L’apprendista Bardo

L'apprendista Bardo Book Cover L'apprendista Bardo
Federico Leonardo Giampà
Fiction
2018
258

Conte per legame di sangue, bardo per istinto del cuore: il giovane Raymond affronta un viaggio dalla sua Provenza a Parigi attraverso una Francia devastata dalla carestia, scontrandosi con la necessità di scegliere tra responsabilità cavalleresche e passione musicale, tra razionalità e magia, tra il dovere e l'amore. Non sarà solo: il maestro bardo Luc, costretto da una maledizione nella forma di uccello, lo guiderà e lo inizierà alla musica magica e al potere delle parole. In un labirinto di sentieri, personaggi e leggende l'apprendista Raymond dovrà districarsi tra luci e ombre dentro e fuori di sé, per decidere infine se seguire il proprio destino, oppure riscriverlo.

 

 

L’apprendista bardo è un fantasy medievale molto bello e coinvolgente.

Ci sono sogni che non si ha il coraggio di sognare, ma che non di meno esistono.

Ha tutte le caratteristiche determinanti di questo genere letterario, infatti è strutturato secondo lo schema tipico della fiaba e contiene tutti i personaggi legati al fantasy: cavalieri e principesse, animali fantastici con poteri sovrannaturali, antagonisti malvagi e dall’aspetto inquietante, draghi e ippogrifi. Personalmente ho un solo appunto da fare, ora vi spiego tutto!

Alcuni trovano se stessi appena fuori casa, altri non lo trovano mai, ma la cosa sicura è che con questa premessa inizia ogni nuova storia.

Il libro.

L’apprendista bardo, come detto poco fa, è un libro molto piacevole e scorrevole.

Lo stile dell’autore è semplice e adatto ad un pubblico di tutte le età; il ritmo di lettura è piuttosto veloce, grazie sia alla quantità di eventi che effettivamente si svolgono abbastanza velocemente e sia al lessico scelto dall’autore.

La storia viene raccontata tramite un narratore odierno, che riporta le vicende del passato unendo la storia dei protagonisti del racconto alla reale Storia di Francia.

Molte storie appartengono ai bambini perché gli adulti non hanno abbastanza forza per accettare una realtà diversa.

L’ambientazione comprende principalmente due luoghi: la Provenza, luogo da cui parte il viaggio, e Parigi, luogo in cui si svolge la maggior parte degli eventi. A questi due luoghi reali si aggiungono i luoghi fantastici in cui si dovranno avventurare i protagonisti.

Devi sapere, Raymond, che tutto è connesso: colori, suoni, il mondo vegetale con quello animale,” spiegò Luc “tocca le corde giuste e, smuovendo un filo d’erba, riuscirai a smuovere le stelle”.

L’atmosfera iniziale è cupa: la Francia sta vivendo un periodo di carestia e malattia, la popolazione è stremata e così anche la terra.

Successivamente, però, quando i protagonisti si avventurano nei luoghi più disparati e fantastici, l’atmosfera è magica: un misto di musica, colore, armonia, natura.

Il protagonista è Raymond (un nome che la dice lunga sul suo destino, come ci spiegherà in narratore), erede della Contea di Provenza che, però,  non ne vuole sapere di prendere le armi e diventare Conte, ma vuole diventare bardo e liberare la sua musica.

Questo lo porta ad intraprendere un lungo viaggio – dalla Provenza a Parigi e oltre – accompagnato da Luc, il suo maestro bardo condannato a vivere il un corpo di gazza, Ric, un troll ingenuo e infantile, e Ivano, che per Raymond rappresenta la vera essenza di cavaliere.

Il gruppo si troverà ad affrontare paure e sacrifici, quesiti e incontri inaspettati fino alla fine, quando si comprenderà che non tutto è come sembra.

In conclusione

«Conosci il significato del tuo nome? Raggio di purezza, luce che monda. È il tuo destino, Raymond, far risplendere di nuovo la purezza dei raggi del sole sul regno di Francia.» Il vescovo Fulcherio tacque, poi osservò: «Sarebbe un miracolo. Ma è il mio dovere, credere ai miracoli».

Credo sia un libro adatto sia ad adulti che a ragazzi, si legge velocemente e lascia un bel ricordo. L’unico appunto personale di cui ho accennato all’inizio della recensione è sul paragone che ogni tanto viene fatto dal narratore tra Medioevo e presente: personalmente l’avrei evitato (perlomeno durante tutto il testo, lasciando il salto temporale per il finale) perché mi dà l’impressione che distragga dalla lettura e tolga importanza all’atmosfera che si crea leggendo di tempi passati e luoghi magici.

Per tutto il resto è un libro che mi è piaciuto molto e che sicuramente consiglierò spesso.

Vi lascio il link a bookabook.it

Ringrazio Il Taccuino Ufficio Stampa per avermi dato la possibilità di leggerlo.


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Fahrenheit 451






Fahrenheit 451 Book Cover




Fahrenheit 451





Ray Bradbury





Romanzo, Classico contemporaneo




Feltrinelli




2016




Copetina flessibile



Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall'incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.

Fahrenheit 451  è un romanzo distopico di fantascienza del 1953, edito per la prima volta in Italia tre anni dopo la prima pubblicazione.

La trama è incentrata sulla caratteristica che contraddistingue l’epoca futura in cui è ambientato: leggere è un reato, possedere libri peggio ancora.

La soluzione per eliminare il problema è l’istituzione di un corpo dei Vigili del Fuoco, che ha il compito di bruciare ogni volume in circolazione.

Il protagonista è Guy Montag, discendente di una famiglia di Pompieri addetti ai roghi di libri che, grazie anche ad un incontro inaspettato, rivaluta la sua posizione.

«Bruciare sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende e il fuoco pulisce»

Il libro

Dai alla gente concorsi a premi in cui basta conoscere le parole delle canzoni più famose, le capitali degli stati o quanto granoturco si è prodotto l’anno scorso nello Iowa. Riempila di informazioni innocue, rimpinzala di tanti “fatti” e si sentirà intelligente solo perché sa le cose. Loro crederanno di pensare, avranno l’impressione del movimento anche se non si muovono affatto.

Attraverso Guy Montag, il lettore viene inizialmente proiettato in un mondo futuro e distopico le cui caratteristiche non si apprendono immediatamente.

Proseguendo con la lettura, però, si capisce come sia strutturata la società, quali siano i divieti, le punizioni e quale ruolo fondamentale abbiano i Pompieri in tutto ciò.

Montag si trova poi ad assistere ad un evento che lo sconvolge a tal punto da portarlo a riflettere su tutto ciò che per lui è stato normale e scontato fino a quel momento.

A questo fatto si aggiunge un incontro inaspettato con una ragazzina curiosa e intelligente che, con la sua spontaneità, fa riflettere Montag su cosa stia facendo e su cosa sia giusto o sbagliato.

Da questo momento in poi gli eventi si susseguono ad ritmo sorprendentemente veloce, cambiando Montag radicalmente e mettendolo alla prova fino alla fine, quando la sua vita diventerà l’opposto di quella che era all’inizio del libro.

E ho pensato ai libri. Per la prima volta mi sono reso conto che dietro ogni libro c’è un essere umano. Un essere che ha dovuto pensarlo e usare il suo tempo per metterlo sulla carta. Non ci avevo mai riflettuto prima.

In conclusione

Lo consiglio vivamente ai pochi che ancora non dovessero conoscerlo; nonostante le apparenti differenze (quasi “assurde”) con il mondo reale, fa riflettere su quante siano le analogie con la società moderna, le sue regole e i suoi divieti. Caratteristica, questa, che contraddistingue e definisce tutti i distopici di alto livello.

Personalmente l’ho apprezzato molto anche se piuttosto breve e poco descrittivo (lascia molte cose non dette). Ho anche trovato parecchie analogie con Orwell, fatta eccezione per il finale che si rivela relativamente positivo rispetto agli standard si Orwell.

L’autore

Ray Douglas Bradbury è stato narratore e sceneggiatore televisivo e cinematografico.
Nato nel 1920 in Illinois, si è diplomato a Los Angeles.
Ha fatto il venditore di giornali agli angoli delle strade di Los Angeles dal 1938 al 1942, trascorrendo le notti alla biblioteca pubblica e le giornate alla macchina da scrivere.

