cuori: che cosa vi troviamo? Una passione che il tempo ha soltanto attutito senza riuscire a estinguerne le braci.

C’è, però, un elemento che prevarica su tutto: lo stile. Senza questo il romanzo risulterebbe noioso e, per alcuni, addirittura banale.

Perché lo stile è così determinante? Senza dubbio perché emana eleganza ad ogni parola. Benché si tratti essenzialmente di un monologo (lo è almeno al 90%), riesce a non essere noioso e a tenere il lettore incollato alle pagine.

Come si può desumere dalla sinossi, infatti, i protagonisti sono due uomini, inizialmente molto amici e successivamente legati da un passato indelebile, che si trovano dopo anni di lontananza per fare luce su quanto accaduto a loro stessi a chi hanno avuto accanto durate gli anni.

La narrazione dei fatti, però, avviene tramite il monologo di uno dei due protagonisti,  che ripercorre tutto ciò che è avvenuto a partire dal primo incontro dei due fino a questo ultimo agognato ritrovo.

In questo modo vengono analizzati i vari eventi che si sono susseguiti negli anni e, allo stesso modo, fanno la loro comparsa i personaggi secondari, che hanno contribuito alla tessitura della trama.

Sappiamo sempre qual è la verità, quella verità diversa che viene occultata dai ruoli, dalle maschere, dalle circostanze della vita.

L’ambientazione e l’atmosfera non sono da non sottovalutare: sia il contesto storico che quello geografico, infatti, contribuiscono a creare una sensazione di pace ed eleganza nonostante gli argomenti trattati spesso non siano dei più rosei (vengono nominati solo due luoghi: Vienna, come luogo più realistico, e i Tropici come luogo ideale; le vicende in realtà fanno riferimento o si svolgono quasi interamente nella casa di uno dei due protagonisti che pare aver conservato il suo aspetto nonostante i decenni trascorsi).

Tutto è caduto in pezzi, sono rimasti solo i frammenti. La patria per me era un sentimento. Questo sentimento è stato offeso.

Il ritmo con cui si svolgono i fatti è piuttosto lento (sono più di quarant’anni), ma il modo in cui vengono narrati lo rende abbastanza sostenuto o, perlomeno, fa in modo che il lettore sia interessato a proseguire la lettura nell’attesa che capiti qualcosa di sconvolgete. In realtà il ritmo è crescete nella seconda metà del libro, fino ad arrivare alla conclusione della storia alla scoperta del messaggio che l’autore vuole passare. Un messaggio che è racchiuso nel comportamento del protagonista e, si scoprirà, richiede pazienza e costanza: per questo motivo può essere interpretato come un esempio da seguire o come un’assurdità.

In conclusione:

Si tratta di un libro estremamente elegante e curato, motivo per cui lo consiglio ad ogni tipo di lettore: lo consiglio in particolare a coloro che cercano lo stile prima della trama.

Personalmente l’ho apprezzato molto proprio per questo motivo: quando definisco un libro “elegante” è perché l’autore riesce ad esprimere concetti estremamente belli o estremamente brutti senza essere indiscreto o volgare. Sinceramente mi sarei aspettata qualcosa di più eclatante per il finale, ma questi sono punti di vista.

 

Recensioni: INDICE

I nodi dell’anima

I nodi dell'anima Book Cover I nodi dell'anima
Daniela Graglia
Romanzo, Psicologico
2017
192

Recensione I nodi dell’anima

Tutto questo ci fa capire che siamo inseriti all’interno di foreste, frutteti, boschi, deserti di cactus e non sempre è facile vederci chiaro. La colpa può essere dei rami così fitti che impediscono alla luce di penetrare, dell’arsura e del calore che offusca le proprie funzioni , o di qualcosa che ci pareva fantastico e poi si comprende che non lo era. 

Il libro:

Si tratta di un saggio sotto forma di romanzo: la trama è semplice ed essenzialmente racconta delle vite tipiche, non ideali ma reali. Vite in cui, bene o male, chiunque si può rispecchiare: è proprio attraverso il racconto di momenti ed emozioni tipici della vita di ognuno che si snoda il saggio. L’autrice, infatti, analizza passo a passo le varie fasi che solitamente ogni persona è costretta ad affrontare nel corso della propria vita, spiegandone i risvolti psicologici.

Ogni stato d’animo o emozione umana viene preso in considerazione: amore, paura, tristezza, euforia, indecisione. Allo stesso modo vengono analizzati molti aspetti di una vita che dipendono direttamente da un evento specifico: lutto, perdite, separazioni, crescita, sessualità e così via.

Lo stile dell’autrice è molto scorrevole e discorsivo: riesce a spiegare concetti che sono alla base della psicologia attraverso esempi di vite comuni. Il lessico è curato ma mai troppo complesso, nemmeno quando è il saggio a prevalere sul romanzo.

