Studio di grafica pubblicitaria ad Asti: i nostri consigli per la scelta

Lo studio di grafica pubblicitaria giusto può fare la differenza nel modo in cui un’azienda di Asti comunica con il suo pubblico. Tuttavia, scegliere uno studio di grafica pubblicitaria che soddisfi le esigenze dell’azienda non è sempre facile. In questo articolo, esploreremo alcuni fattori importanti da considerare quando si sceglie uno studio di grafica pubblicitaria per un’azienda di Asti.

Esperienza e portfolio

La prima cosa da considerare quando si sceglie uno studio di grafica pubblicitaria è l’esperienza del team. È importante scegliere uno studio che abbia esperienza nel settore pubblicitario e che abbia un portfolio di progetti che dimostri la loro capacità di creare design efficaci per aziende simili alla vostra.

Conoscenza del mercato locale

Scegliere uno studio di grafica pubblicitaria che ha una buona conoscenza del mercato locale può essere un grande vantaggio per un’azienda di Asti. Uno studio che comprende i gusti e le preferenze del pubblico astigiano può aiutare a creare design più efficaci e pertinenti.

Capacità di comprendere le esigenze dell’azienda

Ogni azienda ha esigenze uniche e specifiche quando si tratta di design pubblicitario. Scegliere uno studio di grafica pubblicitaria che abbia la capacità di comprendere le esigenze dell’azienda e di creare design personalizzati è importante per garantire il successo di una campagna pubblicitaria.

Servizi offerti

Prima di scegliere uno studio di grafica pubblicitaria, è importante conoscere i servizi che offrono. Alcuni studi si concentrano solo sul design grafico, mentre altri offrono una gamma più ampia di servizi come la strategia di branding, la gestione delle campagne pubblicitarie e lo sviluppo di siti web. Scegliere uno studio che offre i servizi di cui l’azienda ha bisogno può essere molto utile.

Budget

Il budget è un altro fattore importante da considerare quando si sceglie uno studio di grafica pubblicitaria. È importante scegliere uno studio che si adatti al budget dell’azienda senza compromettere la qualità del lavoro.

Cosa può fare uno studio di grafica pubblicitaria per un’azienda ad Asti

Ecco alcune delle cose che uno studio di grafica pubblicitaria può fare per un’azienda di Asti:

Branding: Uno studio di grafica pubblicitaria può aiutare un’azienda di Asti a creare un’immagine di marca coerente e distintiva attraverso la creazione di un logo, la scelta dei colori e lo sviluppo di un’immagine di marca unica.

Materiale pubblicitario: Uno studio di grafica pubblicitaria può creare materiale pubblicitario accattivante come volantini, brochure, poster e cartelloni pubblicitari. Questi materiali possono essere utilizzati per promuovere l’azienda e i suoi prodotti o servizi.

Siti web: Un’azienda di Asti può anche beneficiare di un sito web accattivante e ben progettato che attiri l’attenzione dei visitatori e li spinga ad acquistare i prodotti o servizi dell’azienda. Uno studio di grafica pubblicitaria può creare un sito web con un design intuitivo e facile da navigare, utilizzando immagini e contenuti visivi accattivanti.

Social media: Uno studio di grafica pubblicitaria può aiutare un’azienda di Asti a creare contenuti visivi interessanti per le sue pagine sui social media come Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn. Questi contenuti possono aumentare l’engagement dei follower e migliorare la presenza online dell’azienda.

Pubblicità online: Uno studio di grafica pubblicitaria può creare annunci pubblicitari online come banner, video e annunci per la ricerca di parole chiave. Questi annunci possono essere utilizzati per aumentare la visibilità dell’azienda online e attirare nuovi clienti.

In sintesi, quando si sceglie uno studio di grafica pubblicitaria per un’azienda di Asti, è importante considerare l’esperienza e il portfolio del team, la conoscenza del mercato locale, la capacità di comprendere le esigenze dell’azienda, i servizi offerti e il budget. Con una buona valutazione di questi fattori, si può scegliere uno studio di grafica pubblicitaria che aiuterà l’azienda a comunicare efficacemente con il proprio pubblico e a raggiungere i propri obiettivi di marketing.

 

Creazione Logo a Chivasso: i nostri consigli

La creazione di un logo per un’azienda o un’organizzazione è un passo importante nella definizione della propria identità visiva. Un logo ben progettato può essere uno strumento efficace per comunicare i valori, la missione e la personalità dell’azienda, nonché per distinguersi dalla concorrenza.

A Chivasso, una città situata nella regione Piemonte, in Italia, molte aziende stanno rinnovando la loro immagine attraverso la creazione di un nuovo logo, in linea con le tendenze del design moderno.

Definizione dei valori

Il primo passo per la creazione di un logo è quello di definire i valori e gli obiettivi dell’azienda. Il logo deve rappresentare la missione e la personalità dell’azienda in modo accurato ed efficace. Ad esempio, se l’azienda è orientata alla tecnologia, il logo potrebbe presentare elementi grafici che richiamano l’innovazione e la modernità.

Colori!

Un altro aspetto importante nella progettazione di un logo è la scelta dei colori. I colori possono influenzare la percezione del logo da parte del pubblico, e quindi devono essere scelti in base alla personalità e agli obiettivi dell’azienda. Ad esempio, il blu è spesso associato alla fiducia e alla stabilità, mentre il verde può rappresentare la crescita e la sostenibilità.

Progettazione e copyright

Il design del logo deve essere pulito e facile da leggere, in modo da essere riconosciuto facilmente dai consumatori. È importante anche scegliere un font leggibile e adatto alla personalità dell’azienda.

Una volta che il design del logo è stato definito, è importante testarlo su diversi formati e su diverse piattaforme, come ad esempio sui social media e sui materiali di marketing. In questo modo, si può verificare che il logo sia leggibile e riconoscibile in qualsiasi situazione.

Infine, il logo deve essere protetto da eventuali violazioni dei diritti d’autore o da utilizzi non autorizzati da parte di terzi. Per questo motivo, è importante registrare il logo presso l’ufficio brevetti e marchi.

Professionisti

Il professionista che si occupa della creazione di loghi è il graphic designer: un progettista grafico che, grazie alla sua esperienza, sa interpretare le idee, i valori e le esigenze di un’azienda per trasformarli in un logo.

In sintesi, la creazione di un logo a Chivasso richiede una progettazione accurata e attenta ai dettagli, in modo da comunicare in modo efficace i valori e la personalità dell’azienda. La scelta dei colori e del font, la definizione della forma e la verifica su diversi formati e piattaforme sono tutti elementi importanti per la creazione di un logo di successo.

 

Social Media Management a Chivasso: 8 considerazioni per una pagina di successo

Gestire i social media per la propria attività a Chivasso può sembrare un’impresa ardua, ma con la giusta strategia e gli strumenti giusti, è possibile creare una presenza online efficace e coinvolgente. In questo articolo, esploreremo alcune delle migliori pratiche per il social media management per le imprese di Chivasso.

