Buon venerdì lettori! Finalmente torna l’#ArtFriday e il tema di oggi è il blu nell’arte!
Se avete seguito gli articoli precedenti riguardanti i colori nell’arte, sapete come ogni colore possa assumere diversi significati, in base a come viene utilizzato e in quale contesto.
Il colore blu si ottiene dalla sintesi additiva dei colori (quella composta da verde-rosso-blu). Mentre nella sintesi sottrattiva si ottiene mescolando il ciano e il magenta.
“Una mattina, siccome uno di noi era senza nero, si servì del blu: era nato l’Impressionismo”. – Renoir.
Questo perché gli impressionisti non utilizzavano il nero per creare le ombre ma tonalità di blu e verde.
Di seguito, alcune tonalità di blu, dalla più scura alla più chiara.
BLU NOTTE
Come suggerisce il nome, è la tonalità di blu più scura e che ricorda, appunto, il cielo notturno. Può essere facilmente confuso con il nero, sebbene abbia dei pigmenti di blu che lo rendono riconoscibile, quantomeno sotto la luce giusta.
Grete Schütte-Lihotzsky usò per la prima il nome Blu Notte per la sua “Cucina di Francoforte”, un arredamento innovativo ed ergonomico ideato nel 1925. La scelta del progettista non fu per un fattore estetico ma per l’igiene: il blu allontanerebbe le mosche.
BLU OLTREMARE
Si tratta di una tonalità di blu piuttosto scura e intensa; secoli fa si otteneva dalla frantumazione dei lapislazzuli – pietre semi-preziose importate dall’Oriente (da questo il nome “Oltremare”).
Spesso utilizzato da Giotto e dalla maggior parte degli artisti del ‘600/’700. In sostituzione ai lapislazzuli, in alcuni casi, veniva utilizzata l’azzurrite, più economica e comunque molto valida per la creazione di colori.
**Se avete letto il libro La ragazza con l’orecchino di perla o visto il film, vi ricorderete di questo colore perché uno dei primi compiti affidati da Vermeer alla sua giovane aiutante: frantumare, appunto, i lapislazzuli.
BLU DI PRUSSIA
È un blu scuro, quasi quanto l’Oltremare e tendente al nero. Si tratta di uno dei primi colori sintetici, ottenuto già nel 1706 dall’ossidazione di sali di ferrocianide, per opera di un chimico berlinese e, proprio per questo viene associato alla Prussia.
Trattandosi, appunto, di uno dei primi colori sintetici, spesso viene utilizzato per stabilire la data e l’autenticità di una determinata opera d’arte.
Dove lo troviamo? Hokusai e la famosissima Onda, Van Gogh e gli altrettanto famosi cieli notturni ed, infine, Picasso nel suo periodo blu.
BLU DI PERSIA
La prima apparizione del blu di Persia risale al 1669 e deve il suo nome all’utilizzo nella realizzazione di ceramiche e piastrelle persiane. LA Moschea Blu di Istanbul ne è un esempio più che valido: è ricoperta da oltre 20.000 maioliche blu.
CIANO
È uno dei tre colori primari, insieme a giallo e magenta. Questi colori, insieme al nero, sono i quattro colori utilizzati per la stampa in quadricromia (CMYK) e sono, quindi, la base di tutta l’immagine moderna, con l’utilizzo di questi quattro colori sintetici.
TURCHESE
Si tratta di una “versione del ciano tendente al verde”, se così si può dire. Originariamente ricavato dal Turchese, inteso come pietra dura, importata dalla Turchia (da questo deriva il suo nome). È un colori simile all’acquamarina, ma un po’ più scuro, è stato molto di moda negli anni ’50, ed è tornato ad esserlo nella sua versione chiamata comunemente Verde Tiffany o Azzurro Tiffany dall’omonima marca.
BLU COBALTO
Colore simile all’azzurro ma più intenso. Si ottiene chimicamente combinando l’ossido di cobalto con sali di alluminio.
Si suppone che il blu di Chartres fosse ricavato dal cobalto: si tratta di una tonalità particolare del vetro presente nelle vetrate gotiche della cattedrale francese la cui composizione è rimasta un mistero per molto tempo.
BLU REALE
Tonalità intermedia tra l’azzurro e il blu, deve il suo nome alla sua presunta origine, ovvero la realizzazione delle divise della Corona Inglese; in realtà è stato utilizzato precedentemente in Francia: non è un caso, infatti, che venga anche chiamato “azzurro Francia” (per questo Paese è anche il colore nazionale nell’automobilismo).
Chi lo ha utilizzato? Gli artisti che più si sono cimentati nell’utilizzo di questo colore sono Kandinsky e Mirò, famosi proprio per il modo in cui hanno interpretato i colori.
AZZURRO
Spesso confuso con il ciano, comunemente utilizzato per definire le tonalità dal turchese al celeste.
Der Blaue Reiter è il mone dato da Marc e Kandinsky al loro movimento artistico.
“Ad entrambi piaceva il blu, a Marc i cavalli a me i cavalieri” – Kandinsky
CELESTE
Intorno al celeste, una tonalità di azzurro molto chiara, ruotano molti significati: deve il suo nome alla “volta celeste”, il cielo. Questo implica diversi significati, tra cui quello religioso, per esempio.
Per approfondire:
- Blu. Storia di un colore, Michel Pastoureau;
- I colori nell’arte, Stefano Zuffi.