La protagonista e narratrice è Anna: attraverso il racconto delle sue esperienze vengono presentati gli altri personaggi principali (Marco, i genitori, la nonna, ecc). Sono tutte persone comuni: una ragazza semplice, degli studenti o dei lavoratori, dei sognatori o dei pessimisti, un’anziana che ha molto da insegnare e così via.

Riassumendo il contenuto della vita di una persona e di quelle collegate ad essa in meno di duecento pagine, questo libro mette in risalto aspetti che spesso possono sembrare di poca rilevanza ma che, al contrario, contribuiscono alla tessitura di quell’esistenza specifica: l’importanza di una canzone, di una frase, di parole dette o non dette, di momenti e ricordi.

Sembra strano, ma ci sono argomenti paradossali e stravaganti che non destano alcun timore a chi ne discute se non vergogna; mentre in altri casi, temi così umani e di vitale importanza, scatenano il riserbo più totale. Dei veri tabù. La morte è uno di questi.

In conclusione:

Secondo il mio parere il punto di forza di questo libro è, come detto in precedenza, la capacità di tradurre la psicologia in quotidianità e viceversa. Senza dubbio lo consiglio a tutti gli appassionati di psicologia ma, soprattutto, a chi dovesse essere interessato all’argomento senza esserne esperto, proprio per la capacità dell’autrice di rendere comprensibili molti concetti.

Buona lettura! Vi lascio il link per l’acquisto su Amazon: qui.

recensioni: INDICE

Il giardino di Amelia

Il giardino di Amelia Book Cover Il giardino di Amelia
Marcela Serrano
Fiction
Universale economica
2018
248

Recensione Il giardino di Amelia

Il libro:

Il giardino di Amelia narra uno spaccato di storia del Cile, a cavallo degli anni ’80 per l’esattezza. Periodo particolarmente turbolento e tragico per questa nazione, a causa della situazione sociale e politica.

La narrazione avviene alternando momenti descrittivi da parte di un narratore esterno e parti che riportano i pensieri soggettivi di Miguel: in questo modo vengono cambiati anche lo stile ed il lessico, che nel caso dei pensieri di Miguel è molto più scurrile e “rabbioso”.

L’ambientazione è quella di un ricca proprietà sperduta tra le valli del Cile, La Novena, in cui vive Amelia – ricca latifondista – e in cui Miguel – attivista rivoluzionario – viene confinato in seguito alla sua cattura.

L’atmosfera che si percepisce è quella tipica delle situazioni si incertezza popolare, rivoluzione e malcontento diffuso: questo porta ad atti di violenza e, come vuole far notare il romanzo, ad un profondo distacco tra popolazione povera e ricchi latifondisti.

Un romanzo dalla struttura semplice e dal ritmo medio-lento: i protagonisti principali sono tre e le loro vicende si susseguono e si incrociano fino a prendere una forma ben definita a circa metà del libro.

A questo punto del racconto, però, si può anche intuire tutto ciò che resta: probabilmente questo è dovuto anche al fatto che tutto il libro sia basato sulle vicende politiche e storiche realmente accadute e che, di conseguenza, non potesse avere un percorso diverso.

Tuttavia, anche ciò che riguarda i personaggi inventati è piuttosto prevedibile sin dall’inizio.

Da non dimenticare, i messaggi contenuti nel romanzo. A mio parere si distinguono due messaggi ben distinti: il primo riguarda proprio la spaccatura creatasi tra poveri e ricchi e, attraverso l’amicizia di Miguel ed Amelia, il messaggio che viene passato è proprio la possibilità di mettere da parte le differenze sociali per trovare punti d’accordo nella cultura, nei libri; il secondo messaggio è decisamente più lampante e si tratta di un messaggio politico di totale disapprovazione per il regime del generale Pinochet.

In conclusione:

Una lettura piuttosto lenta ma che, tutto sommato, può essere piacevole.

Personalmente non l’ho apprezzato particolarmente per due motivi: il primo è il personaggio di Miguel che, per i primi tre quarti del romanzo, non mi è piaciuto affatto (per carattere, prese di posizione insensate e atteggiamento) – al contrario ho apprezzato molto Amelia, come personaggio; il secondo motivo è la quantità di politica che impregna questo romanzo: non che sia sbagliato, ma ho avuto l’impressione che venissero trasmesse le opinioni personali dell’autrice più che dei personaggi (cosa che può anche non essere vera, ma la mia impressione è stata quella).

Personalmente, credo che i libri che trattano di storia e di politica siano molto validi ma preferisco che la narrazione rimanga neutrale nel giudicare i fatti.

Ad ogni modo lo consiglio a lettori interessati a questo periodo storico o al Cile in generale; inoltre lo consiglio per conoscere l’autrice, che comunque è un’autrice di successo grazie a questa ed altre opere.

P.S. La traduzione non è delle migliori (“a me mi” per esempio).