È diventato uno scrittore a tempo pieno nel 1943.
Molti suoi racconti sono apparsi in periodici prima di essere raccolti in Dark Carnival nel 1947.

La sua fama nasce con la pubblicazione di The Martian Chronicles nel 1950 (pubblicato in Italia da Mondadori con il titolo Cronache marziane nel 1954 tradotto da Giorgio Monicelli, omonimo del regista e lontano parente di Arnoldo Mondadori).
Dal romanzo Fahrenheit 451, del 1953 (in Italia tradotto sempre da Giorgio Monicelli e pubblicato dall’editore Martello nel 1956 col titolo Gli anni della fenice) considerato il suo capolavoro, François Truffaut ha tratto un film che è diventato un culto.

In realtà l’opera era nata come racconto sul numero di febbraio del 1951 di Galaxy dal titolo The Fireman (“Il pompiere”). Un paio d’anni più tardi, Bradbury lo allungò trasformandola nel romanzo Fahrenheit 451.

Fra le altre sue opere: Il gioco dei pianeti (The illustrated Man, 1951), Paese d’ottobre (The October Country, 1955), La fine del principio (A Medicine For Melancholy, 1959), Le macchine della felicità (The Machineries Of Joy, 1964), Io canto il corpo elettrico! (I sing the body electric!,1969), Ritornati dalla polvere (From The Dust Returned, 2001), Il popolo dell’autunno (Something wicked this way comes, 1962), Constance contro tutti (Let’s All Kill Constance, 2002), Il cimitero dei folliTangerineTroppo lontani dalle stelle e Viaggiatore nel tempo (The Toynbee Convector, 1988), tutte edite da Mondadori.
Bradbury è considerato uno dei maggiori innovatori del genere fantascientifico.

I suoi romanzi hanno rinnovato il genere introducendovi elementi insieme lirici e di denuncia. Nei suoi pianeti e nelle sue galassie si riflettono, deformati da un occhio visionario, le memorie infantili di un’America perduta e gli incubi della civiltà tecnologica.
Dopo aver ricevuto una menzione d’onore dal Premio Pulitzer, Bradbury ha deciso di rendere noto, in un’intervista al Los Angeles Times, che il suo scopo nello scrivere Fahrenheit 451 non era affatto quello di condannare la censura governativa, né tantomeno il senatore McCarthy.

Il libro rappresentava invece una critica della televisione, colpevole di distruggere l’interesse nella lettura.
Bradbury negli ultimi anni aveva rallentato la sua attività, per motivi di salute, ma era comunque rimasto attivo, scrivendo nuovi racconti, commedie e un libro di poesie.

Fonti: ibs.it
Enciclopedia della Letteratura Garzanti; Catalogo storico Arnoldo Mondadori Editore; Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori; Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale; fantascienza.com

 

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Penitenziagite, Atti degli Apostoli






Penitenziagite - Atti Degli Apostoli Book Cover




Penitenziagite - Atti Degli Apostoli




Penitenziagite





Fabio Cosio





Romanzo Storico




Createspace Independent Publishing Platform




2018




Copetina flessibile




368



Dolcino, alla ricerca di fra Gherardino, si ritrova nella piana di Campaldino durante l'infuriare della battaglia tra guelfi fiorentini e ghibellini aretini e conosce un giovane soldato, Dante Alighieri.A Roma, morto papa Niccolò IV, inizia un interminabile conclave che tra epidemie di peste, conflitti familiari e ingerenze reali, porterà, dopo 27 mesi, all'elezione del papa eremita: Celestino V. Mentre a Milano Matteo Visconti gioca tutte le sue carte per mantenere il potere, la Sicilia si ribella alla decisione del re di Spagna di restituirla agli Angiò ed elegge un suo Re: Federico d'Aragona.Quando Gherardino e Dolcino finalmente si incontrano il movimento apostolico inizia a strutturarsi, attirando sempre più seguaci e l'inevitabile tentativo di repressione da parte della Santa Inquisizione. Penitenziagite - Atti degli apostoli è il secondo volume della storia di fra Dolcino.

Penitenziagite, Atti degli Apostoli

Dopo il primo volume della trilogia (Genesi), continua il viaggio di Fra Dolcino attraverso l’Italia –  questa volta alla ricerca di fra Gheraldino.

Il libro

Questo secondo volume catapulta il lettore non solo nella storia personale di Dolcino, ma anche nella storia d’Italia: questa parte del racconto, infatti, inizia nel 1289 e termina nel 1300. Siamo nel periodo della peste, della successione tra papa Nicolò IV e Celestino V, è il periodo del potere dei Visconti e delle rivolte in Sicilia, è il periodo dell’inquisizione.

Il racconto di questa parte della vita di Fra Dolcino, in realtà, può essere definita come una cornice ad una storia molto più complessa e articolata: la storia d’Italia che, ovviamente, all’epoca era ancora suddivisa e contesa.

Come per il primo volume, confermo l’accuratezza nella scelta del lessico e della forma: appropriato per l’epoca e mai in contrasto.

Il romanzo ha un ritmo di lettura medio e costante, adatto alla quantità di informazioni storiche, personaggi e scene che si susseguono.

In conclusione

Consiglio questa trilogia (il terzo volume è in elaborazione), come ho fatto quando ho letto il primo dei tre libri: come ho già detto, la ritengo molto accurata e fedele agli eventi storici, che sono stati rielaborati in modo da porre in evidenza le vicende di fra Dolcino.

Lascio il link per l’acquisto: qui. E ringrazio ancora una volta l’autore 🙂

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Riassunto del primo libro – Genesi

Fra Dolcino è passato alla storia come uno degli eretici più feroci d’Italia.
Ma chi era realmente?
1272, Prato Sesia (NO): Dolcino vive serenamente con la sua famiglia. Il padre, Giulio, è un prete che ha rinunciato ai voti per amore.
Tra i monti le ingerenze della Chiesa sono ancora minime, ma l’arrivo di un nuovo sacerdote con fama di potere cambia tutto. Messo ai margini della comunità, escluso, isolato, Giulio deciderà di affrontare un viaggio che cambierà per sempre le sorti della sua famiglia e di suo figlio.
1278, Parma: Gherardino Segarelli, dopo aver tentato di diventare frate domenicano, regala tutti i suoi averi e inizia a predicare una vita sull’esempio dei primi apostoli: povertà, umiltà, fratellanza.
Per lui tutti gli uomini e le donne sono uguali davanti a Dio e non è necessaria una chiesa per pregare.
Gherardino attira a sé migliaia di seguaci. Predica l’amore libero ma anche il sacrificio. Non conosce il latino, così sbaglia la frase che ha sentito più volte pronunciare ai frati, “penitentiam agite”, fate penitenza, pronunciandola “penitenziagite”, che ben presto diventa il motto dei suoi seguaci, gli apostolici.
1286, Roma: Benedetto Caetani è un cardinale dalle grandi aspirazioni. La sua famiglia sta acquisendo sempre più potere, entrando in conflitto con la famiglia Colonna per il possesso della città di Palestrina.
Quando Sciarra, figlio di Giovanni Colonna, scompare, l’incarico di indagare viene affidato ad Alderico, il capo della guardia. Alderico è un fedele di Gherardino Segarelli e fa infiltrare una sorella apostolica tra le serve del cardinal Caetani, scoprendo un mondo di lussuria e superstizioni, manovre politiche e inganni.
Un romanzo potente, in cui fede, giochi di potere, amicizia e amore si intrecciano, per portare alla nascita dell’eretico che farà tremare la Chiesa.
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La geisha e il suonatore di banjo






La geisha e il suonatore di banjo Book Cover




La geisha e il suonatore di banjo





Jérôme Hallier





Romanzo




Giunti




Copertina rigida




368



Kyoto, 1900. In una delle più eleganti case da tè della città, vive Omiya, una giovane geisha che sogna di evadere dai confini ristretti del suo mondo. Un mondo dove fin da bambina le è stato insegnato come muoversi, parlare, vestirsi, in cui non c’è spazio per i propri desideri e nemmeno per l’amore, visto che è la sua padrona a scegliere per lei amanti e protettori. Ma un giorno un vecchio liutaio dona alla ragazza un misterioso shamisen, che ha il potere di commuovere chiunque lo ascolti. Così la fama di Omiya arriva fino all’imperatore, che le chiede di unirsi alla delegazione giapponese in partenza per l’Esposizione Universale di Parigi. Il gruppo di geishe risveglia la curiosità degli europei, che fanno la fila per vederle, ma è impossibile sfuggire alla rigida sorveglianza del capitano Yoshikawa, che le accompagna ovunque ed è segretamente innamorato della bella musicista. Finché l’inaspettato crollo di un’installazione non crea il panico tra la folla, e Omiya si ritrova fra le braccia di Tommy, un affascinante suonatore di banjo venuto dall’America...
Due mondi lontanissimi, l’antico Oriente e il moderno Occidente, si incontrano a Parigi attraverso i destini di Omiya e Tommy. E forse, per qualche istante magico, la musica e l’amore riusciranno ad annullare la distanza che li separa.