Definire gli obiettivi

Prima di iniziare a postare sui social media, è importante definire gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ad esempio, si potrebbe voler aumentare la consapevolezza del marchio, generare lead, incrementare le vendite, o migliorare il servizio clienti. Una volta definiti gli obiettivi, si può creare una strategia per raggiungerli.

La definizione degli obiettivi è un passaggio fondamentale per gestire in modo ottimale i propri social a Chivasso. Solitamente il professionista social media manager organizza un brainstorming con il direttivo aziendale, cercando di capire quali siano le necessità e gli obiettivi del marchio.

Conoscere il pubblico

Per creare una presenza online efficace, è importante conoscere il proprio pubblico. Chi sono i clienti ideali? Quali sono le loro esigenze e interessi? Quali sono i social media che utilizzano maggiormente? Analizzare i dati demografici e di comportamento del pubblico può aiutare a creare contenuti più mirati e coinvolgenti.

Questo passaggio, in realtà, ha una cadenza periodica e va ripetuto nel tempo. Questo perché i clienti possono cambiare, le tecnologie e i social possono evolversi, così come i prodotti o i servizi dell’impresa possono cambiare. 

La gestione dei social, quindi, passa anche per un monitoraggio del pubblico che segue l’azienda sui social e, soprattutto, sulla definizione costante di nuovi obiettivi per quanto riguarda il nuovo pubblico. In particolare, il denso pubblico di una città come Chivasso richiede strategie di social media management in costante evoluzione.

Creare contenuti coinvolgenti

Una volta che si conosce il pubblico, è possibile creare contenuti mirati che rispondano alle loro esigenze e interessi. Questi contenuti possono includere post sui prodotti o servizi, storie di successo dei clienti, consigli utili, o notizie dell’azienda. È importante creare contenuti che siano interessanti e coinvolgenti, e che incoraggino la partecipazione dei follower.

Questo step è quello più impegnativo e complesso, che richiede una buona dose di creatività, la conoscenza di strumenti specifici e, soprattutto, una buona esperienza nel settore. Solitamente il professionista social media manager sa creare un piano editoriale coerente che si basa sui punti elencati in precedenza. Il piano editoriale viene poi convertito in contenuti e pubblicato.

Utilizzare gli strumenti giusti

Esistono molti strumenti che possono aiutare nella gestione dei social media, come ad esempio gli strumenti per la pianificazione dei post, per l’analisi delle prestazioni, per la gestione dei commenti e dei messaggi privati. Utilizzando gli strumenti giusti, è possibile risparmiare tempo e migliorare l’efficacia della propria presenza online.

Purtroppo l’uso efficace degli strumenti, come per qualsiasi mestiere, richiede molta esperienza, nonostante i maggiori social media si impegnino sempre per creare nuove funzioni, modalità e utili software. 

Essere coerenti

Per mantenere una presenza online efficace, è importante essere coerenti nella pubblicazione dei contenuti. Ciò significa pubblicare regolarmente, utilizzando gli stessi tono e stile, e rispondere tempestivamente ai commenti e ai messaggi privati dei follower. Essere coerenti nella gestione dei social media può aiutare a creare una relazione di fiducia con il pubblico e migliorare la reputazione del marchio.

Essere costanti

Un errore che molti utenti fanno, inconsapevolmente, è quello di non essere costanti. La pubblicazione sui social, al fine di ottenere una crescita progressiva e concreta, deve essere costante e ben strutturata.

Pubblicare sui social serve?

Molte aziende quando, in breve tempo, non vedono risultati dai social si chiedono se il loro investimento sia utile. 

Per rispondere a questa domanda scomodiamo uno studio dell’università di Hong Kong (Social media, networking, and marketing performance: a study of social enterprises in Hong Kong) che ci racconta come, post Covid, la pubblicità sui social sia ancora la migliore per quanto riguarda il rapporto costi-benefici. 

Ovviamente più persone si pubblicizzano sui social, più è difficile emergere. Tuttavia, questa regola è valida in qualunque aspetto del mondo pubblicitario, con la differenza che i social media tendono ad avere un prezzo più basso e una maggiore possibilità di monitorare i risultati.

 

In sintesi, la gestione dei social media per le imprese di Chivasso richiede una strategia mirata e l’utilizzo degli strumenti giusti. Con una pianificazione adeguata e un impegno costante, è possibile creare una presenza online coinvolgente e efficace che contribuirà al successo dell’attività.

Sito web a Chivasso: 6 step verso il successo

Negli ultimi anni, il mondo digitale è esploso e il web si è dimostrato uno strumento sempre più importante per le aziende di ogni settore. La creazione di un sito web è un passo cruciale per qualsiasi attività che desideri farsi conoscere online. In questa guida, vedremo i 5 passi (più uno ) per realizzare un sito web di successo a Chivasso.

Passo 1: Definire gli obiettivi del sito web

La prima cosa da fare è stabilire gli obiettivi del sito web. Cosa si desidera ottenere con esso? Si vuole vendere prodotti online, fornire informazioni sulla propria attività, fornire un servizio di prenotazione o raccogliere i dati dei visitatori? La definizione di obiettivi chiari consentirà di creare un sito web efficace e utile per l’utente.

Spesso gli obiettivi di un sito web emergono durante l’analisi del progetto con un professionista che, tramite domande mirate, può far scoprire all’utente delle necessità del sito di cui non era consapevole. 

Passo 2: Pianificare la struttura del sito web

La struttura del sito web deve essere organizzata e intuitiva, in modo da permettere all’utente di trovare facilmente le informazioni di cui ha bisogno. In questo senso, è fondamentale creare un menu di navigazione chiaro e ordinato, in grado di guidare l’utente attraverso le varie sezioni del sito.

Ovviamente una buona pianificazione del sito web dipende anche dal passo precedente: modificare la struttura e l’organizzazione del sito in corso d’opera per via di un obiettivo non precedentemente identificato può portare ad una maggiore confusione.

Passo 3: Progettare l’aspetto del sito web a Chivasso

Il design del sito web deve essere accattivante e coerente con l’immagine dell’azienda. Inoltre, è importante che il sito sia responsive, ovvero che si adatti correttamente a tutti i dispositivi, dal desktop allo smartphone. Un sito web ben progettato è in grado di attirare l’attenzione dell’utente e di aumentare il tempo di permanenza sul sito stesso.

Un passo spesso sottovalutato sia dagli utenti che dalle attività commerciali è quello della progettazione del sito web. Molti, infatti, trascurano la progettazione ma questo passo è fondamentale per creare un buon sito web.

Passo 4: Sviluppare il sito web

La fase di sviluppo del sito web è quella in cui si creano le pagine web, si inseriscono le immagini e i contenuti, si installano i plugin necessari e si testa il sito. È importante che il sito sia facile da navigare e veloce nel caricamento delle pagine, in modo da evitare che l’utente abbandoni il sito.