 

recensioni: INDICE

Favole piccole e foglie di vernice

Favole piccole e foglie di vernice Book Cover Favole piccole e foglie di vernice
Mario Struglia
Fiction
2019
144

Recensione | Favole piccole e foglie di vernice

Introduzione dell’autore

Appaio come una persona piuttosto pragmatica, materiale, realista. Magari anche un filo scorbutica. E in parte questo è sicuramente vero. Ma… come dire… provo una profonda passione per il senso di meraviglia, per la bellezza, e lo stupore che sento e so celarsi dietro e dentro le cose e gli eventi più semplici e inaspettati. E volevo scrivere qualcosa che parlasse di questo: di quelle epifanie, di quegli attimi di pura lucidità che ti raggiungono quando sei con la guardia abbassata e nel momento più inaspettato, mentre lavori, stai guidando, stai osservando un riflesso in una vetrina. E per raccontare tutto questo volevo usare il linguaggio della favola. Amo da sempre le storie fantastiche e fiabesche, il Signore degli Anelli, i film della Pixar, Saramago e Miyazaki. E volevo provare a fare qualcosa di simile anch’io. Spero vi piaccia.

Il libro:

Premessa: questo libro mi è stato inviato dall’autore in anteprima, quando ancora era un progetto in attesa di pubblicazione. Fortunatamente ha raggiunto la soglia di preordini necessaria per la pubblicazione ed ora si può trovare online sul sito bookabook.it   e nelle librerie.

Si tratta di una raccolta di quindici favole, destinata ad un pubblico adulto. Le favole sono accompagnate da riproduzioni di quadri ad opera di Silvia Struglia, sorella dall’autore, che offre in questo modo un’interpretazione moderna e astratta di ciò che le favole trasmettono.

Lo stile è semplice e chiaro, la struttura delle favole varia di volta in volta ma, in ogni caso, vengono ben distinti i protagonisti con i loro ruoli ed i loro messaggi.

I temi trattati sono molti; ad esempio, ho trovato molto interessate Respiro, il racconto del momento in cui un uomo diventa padre e osserva la nascita di suo figlio, l’avventura della sua compagna che, grazie ad un istinto innato, riesce a dare alla luce la piccola creatura.

Mi ha colpito molto anche Menestrello: una favola di sole sei righe che esprime in poche parole la solitudine delle persone anziane e l’importanza delle piccole cose.

Risulta quindi evidente come siano vari i contenuti delle favole: le fasi della vita, le emozioni, le paure e molto altro.

Credo che ciò che accomuna tutte le favole sia l’importanza dei singoli momenti.

In conclusione:

Un libro molto bello e particolare, sia per la struttura e sia per i contenuti: l’unione di arte e scrittura riesce sempre a trasmettere qualcosa di molto profondo.

Lo consiglio a chi vuole esplorare le emozioni sotto un punto di vista diverso. Ovviamente, si tratta di impressioni soggettive, di conseguenza ognuno trarrà conclusioni differenti dopo aver concluso la lettura.

Ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro in anteprima (trovate il link per l’acquisto all’inizio della recensione).


RECENSIONI: INDICE

Nel paese delle ultime cose

Nel paese delle ultime cose Book Cover Nel paese delle ultime cose
Paul Auster
Distopico
Einaudi tascabili. Scrittori
2018
170

Recensione | Nel paese delle ultime cose

In genere, tutti pensano che per quanto ieri le cose andassero male, fosse comunque meglio di oggi. E quelle di due giorni fa erano ancora meglio di ieri.  Più si torna indietro nel tempo e più il mondo diventa bello e desiderabile.

Descrizione:

Immaginate un posto dove le persone (la nonna, il droghiere, il vicino di casa) e gli oggetti (le auto, lo spazzolino, la caffettiera, la gomma da cancellare) sono a rischio di estinzione. Una mattina ti alzi e non c’è più il postino o lo schiaccianoci. E non solo il tuo, ma quello di tutti. Qualsiasi rimasuglio diventa allora l’oggetto più prezioso del mondo, soprattutto per i “cacciatori di oggetti”, persone in grado di uccidere per accaparrarsi, che so, un mozzicone di matita.

Il libro:

Nel paese delle ultime cose è un capolavoro.

Detto questo, passiamo all’analisi: è un romanzo distopico, l’ambientazione è quella di una città post-apocalittica (sul genere di Codice Genesi, per intenderci), dove le parole d’orine sono fame, distruzione e malattia. L’atmosfera è cupa, grigia, trasmette una sensazione di soffocamento e desolazione allo stesso tempo.

Come in ogni situazione precaria, ciò che prevale è il “lato oscuro” del genere umano: la fame e la paura si trasformano in violenza ed egoismo.

Se vuoi sopravvivere qui, devi lasciar perdere le questioni di principio.

Ed ecco che si forma lo scenario che fa da sfondo all’interno romanzo: è con queste basi che la protagonista si dirige verso un paese sconosciuto, alla ricerca del fratello scomparso; qui rimane intrappolata e inizia il suo tortuoso percorso di sopravvivenza in cui contano solo tenacia e astuzia.

Capisci cosa sto cercando di dire? Per vivere devi far morire te stesso.