La geisha e il suonatore di banjo è un romanzo al limite tra il rosa, il fantasy e il fiabesco.

I maggiori bookstore online lo inseriscono nel genere rosa. In realtà, a mio parere, va fatta una precisazione:  il libro, è vero, racchiude delle storie d’amore complicare – impossibili, oserei dire.

Queste storie, però, fanno da sfondo ad una trama che può essere definita d’avventura, addirittura con caratteri di fantasia. Ora vi spiego meglio cosa intendo…

Il libro

O-miya suonò la prima corda con il plettro. Quello shamisen non era come gli altri.
Piangeva
.

La geisha e il suonatore di banjo narra la storia dei due protagonisti, come si può intuire dal titolo, che si intrecciano con una moltitudine di personaggi, luoghi ed eventi.

La storia ha inizio in Giappone per la geisha e in America per il suonatore di banjo; le due storie si intrecceranno Parigi, in occasione di un evento di fama mondiale che rappresenta i popoli di tutto il mondo, con le loro tradizioni e caratteristiche.

L’ambientazione è quindi molto varia ma, unita all’atmosfera che l’autore riesce a ricreare, è sempre molto suggestiva. Il lettore percorre miglia e miglia, attraversando il mondo intero e passando dai locali dei bassifondi americani con whisky e fumo alle sale da tè giapponesi, tra rigore, disciplina e cerimonie.

Se nello spazio ci si sposta molto, nel tempo si percorrono soltanto un paio di anni a cavallo del 1900, per poi fare un salto temporale nell’epilogo, fino ai giorni nostri.

Ciò che accomuna tutti i protagonisti del libro è la musica (e questo vale anche per i personaggi secondari come, per esempio, colui che ha raccolto i suoni del mondo su cilindri fonografici e ha permesso alla storia di arrivare fino ad oggi!).

Musica che rende liberi, musica che accomuna e che divide, musica gioiosa e musica straziante.

Pensi che il fiume si preoccupi di ciò che pensano i pesci? è uno dei misteri della muscica: se suoni per gli altri, la tua musica non piacerà a nessuno. Ma se ami la tua musica, l’ameranno anche gli altri.

Ed ecco che arriviamo ai tratti fantasy del libro: lo shamisen suonato dalla geisha, infatti, sembra avere qualcosa di magico, capace di commuovere chiunque ne senta il suono. Ciò che non ci si aspetta, però, è il motivo per cui questo strumento sia diventato così potente e magico.

Il ritmo di lettura è piuttosto veloce, ma lo stile dell’autore trasmette una sensazione di calma (nonostante la tragicità degli eventi), come se stesse raccontando una fiaba o un’antica leggenda.

La nostra memoria è un oceano nel quale accumuliamo migliaia di ricordi. La maggior parte sprofonda negli abissi. Solo i più importanti, felici o  tristi che siano, nuotano in superficie. Immergiti in quest’oceano e cerca un ricordo nascosto. Dev’essere dolce, caldo, delicato come il cotone. Raccoglilo adagio e conservalo in un piccolo cassetto nel tuo cuore. Non servirtene troppo spesso, non devi sciuparlo. Fallo solo se ne hai bisogno, apri il cassetto e lascia che la dolcezza di quel ricordo ti rassicuri.

 

In conclusione

La geisha e il suonatore di banjo è un libro molto piacevole, dall’ambientazione e dall’atmosfera estremamente suggestive. Lo consiglio proprio per questo motivo: un viaggio attorno al mondo sul nascere del XX secolo, tra tradizioni e popoli estremamente diversi tra loro.

Quindi, benché sia classificato come “romanzo rosa” non aspettatevi un libro sdolcinato, ma piuttosto una “fiaba” tragica ed emozionante.

Consigliatissimo!

Vi lascio il link per l’acquisto: Giunti

Buona lettura! 🙂

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Se sembra impossibile allora si può fare






Se sembra impossibile allora si può fare. Realizziamo i nostri sogni, affrontando col sorriso ostacoli e paure Book Cover




Se sembra impossibile allora si può fare. Realizziamo i nostri sogni, affrontando col sorriso ostacoli e paure





Bebe Vio





Autobiografia




2019




272



Chiunque incontri Bebe, o anche solo la veda in tv, rimane incantato dall’energia positiva che sprigiona a ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo. Come si spiega questo suo modo di essere che le ha permesso non solo di superare difficoltà apparentemente insormontabili, ma anche di raggiungere eccezionali traguardi sportivi? Sembra un mistero.Invece, se si leggono gli spassosissimi racconti dei tanti episodi raccolti in questo libro, si scopre che Bebe affronta ogni genere di ostacolo utilizzando strumenti e risorse che ciascuno di noi ha a disposizione… anche se spesso non se ne accorge nemmeno! Innanzi tutto, Bebe è da sempre consapevole che bisogna trovarsi un sogno da perseguire con la massima passione: per esempio, lei ha iniziato a cinque anni a desiderare con tutte le sue forze di andare alle Olimpiadi. Per raggiungere la propria meta è fondamentale poi imparare a collaborare con gli altri, fare squadra, chiedere aiuto perché «da solo non sei nessuno». Ma ci sono anche tanti altri alleati a portata di mano: l’ironia, la capacità di rimanere “scialli”, il saper fare tesoro delle critiche positive stando però attenti a quelle cattive e agli hater. E persino la paura, un’emozione normalissima, può essere gestita: basta sapere come prenderla.Scritto con lo stile spontaneo e frizzante che contraddistingue Bebe, Se sembra impossibile, allora si può fare è una lettura che può ispirare e confortare persone di tutte le età, dai giovanissimi, che possono rispecchiarsi nella sensibilità e nel linguaggio fresco di una ventenne, agli adulti che si trovano a combattere battaglie quotidiane, magari impercettibili agli altri ma ugualmente gravose e impegnative.

Se sembra impossibile allora si può fare è il romanzo autobiografico di Bebe Vio, campionessa paralimpica di scherma.

Si tratta di un libro molto tosto. Nonostante l’apparenza scherzosa ed estremamente positiva, affronta temi come la malattia (il suicidio), la famiglia, la disabilità e tutto ciò che essa comporta.

Che abbiate dieci, venti, quaranta o ottantanove anni come mio nonno Tino, la squadra più importante è quella con cui siete nati. Tenetevela stretta.

Il libro è focalizzato sulla positività, fattore fondamentale per affrontare ogni cosa nella propria vita. Positività che è dovuta a molti fattori: impegno per raggiungerla, vicinanza di una famiglia consapevole e presente, amici, determinazione e passione.

Tutte queste cose insieme servono a raggiungere una mentalità proiettata all’ottimismo e a realizzare i propri sogni, nonostante tutto.

La differenza tra un sogno e un obiettivo sta nell’iniziare a lavorare per raggiungere ciò che si vuole ottenere.

Il libro

Come anticipato, Se sembra impossibile allora si può fare è una biografia. Ma è una biografia fuori dagli schemi: gli eventi raccontati sono tutti selezionati per veicolare dei messaggi.

I temi affrontati sono principalmente:

  • famiglia e amicizia (le cosiddette Squadre)
  • malattia e disabilità
  • sogni e passione

Tutti questi elementi racchiudono più messaggi, tra i quali si possono nettamente distinguere quelli rivolti a chi si trova in una situazione analoga a quella dell’autrice, quelli generici e rivolti a chiunque e quelli universali relativi ai sogni, alla determinazione e all’impegno.