Lo sviluppo del sito web è un processo lungo, che richiede competenza in molti aspetti della tecnologia moderna: servizi di hosting, database, programmazione e molto altro ancora.

Passo 5: Ottimizzare il sito web per i motori di ricerca

Un sito web ben ottimizzato per i motori di ricerca (SEO) è in grado di posizionarsi in modo efficace sui risultati di ricerca di Google. Ciò significa che è importante scegliere parole chiave pertinenti e utilizzarle correttamente nelle pagine web, inserire meta tag e descrizioni dettagliate, migliorare la velocità di caricamento e garantire un’esperienza utente di qualità.

L’ottimizzazione SEO è spesso considerata un “servizio extra”, ma gli studi professionali seri lo considerano ormai una parte fondamentale del sito. Questo perché senza una buona ottimizzazione SEO non si può ottenere alcun risultato dal punto di vista delle vendite, del marketing e così via.

Passo 6: Monitorare il sito web a Cvhiasso

Una volta che il sito web è online, è importante monitorare le statistiche per capire come viene utilizzato dai visitatori e quali sono le aree in cui si può migliorare. Per questo, è possibile utilizzare strumenti come Google Analytics, in grado di fornire informazioni dettagliate sul traffico del sito, sulle fonti di traffico, sul comportamento degli utenti e molto altro

Monitorare i siti web è un’operazione che molti, anche le grandi aziende, si dimenticano di mettere in pratica. Per questo motivo spesso si trovano dei siti datati, poco funzionali o addirittura poco sicuri per l’utente!

Conclusioni

Creare un sito web di successo a Chivasso richiede una pianificazione attenta e, possibilmente, la collaborazione con molti professionisti in diversi campi: dal design alla programmazione. La soluzione ideale sarebbe quella di trovare uno studio completo, che offra servizi di design, programmazione e ottimizzazione SEO in un solo pacchetto. 

Grafica a Chivasso: 8 consigli per scegliere il professionista giusto

La grafica è un elemento essenziale in qualsiasi attività di marketing, dal branding alla pubblicità online e offline. È importante lavorare con uno studio di grafica professionale e competente per ottenere risultati di alta qualità e rappresentare al meglio la propria attività o brand. In questo articolo, vedremo come scegliere uno studio di grafica a Chivasso, una città italiana situata nella provincia di Torino, in Piemonte.

Esperienza e competenza

La prima cosa da cercare in uno studio di grafica è l’esperienza e la competenza. Assicurati che lo studio abbia una vasta esperienza nel campo della grafica, con competenze che includono la progettazione di loghi, la creazione di brochure e volantini, l’ideazione di campagne pubblicitarie e l’elaborazione di materiali per il web.

Inoltre, è importante assicurarsi che lo studio abbia un portfolio di progetti completati che dimostrino la loro esperienza e le loro competenze. Guarda i loro progetti precedenti e valuta la qualità del loro lavoro e se il loro stile si adatta alle tue esigenze.

Servizi offerti dagli studi di grafica a Chivasso

Ogni studio di grafica offre una vasta gamma di servizi, ma non tutti gli studi sono creati uguali. Assicurati che lo studio offra tutti i servizi di cui hai bisogno, tra cui:

  • Progettazione del logo;
  • Progettazione di materiali pubblicitari come brochure, volantini e manifesti;
  • Progettazione di siti web e landing page;
  • Progettazione di materiali per le reti sociali e la pubblicità online;
  • Progettazione del packaging del prodotto;

Comunicazione

Molti studi di grafica trascurano la comunicazione: uno degli aspetti più importanti della pubblicità e del marketing. Le capacità comunicative di uno studio possono essere difficili da valutare, anche perché gli stili di comunicazione variano e sono tutti, più o meno, validi.

E’ bene, quindi, fare una veloce analisi dello stile di comunicazione dello studio, per capire se possa adattarsi alle esigenze della tua attività. E’ una buona idea anche chiedere se sia possibile cambiare o adattare lo stile dello studio per seguire determinati progetti.

Costi e budget

Quando si sceglie uno studio di grafica, è importante considerare il costo dei loro servizi e il proprio budget. Assicurati di conoscere il prezzo dei loro servizi e se corrisponde al tuo budget.

Sicuramente gli studi di grafica migliori sapranno anche offrire dei prezzi speciali per pacchetti speciali, collaborazioni e così via.

Tempo di consegna

Il tempo di consegna è un altro fattore importante da considerare quando si sceglie uno studio di grafica. Chiedi loro quanto tempo impiegheranno per completare il tuo progetto e assicurati che la loro tempistica si adatti alle tue esigenze.

Inoltre, controlla se lo studio di grafica ha un processo di revisione e se ti permette di apportare modifiche al tuo progetto prima della consegna finale. Questo è particolarmente importante se hai bisogno di fare modifiche e apportare aggiustamenti per ottenere i risultati desiderati.

Reputazione e recensioni degli studi di grafica a Chivasso

La reputazione e le recensioni sono un’ottima fonte di informazioni su uno studio di grafica. Cerca recensioni online e chiedi ai loro clienti precedenti come è stata la loro esperienza di lavoro. 

Ovviamente le recensioni online possono essere leggermente fuorvianti: purtroppo gli utenti tendono ad esagerare le proprie posizioni, sia in negativo che in positivo. Tuttavia chiedere direttamente ai clienti precedenti dello studio può essere un’ottima idea per farsi un’idea di come lavori lo studio e quali risultati abbia raggiunto

Servizi Extra

Non tutti gli studi di grafica pubblicitaria a Chivasso offrono dei servizi extra. Questi servizi solitamente richiedono l’intervento di professionisti e collaboratori non specializzati nella grafica. Si parla di attività come

  • Sviluppo siti web;
  • Ottimizzazione e gestione SEO;
  • Sviluppo piani editoriali e campagne pubblicitarie;
  • Ricerche di mercato;
  • Gestione pagine social.

Questi servizi, pur non essendo prettamente definibili come “grafica”, sono comunque molto legati all’ambiente in questione. Per questo motivo è bene considerare studi completi che possano seguire interi progetti ed attività: dalla creazione del logo fino allo sviluppo delle campagne pubblicitarie.

Stile

Come per ogni lavoro creativo, anche negli studi di grafica troviamo uno stile. Lo stile dello studio è un aspetto fondamentale per la scelta. Dando un’occhiata al portfolio dello studio potrete trovare sicuramente molti esempi degli stili che lo studio può utilizzare.

Detto questo, abbiamo concluso la nostra rapida guida su come scegliere uno studio di grafica a Chivasso, grazie per l’attenzione!

Watersnakes

Watersnakes Book Cover Watersnakes
Tony Sandoval
Comics & Graphic Novels
Prospero's books. Extra
2017
Copertina rigida
138

"Seguimi! Siamo degli animali adesso. Io sono una volpe e tu un serpente d'acqua con una maschera da coniglio!"