Auster passa in rassegna ogni emozione umanamente concepibile e la porta all’estremo: la paura, che porta alla violenza, la disperazione, pareggiata soltanto dall’istinto di sopravvivenza, l’amore, in condizioni più che ostili.

Ed è questo il punto di forza del libro: racconta il peggio, ma nel modo migliore possibile. Senza mai avere un calo di tensione.

Come ogni distopico che si rispetti, la base è la realtà di ogni giorno, quella del mondo attuale: leggendo attentamente, infatti, si possono trovare moltissime somiglianze con ciò che viviamo ogni giorno, solamente portato all’estremo.

I ricchi fuggirono, portando con se ori e diamanti, e chi rimase non poté più permettersi di essere generoso.

Non solo: fino alla fine, da ogni pagina, emerge quel senso di speranza vana, tipica dell’essere umano che vorrebbe cambiare qualcosa ma non è in grado di farlo.

Non puoi trovare differenza fra un abito ben fatto e uno malfatto se sono entrambi ridotti a brandelli, giusto?

Nonostante tutto, Anna cerca di mantenere un briciolo di umanità, dandone prova con l’atto più “naturale” per ogni essere vivente, ma… ci deve essere un “ma” altrimenti cadrebbe lo scopo del romanzo.

In conclusione:

Non mi dilungo ulteriormente per evitare di rivelare troppo; rimane solo una cosa da dire: leggetelo. Sicuramente è un libro che lascia il segno, si fa ricordare, fa riflettere. Buona lettura.

 

Recensioni: INDICE

Estelle

Recensione Estelle

Descrizione:

Una trama intrisa di suggestioni classiche per poi ammantarsi, man mano, di atmosfere sempre più contemporanee, quasi fosse un film della Pixar o una serie della FOX, dove la magia e il fantastico  diventano il modo migliore per poter raccontare, con stile seducente e ironico, le paure archetipe di un padre che, per il troppo amore, fa germogliare il male oscuro in sua figlia, fino alla forza dirompente e incontenibile della prima vera passione amorosa della ragazza che finirà, nel bene o nel male, col sovvertire ogni ordine precostituito.

La principessa e futura regina Estelle, figlia del re Gustav IV e Alessaija, sembra aver ereditato dalla madre non solo la straordinaria grazia e bellezza, ma anche una terribile e, forse letale, avversione alla luce del sole.

Vinto dalla paura, per l’amore incondizionato che prova per lei, il Re padre trasforma il castello, e l’immenso giardino, in un posto dove il sole non potrà affacciarsi in nessun modo, e, se la figlia sarà costretta a vivere tutta la vita esclusa dal mondo, farà in modo che tutto il mondo possa passare nel suo castello per allietare le continue feste organizzate per la sua bambina.

E tutto sembra procedere secondo i suoi piani, fino a quando al castello, in occasione della giostra indetta per dare uno sposo alla sua unica figlia, non capiteranno il principe Ileardo di Hardangerfjord e Juan, un suonatore di accordìon.

Il libro:

Estelle è una favola moderna, che mantiene la struttura tipica della fiaba, con protagonista ed antagonista, situazione iniziale positiva, complicazione, sviluppo.

Tuttavia, Estelle si distingue dalla fiaba classica per il fatto che ogni personaggio è ambiguo, ogni evento è incerto sulle conseguenze a cui porterà.

Non c’è il personaggio estremamente buono e non c’è il personaggio estremamente cattivo, ognuno ha dentro di sé una parte buone e una cattiva.

C’è un fatto scatenante che dà inizio a tutta la storia ma è una casualità, non una decisione o un atto dettato dall’intenzione di qualcuno di fare del bene o del male: la storia di Estelle parte da un incontro del tutto inaspettato, avvenuto per caso.

La protagonista è Estelle: il lettore può seguire le sue avventure dalla tenera età, quando scopre di non poter sopportare la luce del sole, fino all’adolescenza, quando rischia tutto pur di assaporare qualche attimo di libertà; attorno a lei, ruotano gli altri personaggi principali: il padre affettuoso e protettivo, la madre da cui la fanciulla eredita questa strana avversità alla luce solare, Juan il sonatore di accordion, i giovani spasimanti e così via. Ecco che diventa difficile definire un solo antagonista, una sola conclusione e un solo sviluppo: cosa ha realmente fatto del bene o del male alla protagonista?

La narrazione viene fatta tramite un narratore esterno ed il ritmo è piuttosto veloce, considerando che si analizza la vita di Estelle, dalla sua nascita all’adolescenza, in meno di cento pagine; nonostante la sua brevità, però, il racconto non manca di significato: i temi principali del libro, infatti, sono la libertà e l’amore.

Libertà negata, desiderata, conquistata.
Amore inaspettato, complicato, difficile.