Lo stile dell’autrice è semplice e  scherzoso ma, come ho già detto, dietro questa “veste” si nasconde un libro molto profondo: è un testo scorrevole e si legge davvero in pochi giorni, il linguaggio è giovanile e diretto.

Trattandosi di una biografia ripercorre la vita di Bebe da quando era una bambina fino ad oggi, all’età di vent’anni. Durante l’infanzia è stata colpita da una grave malattia che ha portato all’amputazione di braccia e gambe, ad un dolore smisurato e ovviamente ad avere una vita completamente stravolta.

Nonostante tutto, Bebe ha ricavato il meglio da questa tristissima esperienza (come sottolinea più volte, anche grazie alle sue squadre): è campionessa di scherma, ha fondato una Onlus per aiutare bambini e ragazzi con i suoi stessi problemi e, soprattutto, ha imparato a sorridere alla vita e a godersi ogni momento – e questa è la cosa più difficile per ognuno, qualunque sia il suo problema.

Cambiare può essere traumatico, ma è stupendo. Dà la possibilità di ricominciare, di provare cose nuove e costruire una nuova felicità.

In conclusione

Consiglio questo libro veramente a TUTTI: ragazzi e adulti, chiunque. Si tratta di un libro pieno di speranza, vitalità e messaggi positivi; un invito a non arrendersi mai.

Inoltre, lo stile fresco, giovanile e diretto lo rende veramente adatto a lettori di ogni genere.

Personalmente l’ho apprezzato molto e spero possa piacere anche a voi! Buona lettura!

La cosa più bella che possiamo fare per noi stessi e per gli altri è mostrarci per quello che siamo in qualsiasi situazione.

 

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Maledetta Felicità






Maledetta felicità Book Cover




Maledetta felicità





Marianne Power





Fiction




Giunti




2019




Copetina flessibile




400



36 anni, sorridente e solare, un ottimo lavoro come giornalista freelance, una famiglia e pochi, buoni, amici che le vogliono bene. Ecco, questa è Marianne Power. Peccato che lei non si veda così e che abbia un debole per i superalcolici, Netflix e i libri self-help. Una domenica al risveglio da un'allegra sbornia del sabato sera, Marianne si guarda intorno: la camera è in disordine, ci sono abiti e bicchieri ovunque, è andata a letto vestita e non si è nemmeno struccata. Single da anni, sempre in lotta con la bilancia e con i suoi capelli, vive in affitto in un seminterrato e ha il conto perennemente in rosso; che disastro... Com'è possibile che tutti quei libri self-help che ha lì sullo scaffale, letti e riletti e sottolineati, non abbiano avuto alcun effetto sulla sua vita? E che cosa succederebbe se mettesse davvero in pratica quello che dicono? E quindi ecco la soluzione: 12 libri self-help e un anno di tempo per cancellare qualsiasi problema e diventare Perfetta.

Maledetta Felicità è il libro d’esordio di Marianne Power, che racconta la sua storia personale: un viaggio – o percorso spirituale – durato sedici mesi, alla ricerca della versione perfetta di sé stessa.

Maledetta Felicità

Maledetta felicità racconta una storia vera, ma lo fa in modo divertente e confidenziale. La sensazione è che la storia venga raccontata da un’amica.

Marianne è una ragazza di trentasei anni, con un ottimo lavoro come giornalista, è ben retribuita, ha una buona famiglia e una sorella con cui è in buoni rapporti.

Marianne, però, si nasconde dietro una maschera di abiti costosi e serate mondane. Si auto-convince che i regali costosi e l’offrire da bere possano darle in cambio dei buoni amici. In effetti, ha degli amici, ma nella quotidianità e nell’intimità è sola.

Il punto è proprio questo: le sue giornate si ripetono, le settimane si ripetono, e così il lavoro e le sbronze colossali.

Dopo l’ennesima sbronza, però, Marianne decide che è il momento di farla finita con questo tipo di vita, insoddisfacente e dannoso.

Come fare? Con i libri self-help. Durante gli ultimi anni ne ha collezionati una quantità imbarazzante, ma li ha letti come se fossero riviste, per passare il tempo, e non ha mai messo in pratica ciò che i libri consigliavano.

Ed ecco che arriva l’idea: 12 libri in 12 mesi, letti e messi in pratica. In realtà, i mesi saranno di più e il percorso non sarà così facile.

Poi, mentre quella domenica rileggevo per la quinta volta il libro e i postumi iniziavano finalmente a darmi una tregua,  mi venne un’idea. Un’idea che mi avrebbe fatto smettere di essere un cumulo di macerie trasformandomi in una persona felice e pienamente funzionante: non avrei più soltanto letto testi self-help, li avrei messi in pratica.

Marianne passa in rassegna tutti gli aspetti della sua vita che secondo lei non vanno nel modo giusto: soldi, relazioni, paure.

Inizia proprio dalle paure: bagno ghiacciato, paracadutismo, stand-up comedy, sono solo alcune delle iniziative che prende per liberarsi dalle sue paure.

Assumiti un rischio al giorno – piccolo o grosso, che ti faccia stare bene, una volta fatto.

Gli psicologi sostengono che tutte le nostre paure scaturiscano da due fonti. La prima ha a che fare con la sicurezza fisica: di qui la paura dell’altezza, dei serpenti, del fuoco, di tutto ciò che può ucciderci. La seconda riguarda l’isolamento sociale, motivo per cui temiamo tanto di apparire stupidi davanti agli altri, o di ricevere un rifiuto.

Poi è il momento di affrontare il tema denaro.

Il nostro rapporto con il denaro è il riflesso del valore che attribuiamo a noi stessi.

E poi della “terapia del rifiuto”:

Devi essere rifiutato da una persona almeno una volta, ogni singolo giorno.

Ad ogni modo, il tempo passa e la vita di Marianne si trasforma in un’altalena: super positiva oppure sull’orlo della disperazione.

Alla fine, però, Marianne trarrà delle conclusioni… self-help si o no?

Il libro

Maledetta felicità è un libro estremamente scorrevole e semplice da leggere. Come detto in precedenza, sembra la confidenza di un’amica.

La protagonista è Marianne, come si sarà ben capito. Ha trent’anni ed è insoddisfatta della propria vita: come sempre più spesso capita, tende a confrontarsi con i protagonisti delle sue serie tv preferite, con i personaggi famosi sulle riviste e così via, finendo per convincersi di non essere mai all’altezza, di non avere abbastanza. Da questa convinzione, l’idea di iniziare questa stravagante avventura (e, successivamente, di scriverne un libro!).

Il ritmo di lettura è veloce, sia per la quantità di eventi che si susseguono in poco tempo e sia per il lessico scelto – molto semplice e di uso comune.

La vicenda è ambientata quasi interamente a Londra (eccetto il finale e pochi brevi spostamenti della protagonista), l’atmosfera che si percepisce è tipica della città caotica, ma cambia in base al luogo in cui si trova Marianne (casa, lavoro, pub…) e in base al suo stato d’animo, a tratti super-positivo e a tratti super-negativo.

Fatta eccezione per l’introduzione e la conclusione, ogni capitolo corrisponde ad un libro self-help o ad un aspetto che Marianne vuole cambiare. All’interno di ogni capitolo vengono citati frasi e suggerimenti dei più importanti guru del self-help, ma anche le considerazioni e le reazioni della protagonista a riguardo.

D’ora in poi pensa al conforto come il nemico della tua evoluzione personale.

In conclusione

Consiglio questo libro perché è si tratta di una lettura leggere e piacevole, adatta a chiunque. Lo consiglio in particolare a chi avesse intenzione di avvicinarsi al mondo dei libri self-help: leggere un’esperienza diretta, per quanto diversa da quella che sarà la propria, può sempre essere d’aiuto.

Comincia pensando alla fine.

Ringrazio Giunti Editore per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima e avermi coinvolto in questo bellissimo progetto! 🙂

Vi lascio il link per l’acquisto sul sito Giunti al Punto.

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I grandi scrittori non mangiano






I grandi scrittori non mangiano Book Cover




I grandi scrittori non mangiano





Donato Montesano





Racconti




2017




112



I grandi scrittori non mangiano

I grandi scrittori non mangiano è una raccolta di 14 racconti molto stravagante e originale ma con una particolarità ben precisa: racconta realtà rovesciate e strampalate, ma con una base molto verosimile.

