Social Science
Xenia
2005
Copetina flessibile
126
Sempre più persone sentono l'esigenza di tornare a una vita più vera, a qualcosa di Naturale: è la Grande Madre che ritorna. Il culto della Grande Madre nel mondo antico e oggi; Le grandi madri delle civiltà e il matriarcato; Donne, dee e il divino femminile; La Grande Dea Madre della Wicca.
La Dea Madre è un saggio di Laura Rangoni che analizza la figura della divinità femminile primordiale, fino ad arrivare ai giorni nostri.
È un saggio ben strutturato, suddiviso in capitoli che argomentano la tesi dell’autrice prima fornendo delle fonti storiche risalenti a diverse epoche e poi offrendo delle riflessioni al lettore su come la percezione del mondo, del tempo, della natura e della vita, sia cambiata nel passaggio da una realtà matriarcale (o neutra) ad una patriarcale.
Essenzialmente offre una visione completa della figura femminile nel culto di popolazioni provenienti da tutto il mondo, nel corso dei millenni. Parte infatti dalla preistoria per arrivare ai giorni nostri facendo scoprire la figura femminile prima come entità senza volto, venerata per le sue caratteristiche universali – quali la capacità di generare nuova vita e nutrirla, fino ad una visione più recente, chi è il risultato dell’evoluzione della figura femminile come divinità attraverso spazio e tempo.
Di seguito un breve estratto del testo che aiuta a capirne il contenuto:
Possiamo affermare con assoluta certezza che fin dall’inizio dei tempi la grande madre ha accompagnato il lento evolversi dell’uomo […] Approssimativamente dal 30.000 a.C. al 3000 a.C. vi era solamente la grande idea. Una dea senza volto che sin dal Paleolitico ha abitato l’immaginario umano ed è stata raffigurata con simboli che si sono profondamente radicati nell’inconscio collettivo. Di lei sono state realizzate immagini e idoli di pietra a lei sono stati innalzati i tempi megalitici e monumenti. Lei governava e governa il ciclo delle stagioni e la fertilità della terra e del bestiame, i moti della Luna, delle maree e del ciclo femminile. Lei sola era ed è la signora del ciclo continuo di nascita-morte-rinascita che caratterizza la vita sul nostro pianeta. Questa venerazione per L’Antica idea probabilmente ha avuto origine nella prima età della pietra nel cosiddetto Paleolitico superiore.
Dopo una introduzione abbastanza esaustiva e completa l’autrice suddivide il suo testo in quattro sezioni che permettono di approfondire il culto della grande madre nel mondo antico e oggi, le grandi madri delle civiltà e il matriarcato, le donne le idee e il divino femminile fino ad arrivare all’ultimo capitolo, che riguarda la grande Dea Madre della Wicca.
È interessante scoprire come la figura della dea femminile si sia evoluta nel corso della storia. Infatti se prima veniva rappresentata senza volto, senza mani e senza piedi per rappresentarne le sue doti principali , successivamente è stata rivisitata sotto varie sembianze a seconda della collocazione geografica e storica che si vuole prendere in considerazione.
Ciò che è certo è che ogni popolazione del mondo (piccola o grande che sia stata e sia che abbia avuto una storia millenaria e sia che abbia avuto una storia molto breve) ha venerate almeno una divinità femminile molto importante.
È stato così per le popolazioni Preistoriche, per gli egizi, per i greci per i romani, per gli etruschi, per le popolazioni del nord Europa, dell’America, dell’Africa e del mondo intero.
Le uniche eccezioni sono state le religioni relativamente più recenti come il cristianesimo e l’islamismo. In questi casi infatti la divinità principale è maschile e la donna ha un ruolo nettamente inferiore sia a livello di divinità riconosciuta e venerata, sia nella quotidianità di chi pratica questa religione (ossia nel rapporto uomo-donna). Nonostante questo, è stato interessante leggere come oltre a questa visione di inferiorità della figura femminile nella religione cristiana la madre di Gesù, Maria, abbia in realtà diversi tratti in comune con la primordiale Dea Madre.
La grande madre è un saggio di circa 120 pagine che affronta l’argomento in modo piuttosto approfondito andando ad evidenziare anche alcuni particolari meno noti della storia del culto femminile.
Ovviamente in alcuni punti traspare la posizione dell’autrice in merito agli argomenti trattati ma in modo molto discreto e non invasivo perciò perciò, a parer mio, si tratta di un testo adatto a tutti. Va precisato però che gli argomenti trattati sono piuttosto delicati, perciò questo testo deve essere letto in modo critico e analitico con l’intenzione di apprendere delle nozioni e non di giudicare una religione piuttosto che un’altra o, peggio ancora , voler screditare la figura della divinità femminile, che tutt’oggi – in modo più o meno marcato – rimane fondamentale sia a livello storico e sia nella cultura contemporanea.
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