Attraverso la storia di Estelle, vengono affrontati temi come la famiglia, il desiderio di protezione, la crescita, le incomprensioni e la difficoltà di prendere decisioni importanti. Ogni personaggio si fa carico di un messaggio per il lettore: un padre disposto a tutto pur di proteggere la figlia (e che, in realtà, finisce con il rinchiuderla nel suo castello), Juan – troppo diverso dall’ambiente in cui viene catapultato, Estelle – la figlia affettuosa ma desiderosa di libertà.

In questo modo, si giunge fino alla fine, con un epilogo inaspettato e da interpretare liberamente!

In conclusione:

Si tratta di un libro molto curato, nell’aspetto e nel contenuto: lo consiglio agli appassionati di fiaba e non solo; credo infatti che, tolto il pubblico a cui solitamente sono destinate le fiabe, ovvero quello dei più piccoli, sia un libro adatto ad ogni tipo di lettore.

Personalmente l’ho apprezzato in quanto favola diversa, per lo stile dell’autore e per la cura dei dettagli estetici.

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Ringrazio la @cuzzolin_editore per avermi dato la possibilità di leggere questo libro!

Recensioni: indice

Flatlandia

Flatlandia Book Cover Flatlandia
Edwin A. Abbott
Classici
2018
150

Tra le grandi allegorie letterarie, "Flatlandia" è sicuramente quella che rimane oggetto di maggior culto tra scienziati, cyberpunk e appassionati di letteratura fantastica. Il mondo piatto immaginato e descritto minuziosamente nei suoi usi e costumi da Edwin Abbott può essere abitato soltanto da figure geometriche che frequentano una scala sociale che discende dai poligoni fino ai triangoli (e più in là fino alle povere semplici linee rette – le donne – a cui non è data neppure la bidimensionalità), tutte quante inconsapevoli della possibile esistenza di dimensioni altre. Abbott delinea in queste pagine una satira assai poco velata della società vittoriana rigidamente divisa in classi. Ma il fascino di "Flatlandia" va ben oltre il contingente del pamphlet politico. Nella seconda parte del libro Abbott narra difatti l’incontro del suo protagonista, il Quadrato, io narrante dell’opera, prima con il mondo monodimensionale di Linealandia, e in seguito con un’inconcepibile Sfera, alla ricerca di un apostolo che possa divulgare il concetto della tridimensionalità nel paese di Flatlandia, trascinando così il Quadrato in un viaggio iniziatico in altre dimensioni

Flatlandia

Descrizione:

Tra le grandi allegorie letterarie, “Flatlandia” è sicuramente quella che rimane oggetto di maggior culto tra scienziati, cyberpunk e appassionati di letteratura fantastica. Il mondo piatto immaginato e descritto minuziosamente nei suoi usi e costumi da Edwin Abbott può essere abitato soltanto da figure geometriche che frequentano una scala sociale che discende dai poligoni fino ai triangoli (e più in là fino alle povere semplici linee rette – le donne – a cui non è data neppure la bidimensionalità), tutte quante inconsapevoli della possibile esistenza di dimensioni altre. Abbott delinea in queste pagine una satira assai poco velata della società vittoriana rigidamente divisa in classi.

Ma il fascino di “Flatlandia” va ben oltre il contingente del pamphlet politico. Nella seconda parte del libro Abbott narra difatti l’incontro del suo protagonista, il Quadrato, io narrante dell’opera, prima con il mondo monodimensionale di Linealandia, e in seguito con un’inconcepibile Sfera, alla ricerca di un apostolo che possa divulgare il concetto della tridimensionalità nel paese di Flatlandia, trascinando così il Quadrato in un viaggio iniziatico in altre dimensioni.

Il libro:

Un libro molto particolare, innovativo, unico nel suo genere.

Come anticipato nella descrizione, racconta l’avventura del protagonista, un Quadrato, che si spinge in luoghi sconosciuti, dove le dimensioni sono differenti.

Un libro che unisce fantascienza, satira, politica.

Il ritmo della narrazione è medio, scandito dai vari viaggi e incontri del protagonista.

I personaggi sono elementi geometria ad una, due o tre dimensioni e, benché non siano “personaggi tradizionali” sono descritti nei minimi dettagli, sia fisicamente che caratterialmente. Inoltre vengono descritti usi e costumi delle varie società ed una o più dimensioni.

Il fattore più importante nel libro è il messaggio: sostanzialmente l’autore descrive in sotto “falsa forma” la struttura tipica delle società costruite dall’uomo, con ogni difetto e mancanza.

[…] è maturale per noi flatlandesi sbattere in galere un Quadrato che ha predicato la Terza Dimensione quanto lo è per voi spaziolandesi rinchiudere in manicomio un Cubo per aver predicato la Quarta. Ahimè, sono davvero forti le somiglianze, le affinità tra gli esseri umani in tutte le Dimensioni ciechi e persecutori!

Inoltre, viene anche fatta ironia sulla “limitazione” mentale delle figure (=uomo) nel non pensare sufficientemente in modo aperto. Le figure, infatti, non riescono ad immaginare un mondo con più di, rispettivamente, una – due – tre dimensioni.