Questa è la caratteristica che personalmente ho apprezzato di più.

Il libro

La racconta è molto variegata: i temi trattati sono diversi e ogni racconto racchiude un pizzico di originalità e un messaggio per il lettore o comunque un incitamento a porsi davanti alla realtà e agli eventi in modo fantasioso e alternativo.

Il ritmo di lettura è medio: i racconti singolarmente si leggono ad un ritmo piuttosto veloce ma, leggendoli in sequenza, il ritmo viene leggermente rallentato dal cambiamento dell’ambientazione e dell’atmosfera, che sono diverse in ogni racconto.

Il lessico scelto è appropriato al genere di racconti e utilizza sia termini di uso comune e sia termini inventati, riproduzioni di rumori e suoni e così via.

I grandi scrittori non mangiano è un viaggio in mondi paralleli, a tratti malinconici e nostalgici ma pieni di una speranza nascosta – una speranza nel vedere le cose diverse da come sono, immaginare e sognare qualcosa di diverso, non per forza migliore e non per forza peggiore.

Credevano che l’arte fosse una forma di rivoluzione. Anzi, vivendo nel ventunesimo secolo, credevano che l’arte fosse l’unica forma e possibilità di rivoluzione.

 

L’autore

Donato Montesano (Tricarico, 1991) fa parte dello studio di architettura e laboratorio multidisciplinare Rabatanalab. I grandi scrittori non mangiano è il suo libro d’esordio.

 

In conclusione

Questo libro mi è piaciuto molto e lo consiglio a chiunque stia cercando una lettura “diversa” e fuori dagli schemi. Lo consiglio anche perché, essendo suddiviso in racconti, è adatto anche a chi non ha molto tempo da dedicare alla lettura e che in questo modo può concludere facilmente e velocemente un racconto alla volta.

Inoltre, offre punti di vista nuovi e lascia una piacevole sensazione di “se guardo le cose in modo fantasioso non è poi così male”!

Grazie infinite all’autore per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera!

 

Link per l’acquisto su Eretica Edizioni: qui

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Eleinda – Una leggenda dal futuro






Eleinda Book Cover




Eleinda





Valentina Bellettini





Fantasy




Self-published




29 June 2017




Copetina flessibile




280



Eleonora Giusti � sempre stata una ragazza sola fino al giorno in cui un drago geneticamente modificato � piombato nella sua vita. A lui basta guardarla per condurla in una dimensione parallela in cui entrambi percepiscono reciprocamente i pensieri pi� intimi; le basta sfiorarla perch� la pelle della ragazza assuma lo stesso colore della sua. Ma � un'invasione che fa sentire Eleonora come mai si era sentita prima: capita, speciale. Amata. Non le importa se il drago � stato creato in un laboratorio della European Technology o se si tratta di un esperimento segreto il cui vero obiettivo ancora le sfugge. Lei vuole proteggerlo, proprio come ha fatto il drago quando sono fuggiti dalla sede della E.T. a Milano. Vuole stare con lui, perch� da quando lo ha incontrato, la sua vita ha finalmente trovato un senso. Vuole amarlo, perch� superati i vent'anni non credeva pi� all'esistenza di un sentimento cos� puro e incondizionato. � disposta a viaggiare per ogni continente, inseguire leggende, fuggire da una realt� opprimente, vivere sogni e incubi sulla sua pelle in nome di questa passione travolgente, a dispetto di ogni logica razionale. Ma non ha fatto i conti con il dottor Brandi: il creatore del drago � deciso a riprenderselo con ogni mezzo pur di portare a compimento i suoi eccentrici piani. N� uomini n� draghi sono al sicuro. *** Recensioni *** "Perfetto connubio tra fantasy classico e fantascienza, Eleinda fonde favola e modernit�, avventura e impegno sociale, mito e realt�, lasciando correre la nostra immaginazione su un doppio binario." Il flauto di Pan "I libri della giovane autrice spaziano fra quei multi livelli di lettura che si trovano fra le righe dei grandi scrittori di fantasy. Eleinda � pi� magica di Harry Potter." L'isola del sapere "Eleinda sembra voler raccontare del delirio di onnipotenza umano, dell'avanzamento scientifico senza freni, senza scrupoli, senza valori. In verit�, Eleinda parla della solitudine." Le mele del silenzio *** L'autrice *** Valentina Bellettini � in eterno bilico tra sogno a occhi aperti e razionalit�, caratteristica che si ripercuote in tutte le sue opere. Dopo otto anni di pubblicazioni con case editrici ha deciso di passare al self-publishing per esprimere meglio s� stessa e per avere un contatto diretto con i lettori. Ama la vita, per lei mai noiosa e ordinaria, e lavora nei mercati in piazza dove cattura temi politici e sociali. Attenta ascoltatrice, spesso intreccia legami empatici con i suoi animali. � sposata e gestisce il blog Universi Incantati.

Eleinda – Una leggenda dal futuro

L’autrice

Valentina Bellettini è in eterno bilico tra sogno a occhi aperti e razionalità, caratteristica che si ripercuote in tutte le sue opere.
Dopo otto anni di pubblicazioni con case editrici ha deciso di passare al self-publishing per esprimere meglio sé stessa e per avere un contatto diretto con i lettori.

Ama la vita, per lei mai noiosa e ordinaria, e lavora nei mercati in piazza dove cattura temi politici e sociali. Attenta ascoltatrice, spesso intreccia legami empatici con i suoi animali.
È sposata e gestisce il blog Universi Incantati.

 

Il libro

Questa varietà di mezzi di comunicazione serve solo per esprimere in mille modi diversi lo stesso stato d’animo: la solitudine. 

Eleinda Una leggenda dal futuro è un libro magico, un libro pieno stracolmo di messaggi ed emozioni; è  un libro fantasy/fantascientifico ma anche distopico, è un libro piacevole ma profondo, è un libro da leggere assolutamente, ecco perché:

Ambientato in un futuro non troppo lontano, tratta argomenti come la clonazione, l’assenza di interazioni umane, l’eccesso di mezzi di comunicazione e tecnologie che – in realtà – portano a ridurre al minimo i rapporti umani, fino a trasformare i sentimenti.

La protagonista è Eleonora, una ragazza che non accetta e non condivide la mentalità della sua epoca e il modo in cui tutto intorno a lei si sta evolvendo. Non è favorevole, per esempio, alla clonazione degli animali e alla loro riproduzione in laboratorio, tanto meno agli esperimenti genetici.

Vive, però, con un coinquilino che lavoro proprio in questo settore e che le regala uno di questi animali – uno degli esperimenti, tra l’altro.

Ma lei era stufa di replicare. Sfinita. Pensò che forse avrebbe dovuto aprire la mente come i progressisti le suggerivano, ma ancor prima, chiudere la coscienza come nessun tradizionalista avrebbe osato. Solo così, la sua vita sarebbe diventata più semplice.

Da questo momento in poi, Eleonora inizia la sua personale battaglia contro un sistema sbagliato e dannoso, ovviamente con il suo nuovo fedelissimo amico (su cui non svelo altro perché è davvero magico!!).

Altro che misera. Sono sola. I ribelli sono sempre tristi, incompresi e soli. 

Nel corso dell’itera avventura, vengono messi in evidenza molti argomenti degni di riflessione: per esempio, su come si stiano effettivamente evolvendo le cose nel mondo, la tecnologia, il passaggio di informazioni non sempre corrette. E ancora: la necessità di fare tutto di fretta, che porta a innumerevoli conseguenze, come l’acquisto online, i cibi precotti, tutto preconfezionato e preparato da altri al posto tuo. Tutto ciò fa risparmiare tempo, è vero, ma con quali conseguenze? Questi cibi sono sani? No. Che impatto hanno sul mondo tutte le lavorazioni e i passaggi che vengono fatti dietro ad ogni singola cosa per permettere a ogni individuo di risparmiare tempo? Devastanti.

