Saggio
Rizzoli
1994
Copertina flessibile
320
Nel più lontano passato, molto prima che l’uomo facesse la sua comparsa sulla terra, un albero gigantesco s’innalzava fino al cielo. Asse dell’universo, attraversava i tre mondi. Le sue radici affondavano negli abissi sotterranei, i suoi rami arrivavano all’empireo”: fin dall’antichità gli alberi sono stati al centro di un affascinante sistema di miti e leggende, e in questo sorprendente saggio Jacques Brosse ricostruisce i fattori storici e culturali che nei secoli hanno portato le piante a essere considerate le manifestazioni per eccellenza della divinità. Dal grandioso mito dell’Albero cosmico che collegava gli inferi e il cielo al culto delle querce tra i Greci e i Romani, dal giardino dell’Eden nel cristianesimo al fico sacro sotto il quale il Buddha giunse all’illuminazione, l’autore ci restituisce il fascino di un mondo oggi in gran parte dimenticato e illumina la profondità di una saggezza plurimillenaria che, fondandosi su un’incredibile conoscenza delle piante, seppe armonizzare le attività umane con gli equilibri e i ritmi della natura.
Mitologia degli alberi è esattamente il saggio che ci si aspetta leggendone il titolo.
Un saggio completo e dettagliato, che sviscera nel dettaglio il significato e la simbologia degli alberi nel corso dei millenni.
In questo saggio Jacques Brosse analizza il culto e il significato degli alberi a partire dalle popolazioni più antiche, suddividendo il libro sia secondo l’arco temporale e sia per tipologia di albero.
L’aspetto più interessante della ricerca portata avanti dall’autore è il parallelismo che si trova in varie culture e varie epoche, con riferimento allo stesso albero o allo stesso elemento di una pianta.
Per esempio, se si parla di tronco, di foglie o di frutti, si hanno significati differenti: un albero dall’aspetto molto possente e radicato in profondità è probabile che sia utilizzato come simbolo di nascita e crescita solida presso diverse popolazioni.
La prima popolazione che viene presa in considerazione è quella che abitava il Nord Europa nei tempi più antichi. Infatti presso la mitologia norrena il culto degli alberi è sempre stato fondamentale sin dal principi: la creazione stessa della Terra e la struttura del pianeta dipendevano da un albero, più precisamente da un Frassino.
Sempre secondo la mitologia norrena e germanica l’albero era il ponte tra cielo e inferi, ma anche tra i vari mondi. Si pensava infatti che, oltre alla Terra abitata dagli uomini, ci fossero altri due mondi: quello dei morti e quello dei Giganti di ghiaccio. Poi risalendo verso le estremità dei rami del Frassino si sarebbe giunti al cielo, ossia la dimora delle divinità celesti.
L’idea di collocare le divinità positive in cielo e quelle negative nel sottosuolo sembra essere un luogo comune a tutte le culture che si sono susseguite nello spazio e nel tempo.
Oltre allo slancio verticale che porta alla ramificazione sia verso l’alto e quindi verso il cielo e sia verso il basso e quindi verso gli Inferi, sembrava essere un punto comune presso molte culture anche l’aspetto legato alla nascita e alla morte.
Il ciclo continuo che caratterizza tutte le credenze più sentite dei popoli Nord europei e germanici ha come simbolo molto spesso proprio un animale o un albero: nello specifico il ciclo vitale di un albero è molto simile a tutto ciò che viene trasposto in una credenza religiosa. A partire dal seme, alla crescita dell’albero che si sviluppa per tutto l’arco della sua vita terrena, per poi ricadere a terra sotto forma di seme e rinascere una seconda volta e così via.
Nonostante le credenze cristiane legate all’albero siano molto sentite e comunemente diffuse tanto da essere diventate parte della cultura popolare di tutti i popoli occidentali, sono in realtà credenze e simbologie che derivano da culture religioni antecedenti al Cristianesimo e sono state semplicemente riadattate e reinterpretate.
Per esempio molte scene bibliche sono parallele a culture e miti antecedenti alla narrazione di Cristo.
Molto importanti sono stati anche i punti di vista in riferimento agli alberi che si sono sviluppati presso Romani e Greci. Come si sa, la cultura romana e quella greca sono in qualche modo parallele e molto similari.
Infatti per quasi tutte le divinità e i miti di uno di questi popoli si trova un corrispondente presso l’altro popolo.
In riferimento agli alberi condividevano sicuramente il concetto di immortalità legato all’altezza, alle dimensioni e alla longevità di un albero.
Un’altra questione molto affascinante è quella degli sciamani o coloro che guidavano una comunità.
Per esempio gli sciamani in Siberia, i druidi germanici e Celti, ma anche i sacerdoti ebraici e le figure religiose più disparate presso i vari popoli del mondo: in qualche modo il profestante è legato ad un albero.
Mitologia degli alberi: considerazioni
Gli aspetti di cui si potrebbe parlare in riferimento a questo saggio sono davvero tanti: Mitologia degli alberi è infatti un saggio talmente complesso e completo che non può essere raccontato nel dettaglio, ma deve essere letto per poterne apprezzare tutti i contenuti.
Personalmente ho gradito maggiormente due aspetti: il paragone che l’autore fa nel menzionare vari popoli e varie culture per trovarne similitudini e, per gusto personale, ho apprezzato molto il capitoli sulla mitologia norrena, germanica e celtica.
Tuttavia i popoli menzionati in questo saggio sono davvero molti e tutti meritano di essere compresi; per esempio non molto spesso si parla della mitologia cinese o indiana, ma anche queste in qualche modo sono legate a quanto detto sinora.
Consiglio questo saggio a chiunque voglia approfondire l’argomento, sia a scopo di studio e sia per curiosità personale.
Io l’ho scelto perché avevo bisogno di informazioni sul significato di alcune piante e in particolare, come accennato in precedenza, ho prediletto il significato che veniva attribuito agli alberi presso le popolazioni nordiche, in particolare quelle celtiche e vichinghe. Ho poi utilizzato queste informazioni all’interno delle mie opere.
Per quanto riguarda lo stile e il ritmo di questo saggio, si tratta di una lettura piuttosto lenta e articolata, non del tutto scorrevole.
L’unica nota forse a sfavore di questo volume è il fatto che spesso l’autore divaga con lunghe digressioni su alcuni argomenti. Va precisato però che, trattandosi di argomenti così vasti e articolati, è praticamente impossibile sviscerare un discorso che sia in qualche modo su una linea continua, deve essere per forza una stesura fatta di tante piccole digressioni su ogni argomento. Perciò il risultato è un libro impegnativo e piuttosto lento da leggere, ma assolutamente ricco di informazioni e curiosità.