Watersnakes è un fumetto di Sandoval su cui c’è molto da dire.

Per quanto riguarda le illustrazioni non si può che elogiare l’artista per le splendide tavole ad inchiostro e acquerello. Il volume contiene pochissimo testo e tantissime immagini, molte di queste sviluppate in sequenze oppure come tavole singole a pagina intera. Questo permette di seguire molto bene la storia, nonostante il testo sia minimo. D’altro canto per quanto riguarda il testo e la trama personalmente ho avuto qualche perplessità.

Mi spiego meglio: la storia vede come protagoniste i due ragazzine, una di queste è umana mentre l’altra è un fantasma. La ragazzina umana, Maila, e l’unica a poter vedere la giovane amica: morta per avvelenamento, per aver ingerito un polipo all’età di cinque anni. La giovane ragazzina fantasma vuole ora essere liberata da questa condanna, che la vede trasformarsi in polpo di tanto in tanto, e che la costringe a perdere i denti ogni notte perché questi si trasformino in fantasmi a loro volta e vaghino per l’universo.

Per sconfiggere questa maledizione le due ragazzine devono compiere una sorta di rituale, durante il quale dura prova la loro capacità di combattere la paura e l’importanza della loro amicizia. Il testo si conclude con due colpi di scena: il primo riguarda la ragazzina fantasma con una svolta radicale nella propria vita, mentre l’altro riguarda Maila e lascia il lettore con un punto interrogativo alla fine della lettura, con una sorta di finale a doppia interpretazione.

Con una prima veloce lettura si potrebbe pensare che questa sia una storia fine a se stessa e con tanti elementi inseriti a caso. Tuttavia se la si è analizzata più a fondo, si scoprirà che i significati nascosti all’interno del fumetto sono molti: l’evoluzione del personaggio, i problemi adolescenziali, il desiderio, e il rapporto con la morte, ecc (tutto tramite il pov di una ragazzina). Le mie perplessità, di cui ho accennato all’inizio, stanno nel fatto che per come è strutturato il fumetto (quantità di testo, immagini ecc), tutti questi significati rischiano di essere messi (troppo) in secondo piano, nascosti sotto le stranezze della storia.

Perciò, per mio gusto personale, ho apprezzato Watersnakes molto di più l’aspetto estetico del contenuto.
Consiglio comunque questo libro agli appassionati e ai pionieri delle graphic novel.


Altri spunti di lettura: illustrati e fumetti

@alice.sogno

Arte del ‘900 europeo

Introduzione all’arte del ‘900 europeo

L’arte del ‘900 europeo ha rappresentato una rivoluzione artistica, culturale e sociale senza precedenti nella storia dell’umanità. Questa rivoluzione ha avuto inizio all’inizio del secolo e si è esteso fino agli anni ’70, influenzando l’arte in tutto il mondo: nei vari settori artistici ogni decade è stata segnata da una piccola rivoluzione, fino ad arrivare all’esplosione degli anni ’70, che hanno segnato un altro grosso cambiamento nella società – soprattutto grazie all’avvento di nuovi mezzi di comunicazione, al mondo della musica e del cinema, oltre a quello dell’arte per come la andremo ad affrontare di seguito. L’arte del ‘900 europeo ha coinvolto una vasta gamma di stili, tra cui il cubismo, il futurismo, l’espressionismo, il surrealismo e il dadaismo. Di seguito alcune nozioni essenziali.

Cubismo

Il cubismo è stato uno dei movimenti artistici più influenti del 900 europeo. Questo stile artistico ha avuto inizio nel 1907 con l’opera Les Demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso. Quattro caratteristiche importanti del Cubismo sono l’applicazione di prospettive multiple, l’uso di forme geometriche, una tavolozza di colori monocromatici e un piano dell’immagine appiattito. Il cubismo ha avuto un impatto significativo sulla cultura dell’epoca, influenzando altri settori artistici come la moda, la letteratura e la musica.

Futurismo

Il futurismo è stato un movimento artistico che ha avuto inizio in Italia nel 1909. Il futurismo si caratterizza per l’interesse nei confronti della velocità, della tecnologia e della modernità. Il Futurismo è stato il primo movimento d’avanguardia italiano, nato con la pubblicazione del Manifesto del futurismo da parte di Marinetti sul giornale parigino “Le Figaro”. Vi si mescolavano elementi ideologici ripresi da Nietzsche, Bergson, Sorel, D’Annunzio, Zola ed altri ancora. Le principali caratteristiche del movimento futurista comprendono: la frattura con la tradizione, la sperimentazione di nuove tecniche stilistiche, l’esaltazione della velocità, l’esaltazione della guerra e l’individualismo. Il futurismo ha avuto un impatto significativo sulla cultura italiana dell’epoca e quella a venire.

Espressionismo

L’espressionismo emerse per la prima volta nel 1905, in Germania, con Ernst Ludwig Kirchner  – che fondò il gruppo Die Brücke (il Ponte) nella città di Dresda. Gli artisti espressionisti spesso impiegavano pennellate  ondeggianti ed esasperate nella rappresentazione dei loro soggetti. Queste tecniche avevano lo scopo di trasmettere lo stato emotivo dell’artista che reagiva all’ansia, alla paura e alla rabbia del mondo moderno.
L’espressionismo ha influenzato anche il mondo della letteratura, della musica e del teatro.

Dadaismo
Il Dadaismo è una tendenza culturale nata a Zurigo, nella Svizzera neutrale della prima guerra mondiale, e sviluppatasi tra il 1916 e il 1920. Caratteristiche principali del Dadaismo erano: La negazione dell’arte in quanto espressione prettamente borghese. L’atteggiamento irrazionale (opere composte con elementi casuali, ecc), con l’intenzione di “distruggere” il concetto d’arte.

Surrealismo

Il surrealismo è stato un movimento artistico che ha avuto inizio a Parigi negli anni ’20. Il surrealismo è uno stile nell’arte e nella letteratura in cui idee, immagini e oggetti si combinano in modo strano, come in un sogno. Lo scopo del surrealismo è quello di rappresentare visioni oniriche e psicologiche senza i vincoli della logica e della ragione. Uno dei maggiori esponenti è stato Salvador Dalì.

 

 

Il sogno

Il sogno Book Cover Il sogno
Mary Shelley
Gotico, Racconto, Classico
La Vita Felice
2019
Copertina flessibile
67

The Dream (“Il sogno”) è un racconto gotico scritto da Mary Shelley e pubblicato per la prima volta sull’annuario letterario «The Keepsake» nel 1832. Era accompagnato da un’illustrazione dipinta da Louisa Sharpe e incisa da Charles Heath. Da allora è stato ristampato in diverse antologie. La riproduzione di un manoscritto olografico del racconto, conservata nella Carl H. Pforzheimer Library di New York, mostra come Mary Shelley abbia modificato la versione originale del racconto per adattare meglio il personaggio di Constance all’illustrazione di Louisa Sharpe. Ambientato in Francia intorno al volgere del XVII secolo, è la storia di una giovane donna, la contessa Constance di Villeneuve, innamorata di Gaspar de Vaudemont, figlio del nemico di suo padre. Poiché i loro padri si erano uccisi l’un l’altro in battaglia, Constance è divisa tra il suo amore per Gaspar e il senso del dovere nei confronti del defunto padre.