La mia volontà si ribella al doloroso compito di raccontare l’umiliazione patita, eppure, quasi fossi un secondo Prometeo, sopporterò questo e altro pur di insinuare nelle interiora dell’Umanità piana e solida un moto di ribellione contro il dogma che vorrebbe limitare le nostre Dimensioni a due o a tre o a qualsiasi numero che non sia infinito.

Lo stile dell’autore è impeccabile; il lessico scelto è perfetto per rendere l’idea di ciò che vuole trasmettere: da un lato un mondo fantastico, dall’altro una satira in piena regola.

In conclusione:

Personalmente ho apprezzato molto questo libro per l’idea di rappresentare una struttura tipicamente umana con delle figure geometriche; ho apprezzato lo stile dell’autore, così come le rappresentazioni dei vari mondi, i dettagli e le descrizioni.

Personalmente non ho apprezzato il fatto che, in un testo così “visionario”, il genere femminile fosse, in ogni società, quello meno considerato e stimato, ad eccezione di un solo caso.

Lo consiglio agli appassionati di fantascienza e di letture “sperimentali”.

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Recensioni: INDICE

I roghi delle streghe

I roghi delle streghe Book Cover I roghi delle streghe
Alessandra Micheli
Saggio
Caravaggio
2017
e-book
52

La storia della persecuzione delle streghe come prima manifestazione di un fenomeno più profondo e radicato nella concezione moderna occidentale, quello di un accanimento inflessibile e programmatico nei confronti di tutte le donne. Questa la tesi dell’autrice che, attraverso il filtro di una cronaca lucida, ci riporta in quel mondo misterioso e lontano che per troppo tempo è stato ignorato o, più colpevolmente, frainteso.
Iniziata nel Trecento e protrattasi per secoli, fino a culminare negli atti efferati dell’Inquisizione, la “caccia” contro le streghe rappresenta il paradigma di una lotta epocale da parte della Chiesa e dello Stato contro il potere femminile e i suoi valori di immaginazione, libertà e sensualità, che sono il vero motore della nostra evoluzione spirituale. L’affermazione definitiva dello spirito maschile, a partire da quelle vicende sanguinarie, segna pertanto una perdita incalcolabile non solo per le donne ma per l’umanità tutta che, agganciata a una concezione dualistica della vita, dove il divino è confinato in un luogo inavvicinabile, si ritrova debole e separata dalle ricchezze immanenti dell’invisibile.

Recensione I roghi delle streghe

Il libro:

I roghi delle streghe – Storia di un olocausto è un saggio estremamente curato e dettagliato: nonostante sia piuttosto breve, infatti, contiene nozioni fondamentali per chiunque si affacci su questo argomento per la prima volta ma, soprattutto, offre un punto di vista non comune.

Il ritmo è piuttosto veloce perché, come detto poco fa, riassume in meno di cento pagine secoli di storia.

Lo stile è curato e professionale: unisce nozioni storiche e opinioni personali dell’autrice (con cui, per altro, sono pienamente d’accordo). Il lessico è accuratamente scelto per definire ogni aspetto di quello che è stato, a tutti gli effetti, un olocausto – troppo a lungo dimenticato, mascherato, nascosto.

Per quanto riguarda il libro in sé, posso quindi affermare che la mia impressione sia stata quella di avere tra le mani un testo molto valido, realizzato da un’autrice con una profonda conoscenza dell’argomento.

Per quanto riguarda, invece, il contenuto, ammetto di non poter dare un parere imparziale, in quanto il tema trattato mi è sempre stato molto a cuore ed è per me un piacere parlare di un testo che offre un punto di vista differente sugli eventi storici, arrivando fino ai giorni nostri, e che, come già detto, mi trova in totale accordo.

Premesso questo, posso dare una motivazione al mio totale apprezzamento di questo saggio: oltre ad illustrare gli avvenimenti storici ponendo in luce le crudeltà che sono state commesse per ignoranza e paura contro le streghe, incita a soffermarsi a riflettere su come questa non sia altro che una definizione erroneamente associata al male ma che, in realtà, identifica le donne in generale.

Il potere maschile demonizzò, nascose o addirittura sterminò le stesse radici culturali. I roghi delle streghe rappresentarono questa deliberata sottovalutazione, se non addirittura la perdita del femminino nella nostra cultura.

Si tratta di un messaggio molto forte: gran parte di ciò che ci viene insegnato è, in realtà, un tacito nascondere la verità o, perlomeno, tralasciare l’argomento come se non fosse importante.

Questo è doppiamente ingiusto: in primo luogo, per il fatto che degli eventi storici, brutti o belli che siano, possano essere dimenticati; in secondo luogo, per ogni donna.

Con il Rinascimento, per ironia della sorte, esplose la caccia alle streghe. Da una parte, ci fu la riscoperta del sapere ermetico, della tradizione pitagorica e dell’alta magia. Il sapere magico diventò iniziatore ed elitario[…]. Dall’altra parte, le pratiche di stregoneria si caratterizzarono per l’aspetto volgare e spicciolo di una magia incentrata sui bassi appetiti.