Ebbene, in Eleinda si trova questo e molto di più. Nonostante i temi affrontati e gli spunti di riflessione offerti, Eleinda è un libro che trasmette speranza, attraverso le imprese e le idee di Eleonora e di chi la aiuta a portare avanti la sua missione. Inoltre, è un libro che si legge facilmente e in modo estremamente scorrevole, il ritmo di lettura è costante e consente al lettore di focalizzarsi su ciò che effettivamente il racconto vuole trasmettere: emozioni, umanità, consapevolezza e uno stimolo a non perdere mai la curiosità e la voglia di imparare e lottare.

 

In conclusione

Se non si fosse ancora capito: consiglio questo libro al 100%!! Opera di una persona molto consapevole e sensibile, è davvero una lettura piacevole ma anche una buona fonte di riflessioni e speranza. Personalmente, sono molto vicina al pensiero di Eleonora perciò ho apprezzato particolarmente la trama ma credo che sia un ottimo libro per chiunque, bambini, ragazzi e adulti.

Vi lascio il link per l’acquisto: amazon.

E ringrazio infinitamente Valentina per avermi dato la possibilità di leggere questo bellissimo libro, non vedo l’ora di leggere il secondo!

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Le amiche che vorresti e dove trovarle






Le amiche che vorresti e dove trovarle Book Cover




Le amiche che vorresti e dove trovarle





Beatrice Masini, Fabian Negrin





Illustrati




Giunti




2019




Copertina rigida




144



Ventidue ritratti di eroine letterarie - da Emma Bovary a Jane Eyre, da Lady Chatterley a Anna Karenina, da Jo a Pippi Calzelunghe, fino ad arrivare alle modernissime Matilde di Roald Dahl o Mina di David Almond - che hanno in comune la caratteristica di uscire dagli schemi della propria società. Le tavole sono diversificate stilisticamente a seconda del carattere e del tipo di personaggio. A ciascuna eroina è dedicato un brano evocativo attraverso cui l’autrice condivide con le giovani lettrici le emozioni e i temi che il personaggio si porta dentro, come una porta che si apre su mondi e sogni sempre nuovi. Età di lettura: da 11 anni.

Le amiche che vorresti e dove trovarle

Le amiche che vorresti e dove trovarle è un libro illustrato realizzato da Beatrice Masini e Fabian Negrin. Si tratta di una raccolta di ventidue ritratti di personaggi femminili, raccontati attraverso parole e immagini. Personaggi diversi tra loro, unici e inimitabili, che hanno fatto la storia della letteratura di ieri e di oggi.

Gli autori

Beatrice Masini è un’autrice italiana, ha scritto libri per bambini, ragazzi e adulti. Vanta molti premi letterari, tra cui il Premio Pippi, il Premio Elsa Morante Ragazzi. Inoltre il Premio Andersen-Il mondo dell’infanzia e il Premio Selezione Campiello, il Premio Alessandro Manzoni e il Premio Viadana per il romanzo Tentativi di botanica degli affetti.

Fabian Negrin è un illustratore attualmente attivo in Italia, di origini argentine. Ha illustrato fiabe per bambini e ragazzi in Europa, America e Asia. Vanta numerosi premi, tra cui la BIB Plaque alla Biennale di Bratislava e il Bologna Ragazzi Award Non-Fiction.

 

Il progetto

Giunti Editore ha selezionato alcuni bookblogger e ha dato loro “in adozione” uno dei ventidue personaggi: il mio è Bibi, protagonista del romanzo Bibi. Una bambina del Nord, scritto nel 1929 da Karin Michaelis.

 

Il libro

Nel libro, per un totale di circa 140 pagine, si alternano astratti del racconto in questione, una citazione tratta da esso e un’illustrazione che ritrae la protagonista; l’impostazione e il progetto grafico, realizzato da Romina Ferrari, sono impeccabili e danno ancora più importanza al contenuto del libro. Le illustrazioni sono straordinarie, non solo per la qualità, ma anche perché ogni illustrazione è realizzata con una tecnica e uno stile diverso, come se ogni personaggio avesse  un libro fatto apposta per sé. Le tecniche utilizzate sono tantissime, ognuna mirata a catturare la caratteristiche più nascoste di ogni personaggio: adorabile.

 

Bibi. Una Bambina del Nord

Trama

Bibi è una bambina danese, figlia di un capostazione e orfana di madre. Libera, curiosa e allegra, ogni volta che lo desidera prende il treno e se ne va in giro, protetta da tutti i capistazione del Paese. Ma i nonni materni non sono d’accordo!! Pubblicato per la prima volta nel 1929, questo è il libro più famoso della scrittrice danese Karin Michaelis, anticonformista e libera quanto la sua eroina, tanto che nella Germania nazista i suoi libri furono messi al bando e bruciati.

Il libro e l’aurtrice

Un libro provocatorio e controverso, tanto da essere messo al bando. La storia di Bibi è quella di una bambina ribelle e indomabile, ma anche di una bambina capace, curiosa, indipendente e – soprattutto – colta. Bibi è una bambina che legge molto e che viaggia in treno per scoprire e conoscere il mondo.

Karin Michaelis mette nei suoi racconti il suo pensiero, la sua determinazione e i suoi messaggi: lei stessa ha ospitato rifugiati in tempi di guerra, per poi dover fuggire in America e tornare a guerra finita. I suoi libri hanno fatto discutere per i contenuti insoliti per l’epoca (L’età pericolosa, per esempio, racconta la storia di una donna divorziata con un uomo più giovane, sicuramente insolita per gli anni in cui è stata scritta) e per i messaggi che trasmettono: libertà, indipendenza, voglia di scoprire il mondo e imparare.

Che cosa aveva fatto, infine?
Niente, se non marinato un po’ la scuola per andare a vedere un pezzettino di mondo.
E il mondo, per che cosa c’era se non per vederlo?

Questa è la storia di Bibi, la bambina che scambia il nome con un’amica perché il suo non le piaceva e perché, in fondo, avrebbe potuto chiamarsi diversamente?

 

In conclusione:

Consiglio questo libro davvero a chiunque: bambini e ragazzi, ma anche adulti; è, infatti, un libro che permette agli adulti di scoprire o riscoprire personaggi che hanno fatto la storia della letteratura e che hanno entusiasmato lettori nel corso degli ultimi decenni. Allo stesso tempo è un libro che può essere letto ai bambini, per avvicinarli alla lettura anche attraverso le bellissime immagini.

Vi lascio il link al sito Giunti Editore, che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere questa meraviglia in anteprima.

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Il mio cammino di Santiago

Il mio Cammino di Santiago

quasi 800 km
quasi 800 versi

due componimenti poetici sul pellegrinaggio verso Compostela

Oggi, 21 marzo – giornata Mondiale della Poesia, ho deciso di parlarvi di un libro che contiene due componimenti poetici, dell’autrice Mara Spoldi (di cui potete leggere anche la recensione di Timidi Zampilli).

 

Il libro

Si tratta di un libro relativamente breve (circa 90 pagine) ma che contiene al suo interno una grande quantità di emozioni.

Come detto in precedenza, nella recensione di Timidi Zampilli, l’autrice è estremamente sensibile e allo stesso modo lo sono i suoi versi. Ciò che può risultare inconsueto è il fatto di “leggere un viaggio” sotto forma di versi: solitamente si è abituati a diari di viaggio piuttosto che romanzi “on the road”, questo libro invece racconta un viaggio in versi.

Riporto la prefazione, che contiene alcune informazioni utili sul testo:

In questi ultimi tempi (oltre che in tutti i tempi), il
pellegrinaggio a Santiago di Compostela ha
assunto un carattere molto profanato dai mezzi di
comunicazione. Affrontano questo viaggio anche
coloro che sono miscredenti, per sport, avventure e
divertimenti.
Alcune iniziative mi hanno addirittura lasciato
perplesso. Invece, nel viaggio della Spoldi, io vi
troverò un fervore che può essere paragonato,
mutate le epoche e le circostanze, a quello di
Caterina Benincasa, passata alla storia come Santa
Caterina da Siena, eletta addirittura a “dottoressa”
della Chiesa.
Non so se il misticismo aiuti a produrre o no arte e
poesia, ma di artisti, pittori, musicisti, scultori che
hanno compiuto le loro opere anche in preda a un
certo loro rapimento o a una ricerca mistica, ce ne
sono molti.
A me sembra che la poesia di Mara Spoldi, altresì
nella tendenza del suo linguaggio verso certi
arcaismi, lei si giovi di molte risorse spirituali e di
ieratica immaginazione, di accesi sentimenti e di
ferventi rappresentazioni, per ottenere l’ardore
ascetico, l’illuminazione, le risorse dall’Alto che va
cercando con fede e speranza, e non le mancano
squarci lirici suggestivi.
Insomma, sono onestamente convinto di trovarmi,
al di là d’ogni altra considerazione d’altro genere,
davanti ad una artista autentica.
Teodoro Giuttari

 

La particolarità

Come premesso all’inizio della recensione, Il mio cammino di Santiago non racconta solo il viaggio con le sue tappe e la sua dinamica, racconta principalmente le emozioni di una persona che ha deciso di intraprendere questo cammino di quasi 800 km.