Il sogno di Mary Shelley è un racconto breve in pieno stile gotico, stile caratteristico dell’autrice.

In breve la storia è questa: una coppia di amanti si trova ad affrontare scelte di vitale importanza. Il ragazzo e la ragazza infatti sono figli di due famiglie rivali, che hanno portato avanti litigi e scontri fino al punto di commettere omicidi.

A farne le spese sono stati il fratello e il padre della ragazza, e il principale sospettato è proprio lo sventurato ragazzo di cui lei è innamorata. I due giovani amanti hanno portato avanti una relazione in segreto per diverso tempo, fino a quando i sospetti di questo terribile crimine hanno fatto allontanare la ragazza dal suo amato.

Nonostante i ripetuti tentativi da parte di lui di dimostrare la sua innocenza, la ragazza è dibattuta a tal punto di non riuscire a scegliere tra amore e famiglia. Il racconto infatti viene narrato attraverso il punto di vista della ragazza, che vive una lotta interiore estenuante tra il suo smisurato affetto nei confronti del giovane e i sensi di colpa nei confronti dei suoi cari defunti.

Non potendo trovare una soluzione al suo dilemma e trovandosi ormai prossima al ritiro in convento, decide – su consiglio di una persona amica – di recarsi su una sorta di “roccia della verità“, ossia una sporgenza a picco sulla Loira che, secondo la leggenda, porterebbe consiglio durante la notte.

Per affrontare la sfida la ragazza deve recarsi da sola sul promontorio e addormentarsi, con il rischio di cadere nel fiume e morire. L’epilogo sarà assolutamente positivo e i due potranno coronare il loro Sogno d’amore senza doversi sentire in colpa per rivalità ormai passate, ma la parte più coinvolgente del racconto è sicuramente l’analisi interiore dei pensieri e degli stati d’animo della ragazza, nonché l’aspetto gotico tipico di Mary Shelley.

Prima di arrivare al fatidico sogno infatti la ragazza ha delle visioni di fantasmi dei suoi cari defunti, viene perseguitata da allucinazioni e in qualche modo vive parallelamente ad un senso di morte incombente. In conclusione si tratta di un racconto breve ma molto intenso e caratteristico: uno stile gotico incredibilmente elegante e curato che spinge a leggere una pagina dopo l’altra senza fermarsi.

Mary Shelley, benché sia conosciuta principalmente per la sua opera maggiore – Frankenstein, ha scritto in realtà molti altri romanzi e racconti gotici, nonché articoli di giornale, poesie e romanzi storici.

Solo recentemente alcuni dei suoi scritti sono stati rivalutati e tradotti in molti paesi e riportati alla portata di tutti. In questo caso una nota di merito va fatta anche all’edizione, che presenta il testo inglese e il testo italiano a fronte, un piccolo gioiellino da conservare e rileggere davanti a un camino e una tisana calda. Buona lettura!

@alice.sogno

 

La storia segreta di una contessa irlandese

La storia segreta di una contessa irlandese Book Cover La storia segreta di una contessa irlandese
Joseph Sheridan Le Fanu
Giallo, Epistolare
ABEditore
2020
Copetina flessibile
100

La storia segreta di una Contessa irlandese è un racconto di Joseph Sheridan Le Fanu appartenente ai Purcell Papers (1880), una raccolta di leggende sul soprannaturale e dell’orrore tratte dalla tradizione irlandese. Questo racconto, in particolare, porrà le basi da cui Le Fanu trarrà ispirazione per il famoso romanzo gotico Uncle Silas. Interessante notare come il testo faccia parte di quel sottogenere poliziesco conosciuto come “enigma della camera chiusa”, in cui l'indagine si svolge intorno a un delitto compiuto in circostanze apparentemente impossibili - come quello scoperto in una camera chiusa dall'interno - e come sia esso un primissimo esempio di questa particolare forma narrativa. Nonostante abbia tutte le carte in regola per essere indicato come un primo esperimento del genere, è anche importante notare la riuscita da parte dell’autore nel mettere in evidenza il lato di orrore psicologico che si rivela con il dipanarsi della trama. Alla morte del padre, l’ereditiera Lady Margaret va a vivere con lo zio Sir Arthur e la sua famiglia fino al raggiungimento della maggiore età. L’uomo vive in isolamento volontario nel suo lugubre castello, dopo essere stato accusato di un omicidio accaduto in quel luogo anni prima. Ma lei non ha dubbi sulla sua innocenza, e si sente accolta e benvoluta da lui e dal resto dei famigliari. Non sa, però, che qualcuno sta tramando nel buio per impossessarsi del suo patrimonio, e che presto quel castello diventerà una prigione. La sua ribellione e i continui tentativi di salvezza potrebbero costarle la vita…

La storia segreta di una contessa irlandese è un racconto di Joseph Sheridan Le Fanu pubblicato nell’800 ed ora portato in Italia da ABEditore, nel “funesto anno 2020”.

L’autore di questo racconto è celebre soprattutto per essere stato il primo a portare nella letteratura inglese la figura del vampiro, l’unico precedente a Bram Stoker.

In questo racconto vediamo come protagonista una giovane donna che è rimasta orfana di madre da piccola e di padre prima del compimento della maturità viene mandata a vivere con lo zio ed il cugino.

La giovane donna non ha mai nutrito una grande simpatia per lo zio né tantomeno per il cugino, con ha avuto corrispondenza nel periodo precedente al suo trasferimento. Il cugino infatti è sempre risultato una persona poco raccomandabile, antipatica e con cattiva intenzione; mentre lo zio confidava essere una persona migliore, soprattutto per via della stima che il padre riponeva in lui.

Dopo un breve periodo trascorso tutti sotto lo stesso tetto, il cugino si offre di diventare suo sposo, ma lei rifiuta categoricamente sottolineando la repulsione che prova nei confronti di questa persona.

Zio e cugino si ritrovano ad essere molto offesi e contrariati da questa decisione, perciò escogitano un piano per ottenere comunque i loro interessi.

La giovane donna inizia a sospettare che i due stiano tramando qualcosa a suo discapito e si confida unicamente con la cugina minore.

In un primo momento sembra che lo zio voglia essere accondiscendente con lei e rispettare la sua scelta di non sposare il figlio: questo infatti sembra essere partito per non ritornare.

Si scoprirà invece che il temibile cugino non è mai partito e,anzi, ha pessime intenzioni nei confronti della ragazza. La poverina si salverà solo grazie al suo sesto senso e alla sua furbizia, che l’hanno condotta a prendere precauzioni nei confronti di questi parenti scellerati.