Come volevasi dimostrare, gli argomenti trattati sono molto delicati: partendo dal concetto di base, la donna, che rimane un “problema” per molti anche nella società moderna, fino alla stregoneria, idealizzata in un modo profondamente scorretto.

I roghi, le persecuzioni lette in questa ottica, non sono altro che forme di controllo per reprimere l’influsso del potere femminile […].

La Chiesa si impegnò a distruggere le streghe perché erano una manifestazione superstite del paganesimo.

Non solo: il saggio aiuta a far comprendere, a chi dovesse interessarsi per la prima volta all’argomento, come la streghe in realtà siano la base della conoscenza medica, erboristica ed ostetrica. Fattore questo, che viene spesso volutamente nascosto, riportando la conoscenza indietro di centinaia d’anni, ancora prigioniera della paura di ciò che non si conosce.

Colpevoli di essere state donne fiere di esserlo.

In conclusione:

Potrei dilungarmi per ore a parlare degli argomenti trattati nel libro ma mi fermo qui e consiglio vivamente di leggere questo saggio.

Nonostante le nozioni storiche non mi fossero nuove, ho trovato questo testo geniale anche per quanto riguarda lo stile e la forma; lo consiglio quindi ad ogni genere di lettore.

L’unico punto su cui non sono d’accordo con l’autrice è il fatto che ogni donna senta dentro di sé la storia delle streghe: credo, invece, che per alcune donne purtroppo non sia così… credo siano ormai troppo assoggettate a ciò che è stato imposto per secoli come vero.

Detto ciò, vi lascio il link per l’acquisto del libro e ripeto: leggetelo.

P.S. La frase conclusiva del libro è stupenda, ma non voglio rovinarvi la sorpresa!

 

Link per l’acquisto: Caravaggio Editore

 

Timidi Zampilli: Gocce di luce nell’arida Sfera

Timidi Zampilli Book Cover Timidi Zampilli
Mara Spoldi
Poesia
154

L’opera è composta da un centinaio di poesie, disposte in ordine cronologico, che riflettono i vissuti interiori dell'autrice nel decennio intercorso a partire dai suoi inquieti 20 anni. Il suo percorso poetico ebbe inizio da un evento doloroso, la morte di un amico. Da allora Mara intraprese un cammino di scrittura che non ebbe mai fine e che raggiunse il suo apice poetico con una poesia ispirata ad un Cammino specifico, quello verso Santiago de Compostela, al quale l'autrice dedica due importanti componimenti all'interno del libro. Le opere della giovane ragazza ventenne si evolvono nel tempo, mutandosi nello stile e trovando le proprie peculiarità negli scritti della poetessa trentenne. La poesia “Timidi zampilli” dà il titolo a tutta la raccolta; la scelta è ricaduta proprio su di essa poiché sintetizza l’essenza della Poesia in quanto tale: ogni singolo componimento vuole essere un “timido zampillo per inumidire gli animi dell’arida nostra Sfera”, metafora di quel pizzico di profondità che mira a contrastare, nel suo piccolo, l’aridità che divampa nel mondo. Queste opere trattano temi differenti, ma c’è un filo invisibile che lega la varietà della raccolta e spetta al sensibile lettore poterlo scorgere nella più intima lettura.

Timidi Zampilli: Gocce di luce nell’arida Sfera

Introduzione dell’autrice:

L’opera è composta da un centinaio di poesie disposte in ordine cronologico. Questa raccolta di versi riflette un percorso poetico evoluto negli anni che, gradualmente, ha visto mutare lo stile, perfezionare la forma e trovare delle proprie peculiarità. La poesia “Timidi zampilli”, scritta nel novembre 2005, dà il titolo a tutta la raccolta; la scelta è ricaduta proprio su di essa poiché sintetizza l’essenza della Poesia in quanto tale.

Ogni singolo componimento della raccolta, nonché la raccolta stessa, vuole essere un “timido zampillo per inumidire gli animi dell’arida nostra Sfera”, metafora di quel pizzico di profondità che mira a contrastare, nel suo piccolo, l’aridità che divampa nel mondo. Queste opere trattano temi differenti ma c’è un filo invisibile che lega la varietà della raccolta e spetta al sensibile lettore poterlo scorgere nella più intima lettura.

La raccolta:

La raccolta di poesie racconta eventi e tratta diversi argomenti – tra cui alcuni particolarmente toccanti – che, a prima vista, potrebbero sembrare collegati tra loro unicamente dall’ordine cronologico.

In realtà, tutti gli scritti sono accomunati da una sensibilità indescrivibile e, a mio parere, dal desiderio di trasmettere, appunto, un messaggio di “sensibilizzazione” nei confronti di un mondo sempre più arido e indifferente davanti alle emozioni.