Riporto i primi versi per dare un’idea dello straordinario lavoro dell’autrice:

Parti.
La paura del sogno
si fa presto magia
e la mente dischiusa
accoglie delicata
i colori del silenzio.

Lo stile è semplice, il lessico comune, il ritmo costante: tutto dà importanza al contenuto.

 

In conclusione

Consiglio questo libro a tutti gli amanti della poesia, anche a chi volesse sperimentare qualcosa di “diverso”, forte e delicato allo stesso tempo.

Trovate sia l’ebook che il cartaceo su Amazon.

Buona lettura e… Grazie Mara per avermi dato la possibilità di leggerlo!

Ikigai

Recensione | Ikigai

Ikigai è un saggio suddiviso in due parti. La prima è descrittiva e viene spiegato il significato della parola e della filosofia che rappresenta. La seconda “interattiva”, in cui il lettore può cimentarsi in domande e risposte a sé stesso, in modo da riflettere su alcuni aspetti della propria vita.

Fondamentalmente il percorso verso l‘ikigai è quello che porta a conoscere sé stessi e, nello specifico, ciò a cui si è maggiormente portati. In questo modo si potrà stabilire un percorso da seguire che avrà lo scopo principale di garantire serenità in ogni ambito della propria vita.

L’ikigai racchiude quindi in una sola parola missione, vocazione, professione e passione.

Quattro aspetti che determinano l’esistenza di ognuno ma che spesso non vengono considerati per indifferenza o impossibilità. Ovviamente, nella vita di ognuno ci sono molti fattori che determinano ciò che una persona può o non può fare – non è sufficiente avere una passione per vederla realizzata all’istante.

Piuttosto, l’intento dell’Ikigai è quello di aiutare a “leggere” sé stessi, ed è proprio quello che il libro cerca di fare questo libro con le domande che vengono poste al lettore.

 

Il saggio

Come ho accennato all’inizio della recensione, la prima parte del libro è una spiegazione sul significato dell’Ikigai. Si tratta essenzialmente di un saggio breve suddiviso in più parti: dal significato della parola alle esperienze dell’autrice e di altre persone, fino al racconto dell’esistenza di alcune realtà in cui l’ikigai è una regola di vita, come l’isola di Okinawa per esempio.

Personalmente avrei preferito che la parte dedicata alla storia dell’Ikigai e del Giappone fosse più corposa rispetto a quella dedicata agli esercizi, ma tuttavia si è rivelata abbastanza interessante, soprattutto in alcuni punti.

 

Gli esercizi

Gli esercizi occupano la maggior parte del libro e, nella prima parte, servono al lettore per analizzare i propri gusti e passioni senza pensarci troppo. In seguito vengono poste delle domande che hanno lo scopo di aiutare il lettore a trovare la positività ogni giorno.

Infine, l’ultima parte, serve a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle e trovare “la soluzione”, anche grazie ad un grafico a quattro sezioni: gli elementi che andranno a sovrapporsi tra le varie sezioni saranno quelli che determineranno missione, vocazione, professione e passione.

 

In conclusione

Nonostante conoscessi già il significato dell’Ikigai, questo è stato il primo libro letto a riguardo. Come ho già detto, avrei preferito se avesse dato maggiore importanza alla spiegazione che agli esercizi, ma tutto sommato ho apprezzato questo libro perché fornisce buoni spunti di riflessione e, soprattutto, alcune idee su come avere una visione più positiva della propria quotidianità.

Lo consiglio a chi cerca un momento di pace e serenità. Anche se alcune affermazioni possono sembrare scontate e banali, in realtà è impressionante come quotidianamente vengano accantonate per colpa di fretta, stress e quant’altro. Esempi lampanti sono dati dalla respirazione e dalla postura, che spesso sono scorrette proprio a causa dei motivi citati poco fa e che possono creare disturbi e malessere!

 

Bene, a questo punto vi auguro buon viaggio e buona lettura!

Il sognatore






Il sognatore Book Cover




Il sognatore





Laini Taylor





Fantasy




Fazi




2018




Copetina flessibile




524



È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.

Il sognatore è un fantasy dell’autrice americana Laini Taylor, famoso in tutto il mondo. Il successo del romanzo è, con ogni probabilità, dovuto all’originalità dei personaggi e dell’ambientazione.

Durante il secondo Sabba della Dodicesima Luna, nella città di Pianto, dal cielo cadde una ragazza.

Recensione | Il sognatore

Il libro

Come accennato poco fa, si tratta di un libro estremamente originale nella definizione di personaggi e ambientazioni: il lettore si trova proiettato in un mondo fantastico, con una storia, delle usanze, una gerarchia sociale, dei canoni di vita e, in generale, un passato millenario.

A volte un istante è talmente straordinario da ritagliarsi uno spazio tutto suo nel tempo e continuare a girare lì, mentre tutto il mondo gli scorre intorno.

Tutto ciò, però, non viene raccontato secondo il consueto ordine di narrazione – dal principio alla fine – ma, piuttosto, il lettore ha modo di conoscere il passato dei personaggi e dei loro mondi man mano che prosegue la lettura, attraverso pensieri, ricordi e dialoghi.

Si tratta di un libro dal ritmo medio, determinato dalla presenza di molti salti temporali, ricordi e sogni. L’ambientazione è molto caratteristica e soggettiva e l’atmosfera ricreata trasmette magia e suggestione: ogni ambientazione porta con se un’atmosfera diversa, che cambia anche in base alla percezione dei personaggi.

Abbiamo Dei e i loro figli, bibliotecari e soldati, nobili e gente comune. I protagonisti sono Lazlo, un bibliotecario di basso rango, e Sarai – figlia di una Dea confinata nella Fortezza insieme ad altri figli di Dei. Poi troviamo personaggi secondari che comunque sono molto importanti per lo svolgimento della storia perché ognuno di essi ha un ruolo fondamentale nel presente o lo ha avuto nel passato e, in questo caso, lo si scoprirà proseguendo col la lettura.

Era impossibile, ovviamente.
Ma da quando l’impossibilità impediva a un sognatore di sognare?

Come detto in precedenza, il punto forte di questo libro è l’originalità – sia dell’ambientazione e sia dei personaggi – che, unita ad uno stile di scrittura molto semplice e discorsivo, rende la lettura scorrevole e molto piacevole.
Il finale è una svolta radicale al significato della storia ma anche una premessa per il libro successivo, conclusione della serie, intitolato La musa degli incubi.

Al suo interno il libro nasconde anche alcuni messaggi: per esempio per quanto riguarda la lotta tra i popoli, il potere e gli scontri tra culture diverse.

Inoltre, è molto interessante il fatto che la collocazione principale delle vicende siano i sogni: la mente è qualcosa di incredibilmente affascinante e complicato, a volte imprevedibile e contorto.
Viaggiare attraverso i sogni e i pensieri dei protagonisti è come vivere una storia all’interno della storia: ognuno di noi, infatti, vede e percepisce le cose in modo diverso benché si tratti delle stesse cose. Per esempio, Lazlo nutre una totale ammirazione nei confronti della città di Pianto, tanto da distorcere la realtà e renderla “incantata”; al contrario, per Sarai, Pianto è fonte di sofferenza e pertanto si stupisce della visione che ne ha Lazlo.

Ogni mente è il proprio mondo. La maggior parte abita un vasto compromesso di banalità, mentre altre spiccano: piacevoli, persino belle, o a volte sfuggenti e inspiegabilmente sgradevoli.

