Occhio al colore!

Oggi parliamo di colore… il colore nella moda.

Che cosa sarebbe la moda senza colore? Nulla. La moda è fatta di colore. Si, anche di forme, stili, pattern, materiali ma, principalmente di colore, a tal punto che i colori son diventati icone di stilisti, case di moda e designer. Un esempio? il verde acqua… o azzurro Tiffany? Per non parlare del Rosso Valentino.

Il rosso, per esempio, è un colore primario ed è da sempre associato all’amore e alla passione.

Il bianco e il nero sono i “non colori”: sono in realtà la quantità di luce che l’occhio riesce a percepire.

Il bianco è l’origine di tutti i colori, mentre il nero è la “fine” di tutti. Colori alla base della moda di qualsiasi periodo storico si voglia considerare: intramontabili. Il bianco è simbolo di purezza e di perfezione, il nero invece è simbolo di eleganza e potere.

Maestra del bianco e nero è senza dubbio Coco Chanel, che ha spesso proposto questi colori su abiti, accessori e calzature.

Il giallo, esprime vitalità e felicità, è un colore forte e vivace usato da Fendi e Versace.

Questi sono solo alcuni dei tantissimi colori che rendono riconoscibile e iconico uno stilista, un abito, un oggetto.

Ma perché il colore è così fondamentale? Perché esprime sentimenti ed evoca emozioni. Ogni sfumatura, tonalità o gradazione di colore può avere un significato diverso.

Tutti noi abbiamo un colore preferito, un dettaglio che ci identifica. Il mio colore è il nero e il mio dettaglio gli occhiali oversize di Giorgio Armani. E il tuo?

 

Immagine coordinata: dubbi e perplessità…

Nonostante il mondo che ci circonda ci “travolga” continuamente con immagine, video, pubblicità, messaggi, molte persone sono ancora convinte che l’immagine sia un aspetto trascurabile dell’attività.

Mi sento di dire, invece, che l’immagine è il 90% dell’attività!

L’immagine e la grafica sono fondamentali. Partiamo da te: quando vai ad un appuntamento di lavoro ti vesti in maniera appropriata? Sicuramente non sarai vestito allo stesso modo di quando vai a bere una birra in un pub. Se incontri dei ragazzi per strada capisci immediatamente se si tratta di un gruppo di rockettari o se sono fan di Justin Bieber… perché  te ne accorgi? IMMAGINE.

Perché tendiamo ad esprimere quello che siamo e quello che facciamo in tutti i modi possibili e l’immagine è la prima via da cui passa questo messaggio.

Certo, l’aspetto estetico non definisce le capacità effettive di un professionista, la qualità dei prodotti di un artigiano o l’affidabilità di un’azienda, ma sicuramente incide in modo significativo sull’idea che le persone si fanno del professionista, artigiano o azienda in questione.

Questo non vuol dire che grazie (o per colpa) dell’immagine si possano vendere prodotti di scarsa qualità come se fossero il top di gamma, piuttosto che l’immagine può valorizzare e far comprendere a pieno le qualità o gli aspetti positivi di un prodotto.

Per esempio: “fino a domenica pan bauletto a € 0.99” oppure “solo nel nostro panificio artigianale troverai il vero pane pugliese fatto a mano e cotto nel forno a legna”. Chiaramente i due prodotti hanno aspetti positivi diversi: per uno il prezzo, per l’altro la qualità. Per questi due prodotti serviranno immagini ben differenti tra loro.

In conclusione, ogni prodotto-attività-servizio può essere valorizzato puntando sul suo aspetto migliore e costruendo un’immagine adeguata intorno ad esso.

Design e comunicazione visiva

Design e comunicazione visiva
Bruno Munari
Grafica
Laterza
2017 (6^ ed)
Copertina flessibile
370

Che cosa è la grafica? Chi sono i designer? Come funziona la loro logica creativa? Quale uso fanno delle tecniche e dei materiali? Un maestro del design italiano ha scritto il più divertente manuale per comprenderne i principi, le leggi e le possibili realizzazioni.

Design e comunicazione visiva – Bruno Munari.

“Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 – Milano, 29 settembre 1998) è stato un artista, designer e scrittore italiano.

È stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco.” – da Wikipedia.

Ho iniziato a leggere un paio di giorni fa il libro “design e comunicazione visiva” di Bruno Munari ed ho notato quanto alcuni aspetti del mondo della grafica si ripetano costantemente nel tempo.

Il testo è forse un po’ obsoleto per quanto riguarda i mezzi e gli strumenti trattati: i calcolatori hanno appena fatto la loro comparsa e si parla di pellicole e vetrini, non di fotografia digitale ed post-produzione.

Ma c’è un concetto che è assolutamente attuale: l’idea di comunicazione visiva. Sono passati anni da quando il libro è stato scritto, sono cambiati i metodi di insegnamento, sono cambiati gli strumenti e le possibilità di imparare… ma la tendenza è sempre la stessa. Ovvero dimenticare perché è importante la comunicazione visiva: ogni cosa che vediamo è comunicazione visiva, seppur involontaria. Un’immagine, uno schizzo, uno scarabocchio, un simbolo, un gesto. Non importa come sia stato fatto e perché.

Con il passare del tempo e l’abitudine a svolgere un certo lavoro in un certo modo, perdiamo la fantasia, la voglia di creare e soprattutto interpretare. Non esiste bello o brutto, fatto bene o fatto male. Troppo spesso si cade nella trappola della convenzione estetica. Credo che sia opportuno prima di tutto rapportare la comunicazione visiva a ciò che si sta trattando e poi… osare!

 


Recensione Design e comunicazione visiva di Bruno Munari