Tutta la vicenda viene raccontata in prima persona dalla ragazza che si confida in una lettera ad un amico e riporta i fatti in ordine cronologico per come li ha vissuti e per come sono accaduti. Si tratta quindi di una sorta di racconto epistolare benché la lettera sia soltanto una.

La storia segreta di una contessa irlandese

Lo stile dell’autore è incredibilmente elegante e scorrevole come d’altronde la maggior parte degli scritti che appartengono alla sua epoca: oggi lo potremmo definire un racconto thriller o quantomeno con degli elementi del giallo classico, benché non ci siano vere e proprie indagini, ma semplicemente un racconto passo a passo di come si sono svolti gli eventi.

Non ci sono elementi che lo rendano gotico, non ci sono fantasmi, apparizioni e simili, ma l’atmosfera che si percepisce è quella gotica.

Nota: edizione spettacolare ABeditore con illustrazioni e prefazione.

L’avversario

L'avversario Book Cover L'avversario
Emmanuel Carrère
Biografia
Adelphi
2013
169

"Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L'inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient'altro. Da diciott'anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare. È stato condannato all'ergastolo. Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell'uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un'autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in un'esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato - e turbi, credo, ciascuno di noi." (Emmanuel Carrère)

L’avversario di Emmanuel Carrère è un libro che, sotto forma romanzata, racconta un fatto di cronaca realmente accaduto che ha coinvolto una famiglia come tante negli anni ’90.

Si tratta di un testo particolarmente intenso e disturbante in quanto narra i fatti accaduti tramite la voce narrante dell’autore, che propone se stesso come personaggio attivo all’interno della storia.

Questo mette sia l’autore che il protagonista, che andremo a vedere tra poco, in posizioni tutt’altro che semplici da gestire.

Come spiegato dall’autore stesso all’inizio del romanzo, si è riproposto di ripercorrere l’intera vicenda che ha sconvolto un’intera nazione, seguendo passo dopo passo i pensieri, le abitudini, le azioni e le conseguenze di quest’uomo che è arrivato a sterminare la propria famiglia in modo così brutale.

Per riassumere il fatto di cronaca si può dire che quest’uomo di mezza età sia arrivato a non riuscire più a sostenere l’esistenza delle menzogne che aveva strutturato e per questo motivo è arrivato ad uccidere la propria moglie ed i propri figli, nonché i genitori.

L’aspetto su cui vuole incentrare il proprio testo l’autore è quello psicologico, ossia come possa un uomo arrivare a a compiere un atto così estremo ed ingiustificabile, quali siano le cause scatenanti e le sfaccettature psicologiche che devono avere accompagnato le sue decisioni fino all’atto finale.

Secondo quanto ricostruito dall’autore, basandosi sulla corrispondenza, sulle udienze e sui colloqui con l’assassino, tutto ha avuto origine da una singola bugia: Jean Claude Romand, giovane studente universitario, non riesce a superare un importante esame di medicina e, al posto di fare altri tentativi o dichiarare il temporaneo fallimento alla famiglia, decide di raccontare l’opposto.

L’esame è stato quindi superato senza problemi e così anche quelli successivi, Jean Pierre conclude l’università, diventa dottore, trova occupazione in un importante ospedale in cui si occupa di ricerca a stretto contatto con le figure più importanti dell’ambiente, si sposa con una donna amorevole con cui ha due figli.
Continua la sua carriera, continua a mantenere amicizie e contatti, la sua vita è invidiabile.

In realtà soltanto il matrimonio e i due figli sono reali in questo racconto. Tutto il resto è frutto della sua fantasia, o meglio di una serie di menzogne che ha dovuto portare avanti per non fare crollare il suo castello di carte.

L’autore quindi cerca in questa sua versione romanzata della vicenda di analizzare le motivazioni e le dinamiche che possono portare un uomo a comportarsi in questo modo. L’autore si dimostra estremamente comprensivo e cerca di riportare i fatti, sempre sottolineando l’aspetto umano che lo ha condotto ad intraprendere questo percorso (e d’altro canto anche l’aspetto umano che si cela dietro atti scellerati come quelli riportati poco fa).

Dopo aver terminato il libro credo che la chiave di lettura sia proprio questa: l’umanità.

L’autore si ritrova infatti a porsi delle domande sulla sua stessa posizione rispetto alla vicenda, nonché sui suoi valori e su quelli che mediamente contraddistinguono gli individui e la società.

Per quanto mi riguarda trovo molto affascinante l’analisi di qualsiasi tipo di percorso mentale e aspetto psicologico che possa celarsi dietro ogni cosa, positiva o negativa che sia.

Ciò non toglie che nessun atto, più o meno grave, fino a sfociare in tragedie come quelle che hanno riguardato la famiglia del protagonista, possa essere in alcun modo giustificato, normalizzato o reso umano.

Non ha importanza quale sia la giustificazione, la causa o il trauma che ha segnato una persona, ciò che conta è sempre quello che quella persona diventa e fa nel corso della sua vita.

Per esempio nel caso del protagonista le cause scatenanti sono da imputarsi ad una famiglia in cui, citando l’autore, tutto doveva essere estremamente candido e trasparente ma allo stesso tempo vigeva questa aura di rigore e obbligo che automaticamente portava a dire bugie, o quantomeno evitare il confronto.

Secondo questa spiegazione quindi il protagonista sarebbe stato indotto sulla sua strada di menzogne per via di piccole bugie che si sono protratte nel tempo per non dover affrontare la realtà e non dover deludere la famiglia o se non altro condividere il proprio fallimento.

Ma, come detto in precedenza, qualsiasi sia la causa o il punto di partenza, non c’è giustificazione per l’arrivo.

Due note di merito vanno fatte assolutamente all’autore: in primo luogo per la discrezione e lo stile con cui ha narrato la vicenda e in secondo luogo per l’aver messo in discussione se stesso e l’intera società facendo capire che il passaggio tra un lato e l’altro della barriera, tra bene e male, tra stabilità e crisi, è molto sottile e chiunque può trovarsi a passare da un lato all’altro senza nemmeno accorgersene.

In conclusione si tratta di un libro molto difficile da metabolizzare, un libro che offre molti spunti di riflessione e che sicuramente rimane impresso nella memoria.
Lo consiglio a chiunque voglia indagare tra gli aspetti psicologici dell’essere umano e a chiunque si senta di affrontare una lettura particolarmente disturbante e ricca di spunti di riflessione.

 

Ricette dal mondo di Tolkien

Le ricette dal mondo di Tolkien. Per deliziosi, irresistibili banchetti Book Cover Le ricette dal mondo di Tolkien. Per deliziosi, irresistibili banchetti
Robert Tuesley Anderson
Cucina
Demetra
2022

Avete mai desiderato assaggiare il succulento Pasticcio di maiale servito da Bilbo o i deliziosi dolcetti al miele di Beorniani? In questo libro troverete oltre 75 ricette per un viaggio culinario nella Terra di Mezzo pieno di sorprese gustose. Entrate nel fantastico mondo di Tolkien attraverso i piatti succulenti ispirati ai suoi personaggi e ai suoi libri più celebri, per squisiti, irresistibili banchetti.