 

In conclusione

Credo sia un libro molto valido, un fantasy originale e coinvolgente. Personalmente avrei evitato un paio di passaggi un po’ infantili, considerando che si tratta di un fantasy per adulti ma, a parte questo, è un libro che mi è piaciuto molto e mi sento di consigliare! Nonostante la quantità di fantasy letti, ho trovato in questo qualcosa di originale (le descrizioni fisiche dei personaggi, i materiali scelti, i “poteri” di alcuni dei personaggi principali, ecc) e proprio per questo mi sento di consigliarlo …buona lettura!

Forse era il rituale: il circolo di donne che si riuniscono per festeggiare di essere vive –  e di essere donne, che è già una magia di per sé.

 

Madame Bovary






Madame Bovary. Ediz. integrale Book Cover




Madame Bovary. Ediz. integrale





Gustave Flaubert





Romanzo, Classico




Crescere




2014




Copetina flessibile




352



Charles Bovary è un medico rimasto vedovo. Un giorno incontra Emma Rouault della quale si innamora. I due hanno caratteri diversi: onesto e serio lui, sognatrice e più attenta ai lussi della vita lei. Decidono di sposarsi e di lì a poco Emma partorisce il suo primogenito. Da qui inizia una crisi profonda per la donna che si sente inutile e che, ispirata dalle innumerevoli novelle romantiche che legge, inizia a cercare conforto tra le braccia di altri uomini, meno noiosi di suo marito. Quest'ultimo, intuendo la situazione, trasferisce la famiglia in un altro villaggio, ma le cose non cambiano perché Emma si invaghisce di Leon: una relazione che dura poco in quanto il ragazzo, per motivi di studio, si trasferisce a Parigi. Entra allora in scena il ricco Rodolphe che, dopo aver progettato la fuga con la sua amante, la abbandona la sera prima con una lettera. La donna, scioccata, si ammala, ma ritrova la forza qualche tempo dopo quando rivede Leon. Con il pretesto delle lezioni di pianoforte, ogni settimana incontra il ritrovato amante, spendendo nel frattempo grosse cifre nell'intento di colmare il proprio vuoto interiore. Avendo contratto grossi debiti, la gente del villaggio dove abita la famiglia Bovary si insospettisce, creando quindi turbamento in Emma. Dopo aver inutilmente provato a chiedere somme in prestito ai suoi precedenti amanti, la protagonista si suicida ingerendo dell'arsenico.

Madame Bovary di Flaubert è un classico noto ai più, perciò questo articolo sarà principalmente volto a far conoscere questo libro ai pochi che ancora non dovessero averlo letto e a dare un’opinione personale a riguardo.

Madame Bovary: La trama

Un ufficiale sanitario, Charles Bovary, dopo essere rimasto prematuramente vedovo sposa una donna di campagna, Emma Rouault,una donna che passa il tempo a fantasticare sulle sue possibili ricchezze e sulla sua crescita sociale. Charles è un uomo educato e premuroso ma monotono e questo finisce per annoiare Emma nel giro di poco tempo, trovandosi ad affrontare una vita matrimoniale nettamente diversa da quella che si era immaginata.

Poco alla volta Emma diventa indifferente al marito e a ogni suo tentativo di farla stare bene. Anzi, frequentando persone aristocratiche e ambienti di lusso. il suo rancore per la vita che non è riuscita ad ottenere non fa che aumentare. Charles decide quindi di trasferirsi con la moglie in un altro paese, per darle modo di “guarire” da questa condizione di indifferenza e insoddisfazione.

Una volta arrivata nel nuovo paese, Yonville, Emma si lascia corteggiare da un ragazzo molto più giovane di lei. Dopo un periodo di relazione con Emma, Léon è costretto a trasferirsi a Parigi, così i due si lasciano ed Emma inizia una nuova relazione con un ricco proprietario terriero di nome Rodolphe. Emma prepara una fuga con Rodolphe, che però rompe l’accordo a poche ore dalla partenza, non essendo disposto a trasferirsi per un capriccio di una delle sue amanti.

Questo avvenimento turba profondamente Emma, tanto da portarla ad ammalarsi gravemente e rifugiarsi nella religione e valutare di chiudersi in convento.

Anche questa soluzione, però, sembra stancare in fretta Emma, che torna alla sua vita abituale: una sera incontra Léon e da quel momento ricomincia la loro relazione clandestina. Emma incontra Léon ogni settimana e sperpera il denaro fino ad accumulare debiti esorbitanti.

Da questo momento inizia il declino vero e proprio, che porterà Emma ad un epilogo tragico e malinconico.

La cosa più tragica – non le sembra? – è dover trascinare, come faccio io, un’esistenza senza scopo. Se le nostre sofferenze potessero servire a qualcuno, ci si potrebbe consolare pensando all’utilità del sacrificio.

Personaggi

Emma 

Le borghesi ammiravano in lei il senso dell’economia, i clienti la cortesia, i poveri la carità. Ma Emma era piena di bramosia, di rabbia, di odio. Quell’abito dalle pieghe diritte nascondeva un cuore sconvolto e le labbra pudiche tacevano le tempeste.

Emma è la protagonista del romanzo: una donna eternamente insoddisfatta, che colpevolizza chi le sta intorno per il suo intento non riuscito di vivere nell’agio più totale. Paragona spesso sé stessa ai borghesi con cui ha modo di relazionarsi e si ritrova puntualmente mancante in qualcosa. Non è soddisfatta della sua vita, del suo matrimonio e di tutto ciò che ha, tanto da cercare conforto in relazioni dannose e inconcludenti. L’autore sembra associare la mentalità di Emma ai romanzi che legge, troppo romantici e poco verosimili.

Sicuramente Emma simboleggia un pensiero diffuso all’epoca: l’arricchimento ad ogni costo, l’agio prima di tutto. Flaubert associa, in realtà, ogni personaggio ad un aspetto della società in cui è vissuto.

Charles

Charles è un ufficiale della sanità, non propriamente un medico ma qualcosa di simile. Si tratta di un uomo estremamente ordinario e monotono, una persona fondamentalmente buona che, fino a quando non si trova davanti ai fatti compiuti, non si rende nemmeno conto di ciò che la moglie ha fatto alle sue spalle per tanto tempo. Se all’inizio Charles risulta realmente troppo monotono  e noioso, verso la fine si rivela l’unico personaggio “positivo” di tutta la vicenda.

Léon e Rodolphe

Léon è il primo ragazzo con cui Emma intraprende una relazione al di fuori del matrimonio: più giovane di lei, è un brillante studente e ha una personalità abbastanza frizzante, soprattutto se paragonata a quella di  Charles. Per questo motivo, inizialmente, sembra la persona perfetta per Emma ma, dopo l’idillio iniziale, tutto svanisce ai primi contrasti.

Rodolphe è il classico dongiovanni, seconda relazione di Emma, le dà speranza su una possibile storia e una fuga insieme. Nonostante l’insistenza di Emma, però, rivaluta la sua posizione e si ritira prima della partenza. Questa è l’ennesima fonte di insoddisfazione per Emma, quella che la porterà direttamente al suicidio.

 

Madame Bovary: Il libro

Madame Bovary è chiaramente un libro che contiene una forte critica nei confronti della società francese: l’autore, come detto in precedenza, sfrutta ogni personaggio per veicolare un “modello”.

Lo stile dell’autore è certamente l’elemento che colpisce di più durante tutta la lettura: elegante, fluido, impeccabile. Il ritmo è medio, talvolta lento a causa delle lunghe descrizioni in cui si cimenta Flaubert (che, però, non risultano mai noiose o eccessive).

Ciò che, a mio parere, rende ostico il libro è proprio ciò che i personaggi trasmettono: Emma è odiosa, si rende insopportabile a causa della sue perenne insoddisfazione e indecisione.

Detto ciò, è un classico senza tempo, uno di quei libri da leggere assolutamente per soddisfazione e crescita personale, soprattutto per lo stile dell’autore che è veramente da ammirare.

In conclusione

Consiglio Madame Bovary, come detto poco fa, perché fa parte dell’insieme di libri da leggere per conoscenza della letteratura (nonché della storia e della società). Inoltre, Emma spinge a riflettere su quanto effettivamente sia cambiata la società negli ultimi 300 anni.