Alcune poesie sono davvero molto profonde; ne ho scelta una in particolare, della quale riporto alcuni versi:

Mai più l’udirò
il mio nome, tra la folla
e mai più, voltandomi vedrò
il volto radioso, fiorente
oggi, nell’antro
pallido, assente.
Perché?
Tu dimmi, perché?
Domanda sterile.
-nel deserto sconfinato di risposte-.
E dimmi, che sarà?
Tu già sai com’è l’ Aldilà.

– A Matteo

Posso assicurare che questa è solo la millesima parte di ciò che si trova in questa raccolta.

Il libro:

Un libro estremamente curato: non solo nella stesura degli scritti, ma anche nell’aspetto. Le poesie si alternano a fotografie in bianco e nero di ottima qualità e, anch’esse, molto espressive.

Un’opera completa ed elegante.

In conclusione:

Consiglio la raccolta non solo agli amanti della poesia, ma anche a tutte le persone sensibili, alle mamme, alle sorelle, alle figlie, e…

Credo che la poesia sia molto soggettiva e intima, sicché diventa difficile rendere appieno l’idea di ciò che si è letto ma credo che in poesie di questo tipo ognuno possa trovare spunti di riflessione e immedesimarsi nelle parole dell’autrice.

Ringrazio Mara per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera e lascio il link su cui trovare informazioni sul libro:

ILMIOLIBRO

 

School Romance Adrenaline – Emozioni

Emozioni
Christian Malvicini
5 April 2019
305

Dante Soldini è un diciassettenne problematico, che non esita ad utilizzare la forza e la violenza quando li reputa necessari. Per evitare che finisca al riformatorio, i genitori lo spediscono a vivere in Giappone a casa di sua zia. Tornato nei luoghi della sua infanzia, Dante è presto circondato da vecchie e nuove conoscenze: incontra nuovamente i suoi amici d'infanzia Haruto e Izumi, nonché sua cugina Suzue; e fa conoscenza con la coinquilina Mizuki, trasferitasi da Tokyo dopo aver subito un aggressione per strada.
Frequentando una scuola molto particolare, piena di gente strana e fatta di club scolastici, Dante si ritroverà ben presto a diventare il capo di uno di quelli e a fare da badante ad una banda di teppisti squinternati. Tra risse e duelli di arti marziali, i protagonisti si ritrovano sempre nei guai... ognuno con i suoi problemi, in un continuo turbinio di emozioni...

School romance adrenaline – Emozioni

Il libro:

Un libro dalla struttura particolare: ogni capitolo è un vero e proprio “episodio” della vita dei protagonisti. Potrebbe essere accostato al fumetto, grazie a questa sua caratteristica.

Essenzialmente racconta il percorso di evoluzione e crescita di un adolescente, con i suoi problemi da affrontare, le difficoltà tipiche di quella fascia d’età, le incomprensioni e i percorsi da prendere, giusti o sbagliati che siano.

Ha un ritmo altalenante: più veloce quando racconta la vita di Dante, più lento quando egli ricorda, pensa, riflette o semplicemente vengono raccontati fatti riguardanti i protagonisti secondari.

Il lettore ha quindi modo sia di lasciarsi coinvolgere dalle vicende raccontate e sia di fermarsi a riflettere sui messaggi che il libro trasmette: Dante è un diciassettenne che viene mandato in Giappone con l’intenzione di “farlo migliorare” dal punto di vista caratteriale e comportamentale ma cambiare luogo di residenza non vuol dire per forza cambiare vita.

Questo percorso di formazione forzato, alla fine, giova alla crescita personale del ragazzo che, però, comprende di avere comunque dei difetti caratteriali (se così si possono definire) e delle abitudini che in parte è disposto a cambiare e in parte no.

Questo è, grosso modo, ciò che succede ad ogni individuo: la difficoltà sta nel capire quali aspetti possano essere effettivamente dannosi per sé e per gli altri.

I personaggi sono tutti ben definiti, soprattutto il protagonista, che viene descritto sia fisicamente che psicologicamente. Ovviamente gli antagonisti hanno un ruolo fondamentale e il percorso di cambiamento coinvolge tutti i personaggi, compresi questi ultimi.

Lo stile scelto dall’autore è giovanile, scorrevole; il lessico è perfetto per il tipo di racconto e per i protagonisti scelti: nel romanzo compaiono anche diverse parole giapponesi e spiegazioni delle tradizioni locali, che rendono il racconto ancora più interessante.

In conclusione:

Mi sento di definire questo romanzo come Young adult e come romanzo di formazione.

Sono due generi distinti ma, a mio parere, in questo romanzo appaiono entrambi: il primo per le caratteristiche della trama e dei protagonisti; il secondo per la trasformazione dei personaggi e per gli aspetti psicologici che vengono coinvolti nelle scelte di ognuno di essi.

Lo consiglio quindi ad: amanti di questi generi letterari, appassionati del mondo giapponese, lettori  “curiosi”.


Ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera e vi lascio il link per l’acquisto del libro:

amazon – School Romance Adrenaline

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