Il libro

Ricette dal mondo di Tolkien è un libro di cucina “alternativo”. Si ripropone di divulgare l’arte culinaria che presumibilmente ha attraversato le ere e i luoghi de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.

La suddivisione delle ricette è insolita: colazione, spuntini, pranzo, ora del tè, cena e bevande. Questo implica che ci siano piatti in ordine sparso rispetto ad un libro di cucina tradizionale, ma è appropriato per un testo di ispirazione fantasy e, in ogni caso, è provvisto di indice all’inizio.

Le ricette del mondo di Tolkien

Alcune ricette sembrano più attendibili o verosimili di altre, per via degli ingredienti o dell’aspetto. Altre ricette, invece, sono piatti “che vanno di moda” contestualizzate nel mondo tolkieniano. Per esempio il Pesce crudo alla Gollum non è altro che sushi. Una parte delle ricette è stata associata ad un personaggio (per esempio il tortino di Bifur), mentre altre ricette si ispirano ad un popolo in generale (nani, elfi, Hobbit, orchi, ecc).

Personalmente ho trovato molto più appropriate le ricette di stufati e contorni, dolci da tè e torte perché inconsciamente le ho associate al fantasy classico di ispirazione medievale. Molto carina l’idea di inserire anche bevande come l’idromele o il vino caldo speziato (aka vin brulé).

Conclusioni

Ricette dal mondo di Tolkien è un libro da collezione, per appassionati. Ben fatto, curato, in un’edizione con copertina rigida e illustrazioni interne che raffigurano Bilbo, Gollum e altri personaggi, oltre ai piatti e ad alcuni paesaggi in stile acquerello.

Consiglio questo libro ai fan delle due saghe di Tolkien ma anche ad appassionati di cucina non convenzionale e di giochi di ruolo. Già immagino una campagna di DnD abbinata ad uno spuntino da Hobbit o ad un pranzo al sacco da elfo… buona lettura e buon appetito, creature della Terra di Mezzo!

Il mostruoso femminile

Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne Book Cover Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne
Jude Ellison Sady Doyle
Social Science
2021
304

Se un mostro è un corpo spaventoso perché fuori controllo, una donna mostruosa è una donna libera dal controllo dell'uomo. "Il mostruoso femminile" è un saggio sulla natura selvaggia della femminilità, che viaggia tra mito e letteratura, cronaca nera e cinema horror, mostrando la primordiale paura che il patriarcato nutre da sempre nei confronti delle donne. Da "L'esorcista" alla dea babilonese Tiamat, dalla biblica Lilith a "Giovani streghe", attraversano leggende e vite dimenticate, Jude Ellison S. Doyle compie un viaggio alla scoperta dell'oscura potenza delle donne, rivendicando l'orrore come forza creatrice, capace di rompere le catene millenarie dell'oppressione patriarcale.

Il  mostruoso femminile è un saggio sulla figura della donna e il ruolo che ha avuto nei secoli, nonché su come è stata demonizzata a più riprese da parte della cultura di massa.

Un saggio corposo e pieno di spunti di riflessione, è un libro delicato e feroce. È un libro che fa male, perché mette insieme tutto ciò che ogni donna sa e sente dentro di sé come retaggio di generazioni su generazioni di madri e figlie che lottano nell’ombra contro un patriarcato e una misoginia che hanno impregnato ogni ambito della loro quotidianità.

Si può analizzare questo saggio in molti modi perché contiene moltissimi riferimenti diversi: dall’antichità ai giorni nostri, dalla mitologia alla religione, fino alla letteratura e alla cinematografia.

Ma in ogni caso è la figura della donna a far paura, più dell’individuo in sé: una figura che fa paura in qualsiasi modo la si metta. Una volta è strega, una volta è madre o non lo è, una volta è troppo potente, un’altra volta è semplicemente troppo.

È la vita di tutti i giorni che riecheggia nei secoli passati: cambia il contesto, non cambiano i fatti.

Le donne sono state uccise, umiliate, sterminate, alienate, rinchiuse, bruciare, derise, sfruttate, venerate ma quasi sempre con timore.

Eppure non è stato sempre così, o quantomeno non dappertutto. Se si cercasse di avere una visione globale e distaccata (per quanto possibile) di questo argomento, si scoprirebbe se non altro che in ogni epoca (pre-cristiana, medievale, ad esempio), la donna non è stata annientata. Anzi, analizzando la storia con una lente di ingrandimento si vedrà che in ogni epoca la donna ha fatto la differenza, nell’ombra e il più delle volte senza riconoscimento ma l’ha fatto. Uno dei problemi fondamentali della differenza di genere è proprio la tendenza a modificare il passato (un esempio su tutti: il Medioevo) fino a ricordare sporadici eventi che hanno visto le donne protagoniste.

Detto ciò, tengo a precisare che non sto in alcun modo minimizzando la situazione attuale, la disparità di genere o la misoginia che imperversa sul mondo “civilizzato”, sto solo cercando di avere una visione generale dell’argomento ed evidenziare il fatto che dipenda quasi esclusivamente dell’educazione e dalla “cultura” che viene messa a disposizione.

E qui torniamo al saggio Il mostruoso femminile:

un saggio di portata epica ma che, per mio gusto personale, avrei preferito meno polemico.

Mi spiego meglio: un saggio (o qualsiasi mezzo) che porti a conoscenza di fatti reali (riguardo le donne, per esempio: stragi, ingiurie, ecc), porta automaticamente il lettore a riflettere, ad arrabbiarsi, ad agire di conseguenza.

In questo saggio la posizione dell’autrice è chiara dalle prime righe. Posizione di opposizione al patriarcato e alla misoginia che non si può non condividere al 100% e sulla quale mi trovo assolutamente d’accordo.

Ma, appunto, avrei preferito leggere un saggio che mettesse in evidenza i fatti in modo oggettivo, non polemico. La polemica e la ribellione sono una conseguenza. Qui, invece, si ha una polemica costante sullo stereotipo del maschio bianco cisgender contemporaneo e non credo che sia ciò di cui abbiamo bisogno. La “polemica” è ormai all’ordine del giorno e sta addirittura portando la donna a privarsi di ciò che la caratterizza, piuttosto che ad ottenere dei benefici.

Entrambe le parti (donna libera vs uomo misogino) hanno bisogno di conoscere i fatti, comprendere che la realtà “naturale/spontanea” non concepisce nemmeno il problema delle due posizioni opposte e agire di conseguenza.

Si tratta di un discorso delicato e feroce, proprio come questo saggio che, in ogni caso reputo estremamente ricco e ben fatto. Il mio pensiero personale non vuole togliere nulla alla grandezza di questo testo, vuole semplicemente essere una riflessione aggiuntiva e costruttiva per evitare che si faccia confusione.

Mi spiego con un esempio: trovo ingiusto che pietre miliari come Lucy di Bram Stoker, in Dracula, vengano connotate come negative perché fanno paura. O che Bram Stoker stesso sia definito misogino per quel personaggio. Che Lucy faccia paura perché insaziabile di amore e passione è un dato di fatto. Ma se così non fosse cosa otterremmo? Una storia inutile. La paura è un’emozione, al pari di tutte le altre, e fa parte dell’essere umano. Ciò che è sbagliato è la conseguenza: l’uomo ottuso che non la affronta, non la comprende, ma la reprime.

In ogni caso: consiglio questo libro a TUTTI. Leggetelo, leggetene altri e cercate di avere una visione globale di tutto ciò.

La strada senza ritorno

La strada senza ritorno Book Cover La strada senza ritorno
Andrzej Sapkowski
Fantasy, raccolta di racconti
Nord
2017-10
420

Un cavaliere costretto a combattere per una congrega di maghi potenti e senza scrupoli; un manipolo di soldati finiti per sbaglio nell’inquietante città delle streghe; una giovane pronta a stringere un patto con un demone, pur di vendicarsi di chi le ha mancato di rispetto; un re trincerato nella torre più alta del suo castello, in attesa che avvenga un miracolo… I personaggi che animano gli otto racconti raccolti in questo libro si trovano loro malgrado ad affrontare sfide pericolose e scelte impossibili, battaglie sanguinose e tradimenti inaspettati. Armati solo del proprio coraggio, dovranno attingere a ogni risorsa immaginabile per sopravvivere in un mondo in cui nulla è come sembra, in cui il mostro più feroce si nasconde dietro la maschera dell’uomo comune e persino il più innocente dei sorrisi può celare una minaccia letale

La strada senza ritorno (Maladie i inne opowiadania) è una raccolta di racconti scritta dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski.

Su esplicita richiesta dell’autore, nell’edizione italiana sono stati esclusi i racconti Coś się kończy, coś się zaczyna (Qualcosa finisce, qualcosa comincia) e Bitewny pył (La polvere della battaglia).

Ma facciamo un passo indietro: la saga che ha reso celebre l’autore nel mondo è chiaramente The Witcher, anche grazie agli adattamenti che hanno visto lo strigo protagonista di videogiochi e serie TV. Ciò non toglie che Sapkowski avesse già raggiunto una notorietà non indifferente grazie ai suoi racconti, pubblicati su riviste e antologie.

In Italia, infatti, l’uscita della saga dello strigo si è fatta attendere diversi anni rispetto alla prima pubblicazione, ma Editrice Nord ha “recuperato in fretta”, pubblicando i 5 romanzi e le 2 raccolte di racconti in poco tempo.

Successivamente però, al posto di puntare sulle saghe più recenti, la casa editrice italiana ha scelto di pubblicare una racconta contenente racconti decisamente più datati rispetto allo Strigo.

In questa raccolta troviamo quindi otto racconti diversi in tutto: personaggi, ambientazione, ma soprattutto genere.

C’è del fantasy classico (racconto che si ricollega alla saga dello strigo tramite la storia della madre), c’è della fantascienza e dell’horror cosmico in stile Lovecraft.

Questo può essere destabilizzante: per i lettori che hanno conosciuto l’autore esclusivamente per The Witcher – e, magari, scoprendo prima il franchise e poi la saga – sarà probabilmente difficile apprezzare questa raccolta.

Ma attenzione, va fatta una precisazione: la saga dello strigo non è stata scritta in un giorno, ha accompagnato l’autore per anni. Anni in cui, ovviamente, l’autore stesso si è evoluto nelle capacità e nello stile che lo rende unico.

Questa raccolta va letta proprio in questo modo, nell’ottica di ammirare l’evoluzione dell’autore e di apprezzarne le abilità nello scrivere generi diversi e non esclusivamente fantasy classico.

Perciò, a mio avviso, il “flop” che sembra aver colpito La strada senza ritorno soprattutto sul web e sui social è dovuto a come è stata presentata la raccolta, ossia una serie di racconti inerenti o affini alla saga dello Strigo. Manovra utile alla vendita, ma non alla soddisfazione dei fan del Witcher, che si sono trovati a pensare “ah, ma quindi Geralt non viene nemmeno nominato?”.

Detto ciò, se ci si approccia alla lettura dei racconti in modo consapevole, o quantomeno con un po’ di spirito d’avventura, non si rimarrà certamente delusi.

Sapkowski dimostra in questa raccolta sue capacità sotto molti punti di vista, a partire dal cambiamento repentino di genere, fino al fatto di saper creare un intero mondo, atmosfera e ambientazione, personaggi e trame in un racconto, che è ben diverso da un romanzo perché obbliga l’autore a concentrare tutto in poche pagine e a dover comunque avere lo stesso effetto di trasporto e coinvolgimento del lettore.


Dopo questa lunga premessa, ecco i racconti:

  1. La strada da cui non c’è ritorno, prequel della saga del celebre Strigo, che vede come protagonista Visenna, la madre di Geralt;
  2. I musicanti, retelling psichedelico de I musicanti di Brema dei fratelli Grimm;
  3. Tandaradei! racconto horror psicologico che come elemento horror ha la trasformazione di una donna in chiave sessuale; la storia è scritta attorno ad una poesia, cosa che rende tutto ancora più delicato e allo stesso tempo più horror. Qui, ancora una volta, Sapkowski dimostra la sua incredibile capacità di scrivere personaggi. Non solo personaggi maschili, scrivere di donne in modo credibile e verosimile;
  4. Nel cratere della bomba: una guerra futuristica che mescola elementi attuali r fantascienza;
  5. Pomeriggio doratoretelling di Alice nel paese delle meraviglie, narrato dal punto di vista dello Stregatto;
  6. I fatti di Mischief Creek: streghe nel vecchio west, scontri tra puritani e donne “strane”;
  7. Spanienkreuzscience fiction ambientato in Spagna, scritto per una convention letteraria spagnola a tema noir.
  8. Maladieretelling del grande classico di Tristano e Isotta.

Una nota di merito, ulteriore, va fatta all’autore per le premesse scritte ad ogni racconto: Sapkowski si è “tolto tanti sassolini dalle scarpe”, restituendo un po’ di ciò che si è sentito dire nel corso della carriera. Ora può, e fa bene.

Per concludere, a differenza di ciò che ho letto qua e là, mi sento di consigliare questa raccolta ad un pubblico molto vasto e variegato, benché Sapkowski non sarà mai apprezzato universalmente – o lo si ama o lo si odia. Ma ogni racconto è a sé stante e può aggiungere un nuovo lettore alla schiera di fan di Sapkowski. Anzi, forse sarebbe consigliabile leggere prima i racconti e poi le saghe.